Data: 
Martedì, 3 Giugno, 2014
Nome: 
Simona Flavia Malpezzi

A. C. 2385

Dichiarazione di voto finale

Signora Presidente, signora sottosegretario, colleghi, lo diciamo un po’ a malincuore: noi ci siamo trovati a dover affrontare uno di quei decreti che non avremmo voluto dover affrontare, perché, ancora una volta, parliamo di misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico, regolare svolgimento di un servizio che riguarda i nostri bambini, i nostri ragazzi, i docenti, i dirigenti e tutti coloro che fanno parte del mondo della scuola, che, per la sua stessa delicata ed importante natura, dovrebbe essere regolare e stabile.
  Con questo decreto, noi oggi cerchiamo una volta per tutte di dire «basta» almeno ad alcune di queste irregolarità che danneggiano ciò che a noi sta più caro e che lo stesso Presidente Renzi e il suo Governo hanno messo al centro dell'agenda, con azioni efficaci e non momentanee; anche quelle regolate in questo decreto vanno in questa direzione.Occorre mettere ordine, lo abbiamo ribadito più volte, in maniera strutturale e definitiva e non, semplicemente, tamponare un'emergenza. Purtroppo, la cattiva gestione dei Governi precedenti a quelli di centrosinistra ha portato la scuola, tutta, ad uno stato continuo e totale di emergenza e non me ne vogliano i colleghi 5 Stelle se ricordo loro che siamo ben a conoscenza di tutti i problemi di cui la scuola soffre, ma che non ci giochiamo demagogicamente, perché sappiamo benissimo che un decreto non li può risolvere tutti e, forse, dopo un anno di attività parlamentare, dovrebbero saperlo anche loro e dovrebbero avere, anche, il coraggio e l'onestà intellettuale di comprendere come il Governo Renzi abbia fatto fare inversione di marcia anche alla scuola. Lo ha capito la scorsa settimana il 41 per cento degli italiani, loro non lo hanno ancora capito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ora, qui di emergenze ne abbiamo trattate due, di diverso tipo, ma che se non affrontate rischiavano di paralizzare la scuola. Abbiamo trovato una soluzione per garantire la continuità dell'esercizio delle loro funzioni a quei dirigenti già in servizio a seguito del concorso indetto nel 2011 e a far salvi gli atti da essi adottati sino alla rinnovazione della procedura concorsuale annullata in sede giurisdizionale. Abbiamo cercato a fatica, veramente a fatica, di trovare una soluzione; il sottosegretario Reggi lo sa bene, partendo dalle audizioni in Senato, dai continui e costanti incontri con i rappresentanti di questi dirigenti coinvolti in una assurda e drammatica vicenda, a causa di colpe amministrative; abbiamo cercato, davvero, di trovare la soluzione più equa che tenesse conto della loro posizione senza andare contro una sentenza, perché il punto fermo per noi del Partito Democratico è questo: le sentenze si rispettano.
  Nello steso tempo, abbiamo voluto dire basta ad una modalità di concorsi che portano a ricorsi, che intasano il sistema, dove tutto diventa il contrario di tutto, dove capita, come in uno dei romanzi di Kafka di essere nominati dirigenti per aver superato un concorso, di prestare servizio in una scuola per due anni, di instaurare rapporti, di dirigere e progettare e poi sentirsi dire: scusa, ricomincia tutto da capo, qualcuno ha sbagliato, non sei tu, ma riparti dal via. Queste cose non possono accadere in un Paese civile e noi abbiamo cercato, davvero, di dire basta a questo. L'idea del corso-concorso da attuarsi entro la fine del 2014, anticipando i tempi che erano stati stabiliti dal decreto Carrozza, aiuta a raggiungere questo obiettivo, però ci tengo a precisare una cosa: non vogliamo dire che questo può cancellare, con un colpo di spugna, le tensioni, le preoccupazioni, le ansie, le angosce di quei dirigenti che si troveranno, comunque, a rifare un concorso, per quanto con una parte di posti di accesso riservati e con il riconoscimento del servizio prestato, ma almeno mettiamo ordine, come lo stiamo facendo in tutta la pubblica amministrazione, con lo snellimento e la trasparenza delle procedure, con quella spinta di rinnovamento che caratterizza il Governo Renzi.
