Data: 
Giovedì, 15 Novembre, 2018
Nome: 
Davide Gariglio

A.C. 680

Presidente, mi ero preparato una scaletta per l'intervento, ma le considerazioni testé poste mi inducono a cambiare l'ordine delle mie argomentazioni. Soprattutto, chiedo, Presidente: quale messaggio oggi quest'Aula darebbe al Paese, votando questa proposta di legge, e darebbe soprattutto ai ragazzi che sono qui che ci guardano e a coloro che hanno la bontà di guardarci via web? Io rispetto l'intento della proposta del collega Baldelli, un collega che, come me, appartiene alla minoranza di quest'Aula; la rispetto perché il collega Baldelli, recependo il portato di pronunce giurisprudenziali le traduce in fonte primaria, cioè fa diventare legge quello che hanno detto i giudici al termine di una serie di interventi, però noi non siamo coloro che devono ratificare scelte d'altri, perché a noi, i cittadini, eleggendoci - come loro portavoce, direbbe qualcuno - ci hanno dato il mandato di rispondere al bene comune. Allora mi chiedo: è questa la risposta al bene comune? Semplificando, rispetto a coloro che hanno la bontà di seguirci fuori da quest'Aula, raccontiamo un po' di cosa si occupa questa proposta di legge. Nel 1997, Governo Prodi, la cosiddetta “legge Bassanini 2”, la legge n. 127 del 1997, all'articolo 17, commi 132 e 133, dette la possibilità ai dipendenti comunali - non solo della polizia municipale, ma ai dipendenti comunali - e ai dipendenti delle società di gestione della sosta, di andare a fare le multe ai cittadini che parcheggiavano sulle strisce blu, sulle strisce cioè della sosta a pagamento, laddove il parcheggio fosse stato privo di pagamento, della tariffa che viene decisa - mi permetto di emendare il collega Baldelli - non dalla società di gestione, ma dal comune, nel momento in cui affida al bando per la gestione della sosta. Allora, se un papà parcheggia la sua auto sulla strisce blu e non paga la tariffa o si ferma più di quanto consentito dal pagamento fatto, può venire multato. Cosa succedeva fino al 1997? Lo poteva multare solo la polizia municipale; dal 1997 si dice: no, le società di gestione dei parcheggi, laddove sono affidate a società di gestione, e i dipendenti comunali, possono fare le multe, e le possono fare solo - lo disse poi la giurisprudenza - sulle strisce blu. La stessa legge disse poi: cosa succede se un papà, un cittadino normale parcheggia l'auto sui binari del tram e blocca tutta la linea tramviaria? Ricordo che un'auto parcheggiata su un binario del tram non blocca un tram, ma tutti i tram della linea, perché le società fanno fermare tutta la linea per evitare che tutti i tram si incolonnino. Allora, il caso di Torino: abbiamo alcune vie centrali in cui passano tutti i mezzi pubblici e molte volte parcheggi in quella via centrale hanno bloccato l'intera città; parcheggi scorretti, parcheggi fatti al di là del consentito. Nel 1997 coloro che ci hanno preceduto su questi banchi hanno detto: in questo caso, nel caso in cui i parcheggi scorretti blocchino i mezzi pubblici, se fatti sulle vie del mezzo pubblico, le multe possono essere fatte anche dagli ispettori delle società che gestiscono il trasporto pubblico, cioè delle aziende municipalizzate, poi aziende speciali e società per azioni che gestiscono il trasporto pubblico. La legge ha messo giustamente dei vincoli e ci ha detto che sono i sindaci che devono indicare nominativamente le persone che possono fare le sanzioni, quindi ha messo delle clausole di salvaguardia, poi una legge successiva, due anni dopo, la legge n. 488 del 1999, all'articolo 68, comma 1, ha ulteriormente normato queste cose, mettendo dei criteri, e poi la giurisprudenza è andata avanti.

