Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Martedì, 14 Dicembre, 2021
Nome: 
Gianmario Fragomeli

A.C. 3395​

Grazie, signor Presidente. Sottosegretaria Guerra, oggi ci apprestiamo a votare la fiducia sul “decreto Fiscale”, comunemente definito collegato alla legge di bilancio, con le sue potenzialità di intervento in adempimenti e scadenze in coda all'annualità in corso e in raccordo con le misure in procinto di essere approvate nella legge di bilancio 2022-2024. A tal proposito, per contenere gli effetti della pandemia e della conseguente crisi economica, sono state introdotte importanti misure. Penso al rinvio delle scadenze sul pagamento della Rottamazione-ter saldo e stralcio a cittadini che, però, erano già in regime di proroga; a misure di ulteriore prolungamento della tempistica a 180 giorni, per il pagamento delle cartelle esattoriali notificate dal 1° settembre al 31 dicembre 2021, rispetto ai 150 giorni richiesti e approvati il 12 ottobre nella risoluzione delle Commissioni finanze di Camera e Senato, sostituendo gli originari 60 giorni; a misure di salvaguardia della rateizzazione delle somme iscritte a ruolo dal fisco italiano, innalzando da 10 a 18 il numero di rate non pagate per far decadere la rateizzazione; alla proroga del pagamento dell'IRAP dal 30 novembre al 31 gennaio 2022 per imprese che in pandemia hanno ricevuto contributi e sospensioni e devono verificare che tali interventi finanziari non siano in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato; alla proroga al 16 dicembre dei versamenti riguardanti i cosiddetti avvisi bonari, che è una battaglia che noi democratici abbiamo sempre condiviso in quanto riguarda coloro che adempiono spontaneamente, senza attendere l'arrivo della cartella esattoriale, rispetto a errori spesso di natura formale.

Poi c'è il differimento al 31 marzo 2022 dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi nel settore sport; la definizione della lotteria degli scontrini, uno strumento che noi - continuiamo a ribadire - non deve essere buttato via né deve essere stralciato, perché è un'incentivazione alla moneta elettronica ma anche un contrasto all'evasione che noi abbiamo sempre promosso e ribadito, anche con la presentazione di risoluzioni in Commissione finanze finalizzate a introdurre estrazioni istantanee a partecipazione automatizzata alla lotteria attraverso l'App IO. Una pagina importante è quella dell'impiego di tecnologie da parte delle agenzie fiscali, perché in questo decreto creiamo vantaggi per il contribuente grazie alla trasmissione telematica dagli istituti bancari all'Agenzia delle entrate del valore dei pagamenti elettronici al fine del conseguente calcolo dell'erogazione del credito d'imposta agli esercenti a copertura delle commissioni bancarie. Anche qui il Partito Democratico in Commissione finanze ha presentato una risoluzione. Inoltre, la proroga al 30 giugno 2022 del Fondo pubblico patrimonio destinato per il sostegno e rilancio delle medie e grandi aziende italiane.

La prosecuzione della fase pandemica ha portato chiaramente a estendere il perimetro dell'azione del “decreto Fiscale” interessando in senso lato il sostegno alle imprese, la tenuta della continuità occupazionale e produttiva di alcuni settori particolari e il reddito dei cittadini, con particolare riferimento alle categorie deboli e svantaggiate. Pertanto - ed è un tema che a noi sta particolarmente a cuore -, in materia di lavoro e politiche sociali abbiamo riconosciuto l'applicazione di trattamenti di malattia, per esempio ai lavoratori dipendenti del settore privato, per il periodo trascorso in quarantena precauzionale e l'applicazione per il periodo prescritto di assenza dal servizio, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, dei trattamenti di malattia inerenti al ricovero ospedaliero. Si prevede, tra l'altro, che la quarantena precauzionale e il periodo prescritto di assenza dal servizio per il lavoro dei fragili siano a carico dell'INPS. Ribadiamo che, anche grazie ai senatori del Partito Democratico, è stata prontamente risolta la criticità introdotta da una circolare dell'INPS che aveva creato molta apprensione tra le persone con disabilità in ordine alla non cumulabilità tra l'assegno di invalidità civile e il reddito da lavoro inferiore a 4.391 euro. Interventi perentori e risoluti sulle forme in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, prevedendo la sospensione dell'attività anche per le aziende che impiegano il 10 per cento del personale al momento dell'ispezione non riconducibile a preventiva comunicazione.

Nel decreto per noi trova spazio e importanza anche il sostegno finanziario agli enti territoriali, da sempre in prima linea nel contrasto alla pandemia e a cui va il nostro più sincero ringraziamento. In particolare, lo stanziamento di 600 milioni alle regioni per misure sanitarie adottate per il contrasto al COVID, nonché 150 milioni ai comuni che sommano alle difficoltà finanziarie COVID un pregresso di disavanzi e di deficitarietà.

