A.C. 4130-A
Grazie, Presidente. Sicurezza e legalità non sono questioni che hanno a che fare con il colore politico. Non devono avere a che fare con il colore politico per una ragione: se mettiamo le bandierine di destra e di sinistra chi ci rimette sono i cittadini, che rimarranno due volte vittime: vittime del disagio e vittime della paura, che spesso provano in questi tempi difficili, e dello scontro ideologico che non porta a nessuna soluzione pratica. Lo abbiamo visto con l'emergenza migranti: grandi slogan dei nostri populisti, che oggi non sono presenti qui in Aula, urlanti proclami di quelli che, invece, sono qui in Aula, ma zero risposte. Invece, di sicurezza dobbiamo occuparcene e la sicurezza va governata a partire dalle nostre città fino ad arrivare ai borghi più piccoli e periferici. La paura a ogni livello si affronta in due modi: ora si cavalca ingigantendola - e qui di imprenditori della paura ne abbiamo in abbondanza - oppure la si governa, individuando gli strumenti per liberare le persone dalla paura. Noi abbiamo scelto convintamente la seconda opzione. Il PD ha scelto la strada della sicurezza, del contrasto all'illegalità; in una parola, ha scelto di stare dalla parte dei più deboli.
Sappiamo bene quanto le fasce più esposte al disagio siano quelle più fragili economicamente e socialmente. Gli abbienti possono permettersi ogni tipo di protezione. Ecco perché sicurezza non è un concetto astratto ma è semplicemente un dovere di chi governa e se togliamo le urla, silenziamo il volume, mettiamo da parte gli insulti, cari colleghi, possiamo tutti insieme fare uno sforzo per garantire sicurezza ai nostri cittadini. Noi l'abbiamo fatto. Il PD, tramite i suoi Governi, ha fatto grandi investimenti nelle periferie e nella sicurezza delle città. Per la prima volta è stata introdotta una strategia sulla sicurezza ad ampio raggio, che parte dal mare ed arriva nel cuore delle nostre città, piccole e grandi, dando ai sindaci poteri di controllo e di azione. Più strumenti d'azione alle istituzioni, allo Stato, dunque, che coordina l'azione con le forze dell'ordine. Questo Governo ha investito sulle forze dell'ordine restituendo quanto tolto dai precedenti Governi di centrodestra, quelli che fanno i proclami sulla sicurezza per chiarirci. Allo stesso modo sulla cultura, perché la vera sicurezza non è solo ordine pubblico ma è qualcosa di più profondo, di più impegnativo, che ha a che fare con i complessi processi sociali in atto nel nostro Paese.
Siamo convinti che la risposta al bisogno di sicurezza non possa essere solo di un tipo. La sicurezza è un bene comune, che va tutelato e rafforzato con l'impegno di tutti. Dobbiamo entrare nelle case degli italiani e farli sentire protetti, fargli sentire che lo Stato c'è, che il diritto degli italiani a una vita serena è e sarà garantito. La parola chiave, dimenticata da più di vent'anni, per me è una sola: periferie. Non solo periferie urbane e geografiche, luoghi per troppo tempo abbandonati delle nostre metropoli, ma periferie della società. È lì che dobbiamo mettere tutta la nostra attenzione per evitare che si rigeneri l'odio sociale, che proliferi l'illegalità e che viga la regola del più forte. La nostra soluzione è stata quella di investire più di 2 miliardi di euro in 120 progetti di riqualificazione delle periferie urbane, coinvolgendo i privati per arrivare a un impegno complessivo di quasi 4 miliardi. Sono risorse importanti che daranno ossigeno alle nostre città ma, come detto, il governo di questi fenomeni comporta uno sforzo in più, una quota di intelligenza in più o di buon senso.
Quindi, se da una parte bisogna rivitalizzare il tessuto delle nostre città, partendo dal cerchio più esterno e dai piccoli centri lontani dalle grandi città, dall'altro occorre intervenire con provvedimenti mirati a sconfiggere gli abusi quotidiani che avvengono in questi luoghi, tanto per cominciare facendo luce su una pratica odiosa e mettendovi fine: si tratta delle frodi contro gli anziani, una vera piaga che purtroppo spiega bene il livello di mancanza di valori, tragicamente basso, e la necessità di tutelare i più deboli, ma ciò va fatto subito, senza se e senza ma e senza tentennare.
Nel nostro Paese ci sono 12 milioni di ultrasettantenni e spesso sono obiettivo di malviventi senza scrupoli che puntano a entrare nelle loro case, che possono essere le case dei nostri genitori, dei nostri nonni, che magari hanno risparmiato una vita e qualche cosa si tengono in casa, pensando magari di aiutare i figli a far quadrare i conti o i nipoti per laurearsi. Le cronache sono piene di truffe ai danni degli anziani, persone più fragili che a volte subiscono in silenzio e in qualche caso, purtroppo, sono arrivati a togliersi la vita per la vergogna, per il dolore, per la disperazione di avere perso tutto. Gli esempi sono infiniti: dalle bande di finti funzionari dell'INPS, che si sono fatti aprire casa dagli anziani con la scusa di misurare l'appartamento per verificare l'ammontare dell'assegno, o di sedicenti tecnici dei termosifoni che controllano i caloriferi, e potrei andare avanti all'infinito. Per non parlare, poi, delle truffe telefoniche.
Con questa norma noi introduciamo un nuovo articolo del codice penale, il 643-bis. Si tratta del reato di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili. Ho sentito le opposizioni che parlano di inutilità della norma. Si dice che già esistono gli strumenti per perseguire questi reati, ma allora faccio una domanda: perché la stragrande maggioranza di questi reati odiosi rimangono impuniti? Perché? Occorrono sanzioni più severe e una maggiore certezza della pena per chi commette truffe contro gli anziani, truffe e frodi che consistono nel farsi dare o promettere denaro o altre utilità per sé o per altri dentro le proprie case, nelle banche, negli uffici postali, nelle case di riposo, simulando offerte commerciali, o in tutti i luoghi in cui possono essere commessi fatti simili.
Come dicevamo, pene più severe e certezza. Chi truffa gli anziani deve sapere che rischia di perdere la libertà personale. Per questo con la nostra legge ci sarà l'arresto in flagranza e la possibilità di applicare le misure cautelari. Si tratta di pene che vanno da due a sei anni, con multe che vanno da 400 a 3 mila euro. Inoltre, la pena viene aumentata se la frode viene commessa con il telefono o attraverso il computer o avvalendosi di informazioni sensibili e private che sono state acquisite in modo scorretto. E siccome questi reati oggi rimangono impuniti, abbiamo stabilito che la sospensione condizionale della pena non possa essere concessa dal giudice se non è stato restituito il maltolto e se non sia pagata la somma liquidata a titolo di risarcimento del danno.
Voglio ricordare che questa norma nasce da un impegno civile e anche da una battaglia giornalistica di un quotidiano, quei quotidiani che tanto critichiamo ma che con le loro inchieste hanno puntato un faro su un fenomeno inquietante. Matteo Renzi aveva aderito alla campagna contro le truffe agli anziani portata avanti dal Quotidiano Nazionale (lo voglio dire). Si era fatta una promessa ed oggi questa promessa la manteniamo. Riteniamo, perciò, che questa proposta di legge sia importante e necessaria, poiché oltre a punire i responsabili li scoraggerà anche a compiere questi odiosi reati che causano nelle vittime non solo danni economici ma soprattutto traumi psicologici molto forti. Il PD sta dalla parte dei più fragili ed è per questo che il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).