Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 705

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, intervengo ora in questa discussione che ci sta portando ad affrontare tutti i temi del decreto che il Parlamento è chiamato oggi a convertire e lo faccio come cinquantesimo parlamentare che prende la parola in dichiarazione di voto. Sono le voci dell'opposizione, lo stiamo facendo per una ragione molto semplice: noi crediamo davvero nel ruolo del Parlamento e, se questo primo decreto politico del Governo Meloni è il biglietto da visita dell'azione del nuovo Governo, questa discussione per noi è il biglietto da visita dell'opposizione che noi vogliamo portare avanti all'interno di quest'Aula. Lo faremo nel rispetto della Costituzione, dell'articolo 54, della disciplina e dell'onore che dobbiamo, al grande onore e il privilegio che siamo chiamati a compiere in quest'Aula e lo faremo usando tutti gli strumenti a nostra disposizione per cercare di rappresentare, dentro quest'Aula, quella che è un'idea di futuro, che è opposta alla direzione politica che ha indicato la Presidente Meloni quando è venuta qui, in quest'Aula, e che, purtroppo, si sta rivelando la direzione politica confermata dalle prime azioni di questo Governo.

Nell' intervenire ora, dopo tanti interventi, dopo una notte ininterrotta di discussione, voglio innanzitutto chiedere ai parlamentari presenti, molti delle opposizioni, ai due parlamentari della maggioranza presenti, a tutte le persone che sono qui, di rivolgere un ringraziamento, un applauso, ai funzionari della Camera, alle persone che hanno lavorato tutta la notte (Applausi), perché, dietro il loro lavoro, il lavoro che si sta svolgendo alla buvette, il lavoro che si sta svolgendo agli accessi, il lavoro che si sta svolgendo negli uffici, c'è la possibilità per noi di svolgere il nostro ruolo. E, se noi qui possiamo farlo, è perché ci sono tante donne e uomini che lavorano ogni giorno per garantire al Parlamento di poter funzionare.

Ci sono state delle polemiche, anche in questa settimana, circa le date a cui rendere omaggio. Una parte anche di persone che ricoprono ruoli istituzionali, che non citerò in questa occasione, hanno ricordato il 26 dicembre, la nascita del Movimento sociale italiano. Io penso che, da parte nostra, la data più importante, lo ricorda in quest'Aula quell'ultima targa lì, alla nostra destra, sia stata l'approvazione e, poi, la promulgazione della Costituzione italiana: il 27 dicembre, quindi 75 anni da oggi, e noi a quella Costituzione dobbiamo veramente il nostro impegno. E oggi affrontiamo questa discussione e la affrontiamo nel momento in cui qui abbiamo avuto questa possibilità ,al Senato si è chiusa la fase dell'approvazione della manovra di bilancio e si affronta la fine di questo anno e l'inizio dell'anno che verrà.

Io parto da come stanno raccontando quello che sta avvenendo intorno a noi i giornali di questa mattina, anche perché intervenire in questo orario inconsueto ci offre la possibilità di aprire una finestra di quest'Aula verso quello che avviene fuori da noi. Io leggo solo alcuni titoli: “Riforme e COVID”; “la linea Meloni insegue il presidenzialismo”, “Tamponi e mascherine, restando liberi. Critiche le opposizioni” (penso un eufemismo rispetto alla reazione che stiamo tenendo in quest'Aula), “Vaccini, Meloni si nasconde. Campagna di immunizzazione al palo, ma la Premier insiste: le decisioni le lascio ai medici”, “Via il tampone alla fine l'isolamento”, “allarme voli dalla Cina”, “L'Italia chiede aiuto all'UE”, “Lotta al COVID, ma senza lockdown” e, poi, ancora, “Riprovano con il panico per spingere i vaccini”.

Ecco, a chi arriva a scrivere questo, io vorrei collegarmi all'intervento del collega Silvio Lai e condividere alcuni dati, i dati dell'Istituto superiore di sanità, che ci dice quanti sono i morti direttamente evitati, dal gennaio del 2021 al gennaio del 2022, dalla vaccinazione: 150 mila morti evitati, 55 mila ricoveri in terapia intensiva, 500 mila nei reparti ordinari di degenza. Tra l'altro, anche da luglio 2021 in poi, con la vaccinazione di prima dose completata su oltre l'80 per cento della popolazione, si sono evitati più della metà degli eventi attesi. E il numero degli eventi invitati è più alto dove è più alta la percentuale di vaccinati, come nel Centro e Nord Italia rispetto al Mezzogiorno, dove è più bassa la percentuale di vaccinati. E in questi numeri non sono stimati gli effetti indiretti, che mutano nei territori in ragione dell'efficienza della sanità pubblica regionale e della sua ripartenza. Dove questa è stata meno condizionata, meno vincolata, meno paralizzata dalla pandemia, dove questa è stata in grado di riprendere da subito la propria attività di prevenzione, cura e interventi chirurgici, la mortalità aggiuntiva è stata bassa; dove l'azione del Sistema sanitario è stata inadeguata e lenta la ripresa, la mortalità aggiuntiva è stata elevata, con numeri che hanno raddoppiato la mortalità del COVID.

