Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Gennaio, 2017
Nome: 
Roberto Rampi

A.C. 4113

Signor Presidente, il gruppo del Partito democratico voterà a favore convintamente, tranquillamente, con grande serenità, a un provvedimento proposto dal collega del Senato, Pagliari, che è presente peraltro in Aula, tra gli ospiti, tra il pubblico, sostenuto da molti colleghi del gruppo, sostenuto – devo dire – con interventi che ho apprezzato da praticamente tutte le forze politiche di quest'Aula, tutte le forze politiche al Senato, quasi tutte le forze politiche all'Aula della Camera. C’è da interrogarsi sul perché di questi «quasi tutti», ma ci torneremo dopo. 
È facile essere favorevoli a questo provvedimento, è facile. È facile, pensando a che cosa è stato Giuseppe Verdi, per noi un grande musicista, un grande uomo di cultura. Qualcuno lo ha ricordato molto bene, la collega Maestri l'ha ricordato lunedì in quest'Aula, qualcuno ha ricordato poco fa che è stato anche consigliere provinciale e consigliere comunale e quindi, probabilmente, il gruppo del MoVimento 5 Stelle allora non avrebbe sostenuto l'attività culturale e politica di Giuseppe Verdi, perché aveva la straordinaria colpa di occuparsi della cosa pubblica e di fare politica. È questo il problema. Il problema è che noi in quest'Aula non sentiamo la battaglia per la difesa della buona politica contro la cattiva politica – che esiste ! –, ma vediamo la trasformazione della battaglia contro la cattiva politica in una battaglia contro la politica, con degli esiti paradossali, per cui gli stessi colleghi che fanno quella battaglia ci spiegano che vanno santificati i criteri oggettivi e poi, poco fa, in un intervento elencano una serie di fondazioni culturali meritorie, che avrebbero solo la colpa di essere finanziati perché promossi dai politici, che sono finanziate esattamente perché partecipano ad una domanda che risponde a quei criteri oggettivi che loro chiamano. Perché quelle fondazioni hanno preso quelle risorse sulla base di criteri oggettivi. È il paradosso di un meccanismo che, guardate, era preoccupante prima che questo movimento governasse alcune città italiane, perché alimentava una nomea, una sotto cultura, un elemento, facendo tesoro del peggio di quello che si pensa, di quello che si dice, di quello che si scrive, tante volte poi rivelatosi anche non vero, ma che oggi si concretizza nel governo di alcune di queste città, perché le cose di cui loro accusano gli altri – non vere – le praticano poi, quando governano. Perché i parenti, gli amici, i mariti, le mogli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) li portano al governo delle città, li portano nei consigli comunali, li mettono a presiedere le fondazioni, gli finanziano i progetti culturali. Allora si capisce che quello di cui accusano gli altri, perché pensano che tutti ragionino come loro, sia esattamente il modo in cui ragionano loro. Questo diventa preoccupante – io l'ho già scritto una volta su un giornale e lo ridico oggi in quest'Aula –, dire che la persona che è stata citata poco fa e che ha dedicato tutta la propria vita alla cultura, con risultati meritori e misurabili, sia la moglie di un deputato è vergognoso, è scandaloso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ed è scandaloso nei confronti delle donne, perché le donne hanno una loro indipendenza, una loro vita e quella persona non dipende minimamente, un giorno della sua attività, dall'essere parente di qualcuno. Per sostenere che qualcuno è sostenuto dal marito, o da chiunque altro perché fa politica, bisogna portare altri fatti, altre prove, bisogna far vedere che qualcuno che non ha competenze, solo per le proprie conoscenze arriva in posizioni di potere o culturali, e questo sta succedendo in queste ore, in questi giorni, in questi mesi in Italia, nelle giunte, nelle amministrazioni comunali governate dal Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è il fatto vero ! 
Io non volevo fare questo intervento, Presidente, io non volevo fare questo intervento. Io volevo parlare della qualità del Festival di Parma e di Busseto che porta il nome di Giuseppe Verdi, che valorizza l'attività il Giuseppe Verdi, ma che lavora con giovani talenti, con nuovi talenti, come hanno fatto altri colleghi. Volevo parlare solo ed esclusivamente del Roma Europa Festival e di che cos’è, rispetto alla cultura europea, rispetto alla capacità di trattare di innovazione e di nuovi talenti, di trattare di nuovi linguaggi, anche difficili, e del perché è giusto e normale che si provi a prevedere degli interventi normativi che stabilizzano e diano certezza di lavoro a realtà come queste. Ma è giusto, come emerso dal dibattito, che ne vengano segnalate anche altre – è stato citato il Donizetti Festival, è stato citato Umbria Jazz – e che si pensi a un meccanismo automatico per cui, senza il bisogno di passare da una legge ad hoc, si intervenga dentro il Fondo unico dello spettacolo, che va aumentato, che va arricchito e che, come prevede, ad esempio, l'ordine del giorno che abbiamo approvato della collega Manzi, renda questa attività funzionale, ordinaria. Vedete, questa cosa la possiamo fare, la possiamo fare insieme, l'abbiamo condiviso tante volte in Commissione, anche con i colleghi del Movimento 5 Stelle, lo ha rivendicato il sottosegretario Ilaria Borletti. Però poi, purtroppo, quando si arriva in quest'Aula, che assomiglia un teatro – e che qualche volta diventa un teatro nell'accezione più negativa di questo termine –, ci si dimentica tutto questo e si decide di attaccare le persone, di dire cose non vere, di dire cose che non stanno in piedi, di mischiare fatti che non c'entrano niente, solo per fare la peggiore propaganda politica.  Io penso che questa propaganda politica si combatte con la cultura, che noi sulla cultura dobbiamo investire molto di più, che ha fatto bene a quest'Aula, alle teste di quest'Aula, alle persone che vivono in quest'Aula, sentire parlare per qualche ora, per qualche minuto, lunedì ed oggi, di elementi culturali importanti e di contenuti culturali importanti. Io penso che di questo dovremmo fare tesoro, che su questo dovremo lavorare ancora di più e sempre di più nei prossimi mesi. Per cui noi sosteniamo questa legge, sosteniamo l'intervento normativo, ma sosteniamo anche quel lavoro importante che stiamo facendo, anche con proposte di legge depositate, per rivedere il Fondo unico dello spettacolo, rafforzarlo, arricchirlo, renderlo più efficace e rendere quei criteri, di cui qualcuno sparla a sproposito, efficaci, oggettivi, ma anche dinamici. Perché la politica deve avere il coraggio di fare delle scelte e oggi la domanda che ci viene fatta è: Queste due realtà sono meritorie di sostegno oppure no ? E la risposta che abbiamo sentito dalla gran parte di quest'Aula è «Sì» e poi qualcuno, invece, ci ha detto: «Sarebbero meritorie di sostegno – intervento del collega Valente, lunedì in Aula – sarebbero meritorie di sostegno, ma abbiamo deciso di votare contro per fare, anche in questa occasione, propaganda politica». E questo è vergognoso ! Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).