Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 30 Giugno, 2021
Nome: 
Gavino Manca

A.C. 3166

Grazie signor Presidente. Onorevoli colleghi, gentile sottosegretaria, con il Next Generation EU si apre una stagione nuova per l'Europa. Il nostro Paese ha svolto un ruolo determinante nel dare avvio a questa nuova fase, portando nelle sedi comunitarie l'inderogabile esigenza di imprimere una svolta al progetto dell'Unione. Di fronte a un'emergenza senza precedenti, l'Europa ha saputo reagire trovando in sé stessa la forza e lo spirito che molti di noi credevano smarriti. Oggi, dopo la promozione a pieni voti del Piano italiano di ripresa e residenza da parte della Commissione europea, ci apprestiamo ad approvare uno strumento di enorme importanza, come il Fondo complementare, che allarga il raggio di azione del Recovery Plan, dotando la nostra strategia di sviluppo del prossimo quinquennio di nuove risorse e nuovi progetti da mettere in campo.

Questo provvedimento, oltre all'intento di dare maggiore sostanza al rilancio del nostro Paese, vuole significare qualcosa di più: la volontà di fare del Recovery, non più e non solo uno strumento emergenziale, ma un mezzo strutturale di crescita e sviluppo dell'Unione europea; un veicolo per superare l'Europa dell'austerità e per costruire un'Unione più forte, più equa, più sostenibile, più resiliente, accompagnandola nella transizione verso un'economia verde digitale.

Il decreto che oggi convertiamo definitivamente in legge stanzia ulteriori 30,6 miliardi per dare vita a questo progetto nei prossimi cinque anni; risorse importanti, che vanno a integrare quelle già previste per gli interventi del PNRR e per la cui spesa verranno le stesse regole semplificate stabilite per il Piano. Infatti, come ricordiamo a noi stessi, ancora più importante oltre a dotarsi di queste finanze è saper impegnare le risorse e portarle concretamente sui territori, realizzando progetti, infrastrutture, rafforzando il sistema Paese, facendo quelle riforme strutturali, che ci consentano di cambiare marcia e uscire dal pantano della crescita dello zero virgola.

Gli interventi che andiamo a finanziare riguardano un grande numero di ambiti. Senza la pretesa di richiamare puntualmente ciascuno di essi, mi limiterò a citare quelli maggiormente significativi. In primo luogo, si dà corpo alla prima Missione del piano. La transizione digitale, infatti, rappresenta, insieme a quella ecologica, una delle due colonne portanti del grande processo di trasformazione economica e sociale che vogliamo per l'Italia. Con il provvedimento in esame destiniamo altri 1,4 miliardi di euro per il finanziamento di misure di grande importanza, ossia l'implementazione dei servizi digitali, della cittadinanza digitale per lo sviluppo delle competenze digitali, anche attraverso la realizzazione del progetto “Polis” - Case dei servizi di cittadinanza digitale.

Al pari, provvediamo altri 800 milioni fino al 2026 per gli interventi del PNRR relativi alle tecnologie satellitari e allo sviluppo dell'economia spaziale, due ambiti di rilevanza strategica per il nostro Paese. Contemporaneamente si stanziano quasi 7 miliardi di euro per due misure imprescindibili per lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, gli accordi per l'innovazione e il piano Transizione 4.0.

Ulteriormente si accrescono risorse utili a colmare uno dei grandi divari che scontiamo da anni con il sistema infrastrutturale. Oltre agli interventi previsti nel PNRR, per accorciare le distanze in tal senso tra Sud e Nord e tra città metropolitane ed interne, il Fondo complementare destina quasi un terzo delle risorse (9,7 miliardi) per interventi nei settori delle infrastrutture e dei trasporti, con un occhio di riguardo per il Mezzogiorno e per le isole, finalmente, con vincoli di destinazione per potenziare il trasporto su ferro e via mare. Invece, 1 miliardo in più è destinato all'implementazione dei sistemi di monitoraggio dinamico per il controllo dei ponti, viadotti e tunnel di tutta la rete viaria principale di gestione ANAS e con particolare attenzione alle autostrade A24 e A25. Sempre rispetto agli ambiziosi obiettivi di sviluppo delle aree interne e delle regioni del Mezzogiorno, sono degni di nota gli ulteriori 300 milioni stanziati per gli anni dal 2021 al 2026 in favore della Strategia nazionale per le aree interne.

In particolare, ci si impegna a finanziare il programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, dedito alla realizzazione di interventi per la messa in sicurezza e manutenzione straordinaria della rete viaria, anche rispetto ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Al contempo, si incrementano di 15,5 miliardi le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative al ciclo di programmazione 2021-2027. Il rifinanziamento del Fondo servirà, soprattutto, a centrare un obiettivo di vitale importanza: accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli interventi e il PNRR, che, come sappiamo, è una delle criticità più urgenti da risolvere in vista del pieno rispetto degli impegni presi in sede europea.

Sono, poi, rinvigoriti due interventi di grande interesse per il Paese: gli Ecosistemi per l'innovazione al Sud, che ci aspettiamo diano un grande stimolo per lo sviluppo di ampie zone del Mezzogiorno, e il finanziamento di interventi di ricostruzione delle aree colpite dai terremoti del 2009 (Abruzzo) e 2016 (Centro Italia).

Infine, si rifinanziano molti interventi su cui il Partito Democratico e il Governo ripongono grande fiducia: il superbonus e le misure per la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica. In tema di superbonus, proroghiamo al 31 dicembre 2023 il termine entro cui possono essere sostenute le spese per i lavori per Istituti autonomi case popolari. Si specifica, inoltre, che, per gli interventi effettuati dai condomini, la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori. Altri 2 miliardi, invece, come anticipato, saranno destinati al programma “Sicuro, verde e sociale”, per finanziare gli interventi di riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica, compresi gli interventi di demolizione e ricostruzione, per incrementare il patrimonio pubblico e dare respiro a un ambito in cui si è, purtroppo, fatto poco in questi anni.

Per concludere, signor Presidente, è importante ribadire un concetto espresso più volte e chiarito anche ieri dal Commissario Gentiloni: l'enorme sforzo che l'Europa e l'Italia stanno compiendo dal punto di vista economico sarà del tutto vano, se non sarà accompagnato da un impegno serio e determinato da parte di tutti, istituzioni, pubblica amministrazione, imprese, ma, specialmente, cittadini. Il Recovery, come detto, è un patto senza precedenti, ma se vogliamo che diventi, appunto, il precedente, il punto di ripartenza di una riforma strutturale della strategia di sviluppo del territorio dell'Unione, è indispensabile che questa opportunità sia sfruttata al meglio, senza limiti e senza preclusioni ideologiche. Siamo chiamati, in qualità di Paese che ha beneficiato maggiormente delle risorse del Next Generation, a dare grande prova di unità ed efficienza. Io credo fermamente che l'Italia abbia una grande voglia di dimostrare di essere all'altezza, che l'Italia abbia una grande voglia di tornare grande, che l'Italia abbia un grande cuore che le consentirà di sfruttare e di non perdere questa grande e storica opportunità. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.