Discussione generale
Data: 
Martedì, 8 Settembre, 2020
Nome: 
Chiara Braga

A.C. 2648

ignor Presidente, onorevoli colleghi, i colleghi del mio gruppo, che sono intervenuti prima di me, hanno già avuto modo di dare conto della complessità e dell'articolazione di questo provvedimento. Io mi limiterò semplicemente a sottolineare alcuni aspetti particolarmente rilevanti, trovandoci di fronte a un testo di un decreto-legge che oggettivamente questa Camera non ha avuto modo di modificare nell'iter legislativo attraverso l'azione emendativa, tenuto conto anche della fase particolare in cui il Governo, il Parlamento, il Senato hanno lavorato in maniera molto approfondita sul testo di partenza. Credo, tuttavia, che questa situazione non ci debba fare perdere di vista qual è l'obiettivo di questo provvedimento e quali sono le finalità che, a nostro avviso, sono state centrate e realizzate, anche grazie a un lavoro migliorativo che, è giusto riconoscerlo, è venuto dalle forze di maggioranza ma anche dalle forze di opposizione nell'altro ramo del Parlamento. Ricordo che rispetto al testo base sono stati approvati 315 emendamenti, di cui una buona parte, quasi un centinaio, di espressione o, comunque, che hanno raccolto proposte anche dei gruppi di opposizione e credo che anche l'orientamento che nella discussione di questi giorni c'è stato su questo testo dimostri come ci sia stata la volontà di provare a mettere a frutto, diciamo, le proposte e le indicazioni venute da varie forze politiche e dai tanti soggetti che sono stati auditi nel corso dell'iter legislativo al Senato.

