Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 9 Gennaio, 2023
Nome: 
Marco Simiani

A.C. 730

Grazie, Presidente. Illustri colleghi e colleghe, Governo, il decreto Aiuti-quater che iniziamo a discutere oggi in maniera molto virtuale è, purtroppo, l'ennesimo provvedimento che arriva blindato dal Senato e sul quale verrà posta, con tutta probabilità, la fiducia. Il Governo Meloni sta, infatti, governando da mesi con provvedimenti su cui mette sistematicamente la fiducia, anzi, non solo la fiducia, ma anche la tagliola, stabilendo record negativi impensabili fino a poco tempo fa.

Dopo la manovra e tutto il percorso che ha portato fino al decreto Rave nel mese di dicembre ad approvare in extremis tutto quello che poteva essere messo in campo, il Parlamento riprende, infatti, l'attività ordinaria all'insegna di decreti da convertire: oggi il decreto Aiuti-quater, a breve il decreto Ucraina, poi il decreto Elezioni, il decreto Ischia, il Milleproroghe e, infine, l'ultimo licenziato dal Consiglio dei ministri, il decreto Migranti. Forse negli ultimi anni questa è stata una prassi, ma, forse, è una prassi sbagliata. Come diceva anche la collega Comaroli, sono 90 giorni che sono parlamentare e mi hanno sempre insegnato che due cose sbagliate non fanno mai una cosa giusta. Ecco perché credo che la prassi che state utilizzando sia sbagliata e se, prima, era stato fatto un errore, anche se in un momento emergenziale, credo che questa cosa vada assolutamente modificata.

Sicuramente non è a questi livelli, quasi 10 decreti in poche settimane, è un vero record. Fratelli d'Italia, il partito della Premier, sta facendo peggio di ogni pessima previsione tutto quello che si era ripromesso di combattere, anzi, che aveva promesso di non fare. Gli esempi di questi giorni sono numerosi ed eclatanti: non ci sarà più alcun taglio delle accise e i prezzi torneranno pieni. Le associazioni per i diritti dei consumatori hanno stimato che la spesa, in media, sarà di 9,15 euro a pieno; in un anno, in media, si spenderanno quasi 220 euro in più. La decisione di eliminare i tagli delle accise sulla benzina va in controtendenza rispetto alle battaglie portate avanti dalla maggioranza di Governo. Chi, in passato, ha promesso di tagliarle, ora, invece, è processualmente d'accordo e le riporta addirittura in vigore. Mi ricordo il Ministro Salvini, alla lavagna, che faceva tutte le strategie ed oggi ci ritroviamo di nuovo in questa situazione.

Avete vinto le elezioni annunciando di cambiare il sistema, denigrando e rinnegando tutto ciò che è stato fatto fino ad ora, anche quello che ha salvato il Paese durante la pandemia e sostenuto l'economia, con la guerra in Ucraina. Avete votato e denigrato tutto, addirittura il PNRR, quello che oggi vi vantate di rispettare. Negli anni che eravate all'opposizione avete soltanto portato avanti il decreto Condono di Ischia, e questo dice molto su cosa volete essere in questa legislatura. Ma avete vinto le elezioni ed oggi vi sentite invincibili, perché siete passati in poco tempo da un consenso nostalgico a uno popolare. Con l'arroganza e la supponenza pensate di colmare il vuoto della vostra incapacità di governo. Pensate che il credito degli elettori sia intangibile, immutabile, costante e che la fiducia conquistata continui. State portando avanti “no” populisti e state portando avanti, in maniera forsennata, un'azione che non porterà assolutamente a niente. Anche se siete sicuri di questo, vi dico che non è così e non sarà così. Quando era all'opposizione, Fratelli d'Italia si lamentava del Parlamento esautorato, faceva polemiche, interventi ripetuti e dirette social per infangare i nostri lavori.

