Esame della questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 25 Maggio, 2021
Nome: 
Stefano Ceccanti

A.C. 3113

 

Grazie, Presidente. Due rapide osservazioni. La prima è questa: in parte lo diceva anche, poco fa, il collega Iezzi: l'emergenza richiede, di per sé, una produzione rapida di norme per uscire dall'emergenza stessa. Allora, noi dobbiamo metterci d'accordo su cosa vogliamo: se vogliamo che le norme passino e siano emendabili in Parlamento, la strada della decretazione è quella più fisiologica, perché, altrimenti, dobbiamo passare attraverso i DPCM, che hanno solo una limitata parlamentarizzazione. Quindi, il decreto rappresenta, in questa condizione, il bene possibile, lo strumento che più ci avvicina alla fisiologia. Però mi sembra che ci fosse, nella pregiudiziale, anche un secondo tema, quello sulla legittimità dell'obbligo vaccinale, che forse, purtroppo, non esamineremo qui per l'ultima volta, ma che ritorna. Su questa legittimità è molto chiaro il dossier degli uffici, a pagina 59, che ricorda la sentenza n. 5 del 2018 della Corte, che è esattamente mirata su un obbligo vaccinale inserito per decreto, cioè un qualcosa del tutto analogo al caso di oggi. E cosa ci dice la Corte, in sostanza? Che quando noi usiamo l'articolo 32, come si usa anche in questa pregiudiziale, per teorizzare che ogni individuo è un atomo e può decidere cosa fare, indipendentemente dagli altri, in materia di tutela della salute, purtroppo ogni uomo non è un atomo, perché le scelte che lui fa, che ogni persona fa, ricadono sulle altre e, quindi, il legislatore ha una discrezionalità di valutare i casi in cui basta il tentativo di persuadere e i casi in cui questo tentativo non appare efficace e, quindi, si passa, purtroppo, anche a un obbligo. Non si fa un obbligo perché ci piace obbligare le persone, si fa un obbligo per la tutela della salute collettiva, questo è il punto. Non c'è masochismo legislativo, c'è un equilibrio tra i diritti delle persone