Dicevo che non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo principale di questo provvedimento e, cioè, quello di accompagnare la ripresa del Paese dopo la crisi dovuta all'emergenza sanitaria e di fronte agli effetti ancora molto gravi e problematici della crisi e delle ricadute economiche, sbloccando quelli che sono i meccanismi di spesa, principalmente per gli investimenti, e intervenendo su alcuni snodi di funzionamento della pubblica amministrazione. I decreti-legge sono sempre accompagnati, diciamo così, da una descrizione che ne sintetizza la finalità. Questo è passato nell'opinione pubblica come il “decreto Semplificazioni”. Io credo che occorra una grande onestà intellettuale nel riconoscere che non si può agire su un tema così centrale e strategico come quello del funzionamento della pubblica amministrazione solo attraverso un provvedimento legislativo, ma è vero che l'approccio e l'impianto di questo decreto ha provato ad aggredire alcune questioni che sono effettivamente delle questioni note e riconosciute da tutti sul tema, appunto, del rilancio e del sostegno agli investimenti. Noi, come Partito Democratico, abbiamo cercato di sostenere la proposta del Governo e anche di migliorarla in alcuni passaggi, mossi e guidati da un principio fondamentale, cioè l'idea che non esiste una contrapposizione tra semplificazione e velocità nella realizzazione, in particolare, delle opere pubbliche e annullamento di valori e di principi fondamentali che non solo ci vengono dall'ordinamento europeo ma che, per noi, sono essenziali nell'utilizzo delle risorse pubbliche: trasparenza, legalità e certezza di riconoscere anche i diritti dell'iniziativa privata e, quindi, concorrenza. Lo abbiamo fatto agendo sugli articoli che vanno a modificare il codice degli appalti, sulle procedure autorizzative e di gara relative all'affidamento di lavori e servizi, sapendo anche quanto questo tema sia centrale in un momento in cui il nostro Paese potrà fare affidamento, nei prossimi anni, su risorse importanti per il rilancio degli investimenti. Abbiamo modificato alcune norme sull'assegnazione e sull'affidamento dei contratti sia sopra soglia comunitaria sia sotto soglia comunitaria, prevedendo, per un periodo circoscritto e limitato, l'applicazione di procedure semplificate e accelerate. Io ritengo molto positivo che nel passaggio al Senato, grazie anche al lavoro del Governo - e ringrazio il sottosegretario Margiotta, che sta seguendo la nostra discussione e che ha seguito tutto l'iter di questo provvedimento con particolare competenza proprio su questi temi -, si siano modificate alcune norme quali, ad esempio, quelle che consentono oggi di ridurre l'importo degli affidamenti per gli appalti di progettazione di servizi a una soglia più bassa mediante l'affidamento diretto e l'inserimento di alcuni principi che riguardano la trasparenza e la rotazione, soprattutto per gli appalti sopra la soglia comunitaria, garantendo, quindi, la possibilità di partecipare, anche a procedure di affidamento rilevanti e importanti, non solo alle grandi imprese ma anche, in qualche modo, a strutture di associazioni temporanee di impresa, che abbiano, ovviamente, i requisiti necessari e fondamentali per realizzare questi investimenti. Dunque, trasparenza, informazione, principio di rotazione e, quindi, maggiore concorrenza e anche alcune questioni che per noi sono fondamentali. Noi non abbiamo, come dire, ceduto in nessun modo sul tema della difesa della legalità. Sono state introdotte delle semplificazioni sulle verifiche antimafia proprio in ragione di questa fase, ma senza cedere in nessun modo sul rigore, diciamo così, di queste verifiche e, anzi, consentendo la possibilità di effettuare queste verifiche attingendo a tutte le banche dati disponibili. Ma ciò nemmeno sul fronte della tutela del lavoro, e questo è un punto che voglio sottolineare come particolarmente rilevante per l'azione che il Partito Democratico ha messo in campo nella discussione e anche nell'approvazione di questo provvedimento. Il tema della sicurezza e della qualità del lavoro nel settore delle opere pubbliche, in particolare ma non solo, per noi è fondamentale se non vogliamo ricadere, diciamo, nel cliché di chi, all'indomani di un ennesimo episodio di morti o di incidenti sul lavoro, richiama la necessità di maggiore controllo, maggiore formazione e maggiore rigore da parte di tutti gli attori coinvolti. Per questo credo che sia stato positivo evitare ogni modifica e ribadire, invece, il rispetto della normativa nazionale ed europea in materia di subappalti e anche aver inserito, attraverso una modifica che, appunto, il Senato ha consentito in fase emendativa all'articolo 8, commi 10 e 10-bis, il rafforzamento degli strumenti di verifica della regolarità contributiva dei lavoratori. Il documento unico di regolarità contributiva tornerà dopo la fase temporanea di sospensione - la validità della fase temporanea di sospensione legata all'emergenza sanitaria - e tornerà ad essere obbligatorio produrlo in maniera aggiornata ai fini, appunto, della selezione del contraente e della stipula del contratto. Poi anche l'inserimento, determinante e molto positivo e che segna una discontinuità importante rispetto a una stagione passata che pensava di poter accelerare e semplificare i lavori a danno, appunto, della sicurezza dei lavoratori, del documento relativo alla congruità dell'incidenza della manodopera. Sappiamo che questo è un provvedimento che chiederà un'azione attuativa immediata, nei 60 giorni, da parte del Ministero del Lavoro. Crediamo che questo termine verrà rispettato anche facendo tesoro di una mobilitazione che ha visto uniti in maniera positiva il mondo sindacale, varie associazioni e le stazioni appaltanti più importanti, convinti, appunto, che non si possa, come dire, prescindere dal rispetto e dal rafforzamento dei diritti dei lavoratori. Questo non significa rallentare l'esecuzione delle opere pubbliche ma, al contrario, garantire maggiore qualità, maggiori diritti e maggiore sicurezza anche a chi vive e beneficerà di queste opere e di questi investimenti. Sempre rispetto al tema degli appalti pubblici e degli interventi, diciamo, di competenza infrastrutturale, credo sia importante sottolineare le innovazioni significative che sono state introdotte da questo provvedimento anche sul tema della rigenerazione urbana e del recupero del patrimonio edilizio esistente. Non sfugge a nessuno che il tema della cura del territorio e della riqualificazione delle nostre città è uno dei temi fondamentali e non sfugge a me - e credo a nessuno - nemmeno il fatto che questo provvedimento non può ritenersi esaustivo di un'azione di riforma, di ridefinizione e di semplificazione ancora più efficace e capace di produrre un rilancio degli investimenti in questo settore.

