Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Ilenia Malavasi

A.C. 705

Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, intervengo per commentare questo decreto, che ritengo raffazzonato, disomogeneo, ma profondamente identitario. E penso che sia questa la cifra che lo tiene insieme, dalla sanità alla giustizia, è un profilo che lo caratterizza profondamente.

Provo a concentrare la mia riflessione sulla parte sanitaria, legata agli obblighi di vaccinazione per il COVID, anche per coerenza con l'impegno che sto mettendo nella Commissione affari sociali, alla quale sono stata assegnata. Lo faccio, perché credo che questo decreto tenga insieme misure gravi e pericolose, che mettono a rischio la salute dei cittadini, prese sulla pelle dei cittadini, pericolose nel merito, sia per il messaggio che trasmettono, sia per le scelte che vengono fatte.

Dico questo, perché il messaggio che passa è quello che il COVID sia finito. È un messaggio che abbiamo sentito fin dall'inizio dell'insediamento di questo Governo, con il rischio di far abbassare la guardia proprio in un momento in cui non è certamente opportuno.

Che non sia certamente opportuno lo dicono i dati - non lo dice certamente la sottoscritta - e le preoccupazioni che vengono sia dal Ministro sia dall'intero Governo. Ieri, il Ministro ha svolto un'informativa e lo ringrazio. L'ho anche criticato in alcune occasioni, ma credo abbia fatto bene ad accettare l'invito, arrivato sia dalla Camera che dal Senato, per l'informativa nella quale ha chiarito la situazione, in particolare, rispetto alla preoccupazione che viene dalla Cina ma anche rispetto alla situazione pandemica in Italia.

I dati della Fondazione Gimbe del mese di dicembre hanno evidenziato - essendo una fondazione indipendente che spesso viene citata anche all'interno della Commissione affari sociali – come, nelle prime due settimane, siano comunque decedute circa 1.500 persone. Sono aumentati i ricoveri nelle terapie intensive, sono aumentati i ricoverati con sintomi del 9 per cento, quelli in terapia intensiva del 4,7 per cento, e sono aumentati gli isolamenti domiciliari. Ieri il Ministro ha detto che ha riattivato la cabina di regia e che nella seduta del 23 dicembre ha evidenziato un indice - 233 su 100 mila abitanti - con un calo dell'incidenza settimanale dell'ultima settimana, che è un dato sicuramente positivo. Qui ovviamente non c'è nessuno che spera che la situazione pandemica torni con la stessa gravità e la stessa violenza con la quale l'abbiamo conosciuta nel 2020 e nel 2021, e lo dico ricordando la sofferenza che ho visto nei territori. In quel periodo sono stata la sindaca della mia città, Correggio, e abbiamo chiuso il pronto soccorso, che non abbiamo ancora riaperto (e riapriremo a breve), perché abbiamo dovuto fare dei lavori per dividere i percorsi e per individuare anche nuovo personale. Ricordo tutta la sofferenza che abbiamo provato, anche come amministratori locali, spaventati nel provare a tenere insieme le nostre comunità, a farle sentire sicure delle decisioni prese con convinzione: una situazione sicuramente complessa che all'inizio ci ha preso alla sprovvista. Numeri sicuramente sottostimati, questi che abbiamo citato, per almeno il 50 per cento, in ragione del fatto che l'utilizzo dei tamponi fai da te ha sicuramente aiutato la gestione pandemica alla fine delle ondate ben note, ma abbia anche fatto un investimento sulla responsabilità della cittadinanza; e, a volte, sappiamo bene quanto si sia anche potuto magari sottovalutare o sottostimare il dato, proprio per la mancanza di un inserimento sempre completo dei dati. I dati che vengono dalla Cina però sono sicuramente preoccupanti. Abbiamo letto notizie di stampa e il Ministro ha ricordato come i voli arrivati a Malpensa dal 24 dicembre, nel primo caso, avevano il 33 per cento di passeggeri positivi, nel secondo caso il 50 per cento. Sono dati che non ci possono che far preoccupare. Credo abbia fatto bene il Ministro - lo dico con onestà e con trasparenza - ad aver, prima, raccomandato il sequenziamento di tutte le varianti e, poi, fatto un'ordinanza fino al 31 di gennaio per rendere i tamponi obbligatori, con una sequenza temporale che lui stesso ci ha spiegato. Penso che fosse una scelta doverosa e corretta ma il minimo che doveva fare nel rispetto del ruolo che porta per tutelare la salute dei cittadini. Ho visto molti altri assessori regionali che si sono mossi in questa direzione, in accordo con il Governo, dalla Campania al Lazio, perché questi dati stanno creando timori sia nella comunità scientifica internazionale sia nella comunità internazionale. Il timore è quello che ci ha raccontato ieri anche il Ministro e che viene ripreso anche in un documento dello Spallanzani: in un Paese come la Cina, che non ha un'alta percentuale di vaccinati, in cui sono state utilizzate vaccinazioni poco efficienti, vi è una bassa protezione e oggi c'è stata un'esponenziale crescita dei contagi che può rischiare di sviluppare una nuova variante, sicuramente più trasmissibile e magari più aggressiva. Per questo motivo, ben vengano i controlli e ben vengano le attenzioni che sono state dedicate con questa ordinanza che ritengo assolutamente corretta. Così come abbiamo visto lo stesso Ministro aver protratto la circolare che ha prorogato al 30 aprile le mascherine nelle strutture sanitarie e nelle RSA e, domani - in realtà nella giornata odierna -, lui stesso ha riconvocato una nuova unità di crisi, come ci ha raccontato, proprio per tenere monitorata la situazione. È evidente che, quando si fanno questi atti nell'arco di 24 ore, una qualche preoccupazione c'è, altrimenti non si sarebbero fatti, ma credo sia stato corretto, perché è un diritto dei cittadini, del Parlamento, di tutta la nostra comunità, sapere cosa stia succedendo e cercare di capire come risponderà questo Governo a una nuova possibile emergenza.

