Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 30 Giugno, 2020
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

A.C. 2537

Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretaria, con questo decreto si è dato avvio positivamente allo svolgimento di un'indagine di sieroprevalenza epidemiologica e statistica concernente la diffusione nella popolazione italiana del COVID-19. Le finalità, come è stato già ricordato, sono l'acquisizione di un quadro di dati sullo stato immunitario della popolazione italiana e sulla diffusione del virus, in particolare in relazione ai pazienti asintomatici e paucisintomatici, che fin qui non sono stati oggetto o sono stati oggetto meno d'indagine diagnostica, sia in relazione ai tamponi sia in relazione ai test sierologici. Ancora, l'acquisizione di informazioni sulle caratteristiche epidemiologiche, cliniche e sierologiche del virus, su cui molto si è dibattuto, in un dibattito anche scientifico che, volendo usare un eufemismo, ha visto confrontarsi diversi e plurali punti di vista nella comunità scientifica; e, cosa probabilmente più importante, queste analisi sierologiche scientificamente fondate ci consegneranno la possibilità di calibrare e di adeguare, sulla base delle evidenze che si produrranno, le misure di profilassi e di contenimento del virus e le strategie di prevenzione di breve ma soprattutto di medio e lungo termine nel settore sanitario e sociosanitario in questa fase di cosiddetta convivenza con il virus, nell'attesa, che va alimentata con la ricerca internazionale e di investimenti straordinari, della realizzazione di un vaccino.

E l'analisi dei diversi settori della popolazione in base a parametri quali l'età, il sesso, la professione, la regione di residenza, può dare indicazioni assai utili in merito alle politiche di prevenzione da adottare in un immediato futuro rispetto a specifici cluster di popolazione. Penso, ad esempio, che il dato relativo ai bambini e ai ragazzi potrà essere di estrema utilità per valutare le strategie di riapertura delle scuole e i suoi effetti sul dato epidemiologico complessivo. Un'indagine epidemiologica che ci consentirà insomma di sapere molto di più di questo virus ancora largamente sconosciuto, di capire meglio i suoi meccanismi di diffusione negli ambiti e nelle comunità in cui più rapidamente si è sviluppato e verosimilmente anche perché; di capire di più, fuori da sterili polemiche, quali strategie di monitoraggio e trattamento del contagio hanno meglio funzionato e quali meno. Nel testo del decreto si dettaglia in maniera precisa la modalità di effettuazione di questa indagine epidemiologica, la strumentazione tecnologica, le infrastrutture informatiche utilizzate, e si precisano, tema sempre giustamente molto sensibile quando si parla di dati sanitari, le modalità rigorose e di tutela della privacy, nonché le indicazioni contenute nel provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali circa gli obblighi che devono essere rispettati dai soggetti pubblici e privati nei diversi settori rispetto il trattamento di particolari categorie di dati personali come quelli legati alla salute. Il tema della privacy è un grande tema, che sempre di più sarà centrale in una programmazione sanitaria che sarà fondata sui dati, sulla loro condivisione a fini terapeutici, sulla velocità e la completezza della loro acquisizione, ma in primis sulla loro sicurezza e tutela. Giusto parlarne, giusto avere delle rassicurazioni, giusto averlo fatto anche nel dibattito parlamentare, senza però alimentare, rispetto a questa giusta preoccupazione, l'inazione, che ci lascerebbe indietro rispetto alle traiettorie di modernità che riguardano anche la programmazione sanitaria nel resto del mondo. Questo decreto offre su questo adeguate garanzie. Insomma, una scelta, quella contenuta in questo decreto, giusta e che va nella direzione di ampliare e rafforzare la strategia di prevenzione nazionale, che si deve dare obiettivi ambiziosi, superando anche le fragilità che si sono evidenziate nel corso dell'emergenza COVID. Le criticità e le necessità emerse nel corso dell'attuale pandemia ci chiedono infatti di sviluppare interventi di sorveglianza, di prevenzione e di controllo delle infezioni molto più incisivi, e delineare la massima integrazione fra gli ambiti coinvolti nelle attività di prevenzione controllo e nell'analisi epidemiologica. La pandemia, in particolare, ha evidenziato e confermato le esigenze di uno strutturato e permanente sistema di sorveglianza e controllo specificamente dedicato alle infezioni correlate all'assistenza di tutti gli ambiti di ricovero: le acuzie, le post-acuzie, le residenzialità sanitarie e sociosanitarie residenziali. L'epidemia ci ha anche detto, altresì, della necessità di rafforzare i dipartimenti di prevenzione e distretti territoriali con rafforzamento del personale delle funzioni di igiene pubblica, investendo sul raccordo più stretto fra la medicina generale di continuità assistenziale ed i dipartimenti di prevenzione. Ha reso evidente come sia indispensabile individuare modalità di intervento ordinarie ma in grado di adattarsi rapidamente a eventi improvvisi e a garantire la necessaria flessibilità in ordine alle esigenze emergenti. I sistemi di monitoraggio, messi a dura prova dall'epidemia, si sono rivelati spesso, soprattutto in alcune regioni, particolarmente carenti, deboli. Oggi è necessario, per affrontare la nuova situazione del dopo COVID, pianificare un modello che prevede una istituzione centrale interamente dedicata alle malattie infettive in grado di gestire tutte le fasi del processo, supportando in modo adeguato le autorità sanitarie nazionali, regionali, le aziende territoriali del Paese. L'emergenza COVID ha mostrato in modo plastico la fragilità dei sistemi di prevenzione in Italia e la complessità eccessiva dei meccanismi di allerta previsti da anni nel nostro ordinamento. Per combattere la diffusione della malattia e prevenire nuovi focolai e una nuova ondata epidemica bisogna immediatamente agire con una riforma della struttura di prevenzione italiana. È necessario farlo utilizzando la sierologia e i tamponi in modo sistemico e periodico, come facciamo opportunamente con questo decreto per monitorare lo stato di salute della popolazione e per monitorare particolari cluster maggiormente esposti, penso a tutti gli operatori sanitari, alle forze dell'ordine, al mondo della scuola. Per questa ragione, l'utilizzo di strumenti di contact tracing tecnologicamente avanzati, certamente utili, vanno preceduti dai sistemi di prevenzione e individuazione precoce che finora ho provato a descrivere, quindi meccanismi efficaci solo se di ausilio ad un lavoro diagnostico.

Insomma, i prossimi mesi dovranno essere mesi di intenso lavoro, in grado di realizzare un deciso salto di qualità nell'ambito della prevenzione, del controllo e del monitoraggio epidemiologico della popolazione.

Gli studi epidemiologici che questo decreto avvia vanno nella giusta direzione e sono una premessa importante di quella strategia complessiva che chiederà ulteriori e significativi passi in avanti.

Per queste ragioni, nella convinzione dell'urgenza di percorrere la strada che questo decreto pro quota traccia, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sul provvedimento in oggetto.