Esame di una questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 23 Luglio, 2024
Nome: 
Marco Furfaro

A.C. 1975

Grazie, Presidente. Ministro, Sottosegretario, colleghe e colleghi, il PD ha presentato una pregiudiziale di merito perché purtroppo riteniamo sia davvero complicato discutere in maniera seria di questo decreto. Lo dico e lo diciamo a malincuore, ma è sotto gli occhi di tutti che ci troviamo di fronte all'ennesimo provvedimento che, purtroppo, non inciderà per niente sulle lunghissime liste di attesa che impediscono allo Stato di garantire il diritto alla salute, come previsto dalla nostra Costituzione. Lo so io, lo sa il nostro gruppo, lo sanno i colleghi, lo sapete pure voi al Governo e lo sa anche lei Ministro. Leggo testualmente: “Questo decreto non avrà effetti sulle liste d'attesa. Non immette forze nuove come medici e infermieri, che sono quelli che occorrono per recuperare le prestazioni. Certo, non basta la promessa di detassare loro gli straordinari per farli lavorare di più”. Non sono parole mie o dell'opposizione e nemmeno di qualcuno interessato malamente a far fare brutta figura al Governo, ma sono parole di Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, cioè la sigla principale dei medici ospedalieri, i primi che dovrebbero rispondere alla chiamata del Governo contro le liste d'attesa. Non è, purtroppo, il solo a dirlo. Avrei potuto citare professionisti del settore, esperti, medici, cioè le tante voci che si sono alzate in questi giorni per dire che questo decreto, purtroppo, non produrrà alcunché. È delle ultime ore persino la mobilitazione degli infermieri, che hanno usato parole durissime contro questo Governo. Eppure l'urgenza di occuparsi di liste d'attesa e occuparsene al meglio c'era eccome, perché i dati e la realtà che gli italiani vivono ogni giorno parlano di tempi lunghissimi in quasi tutta Italia per riuscire ad avere una prestazione medica.

Per una mammografia al seno all'ospedale di Udine i giorni di attesa sono ben 482, oltre un anno. Va peggio a chi ha bisogno di una visita endocrinologica all'ASL di Messina, perché nel poliambulatorio occorre prenotare più di 600 giorni prima. In generale, nel nostro Paese si devono attendere fino a 735 giorni per un ecodoppler, 645 per una colonscopia e 667 per una visita oculistica e succede che esami per patologie gravissime vengono previsti ben oltre il limite, cioè il limite previsto dal medico curante che li richiede, mettendo i pazienti davanti a un ricatto terribile: o ti curi pagando di tasca tua oppure rischi la vita. È un dramma inaccettabile in un Paese dove il diritto alla salute è previsto come fondamentale dalla Costituzione e nel quale ogni giorno oltre 4 milioni di persone non riescono più a curarsi perché le liste d'attesa sono troppo lunghe e quando un diritto, purtroppo, diventa accessibile per pochi non è più un diritto; diventa un privilegio e qui dentro, caro Ministro, noi e voi assieme avremmo il compito di lavorare per restituire quel diritto a chi non può più usufruirne, in particolare a coloro che sono i primi a rimetterci, la povera gente messa di fronte a un ricatto terribile.

Per questo nei mesi scorsi abbiamo passato il tempo a chiedervi di costruire insieme un percorso per finanziare adeguatamente il sistema sanitario nazionale, per sbloccare le liste d'attesa e il vincolo delle assunzioni. Vi abbiamo presentato un testo, la proposta di legge Schlein: lo avete ridicolizzato e brutalmente affossato, dimostrando che il re è nudo, cioè che non avete in testa la salute degli italiani come prima priorità e nemmeno pensate che lo debba essere per lo Stato. Così avete fatto un provvedimento in fretta e furia alla vigilia delle elezioni, provando a coprire il nulla di quel decreto e il fallimento del Governo con parole roboanti al solo scopo di ingannare le persone. A un problema urgente avete risposto con un decreto fuffa, che a sua volta prevede - altro che urgenza! - ulteriori 7 decreti attuativi. Siete celeri e risoluti nel fare condoni, ma rimandate a data da destinarsi persino quelle poche misure che avete previsto per migliorare la sanità.

Potevamo assieme votare la legge Schlein. Invece, vi siete piegati, una volta ancora, alla propaganda, con il dramma, però, che questa volta è sulla pelle dei pazienti, dei medici, delle persone in carne e ossa e della loro sofferenza. Abbiamo presentato una pregiudiziale di merito proprio per questo, perché di concreto in questo decreto, purtroppo, non c'è niente. Si tratta di una scatola vuota priva di qualsiasi contenuto reale, senza norme di sostanza né interventi strutturali. Non c'è alcuna risposta né alle 10 milioni di prestazioni inevase, né a quei 4 milioni di persone che rinunciano a curarsi. Purtroppo, è l'ennesima azione mirata di distrazione di massa del Governo, che prova esclusivamente a eclissare quella che purtroppo è la verità, cioè la volontà scientifica e puntuale del Governo Meloni di disintegrare il sistema sanitario nazionale e di favorire, purtroppo, esclusivamente il settore privato. Non sono le nostre ipotesi o le paure dell'opposizione, sono i dati e i fatti a dimostrarlo. Nel 2023 il rapporto della spesa sanitaria italiana rispetto al PIL è sceso dal 6,8 al 6,3. La media dell'Unione europea e quella OCSE sono al 7,1 e questa percentuale continuerà a scendere - lo avete previsto voi - relegando quella che voi chiamate orgogliosamente Nazione a essere lo zimbello di tutta Europa in tema sanitario.

