Discussione generale
Data: 
Lunedì, 17 Gennaio, 2022
Nome: 
Giuditta Pini

A.C. 3442

Grazie, Presidente. Oggi siamo davanti alla conversione di un decreto che poi è stato il primo di una serie di decreti che sono stati fatti di fronte alla quarta ondata; sostanzialmente, il decreto in realtà crea il super green pass, rinforza il green pass, allarga e sostanzialmente inserisce l'obbligo vaccinale per una serie di categorie. È il primo di una serie di decreti. Ho ascoltato attentamente i colleghi che mi hanno preceduta, siamo quasi a due anni dall'inizio della pandemia nel nostro Paese e a volte si ha l'impressione di vivere nel famoso film, quello del Giorno della marmotta, cioè uno inizia di nuovo tutte le volte una discussione ed è sempre la stessa discussione.

Probabilmente è perché siamo davanti a una pandemia ed è la prima volta che la nostra Repubblica si trova ad affrontare una situazione di questo genere. È sicuramente la prima volta che noi, come parlamentari e membri delle istituzioni, ci troviamo ad affrontare una cosa del genere, e quindi rispecchiamo anche il dibattito che c'è nel nostro Paese, e non solo; e una parte del dibattito tende a fare una cosa che è normalissima, cioè, davanti a quello che non comprendiamo abbiamo paura, e quindi è più facile o teorizzare teorie alternative molto stravaganti a volte, complicate anche solo da spiegare, oppure negare alcune evidenze, perché è più facile, è più rassicurante, piuttosto che ammettere che è da due anni che stiamo cercando di combattere un virus che non conosciamo, che continua a mutare e che noi stiamo inseguendo grazie alla scienza, grazie alle conoscenze che abbiamo, ma che non siamo ancora in grado di gestire né di prevedere che cosa farà.

È più semplice che ammettere che questo virus forse è probabilmente il primo di una serie che ci sono a causa del cambiamento climatico, che è dovuto all'attività umana e che ha causato e facilitato molto probabilmente il salto di specie, e che sarà il primo di uno dei tanti virus che faranno il salto di specie. Quindi non è un accidente o un complotto, è a causa delle scelte che non tutti i Paesi del mondo, ma che un pezzo del mondo ha portato avanti per decenni, sacrificando sostanzialmente - questa non è una novità - la salute del pianeta in favore della produttività e della produzione, pensando che non ci sarebbero mai state conseguenze o quelle conseguenze non sarebbero mai arrivate in tempi rapidi, e invece è uno di questi casi. Altro errore è dire, come è stato anche detto, che adesso c'è il vaccino, si supera tutto; adesso ci sono i tamponi, si supera tutto; adesso ci sono le mascherine, si supera tutto. Ovviamente non è così, ovviamente è una cosa che stiamo ancora imparando, e questa è la variante Omicron. Quindi basta andare in ordine alfabetico per capire che è l'ultima di una lunga serie, ma che ce ne saranno probabilmente altre, e quindi le cose che sapevamo prima non vanno più bene.

Mi stupisce che chi ha un ruolo anche all'interno delle istituzioni, della Camera o del Senato, dopo due anni continui a fare confusione su una serie di cose che anche chi non è medico, anche chi non è laureato in prevenzione e in igiene pubblica, dovrebbe aver capito. Ci sono delle differenze tra la protezione e gli strumenti di protezione da un virus, come le mascherine, ci sono strumenti di prevenzione della malattia e della gravità della malattia, come il vaccino, ci sono strumenti diagnostici per capire se uno ha preso il virus, come i tamponi, e ci sono strumenti di cura, come le cure e i farmaci. Sono cose differenti, quindi uno non può, oppure può farlo, però dopo due anni si spera che si superi questa cosa e si capisca che non si può dire “basta con questa cosa, facciamo solo questa, è sufficiente fare questo”. Non è così, le cose vanno tenute insieme finché non si ottiene e non si arriva, se ci si arriva in tempi rapidi, a una cura che sia efficace, che sia economicamente sostenibile, che sia sostenibile a livello di produzione e di distribuzione. Fino a quel momento, ovviamente, si possono avere solo degli strumenti che sono soprattutto quelli di prevenzione, diagnostici e di protezione. Quindi il green pass è uno di questi strumenti; ovviamente è uno strumento che è assolutamente perfettibile e che infatti viene continuamente perfezionato, speriamo perfezionato, comunque sicuramente continuamente aggiornato, perché la variante Omicron è diversa dalle altre.

