Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Christian Diego Di Sanzo

A.C. 705

Grazie, Presidente. Ci ritroviamo qui stanotte a dover affrontare la discussione di voto in un clima che ci ha portato a ridurci all'ultimo giorno. Gran parte di ciò è dovuto all'impreparazione di questo Governo ad affrontare la manovra di bilancio, impreparazione da un certo punto di visto tecnica, ma anche dovuta alla difficoltà di trovare la compattezza all'interno della maggioranza. Quindi questo “siamo pronti” che il Governo propagandava in campagna elettorale, alla prova dei fatti si è dimostrato non vero. Ed è per questo che ci ritroviamo qui oggi.

Un'impreparazione che si riflette anche nel modo in cui è stato concepito questo decreto, questo primo atto del Governo che ha usato la decretazione di urgenza per argomenti che, onestamente, non avevano un tema di urgenza. Perché? In questo decreto, in questo pastrocchio legislativo avete messo di tutto: contrasto ai raduni illegali, cosiddetti rave, il reintegro dei medici no-vax, del personale sanitario no-vax e il carcere ostativo. Insomma tre cose che c'entrano, l'una con l'altra, un po' come i cavoli a merenda.

Di questo pastrocchio, però, bisogna capire anche quello che finisce sui media e viene comunicato, perché alla fine di un decreto in cui avete messo di tutto sui giornali si legge solo del decreto Rave e, quindi, si parla solo di rave, come se fosse l'unico tema che c'è in questo decreto, però, in realtà, c'è tanto di più e c'è tanto di più perché il Governo ha messo tanti piccoli mondi insieme, in questo decreto. Ci si ritrova in una situazione che vuole strizzare l'occhio a tutti quei piccoli mondi che il Governo ha messo insieme durante la campagna elettorale; al di là del fatto che ciò sia o meno responsabile per il futuro dell'Italia, si deve semplicemente rendere qualcosa a tutti quei piccoli mondi che hanno aiutato in campagna elettorale. Allora, la prima cosa è strizzare l'occhio all'estrema destra, dare quell'idea dello Stato forte, militarizzato, che interviene quando qualcuno si ritrova a manifestare, ecco, insomma, reprimendo, con quest'idea di autorità, che si cerca di riportare con questo decreto, colpendo raduni illegali che, di fatto, non sono certo un'emergenza.

In questo contesto fanno anche un po' sorridere le parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che nel discorso che ha fatto in quest'Aula, con cui ha chiesto la fiducia, ha detto che sicuramente lei non avrebbe impedito a studenti, a giovani, insomma, ai cittadini, di protestare contro il suo Governo, perché ci ha detto che lei stessa manifestava, da giovane, partecipava a manifestazioni e, quindi, avrebbe rispettato quelle che sarebbero state eventuali proteste nel dibattito, nel suo rapporto con i cittadini. Però, ecco, dopo queste parole, la prima decretazione d'urgenza è stata proprio quella di limitare la libertà di protestare, di manifestare, la libertà sostanzialmente di essere dei cittadini consapevoli della Repubblica e di poter partecipare alla vita politica di questo Paese.

Si tratta di una norma che, nei fatti, è sostanzialmente inutile. Il caso di Modena ci ha dimostrato che situazioni simili sono ben gestibili con le normative vigenti, quindi, perché questa norma, perché un bavaglio preventivo? All'inizio, un nuovo Governo comincia con un bavaglio preventivo agli italiani e alle italiane contro le misure che sa che a un certo punto questo Governo andrà a prendere, anche impopolari, per mandare avanti il Paese, allora, ecco, la prima cosa che si fa è mettere un bavaglio preventivo, appunto, per evitare proteste e, allo stesso tempo, strizzare l'occhio ai circoli dell'estrema destra. Insomma, in questa situazione, forse, almeno un minimo di coerenza si poteva conservare, almeno una parvenza per i primi mesi di Governo e, invece, ecco, subito, il bavaglio preventivo ai cittadini.

L'altro occhio che volete strizzare è quello ai no-vax; no-vax che, insomma, qualche voto lo hanno portato in campagna elettorale; allora, che si fa, non gli si dà una mancetta, una ricompensa? Quello che si può fare ovviamente, come prima cosa, è dargli il condono, perché questa è la cosa che la destra sa meglio fare ormai da decenni, ci ha insegnato che nel condono la destra è sommo maestro della politica italiana. Quindi, il condono: si condona chi non si è vaccinato, si condonano i medici, gli infermieri, tutto il personale sociosanitario delle RSA, si condona chi ha creduto nelle teorie complottiste, chi ha diffuso la disinformazione e chi, alla fine, sostanzialmente, ha contribuito anche ad aumentare il numero di morti in una situazione che era già davvero troppo critica per questo Paese.