Oggi la giurisprudenza, cioè le sentenze, i giudici, arrivano a dire le cose che il collega Baldelli in maniera molto corretta ha recepito nella sua proposta di legge, cioè dicono che gli ausiliari della sosta, i dipendenti delle aziende dei parcheggi, possono fare le multe solamente a coloro che parcheggiano sulle strisce blu - ovviamente che non hanno parcheggiato in modo corretto sulle strisce blu, non hanno pagato il pedaggio, si son fermati oltre il pagamento - o coloro che parcheggiano nelle zone immediatamente vicine alle zone blu in maniera tale da non poter consentire l'utilizzo dello stallo dalla zona blu, cioè uno che parcheggia di fronte a un parcheggio blu impedendo al parcheggio blu di essere usato. Questo per gli ausiliari della sosta. Per quanto riguarda gli ispettori delle aziende di trasporto, la giurisprudenza nel corso degli anni ha detto quanto correttamente riporta Baldelli nella sua proposta di legge, ossia che gli ispettori delle aziende di trasporto possono multare le macchine la cui sosta irregolare leda la possibilità di circolazione dei mezzi del trasporto pubblico solo se questo avviene sulle vie riservate al mezzo pubblico o sulle corsie riservate al mezzo pubblico, cioè sulle cosiddette aree di colore giallo, le aree che hanno una bordatura nella segnaletica orizzontale di colore giallo. In quel caso, se ci sono dei parcheggi che fermano il mezzo pubblico o che danneggiano il suo percorso, gli ispettori delle aziende di trasporto possono fare la multa. Questa proposta di legge ha il merito, come dicevo, di fare chiarezza, cioè diciamo per legge quello che finora la giurisprudenza ha detto a seguito di ricorsi, ma è questa la risposta giusta? Questa risposta ha il pregio, per certi versi, di fare chiarezza, poi, certo, ha ragione il sottosegretario, forse sarebbe meglio non inserirla nel codice della strada ma in un altro testo normativo, magari emendando la legge del 1997, ma non è questo il cuore del problema dal punto di vista del merito, perché dal punto di vista del merito è: questa proposta di legge risponde all'interesse generale che qui dobbiamo tutelare?

E, se mi è consentito, mi permetto, con il rispetto che devo al presidente della mia Commissione, che conduce autorevolmente e in modo equilibrato la Commissione, ma, rispetto alle cose che fin qui ha detto, mi permetto di fare un rilievo. Il presidente Morelli ha detto: i comuni hanno protestato su questa proposta di legge. Nell'audizione dell'ANCI i comuni ci hanno detto che non sono d'accordo, ma noi non possiamo mettere l'interesse dei comuni sopra quello dei cittadini, sarebbe assurdo. Adesso ho enfatizzato un po' io le parole; non sono i toni, ovviamente, del presidente Morelli, che è più sobrio di me. Ma mi chiedo, ma è vero dire che i comuni vogliono mettere l'interesse dei comuni sopra quello dei cittadini? Mi permetto di chiedere: quando un cittadino parcheggia l'auto sulle strisce pedonali dell'attraversamento e ostruisce l'accesso al marciapiede, dove, magari, c'è la rampa per disabili, e il disabile non può salire su quel marciapiede, qual è l'interesse del cittadino?

Credo che l'interesse del cittadino sia quello che l'auto venga rimossa. Se un cittadino parcheggia la sua auto su uno stallo riservato ad invalidi, qual è l'interesse del cittadino invalido o del parente del cittadino invalido? Credo che sia che l'auto venga sanzionata e venga rimossa. Se un cittadino parcheggia la sua auto su uno stallo in cui c'è il segnale di sosta per carico e scarico e impedisce a un furgone che deve rifornire un negozio di caricare o scaricare la merce, qual è l'interesse del cittadino? Credo quello che il furgoncino che deve rifornire i negozi possa fermarsi, fare la sua commissione e uscire. Se una macchina viene parcheggiata in maniera illegittima su uno stallo per la ricarica delle auto elettriche o per il car sharing, che ci sono in molte città, qual è l'interesse del cittadino fruitore del car sharing, cioè del cittadino che vuole muoversi, pur non possedendo una macchina?

