A.C. 1183-A
Grazie, Presidente, colleghe e colleghi, esponenti del Governo. Prima di entrare nel merito della materia di questo decreto, mi consenta, Presidente, di sottolineare un fatto. Nelle ultime settimane c'eravamo abituati troppo bene: abbiamo avuto due settimane senza voti di fiducia, abbiamo ritrovato la possibilità di discutere in Parlamento, abbiamo persino votato degli emendamenti. Certo, come per gli emendamenti a questo decreto in Commissione, anche in Aula, quando si è votato, il Governo non ha mai interloquito con serietà con l'opposizione, neanche quando c'erano emendamenti di buonsenso, che molti esponenti della maggioranza avrebbero potuto accogliere. D'altra parte, Presidente, come abbiamo appena sentito evocare dall'intervento del collega della Lega, c'è l'idea che questo Parlamento debba solo ratificare le scelte del Governo, come se fosse un Governo investito dal mandato popolare, e invece siamo, restiamo e resteremo dentro una democrazia parlamentare.
Quindi, Presidente, tornando al merito del voto di fiducia, noi oggi discutiamo una legge di conversione che assorbe differenti parti di decreti e che, quindi, arriva a mettere insieme temi anche molto diversi tra di loro; una pratica che, insieme all'eccesso di decretazione d'urgenza, il Presidente Mattarella aveva chiesto di evitare, con una lettera a lei e al suo collega del Senato. Ma sembra che, al contrario, la scelta della maggioranza e del Governo sia continuare sempre con questa pratica, nonostante ci siano in Parlamento i numeri, grazie allo squilibrio della legge elettorale, che danno una grandissima maggioranza, nei due rami del Parlamento, a questo Governo, e che, da parte delle opposizioni, su molti provvedimenti, ci sia tutto tranne che un atteggiamento ostruzionistico. Anzi, com'è noto, su questo provvedimento noi voteremo contro il Governo nel voto di fiducia e poi ci asterremo, come Partito Democratico, nel voto finale.
Infatti, la legge che arriva oggi in Aula contiene alcune norme che riguardano gli enti locali e altre che riguardano il Piano di ripresa e resilienza, ma, soprattutto, in larga parte, i temi energetici. Noi ripetiamo quanto abbiamo detto anche nelle Commissioni, dove i nostri tentativi di proporre dei miglioramenti sono stati respinti, senza che nessun emendamento sia stato accolto. la scelta di porre la fiducia su un provvedimento su cui poteva esserci un'interlocuzione positiva con la maggioranza rientra nell'idea di rompere un approccio per cui le scelte in materia di politiche energetiche rientrano in uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo ricordare a noi stessi che in quest'Aula, a pochi mesi dall'invasione russa dell'Ucraina, ci siamo trovati insieme con il Presidente Draghi a dover fare scelte complesse, tra cui aprire in fretta e furia nuovi canali di approvvigionamento e assicurarci la realizzazione di rigassificatori, in una logica di diversificazione delle nostre fonti energetiche. In quell'occasione furono fatte anche scelte difficili, quando il Presidente Draghi qui annunciò che la prevista chiusura delle centrali a carbone non sarebbe avvenuta; anzi, come avviene per Civitavecchia, l'attività della centrale a carbone è ripresa a pieno ritmo. Quindi, furono fatte scelte complicate, in uno spirito di unità nazionale, in un momento in cui la guerra prodotta dalla Russia metteva il Paese in grande difficoltà per l'aumento delle bollette, che mettevano a rischio le famiglie e le nostre capacità produttiva. Assieme, con un Governo di larghe intese, abbiamo tirato fuori il Paese da un precipizio pericoloso, ma adesso voi, con questa scelta di non ascoltare e di rifiutare un rapporto con le opposizioni, gettate al vento quello spirito e tutto ciò, per noi, è sinceramente motivo di rammarico. Si arriva in quest'Aula a riesumare argomenti faziosi e propagandistici su questi temi. Abbiamo sentito nel dibattito generale addirittura colleghi attribuire al Presidente Letta la responsabilità di aver soggiogato il Paese agli interessi di Mosca, come se noi stessimo qua a ricordare gli accordi del 2005 sottoscritti con Gazprom all'epoca del Governo Berlusconi. È un rivolgersi al passato in maniera puerile, pensando di lucrare un poco di campagna elettorale su problemi che restano invece seri e al centro dell'attenzione dei cittadini e delle imprese. Infatti, se è vero che c'è un'attenuazione rispetto ai picchi raggiunti nell'immediato inizio della guerra, i dati, anche qua richiamati in Aula da molti interventi, relativi alla recente inchiesta della Confesercenti, dimostrano come i prezzi delle bollette siano addirittura in alcuni casi tripli rispetto a quelli che erano prima del conflitto bellico ucraino.