Ecco, diciamo questo, diciamolo con chiarezza: non è la campagna di vaccinazione a generare il panico, è l'assenza di una campagna di vaccinazione che può generare il panico, perché noi dobbiamo sapere che, senza il vaccino, noi non saremmo qui oggi e non dobbiamo avere paura di dirlo. E, quando io leggo altri titoli, come “Lotta al COVID, ma senza lockdown”, io mi preoccupo, perché, se voi leggete i nostri ordini del giorno, che dicevano in tanti passaggi le stesse cose che ci ha detto il Ministro, ormai diverse ore fa, nell'informativa che ha portato, noi non abbiamo mai detto adesso cosa serve, perché cosa servirà dipenderà dall'evoluzione della pandemia, ma escludere degli strumenti per poter combattere la pandemia oggi significa renderci più deboli in questa battaglia. E, vedete, il vero punto è questo: quanto vogliamo essere forti, come Paese, nel fronteggiare una minaccia, che è più grande delle singole forze politiche e che dovrebbe vedere maggioranza e opposizione non divise, anche nell'incapacità di leggere la coerenza che c'è tra l'impegnativa di un ordine del giorno che ci invita a mettere le mascherine in determinate situazioni, che è la stessa identica cosa che ha detto il Ministro pochi minuti fa, ma unite.

È questo quello che sta mancando in questo momento e si collega ai passi avanti che si stanno facendo sulla manovra. Leggo: “Ok del Senato”, “Manovra al traguardo, 119 decreti per sbloccare 46 miliardi”: è il tentativo di spostare altrove l'attenzione rispetto a quello che sta avvenendo. Noi abbiamo la manovra, abbiamo i dati della pandemia, abbiamo i controlli a Malpensa, abbiamo una persona su due che viene nel nostro Paese dalla Cina che è positiva al COVID, hanno fatto in Cina una scelta vaccinale diversa dalla nostra e ne stanno pagando le conseguenze. E altri titoli che ci dicono qual è il primo punto l'agenda: “Voglio un'Italia presidenziale”, “E ora il presidenzialismo” e, poi, via discorrendo.

Ecco, da questo punto di vista, io lo voglio dire con grande chiarezza, noi non ci sottrarremo mai a un dibattito sulle riforme istituzionali, che è un grande dibattito di cui il Paese ha bisogno, ma non nascondiamoci dietro al dibattito sulle riforme istituzionali in un momento in cui, invece, dobbiamo parlare e dirci con chiarezza, ad esempio, che cosa non va nella manovra - lo abbiamo fatto, lo abbiamo detto - sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico, la questione territoriale, l'assenza delle misure contro l'aumento dei costi dell'inflazione, che rischiano di fermare servizi essenziali - non riconoscendo l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, rischiamo di fermare le mense scolastiche, rischiamo di fermare le mense sanitarie -, gli stanziamenti insufficienti per la scuola, per il trasporto pubblico, un'autonomia differenziata che rischia di aggravare le diseguaglianze territoriali. Poi, le imprese, lo sviluppo, l'assenza di politiche per il rilancio dell'economia, le misure deboli per gli investimenti, l'incertezza sul PNRR, l'assenza di risorse aggiuntive, il lavoro, la pensione, la povertà, l'energia, l'ambiente, le carenze, le assenze di questo Governo.

Noi siamo qui per denunciarlo, siamo qui per denunciarlo con chiarezza, con nettezza e per cercare di svolgere una funzione utile al Paese. Vorrei riprendere un passaggio a mio avviso molto, molto importante e suggestivo con cui si conclude uno scritto di Lussu. Abbiamo ricordato la promulgazione della Costituzione italiana e penso che sia bello concludere questo intervento - se, Presidente, stiamo andando verso l'esaurimento del tempo: non voglio abusare del tempo a disposizione di tutti i parlamentari e cerco di dare il buon esempio in quest'Aula - con la conclusione di Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu. C'è un passaggio che a me piace, convince e parla, ancora oggi, in cui a un certo punto, in quel viaggio verso la libertà, c'è uno scambio. Si dice “Il mondo va a destra” e la risposta è: “Il mondo non va né a destra, né a sinistra; il mondo continua a girare attorno a sé stesso con regolari eclissi di luna e di sole”. E io penso che il ruolo del Parlamento, il ruolo dei democratici in questo Parlamento, il ruolo dei democratici nel Parlamento italiano che - per dirla come disse Ted Kennedy nel Congresso americano - possono essere in minoranza nel Parlamento, ma parlano per la maggioranza dei cittadini - è quello, durante questa eclissi che rischia di farci dimenticare quanto è pericolosa la minaccia del virus, di tenere accesa la luce e di tenere aperti gli occhi verso quello che si muove anche fuori da quest'Aula. Se il nostro dibattito parlamentare ci fa parlare di un decreto che appariva moderno, efficace e attuale due mesi fa, ma oggi c'è un'altra agenda politica, noi, con tutti questi interventi, stiamo invocando il Governo e tutti noi ad affrontare anche le emergenze dell'oggi e a cercare di guardare in faccia il Paese.