Dichiarazione di voto di fiducia
Data: 
Martedì, 15 Aprile, 2025
Nome: 
Paola De Micheli

A.C. 2281-A

 

Grazie, Presidente. Ovviamente starò al tema ed eviterò di raccogliere alcune sollecitazioni inopportune. Signor Presidente, signor Ministro, la valutazione politica del Partito Democratico di questo decreto è di assoluta insufficienza nei contenuti, non solo rispetto alle ambizioni dichiarate dal Governo ma, soprattutto, rispetto alle necessità delle famiglie e delle imprese italiane. Inoltre, il ritardo con il quale avete provveduto a legiferare si sovrappone ad una inadeguata individuazione della platea dei beneficiari, famiglie e imprese, che hanno vissuto e vivono enormi difficoltà per l'aumento del costo dell'energia.

L'altra ambizione, in origine assolutamente condivisibile, era quella di intervenire con provvedimenti strutturali per limitare definitivamente le conseguenze dei ciclici o straordinari aumenti del mercato energetico, ma gli interventi strutturali che vi abbiamo proposto non li avete accolti. Inoltre, gli effetti delle misure previste in questo decreto, temporaneamente ed economicamente molto limitate, dimostrano l'ennesimo problema della vostra strategia economica. Cioè che il Governo non ha una strategia o, forse, ce l'ha qualcuno nel Governo, ma non è condivisa, tantomeno sull'energia.

La spesa media annuale per il gas nel 2024 è stata di 1.339 euro, con una crescita del 3 per cento. Le associazioni di categoria hanno segnalato con enorme preoccupazione il rischio di sovraindebitamento delle imprese per potersi approvvigionare di energia, indicando, soprattutto nelle piccole e medie imprese, la dimensione più a rischio. Il 40 per cento delle PMI ha dovuto ridurre i servizi erogati ai clienti e il 70 per cento ha aumentato i prezzi, alimentando così, senza alcuna colpa, la spirale inflattiva. Tutto questo per far tornare i bilanci. I prezzi, a marzo 2025, del servizio a maggior tutela sono finalmente diminuiti del 9,9 per cento per il gas, come ci ha ricordato l'Autorità. E l'altra novità di questi giorni è di un progressivo abbassamento dei prezzi sugli acquisti di gas e petrolio, ahimè dovuto a un nuovo rischio mondiale di recessione che preoccupa tutti gli operatori, alla luce delle scellerate politiche commerciali messe in campo dagli Stati Uniti.

Queste premesse, però, per provare a fare due cose, oggi, in quest'Aula. La prima: dimostrare che anche questi benefici di riduzione dei prezzi, se non ci sono le riforme strutturali, non arrivano a chi devono arrivare, cioè alle famiglie e alle imprese. La seconda: convincere la maggioranza e il Governo che quello che c'è non basta.

Apprezziamo che la maggioranza abbia accolto alcune delle richieste del Partito Democratico. Esse sono positive: i bonus per i fragili, la proroga per i vulnerabili e lo sconto in fattura per il bonus elettrodomestici. Non possiamo non segnalare gli enormi limiti di questo provvedimento. A proposito, ci avevate detto che era finita la politica dei bonus e, invece, ce li ritroviamo ovunque. Pur essendo previsto un contributo straordinario di 200 euro per chi ha un ISEE inferiore a 25.000 euro, una platea di circa 8 milioni di persone, ci sono appostati 1,6 miliardi di euro, ma, per esempio, per l'ISEE tra i 9.530 euro e i 25.000 euro non ci saranno automatismi, quindi le famiglie dovranno farsi carico di richiedere il contributo, e questo rappresenta una barriera burocratica all'accesso di questo bonus. Inoltre, sono stati completamente esclusi gli iscritti all'AIRE che sono proprietari di casa in Italia, a parità di parametri ISEE.

Viene, poi, azzerata per un semestre la parte della componente ASOS applicata all'energia prelevata per i clienti non domestici, nel limite delle risorse disponibili, che saranno circa 800 milioni di euro. Viene finanziato con 600 milioni di euro, per il 2025, il Fondo per la transizione energetica. Queste misure cubano 3 miliardi di euro, lo abbiamo già detto, lo abbiamo già sentito. Ma, negli ultimi due anni, l'aumento delle bollette ha impoverito drammaticamente gli italiani: un reddito medio ha visto ridurre il suo potere d'acquisto, solo per la componente energetica, dell'1,6 per cento.

Ma noi non siamo appassionati di benaltrismo, uno sport che l'attuale maggioranza, quando stava all'opposizione, ha praticato a lungo e pesantemente. Noi ci concentriamo su cosa era ed è ancora possibile e necessario fare, ma che, per inspiegabili ragioni - forse, la mancanza di coraggio -, avete deciso di non fare: accogliere le nostre proposte di un serio investimento sulle rinnovabili, attraverso l'applicazione di costo zero per l'allaccio di rete di distribuzione, in particolare per gli interventi di autoconsumo. Non solo non avete approvato gli emendamenti, ma, la scorsa settimana, il decreto direttoriale del MASE ha ridotto il contingente per le aste FER X ovvero per i nuovi impianti da realizzare a prezzi stabiliti. Così si limita la possibilità di espansione delle rinnovabili, rendendo impossibile raggiungere gli obiettivi preziosi che proprio il Governo aveva individuato. La manifesta ansia, più volte dichiarata da vari Ministri, di intercettare gli investimenti sui data center, che hanno un consumo di energia importante, che aumenterà con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, non si è concretizzata nelle agevolazioni che vi avevamo proposto per collegarli alle fonti di energia rinnovabile. Non avete accettato le proposte di semplificazione per lo sviluppo delle comunità energetiche, per incentivare il collegamento delle reti di consorzi, delle cooperative; “no” per i benefici al settore della moda, al settore del tessile; niente per il piccolo commercio e nessun allargamento dei benefici per il settore turistico e termale.

