Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 8 Febbraio, 2022
Nome: 
Lucia Ciampi

A.C. 3156-B​

Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, soltanto tre mesi fa in quest'Aula annunciavamo un passaggio storico che oggi concretizziamo definitivamente: la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni, viene inserita tra i principi fondamentali della Carta costituzionale. Il testo che discutiamo oggi è lo stesso approvato in precedenza dall'Aula di Montecitorio. Si tratta di principi che il Partito Democratico ha già sostenuto convintamente e ritiene imprescindibili per cambiare il presente e costruire il futuro. Abbiamo già rimarcato in precedenza i tre fattori chiave alla base di questo passaggio. In primo luogo, va rafforzata anche nelle istituzioni la consapevolezza e la necessità di lasciare un pianeta sano e vivibile a chi verrà dopo di noi. Viviamo da tempo al di sopra delle possibilità della nostra Terra. È ormai chiaro a tutti che l'estinzione di alcune specie, una maggiore diffusione delle malattie, l'innalzamento delle temperature, il collasso degli ecosistemi, l'innalzamento dei mari e altri possibili diversi impatti climatici diventeranno sempre più frequenti e devastanti nei prossimi trent'anni.

Più di una decina di anni fa gli scienziati dell'IPCC, cioè del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, cercarono di definire una serie di tipping points per il riscaldamento globale, vale a dire dei punti di non ritorno oltre i quali sarebbe stato impossibile mantenere lo stato del clima. Queste sentinelle dello stato di salute della Terra sono ad esempio la calotta glaciale della Groenlandia, i ghiacciai alpini, le aree desertificate e le barriere coralline. Secondo studi internazionali alcuni di questi punti di non ritorno sarebbero già stati raggiunti, ma non oltrepassati. Occorre agire perché la situazione non diventi irreversibile. Il secondo principio riguarda la tutela degli animali: da oggi la Costituzione riconoscerà il benessere animale. Su queste tematiche il nostro Paese è da sempre all'avanguardia. Nel 1991 l'Italia divenne la prima Nazione al mondo a riconoscere con una legge quadro il diritto alla vita e alla tutela degli animali randagi, vietandone la soppressione se non in casi di gravi malattie, malattie incurabili o comprovata pericolosità.

Oggi questo quadro normativo si allarga, si rafforza e coinvolge la Carta costituzionale. Sappiamo che dal benessere fisico degli animali e dalla tutela degli ecosistemi deriva innanzitutto il benessere umano; da due anni questo legame ce lo ricorda purtroppo ogni giorno la pandemia che stiamo vivendo. Il COVID sta dimostrando come ambiente e uomo siano parte del medesimo ecosistema e che, come ha ricordato in numerose occasioni anche Papa Francesco, non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato. Le ferite causate alla nostra Madre Terra sono ferite che sanguinano anche in noi. Dalla tutela degli ecosistemi e dal benessere animale, è bene sottolinearlo, non dipende però soltanto la salute. La tutela degli ecosistemi e il benessere animale è spesso garante della tenuta economica di interi settori produttivi. Con il proliferare di nuove malattie che colpiscono le specie selvatiche, anche qualora non fossero immediatamente trasmissibili all'uomo, appare oggi evidente che tutelare il benessere animale significa preservare anche interi settori economici ed occupazionali, come quello agroalimentare e quello turistico ricettivo, per noi fondamentali. Per fare un esempio esauriente, basta ricordare come la peste suina registrata recentemente in alcuni territori dopo anni di assenza ha già portato negli scorsi anni in Cina all'abbattimento di centinaia di milioni di capi con pesanti conseguenze sui listini mondiali delle carni suine. Per essere chiari, solo il fatturato estero per i salumi italiani è di circa 1,7 miliardi di euro, e non è difficile immaginare le conseguenze disastrose che potrebbero ripercuotersi sulla filiera nazionale se questa epidemia non venisse contrastata con efficacia e in tempi brevi.

Il terzo principio, che voglio sottolineare, alla base della legge che affrontiamo oggi è diretta conseguenza degli altri due appena espressi. Promuovere il benessere animale e tutelare gli ecosistemi significa porre le basi per costruire nuovi modelli di società capaci di coniugare ambiente, risorse, biodiversità e attività umane; non paesaggi statici, ma paesaggi, come abbiamo avuto già modo di evidenziare, sostenibili. Il grado di interferenza della componente umana negli ecosistemi è andato aumentando con il crescere della pressione demografica e tecnologica. Le esigenze legate ai fabbisogni di sussistenza e di sviluppo delle attività umane come l'agricoltura, l'industrializzazione, l'urbanizzazione e i trasporti hanno contribuito in modo determinante a modificare gli ecosistemi originari, apportando alterazioni strutturali e funzionali che documentano il grado di interferenza dell'azione umana. Occorrono modelli di ecosistemi in cui l'uomo consolidi il suo ruolo di custode, non di mero sfruttatore, modellando e preservando la natura. Con le modifiche che apportiamo oggi, la Carta costituzionale si evolve, ma non perde, anzi, rafforza il suo spirito originario. Il suo obiettivo fu quello di costruire una democrazia moderna in un Paese diviso. Nel 1947 la sua forza ispiratrice fu, come la definì Pietro Nenni, lo spirito del 2 giugno, uno spirito che scaturiva dal permanere nel tessuto sociale della forza di quei valori di solidarietà, che avevano ispirato la Resistenza e che inducevano alla ricerca di una nuova etica civile e comune. Quella nuova etica si rinnova oggi, sancendo la necessità per la Repubblica di garantire la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, con un riferimento espresso all'interesse delle future generazioni. Questa legge per essere approvata necessitava di quattro passaggi parlamentari; averli portati a termine tutti in pochi mesi, in una legislatura oggettivamente complicata ed in piena pandemia, rappresenta un successo della buona politica, che, a nome di tutti noi, voglio oggi rimarcare. È con questa consapevolezza che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).