A.C. 705
Grazie, signora Presidente. Questo decreto tiene in sé tutte le contraddizioni già nel titolo, misure urgenti in materia di benefici penitenziari per i condannati di reati ostativi, di contrasto ai raduni illegali, di applicazione della riforma del processo penale, di giustizia sportiva, di obblighi di vaccinazione anti-COVID in materia sanitaria. Insomma, manca solo la dicitura “varie ed eventuali” e poi ci sarebbe tutto. Per ragioni di storytelling questo tutto è stato riassunto nella battaglia epocale che avete condotto, da veri cavalieri, contro l'apocalisse dei rave. Le bestialità da contestare sono così tante che uno non saprebbe neanche da dove incominciare, e allora mi concentro soltanto su tre cose che mi hanno colpito di più e che determinano il mio giudizio sul decreto, perché altrimenti avrei bisogno di un'estensione del tempo che ho a disposizione.
Se lei volesse concedermelo, Presidente, lo userei volentieri, però non vorrei abusare né della sua pazienza né di quella dei colleghi della maggioranza, che da ieri scalpitano per il desiderio di trasformare questo decreto in legge. Attenzione, però, vi ricordo che, se non rinunciate alla trasformazione in legge entro questa sera, se domani, a mezzanotte, mettete un po' di musica e fate con cinquanta amici il trenino di Capodanno, con i cappellini di cartone e le lingue di suocera, rischiate di passare qualche guaio. Pagatela, tra l'altro, la SIAE su Brigitte Bardot. Questo vostro manifesto ideologico riassume tutte quelle azioni che avete fatto da quando, il 25 settembre scorso, gli elettori hanno riposto in voi la loro fiducia.
La lotta alla digitalizzazione, alla tracciatura del denaro, una ventina di disperati poveri cristi lasciati a bordo di una nave a Catania, l'accanirvi contro le classi sociali più povere, lastricare di condoni la strada dei più ricchi. D'altronde, siete la destra, non vedevate l'ora di poterlo urlare a petto in fuori. Un po' come ha fatto l'onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove, venuto qui a petto in fuori, sotto la curva, ieri. Verrebbe da dire, che cosa si aspettava? I nostri complimenti, forse? È attraverso il vostro atteggiamento che siamo certi che questo Paese abbia un'emergenza, e quell'emergenza siete voi. Siete voi che avete scritto questo decreto, che è un manifesto ideologico, che serve, lo sottolineo, a proseguire la campagna elettorale, ma questa volta non a costo zero, ma a nostre spese, a spese del Paese, della sicurezza sanitaria del Paese, di priorità evidenti, quelle vere. Con buona pace di chi vi ha votato sulla base di promesse elettorali di soluzione ai problemi concreti, avete licenziato una legge di bilancio che, se tutto andrà bene, ha il respiro di un quadrimestre.
E ora presentate questo decreto ideologico, questo manifesto identitario, che serve solo a tenere anestetizzati alcuni dei vostri elettori. Difatti non vi siete risparmiati in retorica, in parole e in narrazione. Però arrivo alle tre cose che mi hanno colpito. La prima, quella che dà il titolo a questo decreto, il provvedimento anti rave. Naturalmente già molti colleghi lo hanno fatto, prima di tutto verrebbe da chiedervi dove sono necessità e urgenza. Uno del totale dei tre rave dell'anno risolto con strumenti già a disposizione. Tutto questo è stato ben descritto nelle tante ore di dibattito parlamentare, che è stato quasi sempre, però, un dibattito a una sola voce, quella delle opposizioni, che senza contraddittorio hanno spiegato molto bene l'assoluta esagerazione della pena prevista.
Sono stati elencati i numerosi reati che hanno pene inferiori, la non urgenza del tema e infine l'oggetto, la musica. La musica è uno dei linguaggi universali, che diventa strumento per esercitare propaganda. La musica che diventa strumento che determina un oggetto di reato. Un linguaggio universale che è diventato un vostro nemico. C'è un altro linguaggio universale che mi preoccupa, messo nelle vostre mani, e mi sta particolarmente a cuore: è lo sport.
E, allora, la seconda cosa sulla quale il decreto ha catturato la mia attenzione è proprio lo sport usato come clava ideologica, perché, prima, avete inserito il lodo Lotito nella legge di bilancio e, poi, per essere proprio sicuri, l'avete reinserito anche nell'Aiuti-quater. Mi permetto anche di correggere la signora Primo ministro: quell'articolo è un condono mascherato, fortemente voluto da un vostro senatore, vice presidente della Commissione bilancio, che non ha ritenuto opportuno di dimettersi dal suo ruolo di presidente di un club professionistico di serie A, generando un'imbarazzante conflitto di interesse.
