Discussione generale
Data: 
Lunedì, 24 Giugno, 2024
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 695-A

Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, oggi la discussione generale ci consente di illustrare un provvedimento che - abbiamo sentito adesso, dalle parole del relatore - la maggioranza ha già deciso di bocciare. Già in Commissione era stato presentato un emendamento soppressivo, che ha portato alla reiezione dell'intero testo, ed è stato dato mandato al relatore di riferire in senso negativo qui in Aula, lo abbiamo sentito con grande nettezza. Purtroppo, ci tocca stigmatizzare questo aspetto, è una scena che tristemente si va ripetendo in questa legislatura: da un lato, il Governo che non riesce a esprimere una visione comune, vive di ricatti incrociati, porta avanti proposte bandiera delle diverse forze di maggioranza, e, per portarle avanti tutte insieme, in contemporanea, affoga il Parlamento di decreti, voti di fiducia e sedute fiume.

Abbiamo vissuto la scorsa settimana quello che è il fenomeno che stiamo vivendo. Dall'altro, le proposte di opposizione vengono sistematicamente rimbalzate, snaturate o, nel migliore dei casi, collocate su dei binari morti. In questo caso specifico, però, auspichiamo veramente che il Governo e la maggioranza riescano a dare vita a un ravvedimento operoso nelle prossime ore. Perché, se così non fosse e se quello che abbiamo sentito nelle parole del relatore si dovesse in qualche modo concretizzare, veramente noi avremmo un altro segnale preoccupante, proprio la settimana dopo in cui, in quest'Aula, abbiamo visto il voto sul decreto “Spacca Italia” e abbiamo visto le scelte che sta portando avanti questo Governo.

Viene da farsi una domanda: ma che cosa vi hanno fatto le cittadine e i cittadini del Mezzogiorno d'Italia? Perché, in ogni occasione utile, scegliete di votare sempre contro la possibilità che possano avere gli stessi diritti, le stesse opportunità e le stesse possibilità di tutti i cittadini italiani e di tutte le cittadine italiane? Perché anche la vostra scelta di oggi, che è stata argomentata adesso dal relatore, va in una direzione opposta rispetto a questo principio.

Perché chi vive in alcune realtà del Sud deve affrontare costi molto più alti, rispetto a chi vive al Centro e al Nord, per le polizze di responsabilità civile auto, il contratto assicurativo obbligatorio - obbligatorio - che ciascuno deve stipulare con le compagnie di assicurazioni per coprire i danni a cose e persone involontariamente causati quando si guida? La proposta di legge a firma del collega Borrelli intende affrontare una palese ingiustizia: la differenza nel costo dei premi assicurativi a seconda del luogo di residenza, anche se gli assicurati sono nelle medesime condizioni per età, auto guidate e comportamento virtuoso, e non hanno commesso sinistri negli ultimi 10 anni.

Questa è la domanda che pone questo intervento normativo e a cui non abbiamo sentito una risposta. Non si sta dicendo altro, se non di prevedere il premio più basso, previsto a livello nazionale, per tutti gli assicurati che non hanno denunciato sinistri negli ultimi 10 anni. Abbiamo sentito, con grande forza, il relatore dire: “Questo prezzo in più, derivante dal risparmio che avrebbero tutti gli assicurati che non hanno subito sinistri negli ultimi 10, non può essere pagato da chi ha subito almeno un sinistro”. Ma perché, invece è più giusto un principio per cui sono solamente quelli di una determinata collocazione territoriale, che non hanno subito alcun sinistro, a pagare tutto e altri a non pagare nulla?

Questo è un criterio più giusto? Questo è un criterio più equo? Questo è qualcosa che funziona meglio?

Non può essere il tuo CAP di residenza a condannarti a pagare di più o a pagare di meno, a prescindere dal tuo comportamento alla guida. Se si decide di premiare coloro che sono virtuosi, bisogna premiare tutti i virtuosi. Se non va bene questo principio, che non bisogna premiare solo i virtuosi, ma anche chi ha avuto un solo sinistro, si può cambiare la norma. Noi siamo all'opposizione e voi siete in maggioranza, gli argomenti che usavate quando eravate all'opposizione ormai sono un po' superati per il fatto che, da due anni, siete voi al Governo. Quindi, se non vi va bene una norma, potete cambiarla. Non vi vanno bene le norme che sono state fatte negli anni in cui al Governo c'era il centrosinistra? Potete cambiarle. Ma dalla domanda di giustizia di garantire a tutti i cittadini, a prescindere dal quartiere e dalla città in cui abitano, gli stessi diritti, non potete evadere.

