A.C. 2394
Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, abbiamo apprezzato l'accordo dei capigruppo che ha consentito la riorganizzazione dei nostri lavori per questa settimana. Per carità, sarebbe stato legittimo l'ostruzionismo dell'opposizione su questo decreto, con decine di iscritti a parlare, ma incomprensibile per i cittadini. Sarebbe stata surreale una seduta fiume per permettere l'approvazione di questo provvedimento, che scade il 29 febbraio. Grazie, allora, al Presidente Fico per lo sforzo di mediazione e a tutti i gruppi parlamentari per la responsabilità dimostrata.
Vedete, ci sono fasi straordinarie nella vita di un Paese - e questa, purtroppo, è una di quelle -, nelle quali servono solo risposte immediate e, soprattutto, grande unità delle forze politiche e di tutto il Parlamento. Non è questo il momento delle polemiche e della caccia a chi ha più responsabilità, ci sarà tempo per farlo; questo è solo il momento di agire tutti assieme, con l'obiettivo primario di tutelare i nostri cittadini. Il Governo, per assicurarlo, sta facendo tutto ciò che è necessario e possibile e sono certo - come ha detto ieri sera il Ministro Speranza - che l'Italia, che è un grande Paese, saprà uscire a testa alta da questa emergenza. E mi consenta, signor Presidente, di approfittare di questa occasione per ringraziare, ancora una volta, i medici e tutti gli operatori impegnati che, notte e giorno, lavorano con passione per garantire il diritto alla salute di tutti noi.
Nel merito, questo decreto costituisce un buon punto di equilibrio tra l'esigenza, fondamentale, di accertare i reati, anche attraverso l'utilizzo delle intercettazioni come strumento di ricerca delle prove, e quella altrettanto importante, tutelata anche dalla nostra Costituzione, di garantire la privacy delle persone sottoposte ad indagini, che hanno il diritto a non vedere sbattuta in prima pagina tutta la loro vita privata e anche vicende personali, che nulla hanno a che fare con le inchieste. Guardate - è stato anche detto -, sono molte le intercettazioni uscite in questi anni senza che avessero un legame con le vicende giudiziarie; spesso, sono state pubblicate persino conversazioni private di soggetti estranei ai procedimenti in corso. È sbagliato e, infatti, proprio per questa ragione, siamo intervenuti già con la “riforma Orlando” nel 2017.
La nostra posizione sul punto è semplice: i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità sui fatti di un procedimento giudiziario, ma non il diritto di guardare dal buco della serratura alla vita privata delle persone su questioni che non c'entrano niente con le inchieste. Grazie a questa legge, da oggi non sarà più possibile violare la privacy dei cittadini. Finalmente, viene introdotta la distinzione tra intercettazioni rilevanti e, quindi, pubblicabili e intercettazioni irrilevanti e, di conseguenza, coperte da segreto, e si stabilisce anche che la segretezza di quelle irrilevanti è tutelata al punto che sono previste sanzioni per chi concorre nella violazione del divieto di pubblicarle.
Questo decreto introduce, poi, una novità importante a tutela dell'imputato e del suo diritto alla difesa: non sarà più la polizia giudiziaria a valutare la rilevanza, ai fini dell'inchiesta, del contenuto delle intercettazioni, ma un magistrato; e se il difensore, che avrà accesso a tutte le intercettazioni, non fosse d'accordo con le valutazioni del pubblico ministero, sarà, come è giusto, un giudice terzo a decidere.
Alcuni colleghi delle opposizioni hanno, inoltre, affermato che con questo decreto sarebbero cambiati i reati per i quali possono essere autorizzate le intercettazioni e l'uso del trojan, che, come sappiamo, è uno strumento di captazione delle conversazioni molto più invasivo, e questo perché è stata introdotta al Senato una norma che prevede che le intercettazioni possano essere usate anche per colpire reati diversi da quelli per i quali erano state autorizzate. Bene, è comprensibile che si presti maggiore attenzione per evitare le cosiddette intercettazioni a strascico, che tengono dentro tutto senza distinzione, ma sarebbe assurdo che si facesse finta di niente qualora, grazie alle intercettazioni, fosse individuato un reato diverso da quello per il quale erano state autorizzate. Davvero non capisco, ma secondo voi, cosa dovremmo fare in questi casi? Buttare le intercettazioni? Far finta di non aver visto o sentito? Io penso che sarebbe una follia.