È quello che l'auto parcheggiata irregolarmente venga sanzionata. Se una macchina viene parcheggiata su una via in maniera tale da ostruire, come spesso succede, la circolazione negli incroci, e questo determina un incidente, magari anche mortale, perché ci è stato spiegato dal Ministro dei trasporti nell'audizione in seno alla Commissione trasporti che era intendimento del Governo andare ad aumentare la sicurezza stradale a tutela delle fasce deboli, anziani, bambini e ciclisti, e sappiamo che la maggioranza degli incidenti nei centri urbani avviene perché c'è una visuale ostruita negli incroci da parte di parcheggi irregolari, ribadisco, se una macchina viene parcheggiata irregolarmente in un incrocio, qual è l'interesse del cittadino che passeggia, che attraversa la strada, del pedone, del cittadino qualunque? È quello che la macchina non sia parcheggiata, che venga sanzionata.

Allora, rispetto a tutti questi comportamenti, qual è il problema? Oggi queste multe le possono fare i membri della Polizia locale, della Polizia Municipale, quelli che chiamiamo vigili urbani; ma i comuni lamentano che, per via delle norme introdotte dal Parlamento negli ultimi dieci anni, gli organici delle Polizie locali non possono essere rialimentati perché le assunzioni sono bloccate, e quindi non si riescono ad assumere membri della Polizia municipale o, comunque, si riescono ad assumere in numero molto inferiore a quelle che sono le uscite per pensionamenti. I comuni lamentano anche il fatto che la Polizia locale abbia sempre da svolgere una molteplicità di compiti amministrativi, che vengono affidati, peraltro, da leggi dello Stato; che alla Polizia municipale molti comuni, correttamente dico io, abbiano affidato compiti di prevenzione e di controllo del territorio, di sicurezza.

Pensate al controllo degli abusivi, dei venditori abusivi sul nostro territorio; pensate al problema della regolamentazione dei mercati per i mercatali che non hanno gli stalli fissi, a tutte le questioni amministrative che vengono gestite dai vigili, agli adempimenti elettorali. Insomma, la Polizia municipale ha sempre meno risorse e sempre più compiti, e la sosta è sempre più un compito che la Polizia municipale fatica ad assolvere. Allora, nel 1997, poiché il problema c'era già 21 anni fa, si disse: bene, il compito in qualche modo meno di tipo amministrativo, il compito più operativo sul territorio di controllo della sosta lo possiamo affidare ad altre persone, che non sono dipendenti pubblici, ma che vengono individuati dal sindaco e che possono fare controllo solo con le caratteristiche definite che ho elencato prima. Cos'è successo? Che negli anni - ha ragione il collega Baldelli, perché ha fatto una relazione obiettiva - alcuni comuni hanno interpretato in senso estensivo la possibilità degli ausiliari della sosta e degli ausiliari del traffico, cioè hanno permesso loro di fare multe al di là di quanto consentito dalla legge del 1997, che era poco chiara. Cosa è successo? Ne sono scaturiti ricorsi e questi ricorsi hanno portato a una definizione chiara e puntuale, che il collega Baldelli ha ben definito e che oggi si propone di far diventare legge.

Mi chiedo: ma è questa la soluzione che noi dobbiamo adottare? Onestamente, a una prima lettura avrei detto anch'io così, ma dalle audizioni che abbiamo fatto, in particolare dall'audizione dei comuni d'Italia, è stato rilevato come vi sia la necessità di andare a regolamentare la sosta a pagamento, e quindi, visti i problemi che ho appena elencato, come un intervento normativo del Parlamento sarebbe opportuno, anzi, auspicato degli stessi comuni, ma, in qualche modo, in senso più ampio, in un senso che riprenda il contenuto lodevole dell'iniziativa di Baldelli di fare chiarezza, perché sono d'accordo anch'io che più togliamo lo spazio a interpretazioni strane dei comuni, più togliamo lo spazio a ricorsi, meglio interpretiamo il nostro ruolo di legislatori.

Ma i comuni ci hanno chiesto che gli ausiliari della sosta possano intervenire non solo nelle aree in concessione della sosta a pagamento, ma in tutta la sosta regolamentata, anche quella non a pagamento, cioè che gli ausiliari della sosta, dipendenti delle società a cui il comune ha affidato la sosta, possano andare a controllare la sosta in caso di sosta negli stalli per invalidi, in caso di sosta negli stalli per carico e scarico merci, in caso di sosta negli spazi riservati alle ricariche delle auto elettriche o delle auto del car sharing, o, comunque, nella sosta irregolare che costituisca un intralcio alla mobilità stradale. Penso alla sosta in prossimità degli incroci, in maniera illegittima, ovviamente.

