Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 16 Aprile, 2025
Nome: 
Vinicio Peluffo

A.C. 2281-A

Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi deputati, il decreto-legge che abbiamo in conversione in Aula è del 28 febbraio, vuol dire che è in scadenza, vuol dire che arriva all'altro ramo del Parlamento praticamente blindato, in ritardo, come tanti altri provvedimenti.

Questa è una prassi che continua a essere fatta dal Governo e che è sbagliata. Ma il ritardo più grave, Presidente, di questo decreto è nei confronti delle famiglie e delle imprese che, da mesi, si trovano con bollette salate, che durante l'inverno sono letteralmente schizzate alle stelle.

Questo decreto è stato fatto troppo tardi ed è troppo poco rispetto al problema dei costi dell'energia.

Troppo tardi: perché interviene pressoché alla fine dell'inverno, quando i picchi di consumo in larga parte sono passati. Per tante famiglie il costo delle bollette incide profondamente sulla capacità di spesa; per troppe famiglie, ormai c'è l'impossibilità a far fronte al peso delle bollette. Per le imprese ci sono aggravi, quantificati fino a 10 miliardi di euro in corso d'anno, per il caro energia con il rischio per intere filiere di andare fuori mercato.

È tardi anche rispetto all'evidenza del problema in queste stesse Aule parlamentari: lo aveva chiesto l'opposizione; c'è stata l'informativa del Ministro, Pichetto Fratin, lo scorso 23 gennaio, in cui aveva consegnato in quest'Aula la dimensione del problema (è agli atti, non richiamo quei numeri). Ricordiamoci, però, che il costo dell'energia italiano è il più alto in tutta Europa. Quando si parla della differenziale di competitività sul costo dell'energia tra Europa e Cina, tra Europa e Stati Uniti, ricordiamoci sempre che siamo quelli che pagano il più alto costo dell'energia in Europa.

Ed è troppo poco, Infatti, si tratta di soluzioni di carattere temporaneo per un solo trimestre. Per le famiglie, c'è il contributo straordinario di 200 euro con ISEE fino a 25.000 euro e riguarda 8 milioni di nuclei familiari. Ogni volta che si dà una mano, va bene, ma riguarda soltanto tre mesi e lascia fuori tante famiglie in difficoltà che non hanno altri strumenti di sostegno rispetto all'erosione della capacità di spesa.

Per le imprese c'è il Fondo, c'è l'agevolazione per la fornitura di energia elettrica, che riguarda la bassa tensione con potenza disponibile superiore a 16,5 kWh, che taglia fuori tantissime imprese, soprattutto le piccole e medie imprese. Per questo abbiamo insistito con emendamenti per allargare questo tetto.

Non c'è niente per le produzioni manufatturiere ad alto consumo di gas che quindi sono esposte alla perdita di competitività, per le quali non è mai partita neppure la gas release. Sono in sofferenza gli enti locali. Quando dico “troppo poco”, Presidente, da parte di questo decreto, è perché il Governo non ci ha neppure provato ad intervenire sui nodi strutturali, a partire dal meccanismo di formazione del prezzo dell'energia, a partire dall'elettricità.

Si è sviluppato il dibattito in queste settimane: tutti a indicare che il problema è dato dal fatto che il prezzo dell'elettricità dipende dal costo del gas e, quindi, è necessario sganciare l'elettricità dal gas. Diversi esponenti di Governo si sono soffermati su questo, ma qui è necessario agire! Non basta indicare un problema.

Le strade sono diverse. C'è la possibilità di intervenire con un disaccoppiamento a livello nazionale, come hanno fatto Spagna e Portogallo, che hanno caratteristiche peculiari, una scarsa interconnessione e integrazione con i restanti mercati europei; questa strada non l'avete neanche presa in considerazione. C'è la strada maestra del disaccoppiamento a livello europeo, ma non basta indicare una strada per poi dire che non ci si riesce. Bisogna provarci.

Qui serve che il Governo assuma un'iniziativa, cosa che non avete fatto. Serve una strategia complessiva per ottenere i risultati, a partire dalla proposta del completamento del mercato unico europeo dell'energia, tra l'altro, una proposta in campo, visto che è contenuta nel rapporto di Enrico Letta consegnato alla Commissione. Il Governo ci provi a portare avanti il disaccoppiamento, si trovi gli interlocutori giusti in Europa. Questo è un terreno su cui si dimostra come gli interessi nazionali di questo Paese si fanno nella dimensione europea, non contro l'Europa.