Inoltre - e non è questo solo un adagio teorico della sinistra -, la convinzione che il primo modo per ridurre i costi sia risparmiare l'energia è dimostrato non solo dalla letteratura scientifica, dai fatti, dai costi, ma anche dall'indagine conoscitiva sviluppata dall'VIII Commissione. E la nostra proposta degli incentivi per le case green, con platee definite, criteri e stanziamenti chiari, non è stata nemmeno presa in considerazione.

Non avete accolto la proposta degli incentivi per l'edilizia residenziale pubblica, che ha un disperato bisogno di ulteriori interventi di efficientamento, e non avete voluto ragionare sul ruolo dell'Acquirente unico, che potrebbe svolgere la funzione di approvvigionamento centralizzato dell'acquisto del gas per tutelare il mercato dei vulnerabili, per accedere ai contratti di lungo termine e ottenere economie di scala, nonostante le intenzioni del Governo, almeno nelle dichiarazioni, fossero positive. Il rafforzamento dell'Acquirente unico per l'approvvigionamento centralizzato, la contrattualizzazione, la gestione dei clienti vulnerabili, vi ha visto contrari. Nemmeno il divieto di telemarketing e di vendite abbinate - il cross-selling - è stato approvato. Tra l'altro, poi, ci saranno gli ordini del giorno della maggioranza che lo chiedono.

La nostra proposta di rendere l'Acquirente unico un pivot di un intervento reale di disaccoppiamento dei prezzi energetici non l'avete considerata. Potevamo disaccoppiare in attesa delle misure dell'Unione europea, potevamo cominciare ad avviare una riforma strutturale. Qualcuno ritiene che la misura del disaccoppiamento abbia un basso impatto sulle bollette finali. Comunque la si pensi, un impatto ce l'ha, e anche poco, per i detrattori, o molto, come per noi che crediamo in questa misura, comunque renderebbe almeno trasparente la formazione del prezzo.

Vi siete impegnati, a parole, a intervenire per ridurre l'impatto dell'aumento delle bollette degli enti locali - vediamo se accadrà, anche qui ci sono gli ordini del giorno -, ma è del tutto evidente che i comuni e le province non possono sobbarcarsi questi aumenti, perché c'è un costo diretto in bilancio e ci sono costi indiretti, per le famiglie di zone grigie, fuori dall'ISEE di 25.000 euro e, soprattutto, per le associazioni sportive, musicali e culturali, che animano le comunità e che, oggi, non possono reggere il costo dell'energia e chiedono contributi ai comuni. Insomma, questo sostegno efficace non lo avete voluto garantire.

Alla fine, questo decreto corre, addirittura, il rischio di aumentare il costo delle bollette. Perché? Perché avete deciso di non accettare un emendamento dell'opposizione che elimina una previsione della legge di bilancio del 2025, ovvero la possibilità di scaricare gli oneri concessori, per la rimodulazione della durata delle concessioni, sulle bollette. Questa previsione è unica nel suo genere, perché in nessun sistema concessorio è prevista un'operazione di questo tipo. Tutte le altre concessioni pubbliche non hanno questa previsione. Ci sarebbero stati molti altri modi.

Concludo, Presidente. Questo decreto poteva rappresentare un primo momento di dialogo costruttivo, di riforma del mercato dell'energia, per la nostra disponibilità e per l'urgenza di intervenire nel mercato energetico. Invece è l'ennesima occasione persa in un momento delicatissimo, non solo per la necessaria transizione, ma per la condizione geopolitica mondiale.

La sensazione, in queste settimane, è che il Governo sottovaluti i rischi di instabilità del sistema energetico; per noi questo è l'aspetto più angosciante. Nemmeno le riforme strutturali a costo zero vengono prese in considerazione e nemmeno le prospettive economiche vi spingono a ragionare con più profondità e serietà su questo tema. Allora, Presidente, voteremo contro, non perché quel poco che c'è sia completamente sbagliato, ma perché questo decreto per noi è la dimostrazione che il Governo non ha a cuore le vere priorità dell'economia italiana.

A noi non interessa sentire sventolare i fasti del made in Italy se poi i Ministri che lo fanno si dimenticano che quei prodotti hanno bisogno di un conto economico puntuale e sano per essere realizzati e venduti. Votiamo contro perché avete un problema enorme e, se è vero che migliora il rating del bilancio pubblico, è anche vero che dentro a quel bilancio non esiste una strategia economica per aiutare le famiglie e le imprese. E poi, Presidente, che non salti fuori che la Presidente del Consiglio torna dagli Stati Uniti obbligando gli italiani a pagare ancora di più il gas solo per un rapporto di sudditanza amicale da un Presidente che qualche danno all'economia globale lo ha già fatto.