I comuni ci hanno chiesto, altresì, che gli ispettori del trasporto pubblico locale possano intervenire e sanzionare in tutte quelle situazioni in cui una sosta irregolare danneggia il percorso delle linee di trasporto pubblico locale. Quindi, i comuni ci hanno detto: gli ispettori delle aziende di trasporto non sanzionino solo le auto parcheggiate nelle corsie gialle riservate al mezzo pubblico, ma abbiano la possibilità di sanzionare lungo l'intero percorso del trasporto pubblico, perché anche in corsie non riservate al trasporto pubblico una sosta irregolare può dare danno, anzi, può dare maggiore danno, perché, se una corsia non è riservata al mezzo pubblico e in quella corsia, in quella strada, magari stretta, passano in promiscuo auto private e mezzi di trasporto pubblico, una sosta irregolare danneggia sia l'autista privato, che è un cittadino, sia gli utenti del trasporto pubblico, che sono cittadini, tra parentesi entrambi consumatori. Non solo, i comuni ci dicono anche: dateci la possibilità di ricorrere, come prevede il codice della strada, ai sistemi di telecamere e ai sistemi elettronici moderni anche per, in qualche modo, controllare la sosta irregolare, cosa che oggi non è consentita e cosa che oggi, se i comuni facessero, in qualche modo integrerebbe una irregolarità.

Allora, credo che a queste domande, che ci pongono i comuni, il Parlamento dovrebbe dare risposte, non dico accogliendo in toto la domanda dei comuni, ma, perlomeno, ponendosi il problema che gli amministratori dei grandi comuni auditi ci dicono: guardate che la sosta è un problema, il controllo dello spazio urbano è un problema, perché, se vogliamo che le persone si muovano bene nella città, dobbiamo, in qualche modo, scoraggiare i prepotenti, scoraggiare quelli che violano le leggi, garantire quelli che viaggiano sul mezzo pubblico. E li garantisci come? Permettendo al mezzo pubblico di viaggiare più velocemente. Dopodiché mi permetto anche di fare un regalo al Ministero dei trasporti, che voglio ringraziare nella presenza del sottosegretario per la grande disponibilità che ha nel rispondere alle domande delle opposizioni.

Ma, Presidente, utilizzerò poi un piccolo pezzo del mio tempo per tornare su questo. Ma, siccome il Ministero dei trasporti, in particolare il Ministro Toninelli, a pieno titolo ascrivibile a Ministro della trasparenza, è stato estremamente attento nei miei confronti, voglio dare un suggerimento: la legge di bilancio taglia il trasporto pubblico locale, se non erro, taglia il Fondo nazionale trasporti di 30, 35 milioni all'anno, per tre anni, e in qualche modo danneggia il trasporto pubblico locale. Diranno: ci sono problemi di bilancio pubblico, dobbiamo far quadrare i conti. Però, mi permetto di fare un rilievo, in realtà non lo faccio io, faccio proprio da quello che ci hanno detto nell'audizione; sapete qual è la velocità media di esercizio, in ambito urbano, del trasporto pubblico locale? Per chi ci sente, traducendolo in parole semplici, sapete qual è la velocità a cui viaggiano gli autobus nelle nostre

città? Un autobus nelle nostre città, in media, viaggia a 16 chilometri all'ora. Se noi aumentassimo di un chilometro all'ora la velocità, cioè la portassimo da 16 a 17, sapete cosa significherebbe, questo? Quattrocento milioni di euro di costo in meno per far viaggiare il trasporto pubblico, perché? Perché, per garantire un intervallo di un certo numero di minuti alla fermata, io devo mettere nella giostra della linea un numero di autobus che dipende dalla velocità commerciale; se io ho 20 autobus che percorrono una linea di trasporto e viaggiano a 16 chilometri all'ora, se i chilometri all'ora diventano 32, io posso impiegare la metà degli autobus e dare lo stesso servizio di trasporto in termini di frequenza di fermate ai nostri cittadini. Quindi, se noi aumentassimo di un chilometro la velocità commerciale nelle nostre città, magari estendendo le vie riservate al mezzo pubblico, ciò comporterebbe la necessità per il Governo di erogare 400 milioni in meno alle aziende di trasporto pubblico locale.

