Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 19 Marzo, 2025
Nome: 
Federico Gianassi

A.C. 2084

Grazie, Presidente. Rubo qualche istante per rispondere alle osservazioni di quei gruppi parlamentari che, anziché dedicarsi a difendere il provvedimento, hanno impiegato il loro tempo ad attaccare un partito dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) sulle motivazioni che ha espresso in Commissione e in Aula.

Sostanzialmente, la destra dice di voler difendere questo provvedimento perché, per loro, è davvero esiziale, irrinunciabile, il principio della tutela delle garanzie, la precauzione dei cittadini di fronte all'invadenza del processo penale. È un clamoroso caso di separazione. È la stessa destra che ha previsto un reato, con una pena fino a 6 anni di galera, per chi organizza un raduno musicale abusivo, per il quale sono previste le intercettazioni; che ha previsto reati per qualunque tipo di cosa, anche per l'abbattimento dell'orso marsicano, anche quel comportamento è un reato; e una quarantina di nuovi reati, molti con le intercettazioni. Però, d'improvviso, si accorgono che l'invadenza del processo penale nella sfera dei rapporti sociali può essere problematica. Guarda caso, se ne accorgono per limitare le intercettazioni. Sono assolutamente incoerenti e distonici: dicono una cosa al Senato e, nelle stesse ore, alla Camera, ne fanno un'altra.

Poi dicono: ma il Partito Democratico, in passato, si era espresso a favore della previsione di un termine. Guardate, non c'è bisogno di andare al passato. Basta andare a qualche minuto fa, quando vi abbiamo presentato degli emendamenti che prevedevano un termine alla durata delle intercettazioni, ma che fosse un termine coerente con le esigenze di accertamento dei responsabili dei reati. Ad esempio, vi abbiamo proposto il termine di 90 giorni - lo dico al collega Pittalis, che ha citato le posizioni del Partito Democratico, sono qui negli atti -, solo che avete respinto la proposta del Partito Democratico, così come avete respinto le altre proposte. Perché voi non volevate un termine ragionevole, voi volevate un termine irragionevole per la durata delle intercettazioni.

È stato, poi, riferito dalla maggioranza - e anche da qualche partito di opposizione - che ci sono dei beni costituzionali irrinunciabili. A noi fa molto piacere questo improvviso afflato della destra italiana con la Costituzione, che vorrebbero smantellare con tre riforme costituzionali, però, anche a noi sta davvero a cuore. Combatteremo, infatti, le vostre proposte di iniziativa costituzionale, per difendere la nostra Costituzione. E, laddove si è citato l'articolo 15 della Costituzione, nessuno di noi pensa di mettere in discussione il sacrosanto principio della segretezza delle conversazioni, al punto tale che vi chiediamo: fate chiarezza sulle intercettazioni abusive dei giornalisti che hanno fatto indagini scomode su Fratelli d'Italia e non giratevi più dall'altra parte. Ma, in relazione alle intercettazioni regolari, prevede, quella norma, per l'appunto, che sono autorizzate dalla magistratura secondo le garanzie previste dalla legge. Ecco, siamo in questa fase: dobbiamo stabilire, in quest'Aula, quali sono le garanzie, e vi ribadiamo che 45 giorni non rappresentano le garanzie per assicurare un contemperamento equo tra le esigenze della segretezza della comunicazione e le esigenze di accertamento dei responsabili dei reati, dei più gravi reati. Questo vi stiamo dicendo, nel pieno rispetto dei principi costituzionali.

E, proprio perché vi stanno a cuore i principi costituzionali, mi permetto di ricordarvi non solo l'articolo 15, ma anche l'articolo 104 della Costituzione - visto che vi sta così a cuore la Costituzione -, che prevede che il Consiglio superiore della magistratura è eletto, e non nominato per sorteggio. Siete in tempo per fare retromarcia e dimostrarvi vicini alla Costituzione democratica e antifascista che, però, sventolate a giorni alterni.

Ma vengo alle nostre osservazioni su questa norma. Voi oggi introducete una mannaia sulle intercettazioni dopo soli 45 giorni di indagine. Decidete con questa iniziativa che la luce delle indagini deve spegnersi, con buona pace delle esigenze di giustizia. Gli autori dei crimini, anche più gravi, che voi ogni giorno, a parole, dite di voler contrastare, da oggi sanno e sapranno che per farla franca dovranno mostrare le doti della pazienza e della cautela per qualche settimana e poi il gioco per loro sarà fatto.

Vi sciacquate la bocca con la parola sicurezza, ma sulle esigenze di tutela della collettività dinnanzi a comportamenti criminosi si sta conclamando il vostro più clamoroso fallimento, perché, anziché occuparvi delle tematiche di tutela e di protezione della collettività, per legge, picconate le indagini che sono necessarie a risalire agli autori dei reati. E lo fate, perché il vostro odio verso la magistratura è così profondo che prevale sempre sul buon senso e sulle esigenze di vicinanza agli italiani, che oggi decidete di abbandonare. È questa la vostra ipocrisia, una delle tante, ma è il vostro stile di comportamento. Ed è assurdo che assumiate questa decisione - ve lo ribadiamo - nei giorni, nelle settimane e nei mesi nei quali sono emersi fatti inquietanti che mostrano la pericolosità di sistemi abusivi di intercettazione. E in un clima di crescente scontro internazionale, dovrebbero crescere le attenzioni del nostro Parlamento per le influenze esterne e per gli attacchi indiscriminati verso giornalisti e attivisti politici. In questo senso, non è chiusa la vicenda Paragon. Intercettazioni e spionaggio che devono essere contrastati e rispetto ai quali non state assumendo parole di chiarezza. E in presenza di una situazione di questo tipo qui, voi siete preoccupati delle intercettazioni autorizzate dalla magistratura, che agisce sempre nel rispetto del principio costituzionale di autonomia e indipendenza. E quando non lo facesse, ovviamente, violerebbe uno dei beni principali che i costituenti vollero stabilire.

