A.C. 1474-A
Grazie, Presidente. Siamo arrivati al decreto n. 140 del 2023. Questo decreto, come tutti sappiamo, è denominato decreto Campi Flegrei. Cosa sono i Campi Flegrei? Iniziamolo a dire, perché forse è utile per tutti, soprattutto per quelli che ci ascoltano e per lasciare qui una traccia: è un'area vulcanica situata a Ovest di Napoli che include i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Giugliano e una parte della città di Napoli. A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un solo edificio vulcanico, ma sono, piuttosto, un campo vulcanico attivo da circa 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati al centro e in prossimità di un'area depressa, che è chiamata caldera. La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo, che prende così il nome di bradisismo.
Durante il mese di agosto, nell'area dei Campi Flegrei l'osservatorio ha registrato 1.118 terremoti e nella notte tra il 26 e il 27 si è registrata la scossa più forte in assoluto, di magnitudo 4,2, legata, ovviamente, all'innalzamento del suolo. Nonostante l'attività di monitoraggio dell'Osservatorio vesuviano, che ringraziamo - in particolare l'INGV - per il lavoro che ogni giorno fa per la sicurezza del nostro territorio, con le strutture tecniche, e le rassicurazioni riportate, la popolazione è molto preoccupata per questa intensa attività sismica. In generale, la densità degli abitanti e la particolare conformazione urbanistica dei centri interessati necessita di un'adeguata attenzione per la verifica statica degli immobili, anche rispetto ai piani di evacuazione.
L'esame del decreto in Commissione, che - si ricorda - affronta esclusivamente il rischio sismico e non la parte vulcanica legata al bradisismo, è caratterizzato da una richiesta urgente di audizione del Ministro per la Protezione civile Musumeci, avanzata dal PD a seguito di un comunicato stampa in cui il Ministro dichiara cose che, a mio avviso, hanno creato la vera preoccupazione. Che cosa dichiarava il Ministro? “L'attività vulcanica nei Campi Flegrei, connessa al bradisismo, risulta essere in costante evoluzione. Non si esclude che, se dovesse perdurare tale situazione, si possa passare al livello di allerta arancione”.
Passare dallo stato di allerta giallo a quello arancione ha una serie di conseguenze, prima di tutto, la militarizzazione della zona, l'evacuazione dei pazienti dagli ospedali, dalle RSA e dalle case di cura private e dei detenuti dalle carceri di Nisida e Pozzuoli, poi, la possibilità per i residenti di andare in autonoma sistemazione. Tale comunicato è stato pubblicato dopo che, nel corso di audizioni svolte in Commissione, sia di esperti, sia di soggetti istituzionali, non è mai emerso un allarme attuale relativo a una possibile crisi legata al rischio vulcanico.
L'audizione del Ministro Musumeci non ha chiarito la molteplicità delle perplessità che abbiamo sul livello di rischio vulcanico dell'area e sulle conseguenti misure di mitigazione. Da una parte, ha ribadito di non avere competenza sulla tipologia di allerta, dall'altra, ha sottolineato, però, come sia possibile un repentino passaggio dall'allerta gialla a quella arancione e, poi, ha segnalato l'importanza di una comunicazione chiara, quando invece il suo comunicato stampa, in cui parlava di un eventuale passaggio all'allerta arancione, ha avuto come unico effetto di allarmare e preoccupare la popolazione, situazione ben lontana da quella che dovrebbe essere una gestione ordinata, coordinata con gli enti locali e consapevole, in relazione ai rischi che sostanzialmente si corrono.
Qualche giorno dopo, tornando sui suoi passi, il Ministro Musumeci ha parzialmente ridimensionato l'allarme, affermando che il passaggio ad altro colore non è all'orizzonte. “La zona è ballerina, ma siamo relativamente tranquilli”, perché “possiamo tenere sotto controllo quel territorio in tutte le sue manifestazioni”, chiudendo, così, a possibili modifiche del decreto che potrebbero affrontare anche il rischio vulcanico.
Andiamo al contenuto del decreto. Ho fatto questa premessa, perché è utile per stabilire quello che c'è nel decreto. Il decreto reca misure urgenti da realizzare, anche con procedure semplificate e accelerate, per fronteggiare il fenomeno bradisismico in atto presso la zona dei Campi Flegrei. In sintesi, sono previste misure strutturali e di natura non strutturale. Tra le misure di natura strutturale, ricordo il piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate, direttamente interessate dal fenomeno bradisismico e la verifica della funzionalità delle attuali infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali. Ricordiamo che, in attuazione del decreto, è già stata individuata la zona rossa per il rischio bradisismico e che la zona coinvolge 85.000 persone e 15.000 edifici, che, ovviamente, sono nei comuni di Pozzuoli e Bacoli e, in parte, nella città metropolitana di Napoli.