A proposito di dirette social, è da giorni virale il video di qualche tempo fa in cui la Premier Giorgia Meloni faceva finta di fare il pieno di carburante e inveiva contro l'allora Governo perché lo Stato penalizzava gli automobilisti con accise e tasse vecchie di decenni. Se fosse stata lei all'opposizione oggi, cosa avrebbe fatto? E cosa sta facendo ora? Non ha tolto le accise sulle quali ironizzava e, addirittura, ha eliminato le norme del precedente Governo che erano riuscite a calmierare i prezzi dei carburanti. E non veniteci a dire che erano delle situazioni emergenziali, perché sono 10 anni che cercate il consenso facile sui problemi della gente e promettete di risolvere tutto con la bacchetta magica. Ora che siete al Governo credete di sostituire la bacchetta magica con il piffero magico, convinti che gli italiani vi seguiranno sempre e comunque anche in fondo al burrone. Credetemi, non sarà così. Oggi noi siamo all'opposizione, abbiamo fatto errori, non abbiamo dato sogni a un Paese in oggettiva difficoltà. Ma, quando sei in difficoltà, pensi di contingentare e di non illudere, ecco perché non abbiamo mai ingannato gli italiani come avete fatto voi, in maniera ripetuta, in questi anni.

Prendiamo, per esempio, la norma sul superbonus. Ancora una volta, voglio partire dalla posizione che aveva pochi mesi fa l'attuale partito di maggioranza relativa: mi riferisco ancora una volta a Fratelli d'Italia, alla sua leader, l'attuale Premier, sempre con la stessa sceneggiatura alla pompa di benzina. Il 20 aprile scorso, i deputati di Fratelli d'Italia Lucia Albano ed Emanuele Prisco, che attualmente rivestono ruoli di Governo - la prima, Sottosegretaria per l'Economia, il secondo, sottosegretario per l'Interno - dicevano testualmente: “Sul superbonus continua il caos. Fratelli d'Italia chiede al Governo misure urgenti per superare il blocco imposto dalle banche e per le cessioni dei crediti di famiglie e imprese. È impensabile che si verifichi un continuo cambio di regole in merito alla cessione del credito passata, nell'arco di tre mesi, da essere illimitata ad avere varie restrizioni”.

Si può migliorare un decreto, un provvedimento, non è che dobbiamo per forza continuare a distruggere quello è stato fatto prima senza, invece, migliorarlo sistematicamente, anche provvedimento per provvedimento, se c'è bisogno. È indispensabile che si verifichi un continuo cambio di regole in merito alla cessione di crediti, anche futuri? Anche gli istituti di credito hanno bloccato il mercato dello sconto in fattura a causa dell'eccessiva mole di domande per la cessione dei crediti. Noi dobbiamo in questo caso pensare sempre di più che gli incentivi sui bonus in edilizia possano essere anche aiutati dallo Stato attraverso le aziende dello Stato, le grandi aziende, come ricettori di ultima istanza per quanto riguarda la possibilità di scontare le fatture.

Poco tempo dopo, il 6 luglio del 2022, il senatore Gaetano Nastri, anche lui rieletto a Palazzo Madama ed oggi Questore anziano del Senato, affermava: “Il Governo deve intervenire per sbloccare il meccanismo di cessione dei bonus edilizi, è a rischio la tenuta di migliaia di imprese artigiane che rischiano il fallimento per la crisi di liquidità, con nefaste ricadute sui livelli occupazionali”.

Arrivando a poche settimane fa, il 17 settembre 2022, poco prima delle elezioni, troviamo il tweet di Giorgia Meloni: “Pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere l'Italia e creare più lavoro”.

Per trovare queste dichiarazioni non ho dovuto fare una ricerca lunga e accurata, è bastato digitare su Google e le parole “Meloni”, “Fratelli d'Italia” e “superbonus” e subito è uscita una pagina ufficiale del partito di maggioranza con le dichiarazioni fatte negli ultimi tempi, tutte a favore della proroga del 110, della cessione facile dei crediti, delle semplificazioni.

La prima cosa che mi viene da pensare è se vi rendete conto di quello che state facendo, non solo di fronte agli elettori, ma di fronte anche ai cittadini e alle imprese, soprattutto del settore. Come ho detto in precedenza, voi pensate di essere invincibili e che potete rinnegare qualsiasi cosa. Questo fino al 25 settembre scorso, ma, ad oggi, la realtà è un'altra: governate, e su questo dovete dare risposte certe, soprattutto, su un sistema e su un provvedimento come questo, in cui il superbonus diventa centrale. Credo che questo Parlamento abbia assolutamente l'autorevolezza per poterlo discutere.

