Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Giovanna Iacono

A.C. 705

Grazie, signora Presidente. Colleghe, colleghi, Governo, anche oggi siamo qui per ribadire la nostra ferma contrarietà al cosiddetto decreto-legge Rave, misura che riteniamo figlia di un certo modo di fare politica e dal quale siamo nettamente distanti. Abbiamo già definito questa misura, tra l'altro imposta con una decretazione d'urgenza che stride terribilmente con le vere esigenze urgenze del Paese, figlia di un populismo giudiziario e mediatico che guarda solo al riscontro social e poco, molto poco, alla sostanza.

Questo Governo, che si sta dimostrando impreparato ad affrontare le necessità reali dell'Italia, sta facendo però di più e anche peggio! Con la scusa di contrastare i cosiddetti rave party, che sono stati nei mesi scorsi al centro della cronaca locale e nazionale, per scomparire poi dalle pagine dei giornali, prova della marginalità di queste iniziative rispetto a qualunque effettivo tema di ordine pubblico concreto, si stanno gettando le basi per consentire un'interpretazione estensiva della norma che limiti anche altre forme di manifestazione che non risultino autorizzate. Da domani, infatti, si potranno reprimere anche i sit-in di lavoratori, le proteste studentesche, ogni forma di dissenso non regolamentata, ma parte insopprimibile del diritto di ogni cittadino a manifestare il proprio pensiero, diritto tutelato dalla nostra Costituzione. Diritti a cui molti stanno rinunciando inconsapevolmente, applaudendo alle prese di posizione pubbliche di questo Governo, che sventola i tossici, così nei fatti li definite, per mettere mano a ben altro. Un metodo cui la destra ci ha abituati a lungo negli anni: prima è stata la guerra all'immigrato, del “padroni a casa nostra” e dell'”Italia agli italiani”, oggi molto più modestamente l'intolleranza, che si deve accontentare quasi dei rave party. Insomma, la situazione è grave, ma è ben lungi dall'essere diventata seria.

Un Governo che vuole ordine e disciplina e poi ritiene di dover derogare alle misure di contenimento per il COVID-19 e alle misure sanzionatorie nei confronti di coloro che, soprattutto se operanti nel settore sanitario, sociosanitario e socioassistenziale, hanno in questi mesi ritenuto di non sottoporsi al vaccino. Vaccino che, come dimostrano gli studi medici supportati da evidenze scientifiche, ha salvato un enorme numero di vite umane e ridotto la circolazione del virus. Vaccini che hanno dato il loro reale contributo alla limitazione dei decessi e alla riduzione del livello di carico sul sistema sanitario e anche sul personale sanitario. Stonano in tal senso le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Meloni proprio sul DL Rave. La Meloni sostiene, la cito per precisione, che: è finita l'Italia che si accanisce con chi ha rispettato le regole e fa finta di non vedere chi le ha violate, ma questo pare non varrà per i medici e i sanitari no-vax, ad esempio, per i quali è stato previsto anche il reintegro al lavoro.

Appare quantomeno curioso che le regole siano, per la Presidente Meloni, realizzate con una come una sorta di fisarmonica: si allungano, si restringono, si modificano, solo in base alle sue necessità del momento. Un occhio ai social, un occhio ai sondaggi e un altro alla tv e le dichiarazioni si modificano, le posizioni si rivedono, le misure cambiano. Se è vero che solo gli stupidi non cambiano idea, è da furbi far sì che alla fine si abbia un'idea diversa ad ogni cambio di vento. Fare marcia indietro sulle norme anti-COVID non è solo irresponsabile, ma premia chi ha fatto il furbo, chi non ha pensato al benessere e alla salute altrui. Solo pochi mesi fa volevate eliminare le mascherine anche nelle strutture sanitarie, ed è stata la ferma opposizione del mondo medico a spingervi a ripensarci.

Le misure adottate con questo provvedimento prevedono, invece, la fine dell'obbligo vaccinale il reintegro dei lavoratori medico-sanitari, l'abolizione dell'utilizzo del green pass per l'accesso e l'uscita dalle strutture sanitarie, dalle RSA o dalle strutture riabilitative e residenziali per gli anziani, ma anche l'abolizione del tampone di fine quarantena. Tutte misure che vanno contro la protezione alla salute e alla tutela sanitaria. Oggi, invece la Presidente Meloni riscopre l'importanza delle mascherine per arginare un contagio che nell'estremo Oriente ha ripreso forza proprio con l'abbassamento delle misure di contenimento, ma poco importa la scienza, importa più la propaganda e il risalto mediatico.

Con un mio ordine del giorno, che ha avuto come tanti altri ordini del giorno delle opposizioni il parere contrario da parte del Governo, ho proposto di tornare a pubblicare il Bollettino nazionale COVID, che ci può fornire indicazioni effettive, può fornirle alle istituzioni e può dare la giusta informazione ai cittadini sull'andamento della pandemia nel nostro Paese. La soppressione dello stesso risponde unicamente alla necessità di questa maggioranza di normalizzazione del dibattito sul tema della diffusione del virus, che agevola misure come quelle portate in discussione. Un insieme di attività che è sempre e comunque finalizzata ad accontentare quelle masse di no-vax, di negazionisti, che cliccano, commentano, votano, che in questi anni hanno utilizzato i peggiori epiteti verso chiunque utilizzasse la mascherina e si sottoponesse alla campagna di vaccinazione! Gli stessi che, ancora oggi, invadono d'insulti i canali social di chiunque ribadisca che il virus non è scomparso. Movimenti dietro i quali molto spesso non si celano solo persone comuni, ma interessi ben più inquietanti e che adesso plaudono alle misure che giungono in questo Parlamento per essere approvate a colpi di maggioranza.

Ecco, così certamente si vincono le elezioni, ma non si governa un Paese! Per tutti questi motivi ci siamo opposti a questo provvedimento, e in futuro ci opporremo con tutte le nostre forze a qualsivoglia misura che possa ledere diritti irrinunciabili, diritti riconosciuti dall'ordinamento e che possa mettere a rischio la tutela della salute pubblica, o che infine possa portare indietro nel tempo il nostro Paese.