Certo, il Governo Meloni rivendica di essere il Governo che ha fatto il più grande investimento della storia in spesa sanitaria. È semplicemente ridicolo dircelo tra di noi, perché ogni Governo del passato ha fatto il più grande investimento, ma il tema è se quell'investimento corrisponde alle scelte reali, al fabbisogno reale, e purtroppo non è così. Anche in passato si è definanziato o non si è finanziato abbastanza e credo che siamo i primi a riconoscerlo, ma c'è un tema che è qui ed ora e voi avete previsto nel DEF che le spese del sistema sanitario continueranno a diminuire rispetto al PIL. Questo è un problema gigantesco, perché per la prima volta sarà in discussione un pilastro della nostra società, della Costituzione e dell'impianto democratico: il sistema sanitario nazionale. Anche qui non siamo noi a dirlo, non è il PD. Il sistema sanitario nazionale sembra mostrare ancora una certa resilienza, che tuttavia sarà difficile da mantenere nel tempo se non si affrontano le carenze e gli squilibri attualmente presenti. Lo ha detto pochi giorni fa l'Ufficio parlamentare di bilancio.

Lo traduco: mentre discutiamo di un decreto fuffa, se non si costruisce con urgenza un intervento strutturale sulle risorse, il sistema sanitario rischia il collasso totale. La vostra risposta è un decreto, pensate, e mi spiace, Ministro, perché lo sa anche lei quanto me, le cui principali misure sono, aperte virgolette, “senza maggiori oneri per la finanza pubblica”, chiuse virgolette, in quanto vengono utilizzate, sottraendole ad altri capitoli di spesa, risorse già stanziate. Ma ci pensa, Ministro?

Abbiamo oltre 4 milioni di persone che non riescono a curarsi e il suo Governo riesce a trovare soldi per appaltare l'immigrazione all'Albania, soldi per aiutare le società di calcio, soldi per favorire gli evasori, ma non riuscite a trovare un euro, qui ed ora, per le persone che soffrono. Non solo vi rifiutate di investire nella sanità pubblica, ma, a un personale già stremato, chiedete straordinari per risolvere il problema enorme di quasi 20 milioni di prestazioni perse tra il 2019 e il 2021.

I medici già fanno tanto lavoro extra, anche oltre il limite delle norme europee, sono più di 60 ore settimanali, e il 65 per cento dei medici dichiara di avere la sindrome di burnout. Questo ha portato a 3.000 dimissioni all'anno proprio a causa dei carichi di lavoro. Dove troveranno il tempo di lavorare di più? E, cari colleghi e care colleghe, vi chiedo: ma qualcuno di voi consentirebbe di farsi operare da un medico in burnout o questo vale solo per la povera gente?

Mancano chirurghi, assistenti, anestesisti, radioterapisti, ma nel provvedimento non c'è alcuna traccia di risorse aggiuntive e strutturali, solo qualche incentivo per ulteriori straordinari. Ma se i professionisti sono sempre gli stessi e con carichi di lavoro già inaccettabili, come possono garantire ulteriori prestazioni, senza, peraltro, violare la direttiva europea sugli orari di riposo, che prevede, le ricordo, oltre a 11 ore consecutive al giorno, almeno un giorno intero, 24 ore di riposo a settimana, senza mettere in pericolo la propria incolumità e quella dei pazienti?

Decine di migliaia di medici scappano dal pubblico per andare nel privato, altrettanti vanno all'estero. Avevamo bisogno di rendere più dignitoso e appetibile il mestiere degli “angeli” che ci hanno salvato la vita, come li abbiamo chiamati, con maggiori stipendi, minori turni e condizioni migliori. Avete deciso nuovamente di fare letteralmente il contrario. Infine, non c'è nessun superamento dell'anacronistico tetto di spesa, quel tetto di spesa che blocca le assunzioni, introdotto, nel 2009, dall'underdog Ministra Meloni, o, meglio, dal Governo Berlusconi, di cui era Ministra Giorgia Meloni, che impedisce di assumere nuovo personale e che obbliga, paradossalmente, le regioni a spendere per i medici a gettone cifre esorbitanti. Nel 2025, avete previsto di sostituirlo con un meccanismo come quello del fabbisogno standard, che rischia - cito sempre i medici e i sindacati dei medici - di essere peggiore e più vincolante.

Quello che ci consola è che siete rimasti soli; non solo i medici, gli infermieri, le associazioni, i professionisti, chi studia la materia, ma anche le regioni hanno contestato questa scatola vuota; tra di esse, persino quelle che governate voi, dimostrando che questo è un provvedimento inutile, fatto a pochi giorni dal voto per ingannare le persone.

Di concreto, c'è solo la caparbietà che state mettendo nell'obiettivo che state perseguendo oramai da 2 anni, lo smantellamento della sanità pubblica, perché non si possono accorciare le liste d'attesa senza metterci un euro e senza misure di merito. Per questo, chiediamo di non procedere all'esame del decreto e di tornare a discutere seriamente di finanziamenti, sblocco delle assunzioni e misure efficaci che possano onorare non solo la Costituzione, ma, soprattutto, coloro che hanno diritto ad essere curati e coloro che li devono prendere in cura.