Grazie, Presidente. La notizia della scomparsa di Emanuele Crestini davvero ci riempie di tristezza, per il fatto in sé e per il modo con cui è avvenuta. Ha lottato dieci giorni tra la vita e la morte, nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, per contrastare le ustioni. Il 10 giugno, nel palazzo del comune di Rocca di Papa, si era verificata un'esplosione per una fuga di gas - si sta indagando sulle cause -, un'esplosione violenta che aveva provocato 16 feriti, alcuni anche molto gravi, ai quali pure va il nostro pensiero, a loro e alle loro famiglie.
Ed Emanuele Crestini, benché già ferito e ustionato, non aveva abbandonato l'edificio, ma si era prodigato in quelle ore drammatiche per soccorrere i dipendenti - in un piccolo comune, un sindaco non ha molti collaboratori e quei pochi li vede tutti i giorni, lavorando fianco a fianco - ed i suoi colleghi di giunta, rimasti bloccati in quegli uffici, diventati infernali, tra questi anche il suo assessore, un altro assessore di Rocca di Papa, Vincenzo Eleuteri, che aveva 68 anni, purtroppo anch'egli morto nei giorni successivi all'esplosione.
Nel fare questo, Emanuele Crestini ha messo a rischio la sua vita, fino a perderla, ha respirato esalazioni, polveri e si è prodotto ulteriori ferite che sono diventate mortali. Stava per compiere 47 anni, lascia la moglie e una bambina di 9 anni alle quali noi rivolgiamo il nostro abbraccio commosso.
Emanuele Crestini era un lavoratore che aveva intrapreso l'impegno politico, come si dice oggi, fuori dai partiti; aveva partecipato ad una coalizione civica che aveva vinto le elezioni nel 2016, di fatto, contro gli schieramenti tradizionali, ma aveva una sua appartenenza ideale, se così possiamo dire. Aveva vinto in quella Rocca di Papa che è uno dei comuni più belli e più importanti dell'hinterland romano, uno dei 119 comuni di questa sterminata fascia di contorno della città metropolitana di Roma, un comune con un territorio davvero complesso, difficile e molto impegnativo, ricco di storia, con un paesaggio unico al mondo e un centro storico del tutto particolare, e a volte non ci rendiamo conto di quanto sia complicata la vita degli amministratori dei piccoli comuni: le poche risorse, la complessità dei problemi e il fatto che, molto spesso, si tratta di persone che poi hanno la loro attività e debbono dedicare molto tempo per l'attività istituzionale, lasciando la propria attività professionale.
Al suo lavoro di sindaco Emanuele aveva dedicato tutte le proprie energie, in modo aperto, libero, senza mai fuggire dalle responsabilità, come quando, pur tra tante polemiche, tante difficoltà e tanti problemi, perché queste son cose che comportano gestioni difficili, aveva gestito l'accoglienza dei migranti della Diciotti nel complesso Mondo Migliore che è situato proprio sulla via dei Laghi, nel suo territorio.
In questi giorni si è scritto che lui va visto come un eroe; certamente ha dimostrato di esserlo, sfidando la morte per salvare la vita degli altri e non è da tutti, non è da tutti non scappare, rientrare in quell'edificio, decidere di spendersi e di rischiare la vita, ma, oggi, noi vogliamo ricordare Emanuele Crestini come un esempio di una buona politica, a prescindere dai colori e dalle appartenenze, e di una bella Italia e come la prova delle grandi risorse umane, civili e morali di cui questo Paese dispone, alla fine, pure in questi anni difficili, in cui si parla della politica sempre in modo negativo, ma poi la politica è fatta di tante cose, è fatta anche di questi esempi, in ogni contrada e in ogni paese. E per questo noi, caro Emanuele, ti diciamo grazie per il tuo sacrificio, per l'impegno e l'esempio che hai dato a tutti