Per noi del Partito Democratico approvare oggi questo decreto fiscale ci dà un'altra grande soddisfazione, la veste definitiva di un'altra nostra decisiva misura fiscale ad alta intensità sociale: l'assegno unico per i figli, con la formalizzazione a regime dei 6 miliardi di euro sul Fondo assegno unico universale e servizi alla famiglia. Il fisco italiano si mette al servizio del primo nucleo della comunità sociale, la famiglia.

Signor Presidente, sottosegretaria, le misure fiscali mai come quest'anno, con il sovrapporsi della manovra di bilancio e della legge delega di riforma fiscale, fuoriescono da un tipico confronto tra addetti ai lavori per definire l'impronta delle forze politiche. È un'impronta politica, la nostra, difficilmente cancellabile, pure in un contesto politicamente eterogeneo e di non facile mediazione. La traccia della nostra impronta la ritroviamo in primis con il risultato ottenuto grazie alla nostra fermezza sull'applicazione degli 8 miliardi del Fondo di riduzione della pressione fiscale, traducibile in una semplice percentuale: 90 per cento, corrispondente a 7 miliardi - sugli 8 miliardi complessivi - destinati agli aumenti delle buste paga, con un miliardo per la riduzione dell'IRAP. È un risultato che ha consentito in questi giorni di fare proiezioni di aumenti di una certa consistenza finanziaria anche per coloro che hanno redditi sotto i 20.000 euro (sono stati destinati 2,56 miliardi). Diversamente, se fossero passate le richieste di altre forze politiche oggi parleremmo di insignificanti aumenti in busta paga per gli italiani e le italiane. La riduzione dell'IRPEF, per ridare potere d'acquisto e dignità al lavoro, per noi democratici non è un'operazione una tantum, ma ha contrassegnato ogni nostra stagione di governo, prima indirizzandosi verso 11 milioni di italiani con redditi fino a 26.000 euro, per una spesa complessiva di quasi 10 miliardi; poi il bonus 100 euro ha innalzato la fascia di reddito fino a 40.000 euro, interessando altri 4,2 milioni di italiani e per una spesa di 6,5 miliardi. I numeri sono incontrovertibili e, sommando l'ultima riduzione IRPEF, portano il rendiconto dei Governi con il Partito Democratico a meno 23 miliardi di tasse sul lavoro.

Un'importante traccia della nostra impronta, che ritroviamo anche su richiesta di tutte le forze sindacali confederali, è stata quella di prevedere anche un aumento dell'assegno pensionistico, che ha visto destinare circa un terzo dei 7 miliardi - 2,3 miliardi - per ridurre l'Irpef dei pensionati, garantendo un aumento di circa 200 euro annui a coloro che hanno un reddito tra gli 8.500 e i 20.000 euro. Tradotto in percentuale, significa un aumento medio delle pensioni del 10 per cento. Correva l'anno 2007, con il Governo Prodi, per ritrovare l'ultimo reale aumento per circa 3,6 milioni di pensionati, con l'introduzione della quattordicesima a favore di coloro che avevano una pensione non superiore a 13.500 euro annui e un'età superiore a 64 anni. Non solo lavoratori dipendenti e pensionati, in quanto le riduzioni riguardano chiaramente anche gli autonomi in contabilità ordinaria - circa 500.000 - che non sono passati in flat tax, la tassa che noi del Partito Democratico vogliamo rivedere in quanto frena la crescita delle attività e non riempie le casse del federalismo fiscale. Nemmeno un euro per l'IRAP, che finanzia la sanità regionale, e nemmeno un euro per le addizionali Irpef, che finanziano i comuni. Dunque, un modello non da estendere ma da finalizzare ai primi anni di attività e ai soggetti in maggiore difficoltà, come giovani e donne. È un modello adottato in Paesi come la Russia e la Bulgaria, ai quali non guardiamo certo come esempi per lo sviluppo di un sistema di welfare avanzato.

Un lavoro, il nostro, più da maratoneti che da centometristi - permettetemi la metafora olimpionica - e orientato all'equilibrio tra la riduzione del peso fiscale e la necessaria copertura delle principali spese sanitarie, sociali, scolastiche e altro ancora. Un impegno, il nostro, orientato alla tenuta sociale, con la riforma degli ammortizzatori sociali, e alla salvaguardia dei territori, con nuovi fondi agli enti territoriali. Un tema rivolto allo sviluppo in investimenti pubblici. Non credo di svelare nessun arcano: senza il Partito Democratico al Governo le principali misure erano identificabili in misura di spesa, come reddito di cittadinanza e “quota 100”; diversamente, con il nostro ritorno abbiamo finanziato superbonus edilizi e riduzione delle tasse in busta paga. Un'idea di Paese nella quale tra “quota 100” e ampliamento dell'Ape sociale per gli edili, che ultrasessantacinquenni rischiano la vita su un ponteggio a decine di metri d'altezza, non ci sovviene il minimo dubbio sulla scelta per quest'ultimi. In questi interventi fiscali c'è molto degli interessi degli italiani e c'è molto degli interessi del nostro Paese, in una cornice, però, di campo europeista in grado di coniugare equità e rilancio, recupero dei gap di genere e generazionali e di sostenibilità ambientale.

Per questa impronta europeista esprimo a nome del Partito Democratico il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).