Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 13 Aprile, 2021
Nome: 
Carmelo Miceli

A.C. 2989

Grazie, signor Presidente. Onorevole signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, anch'io mi unisco ai ringraziamenti al Governo, ringrazio il Ministro che si sta accomodando tra i banchi, per avere posto in essere un atto semplice, ma coraggioso: aver voluto risolvere un problema che riguardava 26 mila ragazzi, 26 mila soggetti, ai quali veniva in qualche modo impedito l'esercizio alla professione forense e averlo fatto guardando in faccia la realtà, averlo fatto con il coraggio di chi talvolta sa che il modo migliore per dare una risposta ad un problema articolato è affrontarlo per quello che è e provare a dare risposte semplici. Questo Governo ha effettivamente verificato la possibilità di sostenere l'esame attraverso le modalità classiche, ha riscontrato l'impossibilità di procedere nelle modalità classiche e ha provveduto prestando anche un'attenzione agli operatori del settore, prestando anche attenzione a quelli che erano le offerte e i consigli forniti dagli operatori del settore e dalle associazioni professionali. Ecco, quello che si è determinato in questo momento è la possibilità, fortunatamente, per questi 26 mila ragazzi di poter fare un esame. Non lo abbiamo nascosto in Commissione e non lo nascondiamo neanche in questa sede: alcune questioni - che in particolare avevamo trascritto in proposte emendative, soprattutto al Senato e non qui, per mantenere fede all'impegno di maggioranza e per consentire una soluzione più celere possibile – permangono; tra tutte, l'individuazione del sistema delle quaestiones e la loro eventuale pubblicità; è una questione che ha posto anche il Consiglio nazionale forense, non è un mistero, l'hanno posto in questa sede in tanti; poco fa, ho preso atto di un ordine del giorno in tal senso, che invita anche ad una possibilità di adottare un provvedimento normativo di secondo grado per potere individuare queste quaestiones.

Ecco, tutto questo noi avremmo preferito inserirlo già nel corpo della legge di conversione, non c'è, ma comunque siamo soddisfatti del lavoro che è stato fatto e di questo, Ministro, la ringraziamo. E la ringraziamo anche per avere squarciato un muro di ipocrisia, che c'è stato attorno all'esame dell'avvocatura, questa figura mitologica dell'esame dell'avvocatura: fino ad oggi si è sostenuto a vario titolo - lo abbiamo fatto soprattutto noi avvocati, noi mondo della professione forense - che quest'esame fosse qualcosa quasi di sacrale, qualcosa di intangibile, di intoccabile, con l'ipocrisia di cui solo noi talvolta siamo capaci, quella di nascondere la verità. Avevamo dato a quell'esame una funzione di filtro, un sistema di preselezione per non consentire a tanti di poter accedere alla professione, questo era; e avevamo, come sappiamo fare sempre noi con la nostra capacità di linguaggio, coperto e ammantato di specialità questo sistema. In realtà, Ministro, non è un mistero e fortunatamente anche queste proposte di legge - di cui io sono uno dei firmatari - hanno ad oggetto la modifica del sistema di accesso alla professione forense, in particolare le modalità di esercizio dell'esame di abilitazione. Queste modalità oggi non sono confacenti alla professione, non consentono di poter avere degli avvocati veramente qualificati, è un sistema che è vetusto, è un sistema che è farraginoso, è un sistema che fa affidamento a delle prove scritte, che molto poco hanno a che fare, in realtà, con la soluzione che l'avvocato quotidianamente deve saper offrire, non sono in grado di livellare verso l'alto la qualità dei professionisti, non sono in grado spesso di formare il professionista e, quindi, di dare il suggello di completamento della formazione dei professionisti. E quindi, rispetto a questo, non possiamo che ringraziarla per aver riconosciuto la possibilità, ancorché in via temporanea, ancorché in via straordinaria, di mettere in discussione questo sistema, perché questo ci consente, ancora con più forza, di poter discutere serenamente della modifica del percorso di formazione, un percorso che deve partire sin dalla fase universitaria, che deve sostituire alla fase teorica con una fase più pratica, che deve essere in grado di indirizzare possibilmente gli studenti, sin dal percorso universitario, verso la loro propensione naturale e non lasciare scoprire, solo dopo otto anni di esercizio della professione, ancorché da praticante, la propria inadeguatezza all'esercizio della professione con la bocciatura ad un esame. Ecco, tutto questo, fortunatamente, oggi è possibile, è possibile anche in un clima di ritrovata serenità - e mi avvio alle conclusioni - perché, dalle prime battute, quello che abbiamo potuto riscontrare è, comunque, quanto meno, una ritrovata capacità di sintesi. Sembra che - e questo provvedimento ne è un esempio, ma ne è anche un esempio la capacità con cui si è fatta sintesi in Commissione sulla questione, per esempio, delle intercettazioni e dei tariffari delle intercettazioni - ci sia da parte di tutti la volontà di arrivare ad una sintesi. E io in questo senso mi rivolgo a quest'Aula, perché, se vogliamo davvero portare a casa alcuni risultati importantissimi in questo scorcio di legislatura, dando luogo a quelle riforme fondamentali di cui questo Paese ha bisogno, e lo vogliamo fare davvero, lo dobbiamo fare in un clima di confronto intellettualmente onesto; lo dobbiamo fare, se è il caso, anche abbandonando quegli schemi con i quali ci siamo approcciati come forze politiche fino ad oggi: non più tardi di pochi secondi fa, abbiamo sentito, ancora una volta, discussioni incentrate su uno schema vecchio, ancora a rivangare un vecchio schema, che non c'è più e che non è utile per consentire di migliorare il sistema giustizia. Mi permetto, a nome del Partito Democratico, di esortare tutti a provare a fare della capacità di sintesi e del confronto di merito, abbandonando anche le rivendicazioni sterili. Noi anche potremmo, qui, in questa sede, rivendicare se e quante volte abbiamo sollecitato il precedente Ministro ad adottare provvedimenti, piuttosto che altro. Lo potremmo fare, ricordando quello che abbiamo fatto con gli ordini del giorno al “Cura Italia”, proprio sull'esame di avvocatura, ma preferiamo un sistema e un metodo nuovo: un metodo che pone al centro i diritti fondamentali degli individui, che pone al centro, come si è fatto in questa sede, i diritti fondamentali di alcuni giovani per accedere alla professione forense e che si pone il problema di dare conseguenza a quelle che sono norme scritte.

C'è l'articolo 1 del codice deontologico che prevede che l'esercente la professione forense ha il dovere di vigilare sulla retta applicazione delle norme, che in fondo è una trasposizione di un principio costituzionale, se vogliamo dire così. Ecco, io credo che l'avere risolto un problema, come quello dell'esame, in questa sede, l'averlo fatto in via straordinaria, sia il modo migliore per dimostrare a questi ragazzi che, effettivamente, fanno già parte del mondo della giustizia e che, effettivamente, le istituzioni si prendono cura anche, se è il caso, di rimuovere gli ostacoli a che, effettivamente, di quei ragazzi si possa fare soggetti in grado di vigilare, con il sistema giustizia, sull'applicazione retta delle norme e dei principi costituzionali.

Con questo auspicio io vorrei chiudere, con l'auspicio di chi dice che forse è arrivato il momento di fare tutti un passo di lato, non indietro, e di apprezzare anche chi - e mi riferisco al MoVimento 5 Stelle -, in queste ultime battute, ha mostrato comunque la capacità di addivenire a sintesi; quindi, con questo spirito, chiedo al Governo di farsi garante di questa capacità di sintesi e concludo ribadendo il voto favorevole del Partito Democratico.