A.C. 805-A
Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi: “Ecco a una svolta, spuntare la macchina morta, la carogna-automobile, e si può vedere la sua decomposizione, la ruggine, gli sfondamenti, i visceri esposti”. Alzi la mano chi non ha mai provato la sensazione che ben descrive Guido Ceronetti nel suo Il silenzio del corpo.
I veicoli abbandonati nelle periferie delle nostre città sono veri e propri monumenti al degrado. Sono monumenti di quartiere, perché ciascuna via, ciascun piazzale, ogni strada ha il suo, ha i suoi, ma non sono motivi d'orgoglio, anzi, tutt'altro. Ricordano ogni giorno a tutte e a tutti l'incuria, il degrado, l'abbandono in cui troppe aree delle nostre città - specialmente nelle periferie, specialmente nelle aree interne - vengono tristemente abbandonate.
Stiamo parlando di una grande urgenza politica, di quella politica che hanno ricordato tutti i colleghi che sono intervenuti, e io voglio ringraziare i colleghi Gadda, Borrelli, Pastorella, Bicchielli, Iaria, Boscaini, Furgiuele, e col loro voglio ringraziare tutta la Commissione trasporti: il presidente Deidda, il vicepresidente Caroppo, tutti i membri della Commissione trasporti e i rappresentanti del mio gruppo - Anthony Barbagallo, Bakkali, Valentina Ghio, Roberto Morassut -; e non solo: i rappresentanti di tutte le forze politiche (sentiremo tra poco l'intervento di Gaetana Russo che ha seguito dall'inizio questo percorso al nostro fianco). Ma vogliamo dire che questo momento è un momento importante perché stiamo affrontando veramente un tema sentito da tanti cittadini e stiamo trovando un confronto utile su questo argomento. Ora, io penso che la politica debba fare questo, non possa limitarsi a inseguire i problemi per cavalcarli ma debba porsi il tema di affrontarli per risolverli. Ecco, in questa ottica, io penso che possa essere utile ricordare un po'il percorso di questa legge, perché per riuscire ad affrontare i problemi per risolverli bisogna partire da una domanda, che è la prima che bisogna porsi, ed è: da dove cominciare? Io personalmente ho dato questa risposta a questa domanda quando sono stato eletto nelle suppletive della scorsa legislatura - l'ultimo anno e mezzo della legislatura - grazie al sostegno straordinario - e per molte e molti inatteso - del collegio Primavalle di Roma, quadrante nord-est della capitale. Era la fine della legislatura ma volevo dare un contributo, e allora che cosa ho pensato? Ho cercato di restituire una di quelle urgenze che mi erano state comunicate in campagna elettorale da tantissimi cittadini, e ho cercato di fare quello che potevo fare da parlamentare per metterlo all'ordine del giorno della discussione della Camera dei deputati. Volevo che i problemi di quei cittadini che mi avevano dato fiducia diventassero oggetto di un confronto parlamentare. E così è nata questa proposta, la proposta di legge n. 3640 della scorsa legislatura, poi c'è stata un'interruzione anticipata - una storia che per brevità è meglio non ripetere - e poi è cominciata questa nuova legislatura, e insieme al sostegno di tutto il nostro gruppo abbiamo ripresentato questa proposta. Ma la stessa proposta, lo stesso obiettivo è stato posto anche da una proposta che è stata presentata dall'onorevole Gaetana Russo, dal gruppo di Fratelli d'Italia, e quando queste proposte sono arrivate in Commissione, tutti i gruppi hanno partecipato in maniera collaborativa, costruttiva, per cercare di affrontare insieme questi temi.
Ora, io penso veramente che questo obiettivo, quello di semplificare la cancellazione dai registri pubblici dei veicoli abbandonati e fuori uso sottoposti a fermo amministrativo per favorirne - nei tempi più rapidi possibili - la rottamazione, debba e possa essere un obiettivo comune, e non ci possano essere divisioni e differenze politiche quando si stanno affrontando urgenze come questa. E alla fine lo sappiamo tutti, ma ricordiamolo: perché questa legge è così urgente? Perché era così assurdo che non ci fosse? Perché, che cos'è il fermo amministrativo? È lo strumento che le Amministrazioni utilizzano per immobilizzare il bene mobile di un debitore iscritto nei pubblici registri, mediante l'imposizione di un obbligo di non circolazione. Ma se noi andiamo a vedere - e i dati dell'Aci ci dicono che al giugno dello scorso anno ci sono 3 milioni e 642.302 veicoli sottoposti a fermo amministrativo - andiamo a scoprire che molti di loro non hanno recenti movimenti nei registri, che molti di loro sono vecchi, che molti di loro sono inutilizzati. Quanti di loro sono abbandonati non ce lo dicono le statistiche, ma quando un mezzo è vecchio, inutilizzato e non funzionante è possibile che poi venga abbandonato.
