A.C. 5-A
Grazie, Presidente. Ieri è stato approvato, anche con il sostegno convinto del Partito Democratico, lo scostamento di bilancio. Stiamo parlando di 30 miliardi e oltre. Il fatto sostanziale che queste risorse non provochino debito pubblico è un fatto positivo, anche frutto - diciamo così - della virtuosità ed efficacia del complesso delle misure adottate dai precedenti Governi; è un tesoretto. Si afferma, peraltro, nella NADEF che saranno presi provvedimenti per prolungare le misure di sostegno per la crisi energetica, presi dal precedente Governo: caro energia, sconti sulle accise, credito d'imposta su imprese energivore.
Ebbene, nella NADEF, nei 30 miliardi a disposizione, ci sono 9,5 miliardi per il prossimo nuovo decreto di aiuti che il Governo adotterà, probabilmente un “Aiuti-quater”. Ci sono risorse per le proroghe di aiuti e misure, ma ci sono anche risorse per recepire e accogliere, ad esempio, le misure proposte da un pezzo di Paese, da un pezzo di Stato, che è peraltro direttamente impegnato sulla frontiera dei bisogni, ovvero le proposte degli enti locali, dei comuni, un livello dello Stato che è stato esposto ed è in prima linea, per il COVID e la pandemia prima, per la crisi energetica ed economica oggi. Come per la crisi pandemica, anche oggi siamo tutti coinvolti e travolti in qualche modo. È iniziata una nuova legislatura, c'è un nuovo Governo politico, come si è detto, ma il valore di un Paese, il senso delle istituzioni, al netto di posizioni e dimensioni politiche diverse, lo si trova se e quando si dà valore ad un confronto anche intenso in Parlamento. Lo si trova se e quando in contesti difficili, persino drammatici, si investe sul principio di confronto e leale collaborazione fra le istituzioni, ad esempio, tra quelle centrali e quelle locali. Così si tiene unito un Paese. Quindi, non solo è incomprensibile come le misure proposte dagli enti locali e dai comuni di ogni territorio italiano e di ogni parte politica siano state in blocco respinte; è incomprensibile come misure, peraltro proposte e condivise anche nell'ambito di una relazione con le regioni e con i livelli dello Stato, siano state in blocco respinte. Oltre ad essere incomprensibile, io vorrei, noi vorremmo, che si fosse consapevoli che si sta arrecando un danno al Paese. Si tratta di proposte bocciate l'altro ieri in Commissione, con una prima debole motivazione: non abbiamo le risorse, perché non abbiamo approvato la NADEF e, quindi, lo scostamento di bilancio. Allora, ora che è approvata la NADEF ed è approvato lo scostamento dei 30 miliardi, anche con il convinto sostegno del Partito Democratico, è possibile conoscere e sapere? È possibile far sapere al Parlamento, ai comuni, ai sindaci italiani di ogni parte politica e geografica, se il decreto che adotterà il Governo con il Ministro Giorgetti conterrà le proposte e le risposte per gli enti locali? Se conterrà le misure serie, ragionevoli e puntuali dei comuni? Ma di cosa stiamo parlando? Come si legge dalla stampa, non affrontiamo il tema della crisi energetica. Stiamo parlando, ad esempio, della bocciatura della proposta che finanzia il fondo che consenta ai comuni l'adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare. Chi è stato nei territori, chi, come me ed altri colleghi di ogni partito, ha avuto l'onore di ricoprire la carica amministrativa di sindaco sa cosa vuol dire la colletta alimentare, la solidarietà alimentare, la spesa che si porta nelle famiglie per coloro i quali non arrivano, non a fine mese, ma a fine settimana. Ebbene, questa proposta è stata bocciata.
Stiamo parlando della bocciatura della proposta normativa, che aveva la finalità di consentire agli enti locali di coprire le maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi dei materiali di costruzione, anche utilizzando le economie virtuose delle gare che i comuni mettono in campo. Proposta bocciata, che autorizzava gli enti locali e disporre dei ribassi d'asta ottenuti, ad esempio, per gli interventi di edilizia scolastica, a utilizzare i ribassi d'asta per l'edilizia scolastica, per fare le scuole, magari a consumo energetico zero: proposte bocciate.
