Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Matteo Mauri

A.C. 705

Grazie, Presidente. Io voglio collegarmi a quello che ha detto adesso l'onorevole Fornaro: non siamo qui per fare un dispetto al Sottosegretario; siamo qui perché siamo stati costretti a essere qui perché, se le opposizioni hanno scelto la linea dura e intransigente, la linea della presenza oltranza, è perché sono state costrette a farlo e sono state costrette per la sordità e per l'indisponibilità da parte di questo Governo su questo provvedimento e non solo.

Però, quando ascolto le dichiarazioni del Ministro per i Rapporti con il Parlamento - ripeto: Ministro per i Rapporti con il Parlamento, non Ministro della Guerra - che dice che l'opposizione è irragionevole, per cui servirà la ghigliottina o la tagliola che dir si voglia; quando vedo l'atteggiamento del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che ieri sera ha segnato una pagina molto negativa, dimostrando insofferenza e fastidio nei confronti dell'opposizione, non solo dico che noi siamo stati costretti, ma che noi stiamo facendo bene, nell'interesse di tutti, non solo nell'interesse della rappresentanza di una parte politica.

Infatti, ci troviamo di fronte a un Governo che ha promesso di tutto agli italiani in campagna elettorale, che soprattutto ha sottolineato il fatto di essere pronto: questo era lo slogan del partito di maggioranza relativa e che esprime la Presidente del Consiglio. Invece, come era prevedibile, non è vero niente, non è vero assolutamente niente. Dal primo provvedimento del Governo, ci si sarebbe potuti aspettare anche una rivoluzione copernicana, un intervento che andasse in profondità, che provasse a dare un indirizzo nuovo al Paese, ammesso che ne abbia bisogno e ammesso che questo Governo sia capace non solo di farlo ma anche di immaginarlo. Invece, a cosa ci troviamo di fronte? A un topolino, sostanzialmente, niente, una norma fatta in maniera affrettata. Penso in particolare a quella sui cosiddetti rave party e a un intervento, quello sul COVID, che va esattamente nella direzione opposta a quella che servirebbe, ma che strizza l'occhio a un pezzo di elettorato con cui non solamente in questa campagna elettorale, ma in questi anni, qualcuno ha giocato e ha giocato sulla pelle degli italiani.

Allora, se questo è l'atteggiamento del Governo, al netto del sottosegretario che oggi è in Aula, la nostra risposta non poteva che essere questa, anche perché non abbiamo scelto noi i tempi per fare questo decreto, non siamo noi che l'abbiamo pensato in modo che cadesse in coincidenza con la legge di bilancio e con la fine dell'anno. E qui vedo anche una grande imperizia, che si è vista nella costruzione della legge di bilancio e - fatemi dire e con dispiacere per la mia vecchia appartenenza al Ministero dell'Interno - che si vede tantissimo anche su questa proposta manifesto, “decreto manifestino” sui rave party, trattandosi addirittura di sbagliare l'articolo, di farsi bacchettare sulle dita da tutti - ma da tutti veramente -, e essere costretti a fare marcia indietro, per produrre una cosa che in realtà non cambia nulla. Io penso sempre che, quando si aumentano le pene per provare a incrociare l'opinione pubblica su alcune questioni, significa non essere in grado di fare il proprio mestiere, perché le regole ci sono, basta applicarle e, in grandissima parte, con quelle regole si sono risolti i problemi. Il fatto di Modena, a cui qualcuno faceva riferimento, dimostra esattamente questo: a regole vigenti, con la volontà di farle rispettare, di applicarle, di usarle, si può fare praticamente tutto. Infatti, non è un fenomeno nuovo, non è una novità che ha bisogno di un intervento. Allora, perché si fa? Perché c'è una certa abitudine, soprattutto di alcune forze - in questo caso penso più alla Lega - di inventare i problemi o ingigantirli, per poi proporsi come risolutori. Io parlo anche con un po' di vicinanza a chi deve seguire questo decreto, però sto pensando anche a un altro decreto, che in queste ore si sta perfezionando in Consiglio dei ministri, che è quello che prende di mira sostanzialmente le ONG, un'altra misura manifesto, in questo caso non solo inutile, ma controproducente, che prova a dare risposte a problemi che si sono inventati o si sono messi sul tavolo. In quel caso è ancora più grave, perché si sta parlando di vite umane e c'è il tentativo della criminalizzazione di chi salva vite umane. Io penso che sia una cosa, non solo inaccettabile, ma anche indegna. Quando, invece, come in questo caso, si parla di COVID, si strizza l'occhiolino a chi non ha rispettato le regole, mentre ci si propone qua nel Paese come i veri difensori dell'ordine e della sicurezza, del rispetto delle regole solamente per gli amici, ma non per altri.

Si gestisce con leggerezza il tema della sanità, si permette a chi ha violato le regole di farla franca, anche rimandando le sanzioni - e poi, chissà, magari mandandole ancora più in là e poi facendole estinguere - e chi introduce dentro le strutture ospedaliere e sanitarie persone, che non sono vaccinate e che, di conseguenza, potrebbero molto più delle altre rappresentare un pericolo per la vita delle persone, si assume fino in fondo una responsabilità. E, quando dico che si assume la responsabilità, intendo una responsabilità non solo di carattere politico, non solo di carattere morale, ma una vera responsabilità verso il danno che potrebbe creare e, attenzione, non in una fase discendente della pandemia. Ma noi ci siamo già dimenticati cosa è successo in questo Paese negli ultimi due anni? È vero che siamo un popolo con la memoria tendenzialmente corta, ma ci siamo già tolti dagli occhi quelle immagini che abbiamo visto in televisione? Quelle giornate intere, quelle settimane, quei mesi, in cui i nostri ragionamenti, le nostre paure, erano piene di COVID e, soprattutto, l'Italia era piena di morti di COVID? Ma noi pensiamo che si possa gestire con questa leggerezza? Pensiamo che, per provare a mandare qualche messaggio politico a qualcuno o per fare l'interesse elettorale di qualcuno qua dentro, ci si possa assumere questa responsabilità? Se queste sono le premesse, non solo queste notti, non solo questi giorni, ma noi non ci toglieremo mai da questi banchi, perché noi siamo qui a rappresentare i cittadini italiani nella loro interezza, non solamente la nostra parte, e di conseguenza a rappresentare i loro interessi, a partire dall'interesse e dalla necessità di difendere la vita umana, oltre che le regole. Il Governo in questo caso - ma vedo, purtroppo, anche in altri casi - ha dimostrato, da un lato, l'incapacità di affrontare le vere priorità e, dall'altro, anche un po' di dilettantismo, cosa che mi potrebbe far piacere come opposizione, ma che non mi fa piacere come cittadino.

Tornando al tema delle priorità, fatevi due conti, nel senso che, se questi sono i problemi che il Paese deve affrontare immediatamente, altrimenti chissà cosa succede, se queste sono le vostre priorità, io penso che abbiate completamente sbagliato punto di vista. L'avete sbagliato e rischiate di sbagliare ancora. Noi staremo qua, sempre a presidiare l'interesse di tutti e a difendere le persone oneste, che si aspettano dalla politica la difesa di se stessi, dei propri interessi legittimi. Non staremo a difendere gli interessi dei furbetti o di quelli che in qualche modo pensano che questo sia un Paese in cui ognuno, alla fine della fiera, può fare quello che vuole e, anzi, se riesce a farlo, è anche un pochino più furbo degli altri, perché quella è l'Italia che ci fa male nell'immagine del mondo, ma soprattutto è l'Italia che fa male agli italiani.