Voi siete riusciti ad inserire in questo decreto, quello di cui stiamo parlando, anche un articolo che riguarda l'estensione di una proroga delle disposizioni processuali per i provvedimenti relativi all'ammissione ai campionati professionistici. Una moratoria, il cui obiettivo è quello di permettere le iscrizioni ai campionati delle squadre, che, in caso di controversia, si ferma al primo grado della giustizia sportiva. A quale mancetta fa riferimento questo articolo? Quale tributo dovete pagare? Chi si salverà? Come nel vostro stile, i più forti, i più potenti? Quelli che non fanno bilanci, ma sbilanci? Le società calcistiche, magari, quelle quotate in Borsa, i cui membri di CdA rischiano il penale? Chi ve l'ha dettata questa norma? Chi pagherà il conto di questa norma? Come sempre lo sport di base, i lavoratori dello sport, le associazioni sportive, gli enti di promozione sportiva.
Perché, a voi, in fondo, lo sport non interessa, voi avete una certa consolidata tradizione a trattare lo sport come strumento di propaganda, come clava ideologica. A voi interessano gli interessi del senatore Lotito, vi interessano quegli enti di promozione sportiva, come l'ASI, tuttora presieduta da Claudio Barbaro, senatore nella precedente legislatura, non rieletto, ma prontamente recuperato nel ruolo di Sottosegretario. Bastava aprire il sito di quell'ente di promozione sportiva durante la campagna elettorale, ente di promozione sportiva che, come tutti, giustamente, riceve finanziamenti pubblici - nel 2021, 932.059 euro - , e nessuno avrebbe avuto ad intendere di non essere sul sito ufficiale di Fratelli d'Italia. O, ancora, il nostro collega, deputato Paolo Barelli, storico presidente della Federazione nuoto, nessuno di loro - il senatore Lotito, il senatore Barbaro o l'onorevole Paolo Barelli - ha mai pensato di dimettersi dalle rispettive cariche di presidente; nel caso di Barelli ci ha dovuto pensare la Federazione internazionale a dimissionarlo. Quelle persone che ho citato - il senatore Claudio Lotito, che ampiamente usufruirà della norma “spalma debiti” fatta su misura, 5 anni per pagare alcune decine di milioni di euro di tasse dovute allo Stato, il Sottosegretario Claudio Barbaro, presidente di quell'ente di promozione che ha ricevuto quasi un milione di euro di denaro pubblico, l'onorevole Paolo Barelli, presidente della Federnuoto -, lo ripeto, non vi puzzano un po' di conflitto di interessi? A voi, probabilmente, no, però questa domanda voglio che resti nel resoconto stenografico di questa seduta fiume e delle immagini che potremo diffondere di questo mio intervento affinché la risposta la possono dare sportivi, cittadini e cittadine nel nostro Paese.
Capitolo tre, la terza cosa che mi ha colpito: la vostra vocazione no-vax e il vostro rapporto con il COVID. Il Ministro Schillaci, ieri pomeriggio, ha ricordato in quest'Aula l'importanza del piano vaccinale, che il nostro Paese ha saputo mettere in azione nella primavera del 2021. Ricordava di rimanere ancorati alle basi scientifiche: giusto, sottoscriviamo. E, allora, perché, in maniera grottescamente intempestiva, poche settimane fa, avete scritto questo decreto che, in maniera così sfacciata, strizza l'occhio al mondo no-vax? A chi dobbiamo credere? A voi? Al Ministro? Guardate, io credo che voi siete dalla parte della scienza quanto io ho i boccoli biondi.
A voi, paladini del diritto del reintegro dei medici no-vax, chiedo di tutelare anche il diritto di tante cittadine e cittadini - e io sono uno di quelli - che chiedono di sapere se i loro medici si fidano della scienza o dell'anti-scienza. Io voglio avere il diritto di sapere se il mio medico è un no-vax. Io e milioni di italiani abbiamo il diritto di sapere se chi è chiamato a tutelare il nostro diritto alle cure, previsto dall'articolo 32 della Costituzione, sia un medico no-vax, perché io, da un medico no-vax, non mi farei curare neanche un brufolo. Io ho fatto tutti i vaccini fidandomi della scienza, ma, voi dopo le parole del Ministro Schillaci, come fate ad approvare un decreto che comprende l'articolo 7 “Cessazione dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 e disposizioni transitorie sui precedenti sanzionatori in materia”. Mi chiedo come facciate tutti, ovviamente.
Ma, se dalla claque dell'onorevole Donzelli mi aspetto qualsiasi testacoda, mi rivolgo in maniera individuale a ciascuno di voi e alle vostre coscienze, 44 colleghi di Forza Italia o, meglio, alle poltrone che in questo momento quei colleghi occupano, e lo faccio ancora di più dopo il bellissimo intervento in Aula di ieri dell'onorevole Stefano Benigni o delle parole che ricordavo ieri, indirizzate l'8 gennaio del 2021 all'allora Presidente del Consiglio da parte del vostro deputato, l'onorevole Maurizio Casasco, laureato in medicina, specializzato in medicina dello sport, presidente della Federazione medico sportiva. Le rileggo, perché le condivido una per una. Diceva, nel gennaio del 2021: “È oggi più che mai evidente che la vera chiave di volta nella lotta alla pandemia sia la massima velocizzazione nella somministrazione dei vaccini anti- Sars-CoV-2, collaborando ad ogni livello per convincere tutti i cittadini della sua utilità e sicurezza nel garantire salute individuale e di gruppo”.
Ma come fate a votare questo decreto, colleghi di Forza Italia?