A.C. 2281-A
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, relatori, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico sull'esame del disegno di legge di conversione, cosiddetto decreto Bollette.
Questo tema è certamente di stretta attualità, come abbiamo già visto nei lavori di Commissione e come vedremo ulteriormente qui in Aula, in particolare, per il rincaro delle bollette e, dunque, per i costi che gravano non solo sulle famiglie italiane, ma anche sulle imprese del nostro Paese. È inaccettabile che, in un momento di profonda incertezza economica, assistiamo a una crescente pressione sui bilanci di famiglie e imprese. Non possiamo tollerare soluzioni tampone, che mascherino il problema reale. È urgente un intervento strutturale, capace di mettere in conto misure decise e trasparenti per rispondere ai bisogni della collettività.
Oggi ci troviamo qui per affrontare una questione che va ben oltre la gestione quotidiana dei costi energetici ed è il rincaro delle bollette. Le misure di emergenza attuate, come il contributo straordinario per i nuclei familiari in relazione all'ISEE, rappresenta, sì, un primo segnale di attenzione, ma si tratta solo di una risposta temporanea a un problema che è di natura strutturale. Negli ultimi anni, il mercato dell'energia è stato travolto da fluttuazioni che colpiscono in modo diretto il costo finale per il consumatore. Il prezzo del gas, infatti, esercita un'influenza sproporzionata sulla tariffazione dell'energia elettrica. Questa dinamica, alimentata da oscillazioni internazionali e da pratiche di mercato opache, si traduce quotidianamente in bollette sempre più onerose per milioni di famiglie e imprese, compromettendo così il potere di acquisto e la stabilità economica del nostro Paese.
Il sistema attuale evidenzia una dipendenza strutturale che accoppia il costo del gas con quello dell'energia elettrica. Tale accoppiamento genera una spirale di rincari che si riflette immediatamente sui consumatori. Le grandi imprese distributrici, approfittando delle inefficienze del sistema, riescono ad aggiungere costi accessori e rendite di posizione che non trovano giustificazione in una logica di trasparenza e concorrenza. Questa situazione diventa particolarmente insostenibile per le fasce più deboli della popolazione, che si vedono costrette a fronteggiare spese crescenti, mentre i meccanismi di controllo e regolazione del mercato rimangono carenti. Il problema non si limita a un mero rallentamento della crescita economica, ma incide direttamente sul benessere quotidiano dei cittadini, che devono sacrificare altre esigenze essenziali per far fronte a un onere energetico in costante aumento.
Per uscire da questa spirale, il Partito Democratico propone azioni strutturali con un intervento integrato e ambizioso, che si articola su più fronti.
Il primo riguarda il cosiddetto disaccoppiamento tariffario, ossia separare il prezzo dell'energia dal costo del gas naturale. Rivedere la metodologia di calcolo delle tariffe, isolando gli effetti delle oscillazioni internazionali, permetterebbe di stabilizzare il costo per il consumatore finale e ridurrebbe l'impatto delle fluttuazioni di mercato. Tale misura, se applicata in maniera corretta, contribuirebbe a creare un sistema più resiliente e meno soggetto a crisi improvvise, proteggendo così le famiglie e le imprese dalle oscillazioni dei mercati globali.
Il secondo riguarda l'istituzione di un acquirente unico pubblico. La creazione di un ente pubblico centrale dotato di mandato per negoziare contratti di approvvigionamento su scala nazionale rappresenta un modello innovativo in grado di livellare le condizioni di accesso al mercato energetico. L'acquirente unico avrebbe il compito di aggregare gli ordini d'acquisto e ottenere condizioni contrattuali più vantaggiose, riducendo le disparità tariffarie e contrastando le prassi che creano rendite di posizione. Un sistema centralizzato non solo semplificherebbe le dinamiche di approvvigionamento, ma garantirebbe anche maggiore trasparenza e controllo su ogni fase del processo.
Il terzo riguarda la revisione degli oneri accessori e la maggiore trasparenza delle componenti tariffarie. Oltre a intervenire sulle dinamiche di mercato, è fondamentale rivedere il sistema degli oneri accessori applicati dalle società distributrici. È inaccettabile che costi non giustificati e oneri straordinari vengano imputati ai cittadini senza un'adeguata verifica.