Invece, tra le misure non strutturali, ricordo un piano di comunicazione alla popolazione, un piano speditivo di emergenza, nell'ambito della più ampia pianificazione di protezione civile già in vigore, e un potenziamento della risposta operativa territoriale di protezione civile.
Veniamo alle risorse stanziate. Gli oneri di parte corrente sono pari a circa 14.142.858 euro per l'anno 2023 e a 857.142 euro per l'anno 2024. Gli oneri di parte capitale sono pari a 37.200.000 euro per l'anno 2024, che servono per realizzare le opere e le misure di mitigazione, 37 milioni, e per l'implementazione degli strumenti di monitoraggio sismico, 200.000 euro circa.
Quali sono stati gli emendamenti che ha fatto il Partito Democratico? Le principali proposte di modifica presentate dal Partito Democratico sono state, innanzitutto, tese a stabilire che ci siano risorse pluriennali e non per un anno, perché è evidente che lì c'è un'emergenza, c'è una difficoltà, c'è una preoccupazione, che le popolazioni, da questo punto di vista, hanno manifestato in tutte le lingue e in tutti i modi, come anche i sindaci. Quindi, in particolare nell'ambito dell'analisi di vulnerabilità sismica degli edifici privati, il decreto non individua alcun meccanismo di finanziamento degli interventi conseguenti, per dare risposte ai cittadini, ma anche per evitare rischiose ripercussioni sul mercato immobiliare. L'emendamento del PD specificava, innanzitutto, che nell'analisi di vulnerabilità venisse individuata la stima del fabbisogno finanziario, indicando la quota a carico del bilancio dello Stato.
La seconda proposta prevedeva la possibilità di usufruire di un super sisma bonus anche per gli interventi di mitigazione previsti a seguito dell'analisi di vulnerabilità nell'area flegrea con lo scopo di garantirne l'efficacia e la fattibilità economica. Per tali interventi abbiamo proposto la possibilità di optare per gli strumenti della cessione del credito e dello sconto in fattura, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione. Fare una diagnosi di vulnerabilità senza fornire gli strumenti per farvi fronte lascia sostanzialmente il lavoro a metà.
La terza proposta, nell'ambito della verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali, chiedeva di dare priorità agli interventi previsti con la legge n. 887 del 1984, relativi alle vie di fuga, da finanziare con fondi regionali e nazionali per recuperare il gap di realizzazione delle opere incompiute, considerate da tutti prioritarie, in relazione al precedente bradisismo di quarant'anni fa, ed ancora non realizzate o aperte al pubblico. A copertura del fabbisogno finanziario si chiedeva di individuare le risorse necessarie a carico del bilancio dello Stato, aggiuntive rispetto alle risorse già attribuite, ma non ancora erogate alla regione Campania, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione.
La quarta proposta prevedeva assunzioni di personale da parte degli enti locali interessati, nonché per le attività di presidio del territorio interessato, in deroga ai tetti di spesa, di agenti di Polizia locale a tempo determinato.
La quinta proposta prevedeva misure per garantire l'immediato avvio dell'esercizio delle gallerie di collegamento tra la tangenziale di Napoli e il porto di Pozzuoli, che costituiscono le vie di fuga fondamentali, finanziate proprio dalla legge n. 887 del 1984.
Quali sono stati gli emendamenti del PD approvati? La previsione del piano di comunicazione alla popolazione, poi, che venga attuato il raccordo con i comuni ubicati nella zona rossa del rischio vulcanico, quindi, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, parte dei comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli e le municipalità di Napoli, la previsione che l'istruttoria tecnica ed economica dell'analisi di vulnerabilità e del piano delle misure possa essere svolta anche con il supporto dei centri di competenza che ne garantiscano l'omogeneità e l'aumento da 12 a 24 mesi del periodo massimo di impegno del personale determinato per i comuni interessati, con un aumento della previsione di spesa rispetto al testo iniziale del decreto di 2,8 milioni di euro. Si tratta di una misura di buon senso che aiuta, sostanzialmente, i sindaci del territorio, che in questi mesi hanno dovuto far fronte a una carenza enorme di competenze in grado di costruire le condizioni minime per garantire servizi ai cittadini.