Ma se leghiamo, anche con un ideale filo conduttore, alcune misure che negli scorsi provvedimenti sono state adottate. Penso al superbonus sulla riqualificazione energetica e sismica, insieme alle semplificazioni sulla realizzazione delle opere di ristrutturazione edilizia, attraverso demolizione e ricostruzione, comunque nel rispetto dei requisiti di tutela e valorizzazione del patrimonio edilizio di qualità storico-culturale dei nostri centri storici. Penso che oggi abbiamo messo un mattone positivo, nella direzione di semplificare e accelerare la rigenerazione urbana. Così come un intervento, introdotto sempre in fase emendativa al Senato, che dà una spinta e una chiara indicazione di marcia rispetto al contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio. L'intervento sostitutivo da parte dei prefetti in presenza di azioni ritardate da parte dei soggetti titolari, principalmente i comuni, è un segnale molto chiaro anche di indicazione di priorità di questa maggioranza. Acceleriamo gli interventi, gli investimenti e la trasformazione del territorio e contrastiamo con forza le pratiche illegali, che sappiamo essere spesso anche all'origine dei fenomeni di dissesto idrogeologico e di insicurezza del nostro territorio.

Spendo un'ultima parola, Presidente, su un altro articolo di questo pezzo significativo del provvedimento, che è quello relativo ai poteri commissariali. C'è stata una discussione, abbastanza vivace anche dentro le forze di maggioranza. Noi crediamo che l'obiettivo fondamentale sia quello di mettere nelle condizioni la pubblica amministrazione di agire nell'ordinario, con i poteri ordinari, in modo efficace, nella realizzazione delle opere pubbliche; ma ci rendiamo anche conto che la straordinarietà della situazione che stiamo vivendo e il contesto e le caratteristiche di alcune situazioni presenti nel territorio nazionale possono richiedere l'esigenza di poteri commissariali straordinari. L'articolo 9 rimette ordine dentro uno scenario abbastanza articolato dei commissari, che via, via i vari Governi hanno nominato in questi anni e lo fa precisando in maniera puntuale quali sono le caratteristiche e le tipologie di opere, sulle quali si potrà ricorrere alla figura del commissario straordinario; quindi, opere che hanno particolari situazioni di complessità di realizzazione esecutiva-attuativa, complessità di procedure tecniche e amministrative o che, per la loro rilevanza di impatto sul tessuto socio-economico, nazionale e regionale, richiedono la nomina di un commissario. Vengono circoscritti in maniera più precisa la tipologia e l'ambito entro il quale poter ricorrere alla figura del commissario e vengono anche delimitati in maniera più precisa i poteri in deroga di queste figure, che non potranno prescindere da alcuni principi fondamentali previsti dal codice, sull'aggiudicazione, sulla sostenibilità energetica, le disposizioni in materia di conflitti di interesse e quelle che derivano dalle direttive comunitarie, comprese quelle in materia di subappalto. Penso che questo sia un passo in avanti positivo, che ovviamente investe anche di responsabilità il Governo, che dà oggi uno strumento in più, facendo anche tesoro di alcune buone esperienze che hanno caratterizzato il recente passato, ma dentro un quadro più definito e più sicuro, che non guarda al ricorso alle procedure straordinarie in maniera così eccessiva o non sufficientemente attenta agli obiettivi che si vogliono realizzare.