Quindi, mi permetto di dire, al di là delle osservazioni della Commissione bilancio, che, indirettamente, gli effetti di norme che incidono sulla sosta hanno degli effetti positivi o negativi anche sul bilancio delle aziende di trasporto, che sono un grande problema del Ministero dei trasporti, perché ogni anno rimpinguare il Fondo nazionale dei trasporti è cosa assai ardua.

Infine, il presidente Morelli ha infierito molto sul comune di Milano, accusandolo di mala gestione nella gestione della sosta. Immagino che per mala gestione intenda dire che il comune di Milano impiega gli ausiliari del traffico e della sosta in modo non conforme alla legge, come interpretata dalla giurisprudenza e, quindi, i cittadini di Milano hanno multe che sono illegittime e, pertanto, possono ricorrere contro le sanzioni.

Ecco, io ovviamente, pur essendo avvocato di professione, non faccio il difensore di ufficio del comune di Milano e, purtroppo, nemmeno il difensore di fiducia del comune di Milano, perché non sono stato incaricato, però, mi permetto di dire che prima di riportare in quest'Aula delle accuse così gravi nei confronti di un'amministrazione, o del comune di Napoli, che è stato citato, bisognerebbe conoscere bene gli eventi. Ad oggi, non sono state - nonostante io lo abbia chiesto - prodotte alla Commissione trasporti delle evidenze, lo ripeto, evidenze di irregolarità amministrative operate da parte delle aziende di trasporto pubblico locale. Infatti, è chiaro che se fossero in qualche modo evidenziate sarebbe cura di tutti agire, non in sede legislativa, perché non è nostra competenza, ma, in qualche modo, agire, affinché i comportamenti non conformi alla legittimità fossero abbandonati da parte delle amministrazioni comunali.

Quindi, mi permetto di dire che noi rischiamo, oggi, qui, di fare un passaggio diseducativo per i cittadini, in particolare per i più piccoli che ci stanno ascoltando. Noi abbiamo un problema di cittadini che parcheggiano male, e questo lo abbiamo, perché basta vedere quello che succede nelle città, basta vedere quello che in qualche modo ciascuno di noi fa quando ha fretta, non è che uno si erge a giudice di altri, ma chi di noi non ha mai parcheggiato, in qualche modo, violando il codice della strada? Questo succede dappertutto, poi, in alcune città è perseguito con maggior durezza e in altre meno, ma se di fronte a questo problema la nostra risposta è cavillare, in punta di diritto, come giuristi bizantini - per andare a dire che il comportamento è negativo, il comportamento va stigmatizzato, ma noi ci poniamo il problema di chi eroga la sanzione e, quindi, vogliamo regolamentare la casacca di chi dà la sanzione - credo che non si dia la risposta giusta, credo che l'ambizione del Parlamento dovrebbe essere quella di risolvere il problema, che non vuol dire prendere in toto le proposte dei comuni, ma di riflettere e io chiederei questo al relatore Baldelli, che ha avuto la lucidità di porre un problema, di partire dalla riflessione che ha posto, partire dalle osservazioni che sono state fatte, e di consentire a quest'Aula di andare a risolvere il problema in modo più compiuto.