In ogni caso, Presidente, quello che si può fare da subito per sganciare, di fatto, il prezzo dell'elettricità dal gas è aumentare le rinnovabili, semplificare la vita a chi vuole fare gli investimenti. Non come avete fatto voi. Basta pensare all'anno e mezzo per i decreti attuativi delle comunità energetiche rinnovabili o al pasticcio del testo unico sulle rinnovabili. Serve puntare decisamente sui contratti a lungo termine, sul meccanismo dei PPA che consentono di strutturare contratti bilaterali tra le parti per stabilizzare il prezzo delle rinnovabili nell'arco di 5, 10 anni.

Con la proposta di legge del PD, abbiamo proposto il rafforzamento dell'acquirente unico, come l'approvvigionamento centralizzato, la gestione dei vulnerabili, allargando anche ai non vulnerabili.

Avete preso alcune delle proposte, come il rinvio delle aste per i clienti vulnerabili, in parte quelle dell'acquirente unico; certo, non ci aspettavamo che ci ringraziaste per il suggerimento, però più coraggio nel portare avanti questo tema, sì. Poi, sul meccanismo di formazione del prezzo del gas, è evidente che, nella sua volatilità di prezzo, dipende da fattori geopolitici, dal fatto che si ricorre sempre di più al GNL. Ma c'è da ricordare un numero, ossia il costante differenziale di 2 euro MWh tra il punto di scambio virtuale, che è il luogo di scambio e cessione di gas naturale sulla rete nazionale, e il TTF di Amsterdam, che ormai abbiamo imparato tutti a conoscere. Questo numero, questa cifra è ingiustificata, perché la maggior parte del gas in Italia adesso proviene da rotte diverse dal Nord Europa, che continuano a formare il prezzo marginale, e il livello dei prezzi del mercato finale non riflette correttamente i costi della materia prima e del trasporto, generando extraprofitti per un numero ristretto di operatori.

Ed è troppo poco questo decreto, perché manca completamente di interventi per l'efficientamento energetico degli immobili. Avete stoppato, di fatto, il recepimento della direttiva case green; avete ridotto drasticamente l'agevolazione fiscale in legge di bilancio. Invece, abbiamo bisogno di insistere su questo, perché l'efficienza energetica significa risparmiare energia, inquinare di meno e pagare di meno.

Poi, in Commissione, questo provvedimento è diventato un provvedimento arlecchino, con toppe qua e là, senza modifiche sostanziali, con alcuni piccoli accorgimenti, che non cito per questioni di tempo.

Però, c'è un aspetto su cui è intervenuto adesso il presidente Gusmeroli: l'emendamento che prevede che, alla scadenza del sistema a tutele graduali, i clienti vulnerabili non vadano automaticamente nel mercato libero, ma vadano nella vulnerabilità o nella maggior tutela. Bene, ma la vita, ai vulnerabili, gliela avete complicata voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È da marzo dello scorso anno che questo Parlamento sa dall'Autorità che i vulnerabili, a partire dal 1° luglio, avrebbero pagato di più. Questo è il paradosso su cui era necessario intervenire da subito. Non l'avete fatto. Avete aspettato la legge di concorrenza; avete fatto una norma scritta male, perché l'ARERA ha fatto una delibera in cui prevedeva il passaggio automatico al mercato libero in ragione della norma che avete scritto voi. Quindi, adesso è stato fatto un emendamento che mette una toppa; bene, ma anche meno trionfalismi! Visto che avete creato voi il problema, almeno cercate di dire: abbiamo fatto una stupidata, abbiamo cercato di recuperare.

Presidente, c'è poi il pasticcio all'articolo 4 nel meccanismo di finanziamento, perché come l'avete scritto è impraticabile. Infatti è in violazione del quadro normativo interno in materia di contabilità e finanza pubblica e delle nuove regole di governance economica europea.

Infine, Presidente, agli articoli 5 e 6, c'era una serie di emendamenti delle opposizioni, che riguarda la possibilità di intervenire da subito per fermare il fenomeno di telemarketing selvaggio a cui i cittadini sono sottoposti da mesi. Bastava approvare quegli emendamenti per interromperlo da subito, bastava anche forse votare gli ordini del giorno di ieri per dare una chiara direzione di marcia.

Non lo avete fatto, è un'occasione persa, come è un'occasione persa questo decreto. È un intervento insufficiente, manca di coraggio rispetto alle scelte per ridurre strutturalmente il costo dell'energia. Per questo, il voto del gruppo del Partito Democratico sarà un voto contrario.