Perché sapete cosa si rompe in questo modo? Si rompe quell'idea di far parte della stessa comunità nazionale che voi portate anche nel nome del partito con il quale vi siete presentati alle elezioni, e non solo nel programma. Perché non si è più “Fratelli d'Italia” se, a seconda se sei nato a Napoli o a Milano, hai diritto a prezzi diversi, a parità di comportamenti. Se si premiano i virtuosi, vanno premiati tutti i virtuosi. Stiamo parlando di loro, di automobilisti che non hanno fatto alcuno scontro e che rispettano tutte le leggi e tutte le regole.

Cosa gli possiamo dire? Gli possiamo dire che alcuni hanno diritto a essere premiati ed altri no, a seconda della città da cui provengono? Il cittadino che ha bisogno di utilizzare un mezzo di trasporto privato è tenuto ad assicurarsi, se vuole circolare; quindi, ha il diritto a costi giusti e a criteri oggettivi e chiari, validi per tutto il territorio nazionale.

Per questo lo Stato non può rimanere indifferente di fronte a quella che è una palese ingiustizia. Deve porvi rimedio per mettere fine a discriminazioni tutte ingiustificate.

Chiariamoci: nella nostra idea, lo Stato non può rimanere indifferente e ci deve essere una risposta in quest'Aula, in Parlamento; finché saremo uno Stato nazionale, così sarà. È chiaro che se qualcuno già guarda oltre questa dimensione, questo non è più un problema. Tutto sarà differenziato: i diritti, i servizi, le possibilità, a seconda della regione da cui si proviene. Allora, anche questo tipo di petizione di giustizia che stiamo avanzando con queste proposte non avrà più senso, ma, dato che noi ci crediamo ancora nell'Italia e nell'Europa, in quelle bandiere che sono alle spalle del nostro Presidente, durante questa seduta noi vi chiediamo di rispondere a questa domanda, non di ignorarla.

Al riguardo, io voglio ricordare il grande lavoro anche delle precedenti legislature, in particolare di Leonardo Impegno, deputato del PD nella XVII Legislatura, che si è già battuto per l'istituzione della tariffa Italia, ottenendo dei miglioramenti, ma non riuscendo a terminare positivamente la sua opera, per la fine della legislatura. Dall'approvazione della legge per il mercato e la concorrenza del 2017, legge n. 124 del 2017, le compagnie sono, infatti, obbligate ad applicare uno sconto significativo ai soggetti residenti nelle province a maggiore tasso di sinistrosità che non abbiano procurato scontri negli ultimi quattro anni e che abbiano installato la scatola nera. È necessario intervenire, affinché venga data certezza a questa norma attualmente è in vigore, ma che non definisce oggettivi criteri di determinazione dello sconto. Voglio inoltre ribadire qui, con un sentimento di giustizia sociale, che chi non causa scontri, ovunque egli risieda, deve avere il diritto di essere assicurato pagando la medesima tariffa unica per tutto il Paese. Questo è l'obiettivo finale di questa proposta e di questa mobilitazione, che passa di legislatura in legislatura perché è sentita nel Paese e risponde a una domanda reale.