Con questa scelta metterete a repentaglio i risparmi dei cittadini e porterete sull'orlo del fallimento migliaia di imprese, imprese che trascineranno con loro i fornitori, i lavoratori, gli operai e i professionisti. Sono quegli stessi cittadini e quelle imprese a cui avete chiesto il voto e che, oggi, dopo averlo ottenuto, abbandonate a loro stessi.

Il Partito Democratico non ha mai nascosto alcune criticità presenti nel superbonus, ma ha sempre cercato di correggerle, di non cancellare la norma, ma di inserirvi elementi positivi, lavorando, soprattutto, per un'ampia armonizzazione dei numerosi incentivi edilizi presenti nel nostro Paese. Dalla loro introduzione, i provvedimenti di agevolazione fiscale per i lavori di ristrutturazione prima e, poi, di efficientamento energetico hanno rivestito infatti un ruolo via, via crescente nel mercato delle costruzioni. Nel 2020 gli interventi agevolati detenevano una quota pari a oltre la metà degli investimenti effettuati nel rinnovo residenziale; dalla loro origine, dal 1998, fino al dicembre 2020, essi hanno veicolato una spesa per investimenti pari quasi a 348 miliardi di euro. Nati soprattutto con l'obiettivo di far emergere il lavoro nero nell'edilizia sono diventati una manovra anticongiunturale e successivamente uno stimolo al risparmio energetico, attraverso interventi per l'efficienza energetica; poi, hanno assunto un ruolo nell'adeguamento antisismico del patrimonio edilizio, considerato il carattere di fragilità del nostro territorio, e sono diventati uno strumento per favorire il decoro delle facciate dei fabbricati e delle aree centrali dei comuni.

Se non vogliamo dipendere dall'energia degli altri Paesi occorre affiancare la ricerca delle nuove fonti con la riqualificazione energetica degli edifici, che rappresenta oggi una fetta decisiva del fabbisogno nazionale, anche perché se il nostro Paese è tra i primi in Europa nelle abitazioni di proprietà lo è anche per immobili fatiscenti, edifici edificati da decenni.

Se lo Stato investe nel superbonus investe, prima di tutto, in se stesso, ma voi di politiche a lungo termine non ne volete sapere, pensate soltanto al consenso immediato, alle rendite di posizione e anche, in questo caso, ai mancati risultati, perché sono mancati dei risultati importanti che, vedrete, nel tempo, insomma, assolutamente, vi leveranno il consenso.

Nell'ambito degli aspetti che questo decreto sta mettendo in campo, ricordo la questione delle trivelle, Presidente; noi avevamo fatto una discussione anche nei singoli partiti, anche nell'ambito della vecchia maggioranza, era stato fatto un grande lavoro: il PiTESAI, uno sforzo enorme che andava a definire chiaramente i perimetri, perché il Partito Democratico non è contro l'aumento della produzione del gas, non è contro; è contrario a trivellazioni che oggi vanno in deroga a quel Piano. È su questo che voi dovete rispondere, anche nel dialogo con le regioni, che non avete avuto, perché avete presidenti di regione, come quello del Veneto, che sono contro questo provvedimento, soprattutto su questo articolo.

Ecco, perché noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo, in cui noi chiediamo che questo articolo venga bocciato, perché crediamo che oggi sia, sì, importante verificare se possiamo aumentare anche il gas, ma non a scapito degli aspetti ambientali e, soprattutto, a scapito di una possibilità del tutto minima, anche, di produzione, visto che, come diceva anche il collega precedentemente, si parla veramente di pochissimo sfruttamento della materia stessa.

Dico un'ultima cosa per quanto riguarda le risorse agli enti locali. Noi abbiamo visto - e soprattutto questo decreto ne è l'esempio – che, oggi, gli enti locali si aspettavano di più da questo provvedimento, perché gli enti locali hanno bisogno di risorse, hanno bisogno di avere un aiuto nell'ambito dell'aumento delle bollette, in questo caso del costo dell'energia e del gas, per i singoli comuni, le palestre, le scuole, ma soprattutto anche per la sanità. Noi potevamo fare di più e possiamo fare di più. Ecco, perché noi vi chiediamo di rivedere certe questioni e di accettare alcuni nostri emendamenti, che discuteremo nella giornata di domani, e gli ordini del giorno che presenteremo. Ecco, per questo vi chiedo di rivedere il testo.