A.C. 30-A
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, oggi discutiamo di una proposta di legge che affronta un tema di indubbia rilevanza, un tema che smuove universalmente le coscienze, cioè la prevenzione e il contrasto della violenza e dei delitti contro gli animali. Si tratta, chiaramente, di un obiettivo importante, di cui non possiamo che condividere i principi generali anche di questa proposta di legge.
Non posso non sottolineare, tuttavia, qui in discussione generale, come ancora una volta, purtroppo, ci troviamo di fronte a un'occasione persa: è una proposta di legge al ribasso che valorizza molto di più l'aspetto di inasprimento delle pene e trascura un po' tutto ciò che di contorno dovrebbe e potrebbe esserci, proprio anche in virtù del fatto che c'è una forte condivisione tra le forze parlamentari sugli obiettivi. Penso che dovremmo chiederci: è davvero questo il massimo che possiamo e potevamo fare? Penso che, probabilmente, dovremmo risponderci di no.
Non fraintendetemi, ci sono molte cose, in questa proposta di legge, che vanno bene: l'adeguamento delle pene e delle sanzioni rispetto ad alcuni reati di particolare efferatezza, soprattutto, appunto, se commessi in determinati contesti o, ad esempio, il fatto che si dà finalmente soggettività giuridica all'animale, superando la dicitura nel codice penale che dice: “dei delitti contro il sentimento per gli animali”, e non verso l'animale stesso, quindi andando verso una concezione più paritaria e meno proprietaria del nostro rapporto con gli animali. Ma, ancora una volta, è mio dovere sottolineare come le esperienze passate - oserei dire la cronaca quotidiana, anche - ci insegnano che il mero inasprimento delle pene non basta, che spesso è un approccio che si rivela inefficace non solo perché - ed è dimostrato - difficilmente dissuade i potenziali autori di reati, ma anche e soprattutto perché non affronta le cause profonde di un problema. Questo è un discorso che ci ritroviamo, purtroppo, a fare sempre, perché non è la prima e non sarà l'ultima occasione in cui discutiamo anche di tematiche che condividiamo, ma ne discutiamo solo ed esclusivamente in chiave penalistica. Posso dire che è un peccato, soprattutto su argomenti su cui siamo tutti d'accordo.
Quindi, i reati contro gli animali, così come molti fenomeni sociali, richiederebbero un'azione più ampia, un'azione strutturale e mirata che, purtroppo, questa proposta tende a non considerare. Crediamo che questa legge potrebbe essere migliorata attraverso degli interventi più incisivi e concreti. Non basta punire, bisogna fare prevenzione, educare e farlo in modo strutturale. Noi questo proponevamo con i nostri emendamenti che però, purtroppo, anche qui, un'altra volta, come spesso accade, non hanno trovato spazio all'interno della discussione e del lavoro di Commissione che affrontava questa legge.
Ad esempio, proponevamo di rafforzare le infrastrutture. Gli animali vittime di reato non possono essere lasciati abbandonati a loro stessi, senza un sostegno concreto, e quindi chiedevamo che lo Stato investisse nella realizzazione di centri di accoglienza su tutto il territorio nazionale, delle case rifugio in sostanza, adeguatamente finanziate e gestite anche secondo standard chiari; quindi, luoghi di vera riabilitazione e di vera protezione dell'animale, ovviamente adeguatamente finanziati.
Un altro punto chiave era la formazione. Vorremmo dei percorsi obbligatori per le Forze dell'ordine, per la magistratura e per i veterinari affinché siano meglio preparati a prevenire e anche a perseguire i delitti contro gli animali.
Avremmo voluto un intervento, anche qui di nuovo strutturale, che iniziasse dalle scuole, con dei progetti educativi che sensibilizzassero le nuove generazioni al rispetto nei confronti degli animali e anche qui, purtroppo, ciò è venuto a mancare.
Proponevamo, poi, anche che le sanzioni pecuniarie, derivate dai reati contro gli animali, fossero reinvestite nello stesso ambito sostanzialmente, cioè nella tutela e nella prevenzione, in modo da creare un circolo virtuoso che si trasformasse in quello che anche noi avremmo voluto rivendicare come l'impegno concreto e unitario del Parlamento per il contrasto alla violenza nei confronti degli animali.
Purtroppo tutte queste modifiche non sono state integrate all'interno di questa proposta di legge, probabilmente un po' per un problema di costi che si ripresenta sempre e a cui dovremo fare fronte decidendo, una volta per tutte, quali sono le cose prioritarie e decidendo anche di investirci in modo serio, un po' per un'abitudine a bypassare le proposte dell'opposizione nel percorso di discussione di una proposta di legge.
Colleghi, è semplicemente un peccato. Io non penso che il nostro compito, qui, sia approvare delle misure e delle leggi simboliche, ma che sia cercare delle strade e degli strumenti concreti. Quindi, dobbiamo chiederci con onestà intellettuale, nel momento in cui andiamo a votare e a discutere una proposta: questa proposta è il massimo che potevamo fare? Io temo che la risposta sia, purtroppo, “no”.
Avevamo l'opportunità di fare di più - forse ce l'abbiamo ancora, visto che siamo nella fase della discussione generale -, penso che sia un obiettivo che dovremmo porci e vi invito, anche in questa sede, a riconsiderare le proposte che le opposizioni vi hanno fatto, perché non nascevano da nessuno spirito pregiudiziale ed ostruzionistico, ma erano semplicemente volte a migliorare questo testo e a renderlo un qualcosa di cui tutti possiamo parlare con orgoglio profondo.
Questo è un tema che sta a cuore a tutti quanti e io credo che l'opportunità, rappresentata dalla grande sensibilità che troviamo nei nostri circoli e nelle sagre, quando giriamo sui territori, verso il tema della tutela degli animali, vada convogliata in un'azione parlamentare che sia, almeno una volta, costruttiva.
Oggi e nelle prossime settimane, forse, abbiamo ancora l'occasione per farlo. Vi invitiamo a considerare, almeno su questo fronte, questo aspetto: non solo inasprimento delle pene, ma qualcosa di più. Io penso che, se lo facessimo, daremmo un grande esempio, anche per altre discussioni che dovremmo affrontare in sede parlamentare e forse cominceremmo a riabituarci a un lavoro che, dall'inizio di questa legislatura, purtroppo, non mi sembra che abbiamo ancora iniziato a fare.