Ora, il gruppo del Partito Democratico si è espresso favorevolmente alla proposta di legge in discussione e ha presentato anche quattro emendamenti, a prima firma del collega Toni Ricciardi, che voglio ringraziare, insieme al capogruppo Virginio Merola e a tutta la rappresentanza in Commissione finanze, che puntano a migliorare il testo, avvicinandosi per gradi, se necessario. Se non si può fare tutto in un unico provvedimento, può essere anche graduale il percorso, ma quello è l'obiettivo della tariffa unica per tutto il Paese, attraverso un'azione intelligente, che sia in grado di attaccare con forza - questo è l'altro punto che manca totalmente nell'intervento del relatore che abbiamo ascoltato - i comportamenti sbagliati che l'assenza di una scelta di direzione politica chiara sul tema sta determinando. Qui veniamo all'aspetto: sembra, infatti, che il Governo non si sia reso conto nemmeno del fatto che queste ingiustificate differenze nei costi dell'RC auto possono favorire, anzi, stanno già favorendo, comportamenti illeciti o, per così dire, borderline di chi è costretto a utilizzare l'auto privata. Infatti, noi stiamo assistendo a uno smantellamento del servizio di trasporto pubblico locale, a condizioni sempre più difficili dei trasporti, a un diritto alla mobilità di tutte e di tutti che viene negato e la ciliegina su questa amarissima torta è arrivata nelle scelte sulla votazione, solo poche settimane fa, contro la mozione del Partito Democratico per finanziare il Fondo nazionale di trasporto e condannare al non rinnovo dei contratti centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che vivono in condizioni difficilissime. I sindacati hanno già proclamato per il prossimo 18 luglio uno sciopero: c'è una condizione difficilissima, crescono le aggressioni nei confronti del personale del trasporto pubblico locale, l'insoddisfazione e l'insofferenza da parte dei cittadini. C'è una domanda di trasporto che non viene corrisposta, c'è una domanda che è sempre più difficile da soddisfare, soprattutto nelle periferie, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, soprattutto nelle aree interne, e molti cittadini - che non hanno alternative all'auto privata per andare a scuola, per portare i figli a scuola, per andare a lavorare, per curarsi, per studiare - si ritrovano pure nella difficoltà di avere un costo d'accesso all'RC auto altissimo, insormontabile proprio, in quei territori dove ci sono maggiori difficoltà. Di fronte a questo paradosso ci sono poi, dicevo, dei fenomeni borderline: osserviamo il fenomeno delle targhe straniere. Non so se l'avete seguito, è molto diffuso, soprattutto nella città di Napoli. Si tenga conto che i costi dell'assicurazione del capoluogo partenopeo sono i più alti d'Italia dopo Prato e che, in generale, il 95 per cento degli assicurati italiani paga di RC auto molto più della media dei cittadini europei. Ora, la differenza ci è stata detta: 78 euro tra il prezzo medio europeo e il prezzo medio italiano. Non si dica che è poco il fatto che i nostri cittadini paghino mediamente 78 euro di più: non è poco, soprattutto per i nostri cittadini più fragili. Noi conosciamo la celebre affermazione sulla media dei polli: alla fine, se la media è di un pollo l'anno per ciascuno, magari c'è chi mangia due polli e chi non mangia nessun pollo. Se questa media di 78 euro è fatta da cittadini che pagano 500 euro più della media europea e cittadini che sono perfettamente nella media europea, avremmo voluto sapere anche questo calcolo. Come avremmo voluto vedere questi dati che collegano alla sinistrosità. Allora, vengano fuori questi elementi su sinistrosità, sulle presunte truffe, sull'accertamento delle truffe, noi non abbiamo ascoltato i dati, abbiamo ascoltato un giudizio sui dati. Non abbiamo ascoltato i dati che portano a questi ragionamenti. Tuttavia, ritorniamo alle targhe straniere: a Napoli, infatti, si possono superare i 1.500 euro l'anno di spesa, mentre, per alcuni, l'uso della targa straniera abbatte questi costi, consentendo di calcolarli sul livello del Paese di targa, di solito inferiori a quelli italiani. Ora, da questo punto di vista, sono interventi, come quelli presentati, che hanno un obiettivo, cioè ridurre e cancellare il ricorso a questi escamotage. Tale intervento avrebbe anche un fortissimo vantaggio per la fiscalità pubblica. Si tenga conto, infatti, che le province che non incassano l'imposta sulla responsabilità civile auto - che sarebbe di loro competenza -, a causa di trasferimenti di residenza, perdono risorse e che lo Stato non ricava nulla sotto il profilo dell'IVA dalle vendite di veicoli che non hanno targhe italiane. Tante sarebbero le ragioni per cui noi dovremmo evitare il ricorso a questi fenomeni; e forse già nell'intervento del relatore abbiamo sentito un ravvedimento operoso, al riguardo. Noi abbiamo assistito a una campagna elettorale che, forse, abbiamo finalmente alle spalle: è finita la crociata contro gli autovelox, è finita la crociata contro le ZTL, si sta discutendo addirittura di far controllare automaticamente che ci sia l'assicurazione dei mezzi. È una cosa sacrosanta e giusta e assolutamente si deve fare. Dopodiché, è complicato, se togliamo tutti gli strumenti di valutazione oggettiva dalle strade, poi introdurne uno solo per valutare l'assicurazione. Sarebbe meglio pensare che, come in tutta Europa e in tutto il mondo, le regole vengano scritte per essere rispettate. Se poi ci sono strumenti tecnologici che ci consentono certificare e verificare l'effettivo rispetto delle leggi, tutti coloro i quali - almeno noi parlamentari che scriviamo queste leggi - ne auspicano il rispetto dovrebbero essere contenti che siano presenti questi strumenti e non costruire addirittura campagne elettorali o demagogiche contro di essi. Ma noi speriamo che ci sia una resipiscenza del Governo e della maggioranza che ci porti ad approvare tutti insieme, al di là delle legittime differenze politiche, questa proposta di legge, perché sarebbe un primo passo importante per tutte e tutti i cittadini del nostro Paese in una direzione di una maggiore giustizia.