Insomma, laddove dovreste intervenire, non intervenite. Laddove dovreste avere cautela nell'intervenire, intervenite per creare un sistema, da oggi, molto più ingiusto e molto più pericoloso.

Ora, che cosa prevede questa legge abbiamo provato a dirlo. In un solo articolo, raramente è possibile rinvenire una forza così distruttiva. Voi introducete un limite che non esisteva: quello dei 45 giorni. Abbiamo visto - è presente nel dossier del Senato - che non esiste un limite analogo in altri ordinamenti democratici, che anche laddove prevedono limiti, prevedono un limite più esteso.

E non vi siete occupati, interessati, non avete ascoltato gli appelli di chi, ogni giorno, lavora su questi temi con professionalità. Sono intervenuti gli operatori del diritto, sono intervenuti i magistrati, sono intervenute le Forze di polizia. Ci hanno spiegato che un termine così breve non è compatibile con le esigenze di repressione dei reati, con l'esigenza di assicurare i criminali alla giustizia e con l'esigenza di tutelare le vittime di reato. Ci hanno detto loro, che lavorano ogni giorno nelle nostre strade e nelle nostre città, che quel termine non è compatibile con la loro esperienza.

E voi non ci avete spiegato perché avete stabilito questo termine. Ma perché 45 giorni e non 60 o 90? Sulla base di quali deduzione? Sulla base di quale analisi scientifica? Sulla base di quale ricostruzione empirica? Sulla base di nessun motivo. Non ci potevate rispondere, perché non avevate la risposta, perché il motivo era un altro: il motivo era assumere una decisione ideologica, come sempre fate sui temi della giustizia, perché sulla giustizia voi siete animati dal furore ideologico e dall'esigenza di sventolare bandiere.

Anche sul tema della proroga - abbiamo provato a dirlo nell'intervento precedente -, avete cambiato il regime, che era previsto nella nostra normativa, e avete previsto, da oggi, che, per ottenere una proroga di 15 giorni, deve esserci un'assoluta indispensabilità; inoltre, avete stabilito che questa assoluta indispensabilità deve essere collegata all'emersione di elementi specifici e concreti; infine, avete stabilito che questi elementi specifici e concreti devono essere oggetto di una specifica motivazione del Gip, che - ribadisco - è sotto organico e anche voi lo sapete, perché avete rinviato la norma (che voi avete fatto) che impone il giudice collegiale per le misure cautelari. Avete detto: “Non abbiamo giudici a sufficienza, dobbiamo rinviare l'entrata in vigore di questa norma”. Però, nello stesso momento in cui rinviate la norma, perché voi assumete che non c'è una dotazione di personale sufficiente, stabilite che quel personale, che per voi non è sufficiente, deve anche elaborare motivazioni motivate su punti specifici. Insomma, state facendo di tutto per rendere altamente improbabile, se non impossibile, una proroga di soli 15 giorni e, quandanche ottenessero la proroga di quei 15 giorni, per i successivi eventuali 15 giorni, dovrebbero provare nuovamente l'emersione di elementi nuovi e concreti intervenuti in quelle due settimane.

Ma diciamocelo chiaramente, c'è l'obiettivo di mandare un messaggio chiaro: le intercettazioni regolari autorizzate dalla magistratura devono essere limitate, costi quel che costi, anche se riguardano i reati contro le donne, anche se riguardano i reati di omicidio, anche se riguardano reati gravissimi del nostro ordinamento. E non potete negare che siete mossi da questo intendimento punitivo, perché basta ricordare quello che è successo nel nostro Paese nelle ultime settimane, a partire dal caso Albania, nel quale avete attaccato violentemente la magistratura e i magistrati che, secondo coscienza, non sono sottoposti all'obbligo di attuazione del programma di Governo, ma al principio di autonomia e indipendenza e, in base a quel principio, hanno deciso e assunto decisioni a voi sgradite. Li avete attaccati violentemente; avete attaccato la Corte di Cassazione, perché ha assunto una decisione che voi non avete condiviso sulla Diciotti; avete attaccato la magistratura internazionale e nazionale, perché avete fatto scappare un criminale di guerra libico, di fronte alla magistratura che ha fatto ciò che è previsto dalla legge: comunicarvi che, a fronte di una denuncia, si apre un procedimento penale, che sarà di competenza del tribunale dei ministri. Siete insofferenti e allergici al principio di autonomia e indipendenza della magistratura, così come tutte le destre nazionaliste in Europa e nel mondo si dimostrano allergiche al principio di autonomia e indipendenza della magistratura.

Questo è il motivo ed è per questo motivo che, con lo stesso intento punitivo, assumete una decisione che è una decisione che ha respinto tutte le proposte delle opposizioni, tutte le proposte anche di merito delle opposizioni e lo fate - e concludo - per reati gravissimi, persino per i reati di violenza contro le donne negli stessi giorni in cui approvate, in Consiglio dei ministri, il disegno di legge sul femminicidio; approvate un disegno di legge sul femminicidio e riducete le intercettazioni per il femminicidio, oppure per il sequestro di persona. Ma quale logica può essere assunta di fronte al fatto che si impone di interrompere le intercettazioni in relazione a un caso di sequestro di persona, mentre è in corso il sequestro di persona? Ma è una follia per chiunque. Proviamo ad andare a chiederlo nel Paese, organizziamo eventi in piazza, parliamo con le persone. Quale cittadino potrà dirvi: “sì è giusta questa scelta”? Sono scelte sbagliate dettate dal settarismo ideologico che contrastiamo e contrasteremo.