Di fronte a questo quadro, con profonda incoerenza, in questo decreto vengono promosse e proposte misure contrastanti che non faranno che creare ulteriore confusione nei nostri cittadini: il reintegro di circa 4 mila medici che, per scelta delle ASL, dei direttori generali, non saranno ricollocati nei reparti più carenti proprio per un principio precauzionale, perché sono quelli che non hanno fatto il vaccino; un principio condivisibile, ma che dà anche la cifra del fatto che questo sia un decreto ideologico, che non servirà a migliorare la situazione dei nostri reparti; poi l'abolizione dell'obbligo vaccinale per i lavoratori che operano nei settori sanitari, sociosanitari e socioassistenziali; la sospensione dall'entrata in vigore fino al 30 giungo 2023 delle sanzioni (parliamo di circa 2 milioni di sanzioni). Infine, l'abolizione del tampone alla fine dei cinque giorni: anche in questo caso c'è una profonda incoerenza, poiché andremo a misurare la positività presunta di coloro che arrivano dalla Cina, ma non controlleremo se, alla fine dei cinque giorni, i cittadini italiani potranno girare liberamente nel Paese, magari ancora positivi. Sono messaggi pericolosi dal profondo sapore revisionista di cui questo Paese non ha bisogno, proprio ora che cala l'attenzione dei cittadini, come si vede anche dalla campagna vaccinale. La terza dose è stata fatta dall'84,7 per cento della platea degli aventi diritto, la quarta dose è stata fatta dal 28,4 per cento, un dato grave che deve far riflettere. Questi dati richiedono misure incisive. Sono contenta che sia stato approvato all'unanimità un ordine del giorno per richiamare con forza una campagna di informazione, una campagna vaccinale, mentre il decreto rappresenta un colpo di spugna alla pandemia, una sorta di condono sanitario, uno schiaffo fatto proprio dalle istituzioni a chi l'ha combattuta, solo per stringere un occhio ai no-vax, forse conseguente a qualche promessa elettorale. Mi sembra davvero un decreto ideologico, incoerente, pericoloso di fronte a una situazione sicuramente che ci preoccupa.

È evidente come la strategia della Presidente Meloni nel dire che il COVID non esista più sia fallita, perché il COVID non solo esiste ancora, ma circola, muta, si trasforma, richiede di tenere alta la guardia e, per la prima volta dall'inizio del suo Governo, lei stessa ha ricordato nella conferenza stampa come siano utili i tamponi, le mascherine e un invito deciso - lei stesso lo ha fatto nella conferenza stampa di fine anno - rispetto ai vaccini, soprattutto per gli anziani e i fragili.

Per tutti questi motivi, voteremo contro a questo decreto, perché lo riteniamo inutile, dannoso, populista e anche incoerente. Da un lato, questo Governo ha proposto un nuovo reato, quello di invasione, e un irrigidimento delle regole, laddove non ce n'è bisogno - e concludo Presidente - laddove non esiste alcuna emergenza, e, dall'altro toglie, le regole sanitarie, quelle fatte sulla base della prudenza, del buon senso e dei dati scientifici, laddove servono ancora, proprio laddove sono ancora necessari per tutelare la salute dei cittadini. Di certo una cosa l'abbiamo capita, il messaggio è chiaro: a questo Governo la scienza non interessa, forse nemmeno la salute, tanto meno la sanità pubblica, su cui questa legge di bilancio ha tagliato profondamente.

A questo Governo interessa il merito - mi faccia dire questa frase -, quello dei medici che si sono rifiutati di vaccinarsi, pensando più a loro stessi che alla loro comunità, al merito dei no-vax, che hanno animato le piazze contro il regime sanitario, al merito dei furbetti, a quanti non hanno pagato la sanzione, al merito di chi sceglie l'interesse individuale e mai quello collettivo. Questo è uno dei problemi di questo Paese, l'individualismo dilagante, il senso mancante di una comunità, mentre il COVID ci ha insegnato esattamente il contrario: affrontarli insieme con responsabilità e profondo senso civico.