L'Italia ha avuto la sfortuna di essere uno dei primi Paesi colpiti dal COVID. Io vivo all'estero e ho visto questa cosa dall'estero.

Come tanti italiani ho visto l'Italia essere vittima di questa pandemia, anche con un po' di pregiudizio, onestamente, all'inizio, perché il mondo si è ritrovato poco dopo come l'Italia. Però in quel momento i cittadini e le cittadine italiane si sono stretti insieme, si sono uniti in questo momento e hanno reagito, ritrovando anche uno spirito di unione e un senso di comunità in questa crisi. Un senso che, onestamente, ci deve rendere tutti orgogliosi come italiani.

Però, queste sofferenze sono state acuite da chi in quel momento, invece di combattere il COVID, invece di unirsi a questa battaglia, andava in giro diffondendo queste teorie complottistiche prive di ogni fondamento. Tanti medici si sono sbizzarriti. E oggi, proprio quando dalla Cina ci arrivano notizie drammatiche che ci fanno capire che la pandemia non è finita, il Governo cosa fa? Riammette nel Sistema sanitario nazionale i medici no-vax, cioè dice che andava tutto bene, che alla fine si può dire qualsiasi cosa, che alla fine tutto va bene, anche se la pandemia va avanti, ma a noi va bene così. Diffondete la disinformazione, abbiate pure atteggiamenti irresponsabili, però alla fine va bene così. Potete continuare a esercitare la vostra professione, anche se poi mettete a rischio la vita delle persone. Questo non colpisce il Governo.

L'Italia è una Nazione che in realtà soffre di un grosso gap culturale in termini scientifici. Se noi pensiamo quanti sono i laureati STEM in Italia, ossia nelle discipline scientifico-tecnologiche e di ingegneria matematica, oggi sono il 6,7 per cento, quando in Europa sono il 13 per cento. Io sono uno di quelli, uno degli scienziati emigrati all'estero, sono andato negli Stati Uniti. E là ci sono tanti che ci osservano, tanti ricercatori all'estero che oggi guardano l'Italia e pensano se, magari, è un Paese in cui possono tornare un giorno a vivere, perché è il loro Paese, o comunque anche contribuire ad aiutare dall'esterno. E sono queste notizie, sono questi atteggiamenti che fanno perdere ogni speranza a chi ci guarda da fuori, che fanno capire che alla fine l'Italia non ce la farà mai a colmare questo gap culturale, che rimarremo sempre indietro, e sono queste che danno lo sconforto ai nostri ricercatori all'estero. Poi ci riempiamo la bocca sui giornali, che ci sono i cervelli in fuga, che l'Italia deve andare avanti, deve colmare il gap che ha con gli altri Paesi sviluppati, in termini di ricerca, di innovazione, di tecnologia e di digitalizzazione, e poi diamo queste notizie e facciamo capire che la scienza qua conta poco. Umiliamo gli scienziati, umiliamo i nostri medici, e in questo umiliare non ci rendiamo conto di quanto sia irresponsabile per l'Italia, per il futuro del nostro Paese, per tutta quella comunità di ricercatori che ci guardano da fuori. Questa umiliazione costante ci fa capire che, alla fine, la scienza qua viene sopraffatta dalle chiacchiere da bar. Insomma, è normale sentirsi dire: tanto che ti laurei a fare? E' inutile, è meglio se impari a vendere qualcosa, piuttosto che ti metti a studiare. Un Paese che pensa così, semplicemente non ha futuro e non c'è molto da pensare per poter andare avanti. Ed è umiliante vedere che il primo atto del Governo alla fine si rivolge proprio a questa cosa: da una parte mettere il bavaglio a quelle che saranno le proteste future, da un'altra parte umiliare la scienza nel momento in cui la pandemia diventa ancora più importante. E allora che dire? Io sono qua, questa notte, a chiedere di fermarvi…

Arrivo alla conclusione, grazie. Vi chiedo, quindi, di fermarvi prima che sia troppo tardi, di fermarvi prima di mettere un bavaglio al Paese, in questo sforzo di moderno machismo, di moderno Stato militarizzato, che avete e che volete dimostrare con i muscoli, di fermarvi prima di infliggere un'altra umiliazione al mondo scientifico, prima di continuare a incoraggiare la fuga di scienziati dall'Italia, prima di umiliare chi studia e di premiare i complottisti. Fermatevi perché ancora non è troppo tardi.