E comunque, anche su questo, siamo riusciti a trovare un giusto punto di equilibrio, perché, come si diceva, le intercettazioni sono utilizzabili per reati diversi da quelli per i quali erano state autorizzate solo se costituiscono elemento rilevante ed indispensabile per un procedimento e se riguardano i reati per i quali è già possibile utilizzarle. Deve trattarsi, cioè, di reati che prevedono una pena superiore a cinque anni, reati che dunque non si possono ignorare.
E poi, lo voglio sottolineare, questa novità normativa non consente, come alcuni invece vogliono far credere, l'estensione dell'uso dello strumento del trojan, che quindi resta utilizzabile solo per i reati più gravi di mafia, terrorismo e contro la pubblica amministrazione. Certo, alcuni pensano che non sia giusto usare uno strumento che serve per le indagini di mafia anche contro la corruzione, ma capirei se questa posizione arrivasse da Forza Italia, che sul tema ha sempre avuto una linea coerente. Non capisco per niente, invece, l'atteggiamento della Lega: ma non siete stati voi a votare lo “Spazzacorrotti” che prevedeva proprio che l'utilizzo del trojan fosse esteso anche ai reati contro la pubblica amministrazione? E allora smettetela di fare propaganda su tutto, sperando che la gente dimentichi tutto quello che avete approvato quando eravate al Governo. Capisco che siete in confusione, ma ogni tanto sarebbe giusto mantenere un po' di coerenza per rispetto degli italiani.
Cari colleghi dell'opposizione, la verità è che voi siete garantisti a giorni alterni e quando vi conviene , pronti a stracciarsi le vesti per gli aumenti di pena ai corrotti, ma forcaioli per quanto riguarda i reati di strada, garantisti con i potenti e giustizialisti con i più deboli. Mi dispiace, ma sul garantismo da voi non accettiamo lezioni! C'è poi un'altra questione, che è stata sollevata in modo strumentale, senza che ci fosse una ragione, per pura propaganda. Qualcuno ha addirittura provato a dividere chi vuole combattere i reati pedopornografici da chi non vorrebbe farlo. Sappiamo bene che non è così e che insistere su questa falsità significa offendere l'intelligenza di tutti noi e, soprattutto, degli italiani. Già oggi è possibile utilizzare tutti gli strumenti di captazione e intercettazione per perseguire chi produce e diffonde materiale pedopornografico, mentre per la sola detenzione sono previsti il sequestro e le perquisizioni. E questo non perché l'abbiamo deciso oggi, ma per il motivo che le intercettazioni sono utilizzabili per i reati che prevedono una pena superiore a cinque anni, mentre invece per la detenzione di materiale pedopornografico la pena è di tre anni. State, dunque, strumentalizzando una questione che non c'entra niente con questo decreto. Se si vuole alzare la pena anche per il reato di detenzione di materiale pedopornografico, noi siamo pronti a farlo immediatamente, ma basta strumentalizzare queste tragedie! I bambini vittime di questi reati vanno rispettati e tutelati, non usati per fare della becera propaganda politica! Lo avete fatto già su Bibbiano, ma non mi sembra che sia andata bene a chi quella vicenda l'ha strumentalizzata politicamente. Questa che ci apprestiamo a votare - e concludo, Presidente - è una buona legge, perché delimita il campo dell'uso delle intercettazioni, consente di separare quelle rilevanti da quelle irrilevanti, permette alla difesa di essere protagonista in tutte le fasi delle indagini. Noi siamo soddisfatti di aver contribuito a rendere questo testo molto equilibrato. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico voterà a favore.