Il provvedimento contiene anche alcune misure importanti, alcune norme, di carattere ambientale. Non c'è modo di dettagliarle tutte in maniera specifica, ma voglio concentrarmi soltanto su alcune di queste norme, in particolare quelle che riguardano il sistema delle aree protette. Grazie ad un emendamento molto importante che il gruppo del Partito Democratico ha sostenuto anche con l'apporto della maggioranza - e mi pare di avere inteso anche di una parte almeno dell'opposizione - sono state introdotte delle modifiche al sistema di nomina, con la semplificazione della nomina del presidente e dei direttori degli enti parco. Sulla possibilità dell'utilizzo della valorizzazione di beni demaniali che ricadono all'interno delle aree protette è stata definita e resa più efficace una misura già prevista nel “decreto Rilancio” con l'istituzione delle zone di promozione economica e sociale. Queste risorse, le risorse stanziate dal “decreto Rilancio” (40 milioni), potranno essere utilizzate dalle micro e piccole imprese che hanno una sede operativa all'interno di tutte le aree nazionali protette dei parchi nazionali e, anche grazie a questo emendamento, delle aree marine protette, comprese, ad esempio, le guide parco - cioè chi svolge questa funzione è molto importante per la promozione del territorio -, dando un segnale di volontà di sostenere un'economia che punta sulla biodiversità, sulla cura e sul presidio del territorio e su uno sviluppo sostenibile. Si stima che questa misura possa interessare una platea di circa 23 mila micro e piccole imprese, soggetti, quindi, che hanno bisogno soprattutto in questo momento di avere un supporto. L'auspicio è che questa norma possa in qualche modo essere ampliata in un prossimo futuro anche per le aree protette di livello regionale, con un impegno, ovviamente, che sarà richiesto, anche per competenza, agli enti territoriali.

Dentro il decreto ci sono altre norme che riguardano la semplificazione e l'accelerazione degli investimenti energetici, necessari ad attuare il piano nazionale energia e clima, alcune semplificazioni attese da anni sul tema della valutazione di impatto ambientale, sulle bonifiche, nonché un primo intervento - anche qui sappiamo non risolutivo - per velocizzare e rendere più efficaci gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico; infine, vi è un articolo, che riguarda la semplificazione delle procedure per il rilascio delle garanzie sui finanziamenti, a favore di progetti attuativi del Green Deal.

Chiudo su questo, Presidente. Questo provvedimento, come ho detto prima, non è un provvedimento esaustivo, ma indica una direzione di marcia. Rappresenta, per noi, un'altra tappa di un processo più articolato e segna anche una continuità tra le misure emergenziali - che sono state adottate dal Governo e spesso migliorate dal lavoro del Parlamento all'indomani della crisi sanitaria - e la grande sfida che abbiamo davanti come Paese, quella di utilizzare bene e in tempi utili le risorse europee, che sono e che verranno messe a disposizione grazie all'azione del nostro Governo, a cui il Pd ha contribuito in maniera decisiva a livello europeo. Penso alle risorse del programma Next Generation EU, al Recovery plan, a cui si sta lavorando, al programma Sure sulla protezione dei lavoratori e, ovviamente, anche alle risorse che consentiranno, attraverso l'attivazione del MES, di mettere a disposizione finanziamenti per rafforzare la capacità e l'efficacia di spesa sanitaria. Tutte queste risorse dovranno avere un obiettivo e non potranno essere disperse in mille rivoli; dovranno accompagnare il Paese verso una transizione sostenibile, dal punto di vista ambientale, della sua produzione e dovranno migliorare e rafforzare la capacità di operatività della pubblica amministrazione.

In parte questo decreto è un'anticipazione di questi obiettivi. Sappiamo che non tutto può essere risolto, ma noi siamo fiduciosi e crediamo che, grazie anche alla spinta che avremo davanti, di mettere finalmente mano a un programma di riforme che per la prima volta mette sul piatto anche risorse importanti, partendo da questi primi passi che sono stati compiuti, il nostro Paese potrà gestire e utilizzare nell'interesse dei cittadini, per rafforzare la propria macchina amministrativa e per migliorare la capacità di investimento, queste risorse europee.

Per questo motivo siamo soddisfatti del lavoro di miglioramento e di rafforzamento che il decreto ha avuto anche nel passaggio parlamentare.