Occorre stabilire criteri chiari e trasparenti per il calcolo delle componenti tariffarie in modo da assicurare che ogni costo aggiuntivo risulti proporzionato e verificabile. Questa revisione deve essere accompagnata da strumenti di monitoraggio continuo, che consentano interventi tempestivi in caso di pratiche scorrette.
Quarto, ma non ultimo: l'integrazione di misure a sostegno di famiglie e imprese. Le misure di emergenza come contributo straordinario devono essere integrate in una strategia più ampia che consideri il sostegno economico a lungo termine. L'integrazione di risorse, come quelle destinate al Fondo per la transizione energetica con interventi strutturali sul mercato, è fondamentale per garantire una proiezione effettiva, duratura e, soprattutto, una protezione dei cittadini italiani.
Non solo unendo le misure immediate a riforme strutturali e di fondo potremmo invertire la tendenza del rincaro, ma creare un sistema energetico che ponga il cittadino al centro delle scelte. Il problema delle bollette non si riduce a un episodio di difficoltà economica temporanea, rappresenta una sfida strutturale che richiede una visione strategica ben definita, ecco il perché dell'importanza di una politica energetica a lungo termine. Il Governo ha messo in campo interventi di sostegno, ma tali azioni rischiano di essere un pannicello caldo, restano semplicemente misure di emergenza. È necessario che la politica energetica nazionale si orienti verso una riforma integrata che includa: anzitutto, una revisione del quadro normativo di riferimento per riallineare il sistema tariffario alle esigenze del mercato globale e alle aspettative della collettività; poi, l'utilizzo di modelli internazionali di successo che abbiano dimostrato la possibilità di disaccoppiare il prezzo dell'energia dalle oscillazioni del gas, come è avvenuto in alcuni Paesi europei; infine, il rafforzamento dei poteri di controllo delle autorità competenti per sanzionare le pratiche scorrette e garantire il rispetto delle regole stabilite per una gestione trasparente e responsabile dei costi. Il Governo, oltre a garantire interventi immediati per alleviare il peso delle bollette, deve assumersi la responsabilità di promuovere una riforma strutturale che metta al centro il cittadino. La visione strategica non può limitarsi a misure temporanee, ma deve ambire a trasformare radicalmente il mercato energetico nazionale. Il nostro appello è quello di superare le soluzioni provvisorie e di impegnarsi in riforme che possano realmente portare benefici duraturi, riducendo il divario tra le esigenze dei consumatori e le dinamiche del mercato internazionale. È necessario creare un sistema energetico in cui le risorse siano garantite in modo equo, trasparente e orientato al benessere collettivo.
Onorevoli colleghi, ogni minuto di ritardo nell'attuazione di queste riforme si traduce in ulteriore difficoltà per i nostri cittadini. Non possiamo permettere che il rincaro delle bollette diventi una condizione permanente, trasformandosi in un costo ineluttabile per chi ha meno possibilità. Vi esorto, quindi, a considerare con serietà l'urgenza di questi interventi strutturali. Dobbiamo abbracciare una visione che combini l'immediatezza degli interventi di emergenza con una strategia a lungo termine capace di riformare il sistema energetico in maniera globale. Il nostro impegno deve essere quello di garantire che ogni cittadino possa accedere ad un'energia a costi sostenibili e nel rispetto di equità e trasparenza. Solo così potremo trasformare il mercato dell'energia proteggendo il benessere delle famiglie e la competitività delle imprese, ponendo le basi per una crescita reale e duratura. Il futuro del nostro Paese e la qualità della vita dei nostri concittadini, Presidente, dipendono da scelte coraggiose e lungimiranti. È il momento di superare le misure temporanee e di investire in una riforma strutturale che metta al centro il diritto all'energia a costi equi.
Concludo, Presidente, chiedendo che si abbracci questa visione lavorando insieme per realizzare un sistema energetico che non penalizzi chi ha meno, ma che garantisca l'opportunità di sviluppo e di benessere per l'intera collettività. Non possiamo permetterci di andare avanti con un'agenda che va in una direzione opposta rispetto all'interesse nazionale.