Allora si dice, ho sentito: ve lo avevamo detto che quelli vaccinati si ammalavano come gli altri. Ancora, è sempre la questione della marmotta. È evidente e si vede dai dati che in questo caso il vaccino serve non tanto, e purtroppo non basta, solo a proteggersi dall'infezione, cosa che fa, ma che purtroppo con quella nuova variante non è sufficiente, ma serve soprattutto a proteggersi dalla malattia, soprattutto nella sua forma grave, perché, se è vero, come abbiamo detto finora, che non abbiamo delle cure efficaci, ci sono i primi farmaci sperimentali, quando si arriva in ospedale di solito è perché si è a uno stato molto avanzato della malattia e l'unica cosa da fare è purtroppo intubare e mettere sotto ossigeno le persone, con anche un costo non solo economico, ma fisico, non solo per gli operatori sanitari, ma ovviamente anche per i pazienti, e con un'occupazione delle terapie intensive che quindi va a discapito di tutti quegli altri che possono essere da quello che ha avuto un attacco di cuore a quello che ha avuto un incidente.

Quindi tutte queste cose vanno insieme, e cercare continuamente di fare finta che, se si facessero solo i tamponi, sarebbe tutto okay, e invece…anche perché la variante Omicron abbiamo visto che, essendo una variante nuova, buca i tamponi, soprattutto i tamponi rapidi, con percentuali fino al 50 per cento. E quindi, se sono uno strumento che, però, non per questo va buttato, ma va sicuramente utilizzato, dobbiamo sapere che, se noi usiamo più strumenti insieme, ovviamente la nostra capacità di gestire questo virus sarà migliore. Perché lo stiamo facendo? Perché stiamo facendo tutto questo? Perché c'è il Governo che ha una qualche forma di guadagno in questa situazione? Sinceramente non credo e non direi, anche perché tutti quanti, il Governo per primo, avrebbero sperato di gestire questa cosa in modo più rapido, più semplice, e di chiudere questo capitolo triste della nostra vita democratica e sanitaria in tempi brevi. Ma non è una questione che riguarda il Governo, è una questione che riguarda un virus che sta circolando in tutto il mondo. Quindi si fa quello che si può e si utilizzano degli strumenti che l'anno scorso non avevamo, come i vaccini e come il green pass, che consentono però di avere una vita con fatica, ma consentono alle persone, continuano a consentire alle persone di potersi spostare, di poter recarsi al lavoro.

Ovviamente si sono moltissime cose che vanno migliorate. Si diceva prima la questione dei protocolli all'interno delle scuole; certamente quelli vanno migliorati, non è possibile che a seconda della scuola si cambi, a seconda che sia una scuola materna, una scuola secondaria o una scuola primaria cambino le decisioni che si prendono, però, pian pianino, si sta cercando di arrivare a continuare, a non chiudere, perché la possibilità esiste, perché questa variante è molto infettiva ed è anche molto pericolosa Allora si dice: poi volete costringerci, i bambini sono esenti. Purtroppo non è vero neanche questo perché, essendo un virus, il virus gira, e se non trova dove attecchire…

La prima variante non attecchiva sui bambini e questa invece sì, e crea anche dei problemi ai bambini che vengono infettati da questo virus.

Infatti, si è deciso di allargare la vaccinazione anche ai più piccoli per proteggerli. Perché? Perché non è vero che si prende una banale influenza: se fosse una banale influenza, non saremmo tutti qui con le mascherine FFP2 a discutere di questo. E questa cosa però, come la famosa marmotta, la stiamo dicendo da due anni. Quindi, superiamo questo grado, questo livello! Possiamo dire che siamo stanchi di questa situazione? Sicuramente sì, però dobbiamo anche sapere che questa situazione esiste e che va affrontata. Ci sono ovviamente delle categorie che hanno necessità di avere l'obbligo vaccinale, così come è sempre stato per alcune categorie e così come è sempre stato per alcune patologie, perché è una questione di rispetto e di tutela, sia nei confronti di chi svolge quelle funzioni, sia anche nei confronti di chi è a contatto con chi svolge quelle funzioni. Quindi, è giusto e sacrosanto che alcune categorie siano vaccinate per proteggersi e per proteggere chi hanno davanti.