L'emendamento del Governo presentato nel corso dell'esame in Commissione prevede che il Commissario straordinario, che come tutti sappiamo è il presidente della regione Campania, secondo la legge n. 887 del 1984, trasmetta al Governo la relazione del programma di adeguamento del sistema di trasporto intermodale nelle zone interessate dal fenomeno bradisismico, comprendendo le indicazioni delle risorse disponibili, impegnate ed erogate, anche al fine di individuare ulteriori misure di accelerazione e semplificazione da applicare ai relativi interventi di adeguamento. Questa è oggettivamente una cosa utile, perché, secondo quello che dice il presidente della regione con la propria relazione, prova a dire quali sono gli elementi che bisogna, dal punto di vista legislativo, provare a mettere in campo, per semplificare.
Rispetto a tale emendamento è stata approvata anche una parte di emendamento del PD che chiede la trasmissione della relazione al Parlamento, mentre è stata bocciata la parte in cui si chiedeva di individuare ulteriori nuove risorse. Sul tema dell'entrata in esercizio delle gallerie che collegano il porto di Pozzuoli alla tangenziale di Napoli, oggetto di due emendamenti respinti del PD, è stato approvato un subemendamento a firma Bof che prevede che con un provvedimento da trasmettere al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti la regione Campania individua le risorse tra quelle risultanti disponibili in esito all'attività di ricognizione delle risorse disponibili da destinare al comune di Pozzuoli come contributo per l'apertura al transito della galleria di collegamento tra il porto di Pozzuoli e la viabilità di accesso alla tangenziale di Napoli e per la manutenzione per l'anno 2024 delle medesime gallerie.
Per l'espletamento di tale attività di cui al secondo periodo il comune di Pozzuoli può avvalersi, anche mediante sottoscrizione di apposita convenzione, di ANAS Spa, cui è dovuto esclusivamente il recupero degli oneri effettivamente sostenuti per lo svolgimento delle predette attività nei limiti delle risorse disponibili. Questo sembra un po', anche qui, difficile da spiegare. Noi continueremo, e abbiamo già presentato alcuni emendamenti, a provare ad affinare il testo in Aula.
Il testo per noi, nonostante le cose che abbiamo evidenziato, rappresenta un passo in avanti importante per affrontare in termini di prevenzione il rischio legato al fenomeno del bradisismo. Tuttavia mancano nel decreto le misure necessarie per la successiva, concreta messa in sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico e privato e delle infrastrutture mediante una programmazione chiara, con fondi e tempi certi. Purtroppo chi è di quel territorio della regione Campania lo sa, è un contesto economico e sociale difficile, uno dei più complicati, probabilmente, in Italia.
Per questo, con un nostro emendamento, che è stato bocciato, avevamo impegnato un meccanismo di finanziamento per gli interventi a carattere privato. Così pure sono stati bocciati gli emendamenti che chiedevano di dare priorità agli interventi già previsti dalla legge n. 887 del 1984, cioè quelli che riguardavano le vie di fuga dall'area flegrea, perché quello diventa l'elemento più importante nel momento in cui, ovviamente facendo tutti gli scongiuri, si dovesse realizzare una condizione di difficoltà in quel territorio, stanziando risorse necessarie a carico del bilancio dello Stato, aggiuntive rispetto a quelle risorse già attribuite alla regione Campania, ma che sono bloccate dal Governo, che sono bloccate e che sono sul Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Quindi direi di iniziare a sbloccare quei fondi, che sarebbe un dato importante; non caricare ulteriormente, anche in questa logica, la regione, nella condizione di difficoltà in cui già si ritrova, senza avere i fondi sbloccati del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Inoltre, dopo l'allarme lanciato dal Ministro Musumeci riguardo al possibile innalzamento del rischio vulcanico, poi parzialmente ridimensionato, il decreto risulta insufficiente dato che tratta di misure riguardanti esclusivamente la mitigazione del rischio sismico, e non anche il rischio vulcanico.
Per questo motivo vedremo quello che accadrà in Aula. Il nostro orientamento sarà probabilmente quello di avere un voto di astensione, perché lo consideriamo comunque un passo importante per andare a occuparci di questo tema, ma chiedo al Governo, tramite lei, Presidente, di fare ancora uno sforzo in questa direzione. Noi ripresenteremo in Aula questi emendamenti, riflettiamoci, perché oggi abbiamo un'occasione importante, sia sugli emendamenti che presentiamo sia sullo sblocco dei fondi del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Queste due cose insieme possono dare davvero una mano a un territorio che ha una difficoltà oggettiva, reale, che è in una condizione difficile. Ma, soprattutto, dare una mano in particolare agli enti locali per contribuire a rasserenare il clima e a dare sicurezza ad una popolazione in difficoltà penso che sia un dovere dello Stato, ma soprattutto un diritto dei cittadini di quel territorio.