  In questa direzione va, anche, la questione dello svolgimento dei servizi di pulizia nelle scuole. È stato detto di tutto, qui, questa mattina; noi apprezziamo l'apertura del Governo anche rispetto a possibili altre soluzioni, che valuteremo. Intanto monitoreremo questa, e ci proviamo, proviamo a vedere di risolvere la situazione. Questa soluzione, il Governo lo ha ribadito, non ne esclude altre, ma noi, adesso, avevamo la necessità di partire e questa era la strada che ci consentiva di mettere in sicurezza le nostre scuole. Intanto, grazie a questo decreto, avremo la possibilità di gestire proprio questa fase transitoria, proteggendo, anche in questo caso, i dirigenti che non dovranno avventurarsi in altre gare di propria iniziativa.
  Ci tengo anche a dire che non abbiamo utilizzato nessun termine di sanatoria né per il primo articolo del decreto-legge e neppure per il secondo; non abbiamo assolutamente intenzione di sanare, noi vogliamo risolvere, che è una cosa ben diversa. Poi, mi si consenta, sono rimasta anche stupita dall'intervento dell'onorevole Fedriga rispetto alla scuola.
  Poco c'entrava con il provvedimento in questione, ma se non altro segnala finalmente l'interesse della Lega verso il mondo della scuola, visto che è praticamente assente dalla Commissione istruzione che si occupa di questi temi; quindi non vediamo l'ora di poter accogliere le loro istanze, di poter discutere con loro nella sede opportuna, di ascoltare i loro provvedimenti.Però vede, onorevole Fedriga, è chiaro che gli insegnanti non sono come li ha dipinti lei nel suo intervento: ci sono esperienze meravigliose nella scuola italiana, insegnanti che sono appassionati, che lavorano con coscienza, in condizioni che sono spesso drammatiche; e noi che abbiamo incominciato questa grande campagna di ascolto che è stata voluta dal presidente Renzi, ci stiamo rendendo conto ancora di più, per quanto veniamo da quel mondo, di quanto alcune realtà in Italia meritano un'attenzione assolutamente ulteriore. Smettiamola quindi di utilizzare il luogo comune degli insegnanti nullafacenti, che lavorano 18 ore, e ascoltiamo anche quelle che sono state le indicazioni della Ministra Giannini, che dice qualcosa anche di innovativo, che il Partito Democratico sostiene e appoggia.
  C’è un altro accenno, che non riguardava il provvedimento, ma il presidente Galan lo ha sottolineato: è il problema di «quota 96». Noi, sottosegretario, ne abbiamo discusso più volte, abbiamo avuto anche una sua forte disponibilità in Commissione. Sappiamo da quanti mesi stiamo lavorando per risolvere questa questione, che – lo ricordiamo – risolverebbe la situazione non solo dei 4 mila lavoratori della scuola che devono andare in pensione, ma ne introdurrebbe altri 4 mila: quindi ci troveremmo finalmente a dare respiro anche a quel precariato che sta attanagliando la scuola.
  Sappiamo che non abbiamo la bacchetta magica, ma qui abbiamo una serie di soluzioni a portata di mano, e serve davvero, lo dico col cuore, un intervento forte in questa direzione. È chiaro, noi lo abbiamo già visto: lo avevamo visto con il Governo Letta, il cambiamento di rotta, lo avevamo visto con il decreto-legge cosiddetto Carrozza, lo vediamo adesso con tutti gli impegni rispetto all'edilizia scolastica che tanto consenso stanno riscuotendo all'interno di tutte le amministrazioni locali e di tutti i sindaci che sono entusiasti, e sperano al più presto di vedere le loro scuole messe in sicurezza o i loro plessi scolastici ampliati. Abbiamo visto anche quanto il Governo Renzi stia facendo per sanare le emergenze. Adesso deve partire la nuova fase di progettualità: su questo noi, il Partito Democratico è disposto ad ascoltare, perché questa è la nostra chiave e il nostro metodo di lavoro. E per tutti i motivi che ho detto precedentemente, chiaramente il voto del Partito Democratico a questo provvedimento è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).