A.C. 705
La ringrazio, signora Presidente. Vorrei condividere con i colleghi, in questo mio intervento, parole non mie: l'Italia ha adottato le misure più restrittive dell'intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche; voglio dire fin d'ora che non replicheremo in nessun caso quel modello. Sono le parole che ha pronunciato in quest'Aula, nello scorso mese di ottobre, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, proprio in occasione del suo discorso di insediamento. Parole che, permettetemi di dire, sembrerebbero più adatte a una forza di opposizione che a una forza di Governo, e che, in questo momento, continuano a strizzare l'occhio ad una propaganda che è stata certamente redditizia in campagna elettorale, ma, ora che i contagi crescono e la paura di nuove varianti rischia di creare problemi molto seri e gravi al nostro Paese, risulta sicuramente scarsamente efficace, perché, colleghi, con l'ideologia non si governa, purtroppo, o si governa molto male.
Il provvedimento che oggi arriva in quest'Aula alle battute finali è davvero un campionario molto efficace di ideologismi, e per tanti motivi. Parto proprio dalla cronaca di queste ore, dalla situazione dei contagi. Il vostro decreto, con le aggiunte anche inserite al Senato, è davvero una summa ideale di tutto l'armamentario no-vax a cui abbiamo assistito in questi anni, proprio perché prevede il venir meno dell'obbligo vaccinale contro il COVID per i lavoratori che operano nei settori sanitario, sociosanitario e socioassistenziale, addirittura dal 2 di novembre; prevede la sospensione dell'entrata in vigore, fino al 30 giugno 2023, delle sanzioni amministrative pecuniarie previste in questo caso per l'inadempimento dell'obbligo vaccinale, nonché elimina, addirittura, l'obbligo del green pass nelle strutture in cui era ancora obbligatorio, modificando, in aggiunta, come se non bastasse, la disciplina dell'isolamento fiduciario ed eliminando, addirittura, l'obbligo del tampone negativo e dell'autosorveglianza.
Insomma, un capolavoro autentico, che, da un lato, rappresenta un vero e proprio schiaffo a quanti, in questi anni hanno rispettato le regole, badate bene, non solo per proteggere se stessi, ma per difendere, in primo luogo, i soggetti più deboli e più fragili dal rischio del contagio, in nome di uno spirito di comunità positiva che in questi anni ha caratterizzato il nostro Paese; sall'altro, il provvedimento è un'autentica amnistia sanitaria per chi non ha rispettato le leggi dello Stato, che, vedendo anche i mesi difficili che ci attendono, lancia un messaggio distorto e pericoloso al nostro Paese, un libera tutti, che non corrisponde, purtroppo, alla situazione reale a cui stiamo assistendo in queste ore. Perché il reintegro dei medici no-vax sospesi e la sospensione delle sanzioni pecuniarie è uno schiaffo per quei medici, per quei camici bianchi, per quel personale sanitario che, nel 2021, chiese a gran voce non di essere chiamato eroe, ma pretendeva fatti concreti per tutelare la propria salute, a cominciare dal richiamo giusto alla rivendicazione della vaccinazione per tutti i medici.
C'è una cosa, forse, della retorica che ha animato il vostro provvedimento che vi sfugge. Tutte le misure che sono state adottate, a partire dal 2020, sono ispirate da un principio costituzionale chiave, quello del contemperamento di diritti costituzionalmente rilevanti e primari, e, in particolare, dal principio secondo cui il diritto e la libertà del singolo trovano un limite imprescindibile nel diritto alla salute e alla sicurezza dell'intera comunità, interesse preminente e quello che realmente, in questi anni difficili che abbiamo ormai alle spalle, ha garantito la salute collettiva. Perché, se il nostro Paese è riuscito a contenere e a ridurre i contagi, a superare man mano le necessarie misure prudenziali che sono state adottate, è stato proprio grazie ad una campagna di vaccinazione generalizzata, che ha consentito una copertura ampia di buona parte della popolazione italiana, proprio a cominciare dai soggetti più fragili.
Quel discorso che citavo poco fa, colleghi e signor Sottosegretario, io l'ho riletto più volte e ho trovato una mancanza nelle parole della Presidente Meloni. In quell'intervento in cui si è parlato di misure liberticide è mancata una parola: “vaccini”, “vaccinazione”. Quei vaccini che, come ricordavo poco fa, ci hanno aiutato e protetto in questi anni, quelle campagne di vaccinazione che ora dovrebbero ripartire con nuovo e più forte slancio, soprattutto pensando alla quarta dose, perché, nonostante il COVID sia sparito dall'orizzonte di questo Governo, la circolazione del virus non è sparita purtroppo dal Paese. Vi cito solo alcuni dati: l'elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di un'elevata risposta immunitaria grazie al richiamo hanno rappresentato e continuano a rappresentare gli strumenti necessari e indispensabili per mitigare l'impatto della pandemia.
