Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 31 Marzo, 2020
Nome: 
Claudio Mancini

A.C. 2423

 

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, esponenti del Governo, la Camera dei deputati si trova a votare questo provvedimento nel pieno di un'emergenza sanitaria senza precedenti nell'epoca repubblicana. Il nostro primo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie. In queste settimane si è spesso richiamato il lavoro degli operatori sanitari ma anche quello dei commessi dei supermercati e delle farmacie, l'impegno delle Forze armate, di polizia e della Protezione civile, il lavoro dei tecnici e degli operai delle aziende strategiche e di quelle della filiera agroalimentare, il contributo degli operatori dell'informazione, dei trasporti, della logistica e più in generale di tutte le attività di pubblica utilità: lavoratrici e lavoratori italiani che mandano avanti il Paese in questa difficile emergenza, lavoratrici e lavoratori che sono una parte di quell'ampio popolo del lavoro italiano al quale il provvedimento in esame restituisce una quota del potere di acquisto perduto negli anni delle crisi bancarie e finanziarie. Con il decreto-legge, infatti, si dà corso operativo alla decisione, già assunta nella legge di bilancio, di ridurre il carico fiscale sul lavoro ad intero vantaggio dei lavoratori. Il decreto-legge in esame introduce misure volte a diminuire la tassazione sul lavoro come indicato nel programma di Governo. Con questo primo provvedimento, che precede una riforma più organica del fisco che rimane necessaria, si traccia la direzione di marcia più equa e più giusta. In totale per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, il Parlamento ha stanziato 3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi dal 2021: non bastano? Serve di più? Se è questo l'orientamento del dibattito parlamentare come emerso anche oggi in tanti autorevoli interventi, non sarà certo il Partito Democratico a non essere disponibile, anzi già dalla prossima legge di bilancio ci dichiariamo d'accordo ad aumentare le risorse per ridurre il costo del lavoro per imprese e lavoratori. Entrando più nel dettaglio del provvedimento, l'intervento si articola in un trattamento integrativo del reddito ed in una detrazione dell'imposta lorda, entrambi a favore dei percettori dei redditi da lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati. Per i lavoratori dipendenti con redditi compresi tra 8.174 euro e 28.000 euro il bonus sarà riconosciuto direttamente in busta paga per un importo pari a 100 euro e lasciatemi dire che chi pensa che 100 euro al mese siano una mancia evidentemente non vive la condizione gran parte lavoratori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mentre per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 40.000 sarà invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale. La platea dei beneficiari tra lavoratori dipendenti privati e pubblici aumenta così di 4,3 milioni di persone, passando dagli attuali 11,7 milioni di percettori del bonus di 80 euro introdotto nella scorsa legislatura a 16 milioni di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico e privato. Noi riteniamo che se c'è qualcosa di cui ci dobbiamo liberare in quest'Aula è proprio la gabbia ideologica della contrapposizione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo che tanto ha pesato in questi anni. Ci dobbiamo liberare della subalternità al racconto della inevitabile divisione del mondo del lavoro, delle divisioni tra le generazioni, della divisione tra vecchi e nuovi lavori; al racconto che il prezzo da pagare alla nostra competitività come Paese fosse di rassegnarsi all'impoverimento del ceto medio e allo scivolamento verso la povertà di ampie fasce di lavoratori. Non è così, lo si vede anche in questo drammatico frangente: la nostra forza è la qualità e la dedizione del lavoro italiano anche grazie alla capacità del Paese di essere unito nei momenti di difficoltà. Da più parti ci si è domandato in questi giorni, anche nel nostro partito, se non fosse necessario rinviare l'entrata in vigore del provvedimento in esame. Non lo abbiamo fatto perché aumentare il netto in busta paga a 16 milioni di lavoratrici e lavoratori dal prossimo mese di luglio non è solo una scelta di equità sociale ma anche una precisa scelta di politica economica. Mentre stanziamo risorse ingenti, 25 miliardi già autorizzati dal Parlamento ed altrettanti e forse più a breve autorizzati per fronteggiare l'emergenza, non dobbiamo perdere di vista l'orizzonte a medio termine del sostegno alla futura ripresa economica. In Italia bisogna far crescere il potere di acquisto e la propensione alla spesa di ampie fasce di popolazione per sostenere i consumi interni da troppo tempo fermi. Era vero prima ed è ancor più vero oggi quando, superata l'emergenza, si dovrà rilanciare l'economia reale del Paese dando fiducia e ottimismo alle famiglie e alle imprese. Per questo insieme di ragioni, Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico annuncio il nostro voto favorevole al decreto-legge che disciplina le modalità di riduzione del cuneo fiscale.