Sono state poi bocciate proposte che volevano accelerare il rilascio di autorizzazioni, pareri e nulla osta previsti dalla legislazione vigente, da parte di tutte le autorità pubbliche, rispetto a progetti già finanziati del PNRR, fissando non certamente un termine con un generico via libera, ma fissando un termine entro il quale le autorità preposte si sarebbero dovute esprimere: proposte bocciate. Insomma, si tratta di un vasto complesso di proposte, che avrebbero consentito a un pezzo di Paese sia di utilizzare e spendere bene le risorse del PNRR, sia di affrontare la crisi economica dovuta alla crisi energetica. Noi non riusciamo a capire come anche il proclamato impegno di istituire un sistema di rapporti virtuosi tra il livello centrale del Paese e gli enti locali oggi sia sconfessato al primo atto utile e necessario per il Paese. Erano proposte irricevibili? Ideologiche? Sono proposte di parte?
Uso una parola su cui conviene riflettere, quando la si usa in Aula: erano proposte di “merito”. Merito nel senso dei contenuti, perché studiate, puntuali e precise, per far risparmiare al Paese, allo Stato e ai comuni e per spendere meglio le risorse, e “merito”, persino nel senso di premiare i comuni virtuosi, che sanno spendere e sanno stare nelle procedure previste. Che tipo di risposta vuole dare il Governo, non al Partito Democratico, che non si vuole ascrivere la dimensione degli enti locali, ma a quella frontiera esposta sui bisogni? Una frontiera rappresentata sì, - noi lo diciamo, che abbiamo indossato la fascia tricolore - da un pezzo di patria, che è lì, che si occupa di asili, di strade, che si occupa di infrastrutture, che deve portare la spesa e deve consentire di far pagare le bollette al Paese.
Infine, per rimanere probabilmente nei tempi, come mi auguro, un altro passaggio che ci preoccupa molto. Perché non si è fatto questo passaggio e non si è voluto né in Commissione e non lo si vuole? Che intenzione ha nel decreto che si appresta a fare il Governo? Al netto della quantificazione richiesta prevedibile di risorse per le misure per i comuni, perché non si è voluto questo confronto e non si è voluto entrare nel merito? Ovviamente la risposta non è data e speriamo di averla almeno nella giornata di oggi, nel corso del dibattito.
Un altro punto è il PNRR. Da questo punto di vista, tra una sorta di proclamata tendenza verso l'autonomia differenziata e un affermato invece neocentralismo nei rapporti con i comuni, ci preoccupa quello che stiamo leggendo sulla stampa nelle dichiarazioni, perché si legge ed è ormai nota e dichiarata la volontà di togliere risorse al PNRR. Si dice che è fuori tempo, che così non va, si parla di risorse per opere irrealizzabili. Vorrei portare un punto in quest'Aula. La nostra, come dicevo prima, non è una volontà politica di ascriversi la dimensione degli enti locali. Sappiamo come è fatto questo Paese, ci siamo impegnati nelle sue istituzioni e oggi siamo qui in Aula e vogliamo portare qui un messaggio molto chiaro: ci sono progetti concreti e approvati, progetti che sono stati definiti prima in via preliminare, poi in via definitiva e infine in via esecutiva. Sono progetti che riguardano la scuola, la formazione, i bisogni, le fragilità, progetti che riguardano la possibilità per le imprese di rigenerarsi da un punto di vista del sostentamento energetico. Verificate prima di bocciare, studiate prima di togliere! Si chiama “merito”, significa il nostro lavoro, significa guardare gli atti. Se qualche proposta utile, puntuale, intelligente, non viene da una parte, ma viene da una parte d'Italia, dagli enti locali, dai comuni, dovete spiegare perché non ascoltate, perché bocciate, perché rifiutate. I comuni - noi ci teniamo a sottolinearlo - sono un pezzo di Paese, di Nazione, sono un pezzo di patria, magari anche quella più esposta e capace di spendere i soldi della finanza pubblica.
In conclusione, è vero che il punto politico appare evidente: governare è diverso da fare propaganda e campagna elettorale. Oggi siamo in un'altra fase; noi voteremo nel merito e daremo una mano forte nell'interesse del Paese, ma non diremo una parola di meno di merito, quando vedremo ciò che evidentemente non va bene per il Paese; e in questo caso non va bene per gli enti locali. Si ascoltino i comuni, si ascoltino gli enti locali! Il PNRR è la più grande operazione di investimento pubblico del Paese, 220 miliardi, 40 dei quali pronti già a partire, per cambiare il volto delle nostre città, renderlo più umano, più solidale. Se non noi per una volontà politica e ideologica, almeno ascoltate le proposte che vengono dai territori, perché concorrono non solo a dare una mano a questo Governo, ma concorrono a dare una mano a questo Paese.