Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 28 Luglio, 2021
Nome: 
Stefano Lepri

A.C. 3201

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e signora Ministra. Ci accingiamo oggi ad approvare il decreto ponte per l'assegno unico universale, a traguardare quindi questa fase transitoria andando verso la misura a regime, che partirà il 1° gennaio. L'intervento, certo, è transitorio, come i colleghi prima di me hanno opportunamente ricordato, eppure è già concreto, perché noi vediamo in questi giorni centinaia di migliaia - probabilmente arriveremo a un milione e mezzo - di lavoratori autonomi e liberi professionisti che, per la prima volta, avranno un assegno familiare temporaneo. A regime ci saranno almeno 750.000 incapienti che beneficeranno di questo assegno temporaneo e ci saranno - perché sarà un meccanismo automatico - 5 milioni di lavoratori dipendenti oggi in Italia che, dal prossimo mese, da fine mese, avranno l'integrazione dell'assegno familiare. Quindi, tante famiglie, tanti papà e tante mamme, almeno per questo aspetto, di fronte a tante fatiche, potranno gioire almeno un po'. Ce lo dicono le associazioni familiari, ringraziando la politica e stimolandola al contempo, perché ricevono la sorpresa della gioia di tanti genitori. Quindi, oggi possiamo dire “finalmente”: finalmente perché la misura è per tutti, non solo per alcuni, perché la misura è semplice - la stanno ricevendo gli italiani sul loro conto corrente, facendo una semplicissima domanda all'INPS -, perché è robusta - metteremo a regime 6 miliardi in più per volontà del Parlamento, 3 miliardi nel 2021 -, perché è continua - e lo si capirà nei prossimi mesi quando qualcuno, ahimè, perderà il posto di lavoro, ma avrà comunque l'assegno unico per i figli - ed è equa, perché cominciamo a dire che anche le famiglie numerose hanno il diritto, più degli altri, di essere sostenute e infatti i figli valgono lo stesso e, dal terzo figlio, sono maggiormente aiutati e c'è un'attenzione speciale verso le famiglie povere, riconoscendo anche importi significativi. Ecco, si tratta - abbiamo detto - di un decreto ponte, che ha scontato probabilmente l'urgenza di essere approvato, vista insomma la corsa che abbiamo fatto tutti, anche per mille ostacoli intervenuti in questi mesi. Ci sono state importanti correzioni al Senato: penso alla precisazione secondo la quale gli importi sono temporanei, esattamente per evitare che si ingeneri una aspettativa che poi rischia di essere delusa, quando definiremo in modo chiaro gli importi a regime; penso al fatto che si sia previsto di corrispondere l'assegno temporaneo in pari misura ai due genitori, esattamente perché vogliamo garantire le pari opportunità e le pari responsabilità, così come peraltro previsto nella delega. Restano, invero, alcuni limiti in questo decreto ponte, che facciamo passare proprio perché temporaneo. Potevano forse essere considerati, ma tant'è. Penso che forse sarebbe stato meglio mantenere i criteri di accesso per gli stranieri. Oggi, inoltre, abbiamo alcuni problemi: ad esempio, gli italiani che tornano in Italia dopo aver avuto residenza nel nostro Paese per più di 2 anni rischiano di non avere l'assegno (meno male che è temporaneo). Forse il criterio di concessione della misura per il terzo figlio poteva essere previsto in coerenza con la delega. Bene, invece, molte altre scelte che il Governo ha fatto e penso per tutti alla questione dell'incrocio e della somma - della compatibilità, che non è cumulabilità - tra l'assegno unico e la quota figli per il reddito di cittadinanza (la scelta e l'equilibrio sono stati opportunamente trovati).

Torniamo allora - e mi avvio verso la conclusione - all'obiettivo vero, cioè, appunto, traguardare la misura, ora temporanea, per farla divenire definitiva. Noi sappiamo che avremo mesi importanti. Ci attendiamo dal Governo quanto prima le proposte con i decreti legislativi, di modo che le Commissioni possano discuterne. C'è la necessità di un metodo condiviso. I tecnici sono importanti, soprattutto quando si faranno le simulazioni, che si stanno già facendo, per individuare l'equilibrio tra gli importi e le compatibilità economiche, ma la politica serve ancora, serve ancora perché le scelte che abbiamo condiviso tutti insieme in questo Parlamento devono essere rispettate anche dalle scelte più tecniche. C'è, poi, del merito che dobbiamo considerare e su cui dobbiamo ragionare in questi mesi. Oggi la curva degli importi che vengono riconosciuti è, per opinione di molti, non solo parlamentari ma anche moltissimi studiosi, eccessivamente selettiva. Noi rischiamo di aver introdotto il principio dell'universalismo e poi, nei fatti, di disapplicarlo se continuassimo con questa scelta, che oggi, appunto, è temporanea e che noi riteniamo non possa essere definitiva. Occorre trovare una via di mezzo, insomma, tra l'eccessiva selettività, oggi prevista, e il modello teorico, quello a cui vorremmo giungere, il modello tedesco, dove quasi tutti i genitori hanno lo stesso importo, perché la progressività si applica - il principio vale da noi e anche in Germania - con le imposte dirette alle persone fisiche, con l'IRPEF nel nostro caso, e non si dovrebbe applicare, se non in maniera relativa, con l'assegno unico. Il secondo rischio - lo voglio ricordare e alcuni colleghi lo hanno già avanzato - è quello di riconoscere importi eccessivi, pur essendo importanti soprattutto per le famiglie povere, che se cumulati, in modo particolare con la quota adulti del reddito di cittadinanza, finirebbero per generare importi verosimilmente troppo generosi e, quindi, potrebbero portarci incontro alla cosiddetta “Trappola della povertà”.

Concludo, allora. La riforma è stata parlamentare e lo hanno ricordato i colleghi. Probabilmente, è stata la riforma più importante, senza nulla togliere alle tante altre che questa legislatura finora ha voluto approvare, e lo ha fatto d'iniziativa parlamentare. Io qui voglio ricordare orgogliosamente l'impegno del nostro gruppo, del nostro partito, che ha voluto stendere materialmente la proposta di legge e che l'ha voluta, attraverso il nostro capogruppo, imporre nell'agenda parlamentare per poterla approvare rapidamente. È una riforma epocale, come ha ricordato il Premier Draghi, perché diventerà una colonna, al pari di altre grandi riforme come il Servizio sanitario nazionale, di questo sistema di protezione sociale che oggi sicuramente cominciamo a rafforzare con questo primo provvedimento transitorio. Pensiamo solo al fatto che l'INPS erogherà, a regime, oltre 20 miliardi di assegno unico ed è a tutti gli effetti la misura più importante tra le tante misure che l'istituto erogherà.

Siamo dunque - e concludo davvero - vicini alla meta, ma l'ultima tappa, guardate, è davvero fondamentale. I decreti legislativi e ministeriali non sono scontati e, quindi, occorre un grande lavoro corale del Governo, in primo luogo del Ministro, che ringraziamo, del Parlamento e anche degli altri Ministri, perché non c'è solo la Ministra Bonetti delegata a questa importante riforma. Quindi, facciamo tutti in modo che la riforma dell'assegno unico universale possa essere davvero all'altezza delle attese degli italiani. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.