È necessario, inoltre, affrontare concretamente la questione che si è cercato di illustrare, con l'obiettivo di arrivare a una tariffa unica nazionale, intervenendo per premiare allo stesso modo, su tutto il territorio nazionale, tutti i guidatori virtuosi, i cittadini onesti e le persone che scelgono un comportamento attento alla guida, che si preoccupano della sicurezza propria e degli altri sulla strada. Se il modo in cui attualmente sono premiati è troppo alto, allora si riformuli questo premio, ma lo si renda equo, giusto, uguale in tutte le città, senza differenze a seconda del CAP di provenienza.

Ora, la maggioranza può naturalmente bocciare questa proposta di legge, può fermare le nostre iniziative - e lo sta facendo - per proporre un'agenda alternativa, è quello che state portando avanti. Tuttavia, c'è un verbo che dovete cominciare - a mio avviso - a declinare al passato. Infatti, vedete, ho sentito dire, anche nella discussione che ci ha preceduto: “i cittadini, i cittadini, la maggioranza dei cittadini, la maggioranza dei cittadini ci chiede, la maggioranza dei cittadini ci sta chiedendo (…)”. Prima di tutto, voi, oggi, siete maggioranza in Parlamento, ma non siete stati, al momento delle elezioni, maggioranza per le persone che hanno votato. La maggioranza delle persone che ha votato ha votato per forze che oggi sono all'opposizione. Voi siete stati la maggioranza relativa su un'unica coalizione e oggi, legittimamente, governate e rappresentate la maggioranza dei parlamentari. Tuttavia, non potete continuare a non tenere conto di quello che sta succedendo nel Paese. Due settimane fa abbiamo avuto le elezioni europee.

Nelle elezioni europee, al di là dei calcoli sui voti relativi, in termini di voti assoluti solo il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra sono cresciuti nei consensi rispetto alle ultime elezioni politiche e tutte le altre forze hanno perso in termini di voti assoluti. Poi, sono cresciuti perché è diminuita l'affluenza in termini di voti relativi, ma il numero di persone che sono andate a votare due anni fa per i partiti di maggioranza è diminuito mentre il numero di persone che sono andate a votare per il Partito Democratico e per Alleanza Verdi e Sinistra è aumentato.

Inoltre, in questi minuti stiamo assistendo ai risultati dei ballottaggi e non potete fare finta che non stia avvenendo quello che sta avvenendo. È un segnale chiaro - lo ha detto chiaramente la nostra segretaria Elly Schlein - e c'è una vittoria storica per il PD e per il campo progressista, perché in tutti i capoluoghi di regione al voto la destra ha perso. È sicuramente un grande successo delle candidate e dei candidati, delle donne e degli uomini che sono impegnati sul territorio e che hanno costruito proposte credibili di riscatto per quei territori, ma è anche un forte segnale politico che dice basta ai tagli alla sanità, “sì” al salario minimo e “no” all'autonomia differenziata che sta spaccando l'Italia. Infatti, non può essere un caso che da Cagliari, a Firenze, da Bari, a Potenza, a Campobasso, a Vibo Valentia, a Perugia, a Cremona, a Civitavecchia, a Palestrina, a Tarquinia e anche Bastia Umbra - e fatemi rivolgere un saluto a Susanna Cenni, parlamentare della scorsa legislatura, eletta sindaca di Poggibonsi - ci sia stata una vittoria che dà il senso di una fase politica che sta cambiando e dentro questa fase politica, che sta cambiando, c'è anche l'incapacità di un Governo di leggere questi cambiamenti e queste richieste.

Voi oggi votate contro questa proposta di maggiore giustizia per tutte le cittadine e tutti i cittadini da un punto di vista dell'RC auto e poi ci confronteremo sul grandissimo tema della sanità, con la proposta di legge Schlein, nelle prossime ore. Ormai c'è un confronto aperto: da una parte, l'agenda dei ricatti incrociati del Governo, che sta scavando, a forza di sedute fiume, un canyon dentro questo Parlamento; dall'altra, c'è l'impegno delle forze di opposizione a costruire un'alternativa e lo fanno mettendo al centro le comunità, le città, la giustizia e quell'unità nazionale che non vi permetteremo di distruggere.