E allora è chiaro (che poi, anche quello che vediamo nelle strade ci conferma che molti di loro possono essere abbandonati): che senso ha tenere in vita questo vincolo per veicoli che ormai sono completamente inservibili? Non hanno più alcun valore economico, costituiscono solo un aggravio per la collettività, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista del decoro urbano, occupano suolo pubblico e aumentano i costi di custodia o di giacenza presso i depositi nel momento in cui vengono trovati e presi in carico dalla collettività. Ecco, queste proposte di legge mirano a colmare un vuoto legislativo, consentire per legge di far demolire i veicoli sopra ricordati, ma vietando chiaramente al privato debitore dell'erario la possibilità di accedere a benefici economici legati alla rottamazione. Questo è un altro punto importante che è stato ricordato, è infatti esclusa la possibilità di applicare tale previsione al caso di radiazione per esportazione anche di veicolo fuori uso.
Vedete, attraverso questo voto mandiamo un segnale chiaro a tutti i cittadini che ogni giorno si scontrano con questo problema nelle strade. Gli diciamo: non siete soli. Non sono soli i sindaci, i consiglieri, i presidenti e gli eletti nei municipi, non sono sole le associazioni, i comitati che si battono in maniera civica per il riscatto dal degrado dei propri quartieri.
Ci siamo anche noi, ci sono i parlamentari della Repubblica, e il nostro compito non è quello di essere solo qui per scontrarci politicamente, per dividerci sulle nostre differenze, perché siamo anche in grado di studiare i problemi, di confrontarci, di trovare un percorso comune per affrontarli. Ecco, restituire alle cittadine e ai cittadini degli spazi occupati abusivamente, nelle nostre città, dalle auto abbandonate significa fare qualcosa di semplice ma anche di concreto per restituire alle persone piccoli spazi di libertà negata: la possibilità di camminare, circolare, parcheggiare, vivere meglio nel proprio quartiere. E questo non ha solo un valore ambientale, ha un valore sociale, perché nelle città, nelle periferie, liberare spazio pubblico significa far camminare insieme - avanzare insieme - transizione ecologica e transizione sociale che sono entrambe necessarie, che devono essere portate avanti con la stessa intensità d'impegno, perché se non marciano insieme sulle gambe delle stesse persone sono entrambe destinate a fallire. È chiaro - è stato detto - gli ordini del giorno che abbiamo approvato nelle riformulazioni indicate dal Governo vanno in questa direzione, quello che votiamo oggi non basta a risolvere tutti i problemi e può essere considerato solo un primo passo; serviranno altri interventi, altri finanziamenti, altri strumenti. Ma, dopo che abbiamo sentito in tutti gli interventi di quest'Aula salutarlo come tale, possiamo dirci che questa volta stiamo facendo tutte e tutti insieme un primo passo nella direzione giusta? Io penso che sia importante rilevare questo aspetto. Noi - è chiaro - su altre questioni continueremo in maniera incessante a chiedere al Governo di fare di più - c'è una grande questione che riguarda i trasporti, c'è una grande questione che riguarda il trasporto pubblico locale, c'è una grande questione che riguarda le persone che non hanno alternativa all'auto privata per poter portare i figli a scuola o per poter andare al lavoro, e che invece hanno diritto alla mobilità, a una mobilità sicura, a una mobilità efficiente, a una mobilità che non divida il Paese in cittadini di serie A e di serie B - ma questo confronto continuerà più forte, perché quello che abbiamo segnato oggi è, anche nel metodo, un passaggio giusto. Fatemelo dire, è un segnale importante anche per noi, per il Parlamento, per il ruolo che la Costituzione attribuisce al Parlamento. Non siamo solo una buca delle lettere, non siamo solo il luogo dove spedire decreti da convertire, dove chiedere informative, dove fare interventi di fine seduta. Siamo - dobbiamo essere, dobbiamo riuscire a essere - il luogo dove si votano anche leggi, frutto del confronto parlamentare, frutto del lavoro delle nostre Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Un lavoro che non è solo nostro ma è di migliaia di persone, di tutti i funzionari, di tutti gli assistenti, documentaristi, commessi, collaboratori dei gruppi parlamentari e di tutte le lavoratrici e i lavoratori, qui nel palazzo e intorno al palazzo, per garantire la sicurezza dei nostri lavori. Ringraziamoli con un applauso tutte queste persone perché quando riusciamo a scrivere parlamentarmente giornate come queste, il merito non è solo nostro, è soprattutto di tutte queste migliaia di persone che ci consentono di fare il nostro lavoro, e quindi andiamo avanti in questa direzione, nella direzione di questo primo passo.
È per questo che annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico per due ragioni: mai più auto abbandonate nel territorio delle nostre città - mai più auto abbandonate! - e soprattutto più Parlamento, più confronti parlamentari per affrontare i problemi e per risolverli nell'interesse nazionale e nell'interesse di tutti cittadini.