Noi voteremo contro il voto di fiducia e ribadiamo, anche in questa sede, che il Partito Democratico ha fatto la scelta di costruire gli impianti di rigassificazione in modo convinto, nella scorsa legislatura, in quel clima di unità nazionale che ho richiamato e che ribadiamo ancora oggi, vista l'incertezza e la crisi, che grava sulle imprese e le famiglie. È necessario riconoscere che più le soluzioni adottate mitigano la crisi, più sarà necessario centrare nuovamente la nostra direzione verso la decarbonizzazione e la transizione verde. Per questo, in Commissione, avevamo proposto misure volte a favorire nuovi investimenti in fonti di energia rinnovabile. Come abbiamo già detto chiaramente, per limitare la spirale dei prezzi e supportare l'Ucraina sono necessarie - e le abbiamo fatte - anche scelte dolorose, ma dovremo anche avere chiaro che nel tempo bisognerà compensare sul territorio. Per questo motivo abbiamo chiesto, Presidente, che venissero aumentate le misure a supporto di quelle aree, Piombino e Ravenna, che ospiteranno queste strutture, con l'aumento dall'1 al 2 per cento del valore dell'opera da destinare ai ristori dei territori stessi, ma anche questa posizione in Commissione è caduta nel nulla. Quindi, Presidente, ci potevano essere interventi più significativi nel provvedimento e noi eravamo disponibili anche a sostenerli. Ovviamente bisognava mettere delle risorse, ma si sono fatte altre scelte. Avete scelto di investire in maniera propagandistica sulla flat tax incrementale, quando potevate azzerare i costi di gestione anche per la spesa energetica, non solo del gas. Potevate prolungare i crediti d'imposta per l'acquisto di energia elettrica e gas a favore delle imprese, sia energivore che non. Si poteva fare di più e si poteva fare meglio. Presidente, come ho detto in apertura, avete assunto lo stesso atteggiamento anche su altri provvedimenti. Lo avete fatto sul Piano nazionale di ripresa di resilienza, di cui continuate a rimandare sine die il momento in cui dimostrerete come pensate di rimodularlo. Nel frattempo, però, rimandate le rate dei finanziamenti e così rischiamo di perdere quei quasi 34 miliardi di euro. Presidente, dicembre 2026, data in cui non si potranno più spendere quelle risorse, si avvicina e noi ci domandiamo ancora quanto volete aspettare. È la vostra linea di questi mesi: non trovare soluzioni efficaci, fare l'opposizione anche quando siete al Governo e pensare di dare sempre la colpa a qualcun altro, una volta all'Europa, una volta alla congiuntura internazionale. Allora, Presidente, a malincuore, annuncio il voto contrario alla fiducia posta dal Governo sul provvedimento, perché la scelta di mettere la fiducia è di nuovo una scelta di comprimere l'azione del Parlamento e di fuggire da un confronto con le opposizioni, anche quando il maggior partito dell'opposizione, il Partito Democratico, dà la disponibilità ad un atteggiamento non ostruzionistico nella discussione di merito. Presidente, dichiaro il nostro voto contrario alla fiducia, a cui seguirà un voto di astensione sul provvedimento finale.