Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 8 Maggio, 2025
Nome: 
Marco Simiani

A.C. 2333-A

Grazie, Presidente, Sottosegretario. Bernardino Ramazzini, un medico famoso, scienziato del 1600 che è stato il fondatore della medicina del lavoro, diceva che prevenire è meglio che curare. Ecco, questo è un proverbio che molti di noi utilizzano in campagna elettorale, cerchiamo anche di farci lustro, nel senso dell'immaginare, anche attraverso la visione illuminista che questo medico aveva, di trovare soluzioni prima che le cose accadano.

Ecco, io credo che il Governo Meloni, su questo tema, abbia completamente sbagliato. Perché, invece di investire nell'ambito del dissesto idrogeologico, invece di investire nella programmazione, nella capacità di poter mettere in campo opere idrauliche, invasi, la possibilità di poter immaginare anche di azionare tutte quelle azioni che, di fatto, servono per la transizione ecologica, per abbassare anche il calore del nostro pianeta nel nostro Paese, cosa fa? Si fa una bella assicurazione per il futuro visto che, tanto, gli eventi ci saranno e, in questo caso, questo costo va a carico direttamente delle imprese.

Ecco, io credo che, se questo è il punto, se la manovra varata ha solamente questo obiettivo, ecco, io credo che noi abbiamo assolutamente sbagliato, e voi avete assolutamente sbagliato nell'affrontare questo tema così importante e così difficile in questo modo.

Guardate, ci sono tanti modi, c'erano tanti modi perché, sicuramente, l'elemento che stiamo vivendo, l'adattamento al clima, al cambiamento climatico, doveva essere una scelta che doveva coinvolgere tutto l'emiciclo del Parlamento.

Doveva, in questo caso, coinvolgere il sistema di associazioni, imprese e sindacati, perché sappiamo benissimo che c'è questo problema. Ma arrivare a inserire nella legge di bilancio, prima 2023 e poi 2024, una nuova tassa per le imprese, ecco, credo che sia stata la decisione che porterà sicuramente a indebolire ancora più il sistema imprenditoriale e a mettere ancora più in difficoltà le imprese  in un momento in cui, guardate, le imprese soffrono particolarmente. Perché sappiamo benissimo - l'avete detto voi, insomma - che ci sarà un aumento sostanziale, da qui alla fine 2025, del 18.2 per quanto riguarda il costo dell'energia e sappiamo benissimo che i dazi porteranno ancor di più difficoltà nel sistema della produzione, visto che l'export e il sistema imprenditoriale avrà delle ricadute importanti e visto che la crescita che avete dichiarato nella scorsa legge finanziaria sarà sicuramente dello 0,3 - almeno speriamo - e dello 0 nel 2026. La decisione che avete preso non serviva, in questo contesto, riuscire a portarla avanti e svilupparla in questo modo. Anche perché le aziende non sono pronte; anche perché le assicurazioni non sono pronte; anche perché c'è un rischio, come è successo nel mercato dell'energia, che si metta ancora più in difficoltà e che ci sia un rialzo dei costi per le imprese, che non sarà più gestibile per nessuno.

Ecco perché crediamo e abbiamo cercato, anche nell'ambito della discussione in Commissione e oggi in Aula, di tentare di modificare questo provvedimento, perché l'obiettivo, anche in termini di responsabilità, era quello di riuscire a posticipare questa decisione: perché si poteva mettere a punto la piattaforma che serviva anche nell'ambito della concorrenza e della trasparenza per poter comparare il sistema dei costi delle assicurazioni e poteva servire anche come prevenzione; così come poteva servire la possibilità di prorogare, per le piccole imprese e per le medie imprese, perché oggi sappiamo benissimo che ci sono imprese che avranno difficoltà oggettive perché è un costo aggiuntivo che peserà nelle tasche degli imprenditori.

