Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 23 Gennaio, 2017
Nome: 
Patrizia Maestri

A.C. 4113

Signora Presidente, onorevoli colleghi, quella di cui iniziamo oggi la discussione è una proposta di legge dall'alto valore simbolico per il nostro Paese e, specificatamente, per il territorio da cui provengo. È un provvedimento che conferma l'attenzione che il Parlamento e il Governo hanno dedicato, in questi ultimi anni, all'obiettivo di valorizzare e sostenere l'immenso patrimonio culturale custodito nella provincia italiana, favorendone la diffusione e la conoscenza. Si tratta di un patrimonio materiale, fatto di monumenti, edifici storici e religiosi, beni ambientali di valore testimoniale e paesaggistico impareggiabile, ma fatto anche di quegli elementi immateriali quali la musica, l'arte e la scienza che nei secoli hanno contribuito a rendere grande l'Italia agli occhi del mondo. 
Il 10 ottobre 1813 a Roncole, piccola frazione nei pressi di Busseto, in provincia di Parma, in un umile casa di campagna, oggi monumento nazionale e sede di un museo multimediale, meta ogni anno di tantissimi visitatori dall'Italia e dal mondo, nacque Giuseppe Verdi, fra i più conosciuti, apprezzati ed eseguiti compositori italiani. Tanto è il segno che il «cigno di Busseto» ha lasciato al nostro Paese che non c’è luogo in Italia che non abbia voluto rendergli omaggio: strade, piazze, teatri, accademie, complessi orchestrali e bandistici e persino l'aeroporto cittadino di Parma sono intitolati alla sua memoria. «Se l'Italia divenne una sola nazione lo si deve anche a lui e alla forza del suo linguaggio musicale»: così il compianto Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita a Parma e Busseto, il 27 gennaio 2001, in occasione del centesimo anniversario della morte di Giuseppe Verdi, avvenuta a Milano nel 1901, ricordava l'impegno civile del maestro, che, tutt'uno con la passione e le doti musicali e melodrammatiche, ha contribuito in modo determinante a veicolare nell'Ottocento quelle idee di libertà, indipendenza e amore di patria che hanno condotto all'unità nazionale. 
Dalla musica all'impegno civile, alla politica Giuseppe Verdi ha, prima di noi, servito la nazione in Parlamento. Venne eletto al ballottaggio, il 3 febbraio 1861, deputato nel collegio di Borgo San Donnino, attuale Fidenza, vivendo da protagonista la transizione dal Regno di Sardegna al Regno d'Italia. Nel 1874 fu nominato componente del Senato. 
La proposta di legge in esame, già approvata dal Senato, riprende i contenuti di un analogo testo depositato a mia prima firma e sottoscritto da 23 deputati di diversi gruppi e dispone, all'articolo 1, a decorrere dal 2017, l'assegnazione di un contributo pari a un milione di euro a favore della Fondazione Teatro Regio di Parma per la realizzazione del Festival Verdi di Parma e Busseto. Il Festival nasce a Parma nella seconda metà degli anni Ottanta ed ha avuto luogo fino al 1993 per poi essere reintrodotto nel 2001 in occasione delle celebrazioni nazionali del centenario verdiano; comprende rappresentazioni liriche, concerti sinfonici, lirico-corali, cameristici, iniziative e attività di ricerca e formazione, che coinvolgono numerose istituzioni pubbliche e private, tra le quali l'Istituto nazionale di studi verdiani. Inoltre, con Verdi Young, il Festival prosegue la programmazione di spettacoli, laboratori e attività educative, dedicando grande attenzione all'incontro con il pubblico delle famiglie, delle scuole, delle università, così come con l'associazionismo culturale e musicale. 
