A.C. 887-A e abbinate
Grazie, Presidente. Voglio iniziare dalle parole. Io credo che, se c'è una cosa che dobbiamo precisare all'inizio di questa discussione, colleghe e colleghi, è che andrebbe riconosciuta, ripudiata e condannata la violenza delle parole utilizzate negli ultimi mesi nel dibattito pubblico, attorno al tema sollevato da questa proposta di legge. Locuzioni come “utero in affitto” o “turismo procreativo”, utilizzate con grande disinvoltura anche oggi all'interno della discussione, applicano, a mio parere, una distorsione della realtà, appunto, profondamente distorsiva su una questione su cui anche legittimamente ci si esprime: tante sono le opinioni, tante sono le questioni e i dubbi che possono nascere, tante sono le modalità legislative con cui la gestazione per altri è regolata ed eventualmente normata nei diversi Paesi del mondo. Visto che in questa proposta di legge si ha la pretesa di stabilire delle regole universali di punibilità di una condotta, bisognerebbe avere la decenza di utilizzare parole corrette, perché quando le parole viaggiano distanti dalla realtà, insufficienti a descriverla, le leggi che si finiscono per approvare possono avere un grande impatto su vite che con quelle parole hanno ben poco a che fare.
Non mi voglio dilungare sulla questione giuridica, sull'estrema debolezza giuridica di questa proposta di legge, perché già l'hanno lungamente contestata illustrissime professionalità della giurisprudenza italiana, audite in Commissione. Sottolineo solo due punti. Con la proposta di legge Varchi siamo in un terreno di scontro frontale con la Corte europea dei diritti dell'uomo, che in ripetute occasioni ha affermato che la maternità surrogata rientra nell'ampio margine della discrezionalità legislativa. In sostanza, c'è una tale consapevolezza che la materia è regolata diversamente nei vari Paesi, che la CEDU ne riconosce espressamente e consente trattamenti diversi. Aggiungo anche che, nonostante la tradizionale tendenza della destra italiana ad aumentare le pene edittali, in questo caso la pena non viene toccata ed è rimasta al massimo di 2 anni, ovvero una pena massima che non sembra compatibile - se non altro, in una logica di sincerità e onestà intellettuale - con la gravità da riconoscere per configurare un reato universale. Vorrei però usare questi minuti a disposizione, non per parlare di questioni giuridiche, ma per parlarvi di persone di vita vissuta e di pezzi di realtà, come hanno già fatto altri colleghi prima di me nei loro interventi, perché le persone di cui vi parlo hanno scritto a tutti noi e qualcuno ha avuto anche la delicatezza, per fortuna, di leggere quelle lettere e quelle mail. Quindi, la realtà, là fuori, è Alessandra, che 3 anni fa ha perso il compagno e che l'anno scorso si è ammalata di tumore al seno, ha poi subito un intervento, ha affrontato le cure di protocollo, ma fra 5 anni, quando terminerà la terapia ormonale che la libererà finalmente dal cancro, sarà ormai per forza di cose in menopausa. Alessandra è single e, per via di una legislazione vigente miope e vecchia, non potrà adottare un bambino o una bambina in condizione di bisogno. La realtà sono Alberto e Luca - venivano citati anche prima - civilmente uniti, anche loro con il grande desiderio di diventare genitori, anche loro impossibilitati a diventare beneficiari dell'istituto dell'adozione. La loro storia mi ha colpito particolarmente, perché Alberto e Luca, nel scrivere quella mail, si giustificavano per ogni cosa e mettevano le mani avanti su come in nessun caso fosse loro intenzione sfruttare alcuno, su quanto avessero in considerazione la dignità del corpo di una donna, sul tempo e lo studio che hanno dedicato per ricercare un Paese in cui la pratica della gestazione per altri fosse normata e sicura. Hanno giustificato l'amore profondo che li lega e il loro desiderio di genitorialità e ho pensato: che triste, siamo un Paese in cui alcune persone sono costrette a giustificarsi, perché si amano e perché vogliono un figlio. Raccontavano di come, in Canada, li abbia trovati e contattati Lucia, che porterà volontariamente avanti la loro