Poi, guardate, un ulteriore elemento, che è veramente assurdo: un'imposta che sicuramente sarà deducibile - non è sicuro al 100 per cento -, ma che aumenta del 21.25 il costo dell'assicurazione. È assurdo. Perché chiedere questi soldi prima? È assurdo. Non serviva a niente. Ecco perché si poteva modificare. Guardate, così come, per quanto riguarda il sistema delle imprese (che cercavano anche di capire), abbiamo ricevuto emendamenti dal mondo produttivo, tipo quello delle assicurazioni collettive, cioè la possibilità di mettersi insieme per poter riuscire anche a trattare un prezzo che poteva servire per categorie importanti, che oggi avevano il bisogno di trovare un modo anche associativo per poter confrontarsi con il sistema delle assicurazioni.

E poi un'altra cosa. Avete inserito una serie di eventi catastrofali e ne avete eliminati completamente altri. Faccio un esempio: quello delle mareggiate. Ora, immaginatevi il proprietario di uno stabilimento balneare che deve, in maniera obbligatoria, assicurarsi. Con riferimento alla prima cosa - la cosa che lo danneggia di più - ossia la mareggiata e la tromba d'aria, non riesce a risolvere il proprio problema perché non è coperta, perché quell'evento non è inserito. Ma è il colmo. Potrei dirne un altro. Pensate alle bombe d'acqua. Sappiamo benissimo che è uno degli eventi catastrofali che insiste nel nostro territorio, specialmente nelle aree centrali, e che è stato certificato, perché abbiamo visto che succede molte volte. Quello non era contemplato, come la subsidenza, come il bradisismo e come possibili maremoti. Se dobbiamo assicurarci su eventi catastrofali e non avere copertura, non capisco su cosa ci si assicura.

E poi, inoltre, una cosa importante, che riguarda soprattutto molti di noi: la questione degli imprenditori che sono in affitto. Immaginatevi una cosa. Voi immaginatevi che oggi un imprenditore che affitta un capannone o affitta uno studio per poterci lavorare come professionista autonomo deve assicurare una proprietà che non è la sua. Anche questa è stata una delle cose su cui noi abbiamo dibattuto e che, in un certo senso, poteva essere ragionata (ad esempio, sulle opere murarie che magari aveva fatto un imprenditore, sui materiali all'interno o su altri aspetti che potevano rientrarvici in un certo modo), ma che l'affittuario potesse essere quello che, di fatto, doveva accollarsi anche il costo dell'assicurazione ecco, credo che sia assurdo.

Poi noi avevamo fatto delle proposte. Una su tutte - io la voglio citare, l'abbiamo discussa -, quella di non assicurare le imprese sotto i 20.000 euro. Guardate, c'è il mondo, voi non vi rendete conto, il mondo: il piccolo ambulante, il geometra, il giovane avvocato, il piccolo commerciante che ha poche cose di fornitura, il bottegaio sotto casa, il negozio di vicinato che è accanto al proprio lavoro. Tutte queste aziende potevano essere tranquillamente derogate, cioè potevano non essere considerate in questa roba. Noi ci abbiamo provato e voi avete detto “no”, e questo voi lo ripagherete a livello elettorale, ve lo dico io, lo ripagherete perché l'impresa è un valore per il nostro Paese e va tutelata, soprattutto nell'ambito delle risorse. La piccola impresa è lo strato sociale più ampio e la produzione di ricchezza spetta a loro, sono loro che hanno questo compito e noi non gli possiamo mettere palle al piede.

E guardate - mi avvio a concludere -, noi sappiamo benissimo che qualcosa andava fatto, noi sappiamo benissimo che ci volevano alcuni strumenti che potevano, in questo caso, aiutare anche costi che sicuramente sono alti quando ci sono questi eventi catastrofali, lo sappiamo benissimo. Ma noi vi chiedevamo due cose: quella di investire nel dissesto idrogeologico e di riuscire a dare un segnale sul fatto che il cambiamento climatico fosse centrale in questa discussione, che fosse assolutamente necessario riuscire a dare risorse aggiuntive. Ecco, noi pensavamo che quella fosse la strada.

Oggi voi avete preso questa decisione. Noi non siamo d'accordo, ci asterremo per responsabilità di un provvedimento che pensiamo possa essere cambiato, perché questa è una proroga, lo sappiamo benissimo, noi votiamo oggi una proroga ma che cercheremo di posticipare il più possibile, perché le imprese non possono avere questa gabella ulteriore.