L'attività legislativa che ci apprestiamo a completare con l'approvazione di questo di questo provvedimento non ha inizio da oggi. Voglio fare un ringraziamento doveroso al Ministro Franceschini, alla presidente della Commissione Nardelli e voglio, qui, affiancare, ricordando con stima e riconoscenza, il lavoro svolto nella XVI legislatura dalla deputata Carmen Motta e dalla senatrice Albertina Soliani, che, prima di me, del collega Giuseppe Romanini e, al Senato, del senatore Giorgio Pagliari, hanno avuto la sensibilità di rappresentare Parma e il territorio parmense in queste Aule parlamentari. È grazie a loro se è stata approvata la legge 26 novembre 2012, n. 206, sul bicentenario verdiano, che già allora segnava la traccia per un sostegno statale straordinario, ma costante nel tempo al Festival Verdi e riconosceva l'indubbio valore nazionale della figura musicale e storica di Giuseppe Verdi. 
Alla Fondazione Rossini Opera Festival, alla Fondazione Festival dei Due Mondi, alla Fondazione Ravenna Manifestazioni e alla Fondazione Festival pucciniano Torre del Lago, già sostenute e valorizzate dalla legge 20 dicembre 2012, n. 238, affianchiamo oggi la Fondazione Teatro Regio di Parma per la realizzazione del Festival Verdi di Parma e Busseto e la Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura per la realizzazione del Romaeuropa Festival, completando, in questo modo, un quadro di manifestazioni culturali di assoluto prestigio nazionale e internazionale, al quale auspico potranno aggiungersi, nei prossimi anni, altre iniziative e istituzioni culturali. 
Concludo, signora Presidente, ricordando all'Aula le parole di Tommaso Villa, Presidente della Camera, intervenuto per commemorare Giuseppe Verdi il 28 gennaio 1901, il giorno seguente la sua morte. In quelle parole, solenni per il tempo e per la circostanza, ho trovato il senso dell'importante traccia culturale e patriottica che, con la sua opera, Verdi ha lasciato al nostro Paese e al mondo, quella stessa opera che con questa proposta di legge ci prendiamo l'impegno di sostenere e valorizzare, rendendo omaggio al grande maestro di Busseto. ”Non in Italia soltanto, ma in tutto il mondo civile, ma dappertutto dove la divina favella dell'arte non giunge incompresa, dappertutto dove vi è gente che pensa, che ama, che prega, che sente la vita rallegrata da qualche alito di idealità, il nome di Giuseppe Verdi è salutato con unanime, affettuoso compianto. Per noi italiani scompare, con Giuseppe Verdi, una delle più alte espressioni del genio nazionale, la nostra gloria più fulgida, più pura, più benedetta. È a lui, al magico suo magistero, che da oltre mezzo secolo noi dobbiamo le più squisite compiacenze del cuore, del quale egli ha saputo suscitare le recondite energie, esplorare le più intime fibre, eccitare i più delicati sentimenti e, sollevandolo a sempre nuove ed elette sensazioni, appassionarci e suscitare i nostri entusiasmi, farci piangere, rivelarci il tesoro di sublimi conforti e di migliore speranza. È per lui e nelle opere di lui che il popolo italiano vede, per così dire, riflessa la sua immagine.
Giuseppe Verdi sollevò l'arte sua alla potenza di un apostolato. Il popolo lo comprese e il nome di Verdi divenne l'espressione fedele di un sentimento comune, la manifestazione di una volontà concorde, un'arma, una divisa. Egli scrive perciò il suo nome sulle mura delle vie e delle piazze, lo pronunzia come una parola d'ordine che esce dal cuore del Paese e il Paese lo acclama per ogni dove, lo lancia come una sfida in viso ai suoi oppressori, in nome del popolo italiano che lo ebbe a suo rappresentante nell'Assemblea del Governo provvisorio di Parma che lo designò a suo deputato nella Legislatura VIII e che ha trovato in Giuseppe Verdi la più fedele espressione dell'animo suo. In nome vostro, onorevoli colleghi, porgo alla salma lacrimata il mesto tributo della gratitudine.