Grazie, Presidente. La proposta di legge che è oggetto dei lavori d'Aula consta, come bene ha detto il relatore, di due articoli e dispone, all'articolo 1, comma 1, il differimento del termine per l'applicazione della disposizione del Codice della nautica da diporto, che prevede l'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motore di cilindrata superiore a 750 cc ad iniezione a due tempi.
Precedentemente alla riforma che è stata introdotta con il decreto legislativo n. 229 del 2017 e che era entrata in vigore il 13 febbraio 2018, la patente nautica era necessaria con riferimento alla conduzione di unità con motori di cilindrata superiore a 750 centimetri cubi, ma inferiori ai 1000 centimetri cubi, solo per i motori a carburazione a due tempi, mentre non era necessaria per i motori ad iniezione.
Vi era già stato un differimento con il “decreto milleproroghe” al 1° gennaio 2019 dell'obbligo di titolarità della patente nautica per la conduzione di questa unità. Ora, con la presentazione di questa proposta di legge, si propone l'ulteriore differimento. Sappiamo che tale intervento, soprattutto adesso che è iniziata la stagione estiva, è atteso dagli operatori del settore e in particolare da quel segmento che opera nell'attività di noleggio in cui queste imbarcazioni sono presenti, non trovando una facile collocazione di mercato, e sappiamo anche che vi è apprensione per il relativo regime sanzionatorio.
In Commissione vi è stato un confronto franco con i colleghi, trovando un punto di caduta oggettivamente condivisibile, che porta un ulteriore differimento, ma con un orizzonte temporale più ravvicinato di quello che era stato proposto inizialmente, che era di due anni e non uno.
Come gruppo del Partito Democratico abbiamo cercato di svolgere al meglio la nostra funzione, consapevoli dei nostri limiti, per cercare di far sì che la legislazione fosse in qualche modo non penalizzante di un'intera categoria economica.
Sappiamo che vi sono diverse criticità proprio in ordine a questa questione nell'ambito del nuovo Codice della nautica, ma anche nell'affrontare questa problematica, noi siamo partiti dal presupposto che occorre prestare molta attenzione, in via assolutamente prioritaria, alla questione della sicurezza. In altri Paesi, vorrei ricordare che la patente nautica viene adottata per motori con potenze inferiore a quelle di cui stiamo qui trattando.
Poi, sappiamo benissimo, oggi la tecnologia fa sì che vi siano motori di potenza inferiore che sono più potenti di quelli che sono oggetto della norma e, comunque, la proposta che è stata poi accolta in Commissione di ridurre l'orizzonte temporale della proroga, non deve essere vista semplicemente in materia sanzionatoria e punitiva, ma come incentivo a trovare presto una nuova formulazione in base alla quale coniugare innovazione tecnologica e sicurezza, perché dobbiamo intervenire prima e non dopo, perché la logica delle deroghe e delle proroghe non è utile a nessuno.
L'auspicio - e a tal proposito annuncio sin da ora la presentazione di un ordine del giorno - è che questo lasso di tempo individuato come differimento del termine di entrata in vigore possa essere utilizzato, a partire dalla Commissione trasporti, per intervenire ed affrontare questa problematica in maniera più organica.
Per questo propongo che possa essere costituito un tavolo di lavoro con la partecipazione del Governo per individuare le modifiche più opportune al codice della nautica al fine di superare le logiche della mera deroga e arrivare al merito dei nodi da sciogliere. L'unico principio a cui non possiamo derogare, non vogliamo derogare, è quello della sicurezza. Ricordo infine, come peraltro ha già fatto bene il collega Tombolato, che nell'articolo 1, comma 2, è stato introdotto dai lavori della Commissione una proroga, anche qui di un anno, per l'entrata in vigore del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per l'individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine e al rilascio dell'abilitazione all'esercizio dell'attività di assistente bagnante.
Anche qui mi permetto di dire che il Ministero dei Trasporti, retto da un Ministro il cui cambiamento è una delle linee guida, un faro ispiratore dell'azione, dovrebbe trovare il tempo, tra le molteplici attività a cui è preposto, anche per occuparsi dei bagnini, perché che il nostro Ministero dei Trasporti sia in difficoltà con la TAV, con altre opere e con le grandi infrastrutture è in qualche modo cosa notoria, risaputa e, per certi versi, anche comprensibile; che ci sia difficoltà nel Ministero anche di trovare un modo per normare i corsi di formazione per assistenti bagnanti lo trovo indice della situazione di degrado a cui sono giunte le istituzioni guidate dagli esponenti del cambiamento, che invocano il cambiamento quando sono sugli scranni dell'opposizione, ma che non sanno nemmeno gestire l'ordinaria attività nel momento in cui si trovano a rivestire incarichi di Governo.
Infine, voglio sottolineare come la convergenza che abbiamo raggiunto su questo testo dimostri che, quando si vuole, è possibile addivenire, specie nel lavoro di Commissione, a punti di incontro. In questo caso noi, pur da una posizione di opposizione, lo abbiamo fatto per accogliere le istanze che provengono da un segmento importante del mondo economico. Noi auspichiamo che ci sia analoga disponibilità ad ascoltare istanze che provengono da altri settori economici del mondo dei trasporti e che anche su questi settori, su queste categorie, ci sia la possibilità di aprire un ascolto e aprire, eventualmente, anche ad interventi normativi, se necessari, perché la responsabilità di Governo, la responsabilità di legislatori è una cosa che noi ci sentiamo addosso, e quindi abbiamo cercato di ispirare la nostra azione a questa responsabilità, ma di questa responsabilità devono dare in primis conto coloro che rappresentano i gruppi di maggioranza, i gruppi che esprimono l'Esecutivo.
Auspichiamo, quindi, che nei prossimi mesi, con lo stesso spirito costruttivo, si riesca ad affrontare in questa sede anche una serie di problemi che riguardano, ad esempio, l'ambito del trasporto persone non di linea e su cui in questi mesi in Commissione non si è riuscito a fare nessun passo avanti. Quindi, ci auguriamo che questa modalità di confronto possa essere propedeutica per affrontare altre e non meno delicate questioni.