L'ultima cosa - perché veramente è stato detto tutto – è che è stato introdotto l'obbligo vaccinale per gli over 50. È stato frutto di una mediazione politica, perché questo Governo è composto da forze politiche che sono molto diverse, che hanno una sensibilità anche diversa su questi temi, e, giustamente, l'opposizione ha invece sensibilità ancora diverse. Ovviamente nel nostro Paese vediamo che la Omicron, come tutte anche le altre varianti, picchia più duro sulle persone più anziane e, poi, sulle persone a scendere. Gli over 50 sono una di quelle categorie che, se non vaccinate, rischia di occupare di più le terapie intensive e ricordiamo che, se uno va in terapia intensiva, poi, quando ne esce, non è che sia esattamente una passeggiata di salute, ma, insomma, ci sono anche dei problemi molto, molto lunghi. Noi siamo un Paese molto anziano e, nel 2018, per la prima volta nella storia dell'umanità, il nostro è stato il primo Paese che ha visto la piramide rovesciarsi: quindi, ci sono più over 65 che under 30. Questo è un problema per mille motivi, che sappiamo - e ogni tot ce lo ricorda qualche articolo sulla denatalità -, ma è anche un problema se noi dobbiamo gestire un Paese che tende a essere sempre più anziano e che, quindi, tende a essere sempre più esposto rispetto ad altri Paesi che hanno un'altra demografia, un Paese che ha, però, una serie di problemi strutturali e anche di tenuta del sistema sanitario e regionale, per quello che riguarda le terapie intensive e la possibilità di ricovero delle persone. Questa pandemia in questi due anni ha cambiato completamente non solo la politica, ma anche le politiche sia del nostro Paese che dell'Unione europea. Quindi, per la prima volta sono stati stanziati miliardi anche per cambiare completamente il sistema di prevenzione e di cura. È una cosa molto lunga che speriamo però veda la luce. È, tuttavia, necessario, nel frattempo, che qualcuno - in questo caso lo Stato - si faccia carico, eventualmente anche con un obbligo, di proteggere chi è più a rischio e chi è più fragile. Non è una cosa divertente, ma occorre che sia fatta.

Ultima cosa, veramente, che dico è, purtroppo, una cosa che diciamo sempre - io personalmente ci tengo molto, ma so che tutto il Partito Democratico ci tiene molto -, è che, purtroppo, questo è un ennesimo decreto che viene fatto in una forma di monocameralismo di fatto, nel senso che è stato al Senato, è rimasto lì e, quando è arrivato alla Camera, non c'è stato quasi modo per le Commissioni di discuterlo. Ovviamente è stato discusso, sono stati presentati e sono stati votati gli emendamenti, non è che è stata sospesa la democrazia parlamentare, però è una prassi che, seppure siamo in uno stato di emergenza pandemica e seppure siamo in una maggioranza molto composita, sinceramente mi augurerei che si potesse superare, non peraltro, ma per il rispetto, non solo del nostro ruolo, ed anche per l'apporto che ognuno di noi può dare nelle diverse Camere. Che siano della maggioranza o che siano dell'opposizione, i parlamentari possono e devono avere la possibilità di guardare e di poter modificare eventualmente i decreti-legge, altrimenti c'è qualcosa che non va.

Ultima cosa, davvero - so che è la terza volta che lo dico, però mi è venuto adesso in mente -, su questo tema credo che il Governo si debba interrogare anche su una possibilità. So che il Governo aveva dato parere favorevole e che, purtroppo, il Senato l'ha bocciata, ma spero che ci sia spunto per una riflessione sul fatto che nel nostro Paese le farmacie hanno il monopolio della possibilità di fare tampone antigenici, a scapito anche delle parafarmacie, che avrebbero sia le capacità che il personale per fare i tamponi. C'è una enorme richiesta, per fortuna, perché vuol dire che rispetto ad un anno fa noi siamo in grado di processare e fare centinaia di migliaia di tamponi in più al giorno. Anche vista la caratterizzazione e il fatto che sono molte, molte in più, che esistono e che sono a disposizione, credo ci debba essere da parte del Governo – sicuramente, da parte del Partito Democratico, così come abbiamo votato al Senato, c'è la disponibilità - di allargare la possibilità di fare questi test, - abbiamo visto le file in questi giorni davanti alle farmacie -, in modo tale da rendere più semplice per tutti i cittadini avere accesso ai tamponi, che sono, appunto, uno degli strumenti - in questo caso uno strumento diagnostico - molto utili per superare questa crisi pandemica.