gravidanza. Per questo bambino che nascerà, Lucia non sarà un segreto, non sarà una vergogna, ma sarà un pezzo di famiglia. Non ci sarà un assegno, non ci sarà un abbandono, ma ci sarà una dinamica di solidarietà. Di tutto ciò, in quest'Aula, oggi almeno, dai banchi della maggioranza non si è parlato affatto. La realtà, infine, è anche Anna, che non ha potuto raccontarmi di persona la sua storia, non ha potuto scrivermi una mail, perché non c'è più. A scrivere la mail è stato il suo cardiologo, Marco. Anna era affetta da una cardiopatia congenita, sufficientemente compensata per vivere, ma non compatibile con una gravidanza, che comunque lei, in una libera scelta di autodeterminazione, ha cercato, ha voluto e ha ottenuto. Anna è morta al sesto mese di gravidanza e, con lei, il suo bambino, il quale avrebbe avuto anche una sorella, perché avrebbe volentieri portato avanti per lei un percorso di gestazione. Oggi non può essere qui a raccontarci i desideri, le sofferenze, la tribolazione e i dubbi che pervadono una persona messa di fronte ad una scelta, come quella di valutare un percorso di gestazione per altri. Poi c'è Elon Musk, che fra qualche giorno sarebbe criminale universale, ma che è anche il secondo uomo più ricco del mondo, il che sembra essere sufficiente, Presidente, per fare dimenticare alla maggioranza ogni scrupolo di tipo etico. Ricordiamoci che, comunque, oggi non stiamo discutendo di come istituire, ricercare o promuovere una condizione di legalità per cui, ad esempio, Anna avrebbe potuto avere un suo figlio.
La gestazione per altri in Italia è reato e nessuna forza politica, prima che la destra avanzasse questa questione, stava proponendo percorsi per legalizzare la GPA di alcun tipo, se non qualcuno quella di natura solidale. Oggi noi, qui, non siamo chiamati a discutere di questo, oggi siamo chiamati a discutere di una legge che criminalizza, anzi, che criminalizza universalmente chiunque abbia già praticato o vorrà prendere in considerazione un percorso di GPA, sia quella solidale che quella non solidale. Di tutta l'erba un fascio, come sempre. Quindi, guardiamoci allo specchio, siamo un Paese in cui la natalità è scesa drasticamente e strutturalmente. Se ne parla tanto, anzi, senza girarci attorno, la maggioranza di Governo ha usato questa storia, attraverso suoi illustri esponenti, per avanzare minacce di sostituzione etnica o per suggerire, neanche troppo sottilmente, categorie molto inquietanti di analisi della società. Il desiderio di genitorialità, però, non è definitivamente scomparso nel nulla in questo Paese, esiste, ma è materialmente ostacolato da alcune impossibilità.
Siamo fuori di un minuto? Va bene. Ci sono degli ostacoli economici a chi vuole diventare genitore - l'assenza di welfare, l'assenza di servizi, l'assenza di asili nidi - e ci sono degli ostacoli diversi, degli ostacoli dati per legge alle persone non fertili, alle persone single, alle persone omosessuali, in questo momento, non è neanche consentito l'istituto dell'adozione. Se l'obiettivo di questa legge è veramente far sì che si faccia sempre meno ricorso alla gestazione per altri, perché non ci stiamo attivando per normare e colmare il grande vuoto di ingiustizia che l'assenza di una legislazione attuale sulle adozioni pone di fronte, rendendo una montagna non scalabile la genitorialità per tante persone? Quello di cui parla questa proposta di legge, Presidente, io credo che sia il Paese che non c'è, perché non ho sentito neanche una storia di realtà uscire dalle bocche degli esponenti della maggioranza in questa giornata. Volevo chiedere se noi vogliamo essere, oggi, una politica che si occupa della realtà o se vogliamo essere la politica del reato che, aumentando una pena dietro l'altra, pretende di cambiare il mondo a suon di accanimento e a suon di creazione di nuovi reati. Io non voglio far parte di questa politica, io voglio essere parte della politica che cambia il mondo attraverso i diritti, attraverso la comprensione del reale, attraverso l'empatia. Penso che sia una richiesta legittima da farvi anche oggi in quest'Aula e penso che siate ancora in tempo per fermarvi.