C'è urgenza e, quindi, necessità di intervenire e non di perdere tempo. Se stiamo ai dati, 8 ricoverati per COVID su 10 non avevano fatto il richiamo vaccinale e si concentrano, soprattutto, in una fascia di età superiore ai 60 anni. Eppure, anche ieri, la Presidente del Consiglio invitava semplicemente e genericamente a vaccinarsi, invitando anche a chiedere consiglio ai medici, senza rimettere in piedi una seria campagna di vaccinazione. Insomma, come ci consiglierebbero il nostro vicino o la nostra vicina di casa, non la Presidente del Consiglio, non il capo del Governo, non riuscendo, ancora una volta, ad uscire da quella ambiguità che continua a caratterizzarvi. In controtendenza farebbe pensare quanto ammesso e riconosciuto ieri anche dal Ministro della Salute, che ha proprio evidenziato la necessità di reintrodurre le mascherine nei luoghi di cura e nei presidi sanitari. Basterebbe anche sentire gli interventi che ieri sono risuonati in quest'Aula anche da parte di forze della maggioranza, interventi abbastanza diversi gli uni dagli altri, a conferma, forse, che dovreste tutti uscire dall'ambiguità e chiarire quella che è la vostra linea politica. Ma le disposizioni che ci troviamo ancora, nuovamente, a commentare oggi sono prive, purtroppo, di un qualsiasi argomento scientifico, di un qualsiasi principio organizzativo. Il messaggio che voi lanciate al Paese è piuttosto chiaro: il primo decreto-legge che questo Governo ha adottato, da un lato, condona le sanzioni a quanti non hanno rispettato misure previste - attenzione - da leggi del nostro Stato, a scapito, tra l'altro, dell'intera comunità e, dall'altro, invece, pretende di adottare regole severe contro i rave party, contro i raduni non autorizzati. Uno strabismo che difficilmente si spiega, se non, ancora una volta, con il ricorso all'ideologismo, alla volontà di mettere bandierine, distogliendo l'attenzione da temi di importanza ben più rilevante, ne abbiamo discusso per tante ore in Commissione bilancio e in quest'Aula, come il taglio dei servizi ai cittadini, con riferimento ai quali la vostra manovra di bilancio ci consegna degli interventi miopi che tagliano risorse ai più fragili, che tagliano risorse agli enti locali per darle, in realtà, a chi non paga le tasse. E se l'indirizzo politico che ispira questa maggioranza è quello dei condoni, delle sanatorie, dell'allentamento degli strumenti di contrasto all'evasione fiscale, allora, forse, si capisce perché tanta insofferenza e leggerezza verso ogni dovere di solidarietà, anche in ambito sanitario. Mi viene un po' da pensare che queste siano una sorta di armi di distrazione di massa, perché andiamo un attimo a vedere come si è creata la norma relativa ai rave party, analizziamo proprio con attenzione la situazione. Si prende un fatto di cronaca, quello che è avvenuto a Modena, l'organizzazione di una manifestazione non autorizzata. Si inizia a fare polemica e a sollevare il caso a colpi di tweet e di dichiarazioni roboanti e si pensa bene di adottare un decreto d'urgenza per istituire una nuova fattispecie di reato. Nel frattempo, però, la manifestazione non autorizzata è stata gestita, fortunatamente in modo pacifico e ordinato, da tutte le istituzioni locali, consentendo lo sgombero e il sequestro, applicando quella che era la normativa previgente al decreto-legge. Attenzione, non la norma costruita e inserita in fretta e furia nel testo, ma quella che era la norma già vigente in questi anni. Non voglio difendere, non stiamo, ovviamente, difendendo i raduni illegali in questo caso, ci mancherebbe, però la norma approvata nella prima versione del primo Consiglio dei ministri targato Meloni attribuiva un potere arbitrario al Governo, violava apertamente quello che era l'articolo 17 della Costituzione. Un capolavoro, prevedeva e continua a prevedere delle sanzioni spropositate rispetto a quella che è la fattispecie di reato, si dice, e lo si ammette anche candidamente, per autorizzare le intercettazioni. Peccato che - lo ricordava qualche giorno fa un collega in quest'Aula, esprimiamo anche noi la nostra solidarietà al Ministro Nordio - proprio il Ministro della Giustizia Nordio condanni e abbia evidenziato più volte la necessità di limitare l'uso delle intercettazioni stesse. Quindi, ancora una volta, è una strategia strabica quella adottata da parte del Governo, che, ovviamente in sede di conversione al Senato - peggiorare, del resto, era abbastanza difficile -, è stata rivista, con la consueta strategia del gambero, che ha caratterizzato numerosi provvedimenti di questo Governo: si adotta una norma - penso a quanto avete fatto rispetto al POS o alla misura 18App - in cui si presenta un emendamento soppressivo, si levano critiche da più parti - nel caso di 18App dalla CGIL e da Confindustria, quindi con un ampio arco costituzionale -, si rivede la norma, intervenendo in modo sbagliato. Mi viene da dire che siete recidivi in questo senso.
Concludo con una citazione. Mi viene in mente un'acquaforte di Goya, Il sonno della ragione genera mostri, in cui un uomo colto dal sonno viene circondato da mostri terribili e spaventosi. Pensando al provvedimento che oggi chiudiamo in quest'Aula, pensando anche alle dichiarazioni che abbiamo sentito in questi giorni rispetto al Movimento sociale italiano e alla nostalgia da parte di qualcuno, mi verrebbe da dire che, forse, è il caso che tutti noi, e voi in particolare, vi destiate da questo sonno e facciate appello alla storia di questo Paese e al valore anche della scienza, per evitare di produrre, come avete fatto in questa sede, ancora dei mostri.