Discussione generale
Data: 
Lunedì, 3 Marzo, 2025
Nome: 
Toni Ricciardi

A.C. 2240

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Sottosegretario Freni, ormai abbiamo un appuntamento fisso in Commissione e in Aula. Debbo dire la verità, Sottosegretario. Abbiamo sempre più appuntamenti fissi nei quali ci chiede di derogare, di ritardare, di ripristinare, di ritornare sopra. Insomma, noi che riponiamo una discreta fiducia nelle sue capacità, rischiamo di doverci ricredere, però, rispetto a questo, ma torniamo seri.

La discussione di oggi si pone in una continuità ideale con quella che abbiamo svolto qualche mese fa in quest'Aula, quando è stata approvata la cosiddetta legge Capitali e delega per la revisione complessiva del testo unico sulle questioni finanziarie, di cui il Governo oggi ci chiede la proroga.

In quella discussione, se ricordate, pur muovendo più di qualche critica stringente e dettagliata - mi faccia ricordare, Sottosegretario Freni, in particolar modo tutta la discussione attorno all'articolo 12 - allora la scelta del gruppo del Partito Democratico fu quella di vigile attesa. Scegliemmo la strada di un'astensione, in attesa di capire quali fossero le linee strategiche e le linee del Governo e della maggioranza rispetto alla revisione complessiva del testo. Tuttavia, restammo particolarmente stupiti dalla bocciatura che venne riservata al nostro emendamento, sia al Senato che alla Camera, con il quale si chiedeva che il Governo si facesse accompagnare nella revisione di un testo unico di siffatta complessità da un team di esperti riconosciuti a livelli internazionali. Peraltro, i beni informatici dicono che, poi, questa cosa, in realtà, è accaduta e, nonostante il sostegno di queste équipe, di questo team di esperti internazionali, noi ci ritroviamo qui a vederci chiedere il sostegno a un ulteriore deroga dei termini di questa delega, perché non siete stati in grado di risolvere, seppur nella complessità, e di trovare una soluzione di fatto.

Tuttavia, è bene ricordarlo, colleghe e colleghi, che, nel caso di questa delega, si tratta di una delega sostanzialmente in bianco, perché nella sostanza, a parte i titoli enunciati e gli interventi possibili, questa delega non contiene un'indicazione di principio su quale sia la direzione che il Governo intende intraprendere, che tipo di poteri intende rafforzare o spostare da un'entità di controllo all'altra.

Quindi, colleghe e colleghi, credo che sia difficile chiedere l'approvazione da parte delle opposizioni – poi, ascolteremo anche le altre -, in aggiunta alla delega esistente, su un'altra un'ulteriore delega che ha le stesse caratteristiche. Ciò soprattutto nella fase storica che stiamo vivendo, nella quale assistiamo a un sistema bancario e finanziario in grande movimento. La dico male, ma lei mi capirà bene, Sottosegretario Freni. Stiamo assistendo ad un processo internazionale, o meglio, mi correggo, su scala - quantomeno - europea (non ho le sue competenze e la sua expertise), di organizzazione di grandi gruppi finanziari e bancari, che la stampa di settore definisce un vero e proprio Risiko, rispetto alla quale, in tutta onestà - se vuole aspetto anche il fine seduta -, l'orientamento e la visione di questo Governo rispetto a questo tema tuttora ci rimangono ignoti. Dalle indiscrezioni e da alcune dichiarazioni sappiamo che, di volta in volta, accordate simpatia ad alcune operazioni di mercato rispetto ad altre. Sono simpatie e antipatie, però - lo dico con tutta la cautela del caso, ovviamente -, che sembrano più mosse da empatia personale che da empirismo sostanziale. La dico così, nel senso che non riusciamo ancora a capire bene qual è la visione di questo Governo rispetto a delle scelte strategiche.