È questo l'auspicio che io faccio a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico; mi permetto, signor Presidente, avendo il sottosegretario ai trasporti anche qui di fronte, di chiedere anche, per questa funzione nostra legislativa e per le funzioni di indirizzo e controllo che a noi sono deputate della legge, una maggior collaborazione del Ministero. Sapete, io 90 giorni fa, 100 giorni fa, ormai, feci un'istanza di accesso per raccomandata al Ministero dei trasporti; dopo 60 giorni, mi si disse che la raccomandata era persa, non c'era; falso, perché poi l'ho vista con i miei occhi, protocollata. Gentilmente, dopo due istanze in Commissione, il Presidente della Commissione trasporti, Morelli, si prese a cura la questione e tramite gli uffici burocratici, per ben due volte, fece delle PEC al Ministero dei trasporti e mi si disse: le PEC non ci sono, salvo il fatto che io gentilmente ne avevo ricevuto una in copia e produssi la PEC al Ministero dei trasporti. Telefonai al Ministero dei trasporti; fui girato alla dottoressa Perrotti, il capo del dipartimento infrastrutture, feci molta anticamera telefonica e dopo un giorno mi si disse: no, deve chiamare il dottor Chiovelli, presidente dalla struttura tecnica di missione; chiamai il dottor Chiovelli, feci anticamera, mi si disse: no, deve chiamare il Gabinetto; chiamai il capo di Gabinetto, il dottor Scaccia, venni, dopo molte attese e rinvii, messo nella condizione di interloquire col capo segreteria del capo di Gabinetto del Ministro dei trasporti che mi disse: mo' vediamo. Siccome il “mo' vediamo” non andava avanti mi presentai al Ministro dei trasporti nella giornata di mercoledì scorso. Fui fatto attendere fuori dalla porta del Ministero in attesa di avere il passi per entrare - perché non avevo appuntamento - per un'ora, poi venni fatto entrare al Ministero e, dopo tre ore e mezza, alle ore nove e mezza di sera, mi si disse: non c'è nulla, rivediamo tutto domani. Tornai il giorno dopo al Ministero, il giovedì, e dopo quattro ore di attesa, alla fine, quando io dissi: o mi date il documento che ho chiesto, i decreti di nomina degli esperti per la commissione di valutazione benefici costi, o, comunque, rimango qui e se volete farmi uscire mi fate uscire perché i carabinieri mi portano via a forza, a quell'ora e solo allora, anche lì alle nove di sera, mi venne dato un documento di diniego dell'istanza di accesso, basandosi sul fatto che era un'istanza di accesso fatta sulla base delle norme del FOIA e non sulle norme di accesso della legge n. 241 del1990, cosa che ho puntualmente reiterato, inviandola via PEC. Allora, nei giorni passati, ho ripreso i collegamenti telefonici. Curiosamente, la segreteria del capo segreteria del capo di Gabinetto del Ministro mi ha detto: di questa cosa se ne occupa il capo di segreteria del Ministro, chiamate il capo di segreteria del Ministro, l'avvocato Marzulli. L'ho chiamato per tutto il giorno, non ha avuto la bontà di rispondermi, ieri. Oggi, rimproverò, ma riproverò sul Gabinetto, perché credo sia il Gabinetto deputato a dare queste risposte.

Ora, lo dico perché, qui, c'è un problema che, oggi, tocca a me, che sono in minoranza, ma, un domani, potrebbe toccare anche i colleghi che sono in maggioranza oggi, perché le vie del Signore sono infinite e le maggioranze, in questo Paese, a volte, capita che si ribaltino. È un problema serio, signora Presidente, un problema che ho illustrato anche in Aula, intervenendo a fine seduta, di fronte al Presidente della Camera, l'onorevole Roberto Fico, e al sottosegretario Rixi; non è possibile che un parlamentare non venga ricevuto al Ministero, faccia quattro ore di anticamera, debba minacciare di stare lì per tutta la notte - mi ero portato il pigiama, anche perché dovevo tornare a casa, cosa che non sono riuscito a fare, perché poi sono uscito, perdendo tutti gli aerei - e non ottenga risposta, perché il Ministro, che dovrebbe essere il Ministro della trasparenza, fa ostruzione.

Guardi, Presidente, che se questa documentazione non mi viene fornita io la prossima settimana rinuncerò ai miei doveri di parlamentare in quest'Aula, che sono prioritari, e sappiate che io non voterò, perché starò al Ministero; e starò lì, dovessi fare il digiuno e lo sciopero della fame, finché non mi spiegano per quale motivo non mi danno il curriculum dei nominati, i decreti di nomina, anche se non sono ancora stati registrati, i rilievi avanzati dalla Corte dei conti e le risposte date a questi rilievi. Lo dico perché mi pare un atteggiamento assolutamente irriguardoso nei confronti del Parlamento.