Il relatore prima ha utilizzato quella frase che in molti casi, soprattutto in queste materie, aiuta sempre un po' tutti: è materia complessa e, allora, cerchiamo di semplificare. Il collega, ovviamente, ha le competenze per capire e declinare la complessità e allora, a questo punto, di complessità in complessità, abbiamo la sensazione che a volte si renda arzigogolata e complessa una materia non perché non si abbiano gli strumenti per renderla comprensibile su larga scala, ma perché probabilmente - dico probabilmente, io non ci credo, sia chiaro - questa finta o presunta complessità può nascondere un orientamento delle linee strategiche, visto che stiamo parlando di capitali e non pochi capitali.

È per questa ragione che a questo Parlamento manca di conoscere e sapere quale sia la visione strategica del Governo Meloni rispetto a questi temi, soprattutto quali sono, quale sarà l'impatto che queste modifiche determineranno in questo gioco di Risiko al quale stiamo assistendo. E questa per noi, come dire, Sottosegretario Freni, è anche l'occasione per chiederle, a lei direttamente, ma lei ha le competenze - non ha bisogno di farsi né rappresentare né delegare da chicchessia - ha le competenze per venirci a spiegare – lo voglia fare in Aula, lo voglia fare in Commissione, lo voglia fare dove vuole - ci venga a spiegare concretamente come si legano le operazioni di riforma del TUF rispetto a questa ennesima deroga che siate chiedendo, in una fase di, come dire, movimento tellurico del sistema finanziario e bancario in questo Paese.

Ora, noi avevamo in un certo qual modo, già qualche mese fa, chiesto di ridurre questi tempi, però di fronte a questo tipo di valutazione e, quindi, anche rispetto all'incertezza strategica della posizione di questo Governo e alle non risposte se volete, purtroppo, Sottosegretario Freni, il voto del Partito Democratico non può essere favorevole, non può essere di astensione, ma sarà un voto contrario, ovviamente lasciando a lei, alle sue capacità narrative e non solo la possibilità di aprire un confronto propositivo anche con noi, con le opposizioni. Noi non siamo, come dire, pregiudiziali rispetto a questo e dico questo, Sottosegretario, perché prima veniva ricordata la strategicità, l'attrazione del sistema economico, finanziario, industriale di questo Paese. Lo confermano i dati, io ho rispetto per tutti, ma i dati ci dicono che il sistema industriale segna 24 mesi continui di regressione, di non crescita, di mancata crescita, una difficoltà strutturale dell'economia italiana, un rallentamento strutturale che non è stato nemmeno agevolato da scelte strategiche nell'ultima legge di bilancio, tant'è che i dati sulla crescita, le stime dicevano una cosa, ma poi la realtà, purtroppo, ci ha riportato da Marte - dove qualcuno immagina di andare - di nuovo sul pianeta terra, sottolineando la difficoltà strutturale e anche, forse, alcune fragilità storiche del sistema economico, industriale e bancario di questo Paese.

Allora da questo punto di vista - e chiudo Presidente - noi ci auspichiamo, come dire, esprimiamo il nostro voto contrario, perché rispetto alle dinamiche dei fatti è l'unica posizione realistica empiricamente dimostrata che possiamo assumere. Poi se ella, Sottosegretario Freni, ci concederà la bontà di una spiegazione dettagliata rispetto alle operazioni che state compiendo, probabilmente noi potremmo anche adire a un supplemento di pazienza verificativa nei confronti di questa scelta. Ma credo che, purtroppo, vedendo i dati industriali degli ultimi 24 mesi, vedendo la condizione strutturale del Paese, vedendo tutta una serie di operazioni di posizioni assunte da questo Governo rispetto appunto a questo Risiko bancario e vedendo - ahimè, anzi, ahinoi tutti - una fase storica veramente delicata, da brividi per chiunque, maggioranza e opposizione, si trova in questa fase precisa della storia a dover decidere o scegliere cose da compiere e credo che sia utile, probabilmente, riannodare i fili di un dialogo e di un ragionamento soprattutto quando parliamo di finanza, di risorse e soprattutto di visione strategica per il futuro del Paese.