A.C.
Grazie, Presidente. Ringrazio il signor Ministro per la presenza in Aula. Si parla, ancora una volta, signor Ministro, del PNRR. È un Piano di rilancio economico-sociale del nostro Paese, ma, innanzitutto, ricordiamolo bene a chi ci ascolta e all'intero Paese, è il simbolo di un'Europa diversa: l'Europa della solidarietà, che ha provato a mettere in campo azioni inedite e straordinarie in risposta a una drammatica pandemia; l'Europa che non lascia nessuno indietro: né gli Stati, né le popolazioni, né le comunità interessate. Questa è la ragione per la quale si è riusciti ad ottenere un Piano straordinario, per la prima volta, attraverso l'emissione di titoli di debito comune, grazie all'impegno di figure e personalità straordinarie che hanno lavorato a livello europeo, perché questo fosse possibile, come il compianto - un democratico, un grande europeista - David Sassoli, la cui memoria ricordiamo ancora una volta in quest'Aula, che può essere considerato uno dei padri ideali di questo strumento, che davvero segna un cambio di paradigma nel processo d'integrazione europea.
L'Italia è il primo Paese beneficiario di questo Piano. L'obiettivo era quello di dare un'opportunità di rilancio, ricostruzione, coesione sociale ed economica, rilancio delle amministrazioni pubbliche e delle imprese, miglioramento della sanità e della scuola, investimenti nella transizione energetica e digitale. Purtroppo, però, da quando siete arrivati al Governo - come abbiamo ricordato già in altre occasioni, e vedo che lei annuisce, perché sa bene qual è la nostra posizione, che, peraltro, è fondata su dati oggettivi e di fatto - il Piano nazionale di ripresa e resilienza è diventato, in realtà, un piano nazionale dei ritardi e dei rinvii. Le ho mostrato una calcolatrice in occasione dell'ultimo question time: i conti non sono cambiati, i dati non sono cambiati, purtroppo i ritardi sono ancora lì e sono estremamente preoccupanti per il presente e per il futuro del nostro Paese. È da ormai due anni che del PNRR sappiamo poco o nulla.
Lei ha raccolto da poco, da qualche mese, l'eredità del suo predecessore Fitto, che nel corso del suo mandato si è contraddistinto per una grande capacità oratoria e grandi capacità politiche ma, in realtà, sul PNRR la sua abilità a camuffare i dati è stata, forse, superiore alla capacità di attuare i progetti.
I numeri sono impietosi, e da quando anche lei è arrivato a ricoprire il ruolo di Ministro responsabile di questo Piano, purtroppo, non è cambiato nulla. Glielo abbiamo già ricordato, io auspicavo e le auguriamo di poter essere il Ministro attuatore e che possa portare a termine il PNRR, ma sta diventando ed è sempre più il Ministro che è un commissario liquidatore di questo Piano. Il metodo che state seguendo è un po' quello che risponde alla dottrina Salvini: se ci sono problemi di attuazione, si risolvono i problemi non accelerando l'attuazione dei progetti o provando a mettere mano ai ritardi, ma semplicemente cancellando i progetti o cancellando alcuni interventi che sono, invece, però, decisivi per il Paese.
I numeri sono impietosi: lei sa bene che da qui al 30 giugno 2026 ci sono ancora 284 obiettivi e traguardi da raggiungere e da completare, quasi il 45 per cento del totale. Ovviamente, il cronoprogramma segue il suo corso formalmente, ma sono i risultati sostanziali che non tornano, e i nodi stanno venendo al pettine anche se, ovviamente, provate a dare informazioni edulcorate, ma i dati sono molto preoccupanti. Ed è questa la ragione per la quale oggi, con questa mozione, chiediamo innanzitutto trasparenza e verità, chiediamo un'operazione verità al Governo. Ci sarebbe, in realtà, una norma di legge che obbligherebbe il Governo a trasmettere una relazione al Parlamento ogni 6 mesi. L'ultima relazione, però, risale al 22 luglio dell'anno scorso, siamo a marzo del 2025 e i conti - li sa fare meglio di me - non tornano anche su questo obbligo e su questo impegno. Aspettiamo la relazione semestrale, la aspettiamo quanto prima. È in ritardo ed è doveroso che il Governo informi il Parlamento e, quindi, il Paese - non i gruppi, né di maggioranza né di opposizione -, su quale sia lo stato di attuazione, perché i progetti sono decisivi per le nostre comunità.
Il quadro sui numeri, di cui parlavo prima, è un quadro allarmante. Ci dispiace, ci dispiace perché noi vorremmo rappresentare e raccontare un Piano che segue un corso differente, però, ad oggi, su 194 miliardi di risorse complessive sono stati spesi 62 miliardi - come sa meglio di me -, su 122 ricevuti. Quindi, abbiamo speso la metà dei fondi ricevuti e un terzo (solo il 30 per cento circa) del totale, abbiamo speso una media di un miliardo al mese, restano due terzi da spendere. Come immaginate di poter attuare questi progetti di intervento e di investimento? Dovrebbero essere spesi oltre 7,5 miliardi al mese, questi sono i dati oggettivi che lei conoscerà sicuramente meglio di me. Non vogliamo fare polemica, vorremmo lanciare un campanello d'allarme, e vorremmo aprire, accendere, davvero, e sollevare l'attenzione su questo tema, perché ci sembra che l'atteggiamento sia un atteggiamento molto leggero da parte del Governo, e non possiamo permetterci di perdere questa opportunità.
Ci sono ambiti in cui i ritardi sono drammatici: settore della sanità, abbiamo speso circa il 15 per cento delle risorse; inclusione sociale, 13 per cento delle risorse come avanzamento della spesa; scuola, università e ricerca 25 per cento. Come considera lei questa fotografia? Insomma, non ci sono altri aggettivi se non, per ora, un fallimento. Crediamo allora, ancora una volta, che non si possa continuare a far finta di nulla.
Leggevamo dai giornali che ci può essere l'ipotesi di una ulteriore rimodulazione del Piano. Sarebbe il sintomo di un'ulteriore confusione che ha portato alla situazione attuale. Prima avete modificato la governance, appena arrivati a Palazzo Chigi; si ricorderà meglio di me, modifica della governance che ha prodotto un pantano, mesi e mesi di confusione nelle pubbliche amministrazioni che non avevano più un riferimento amministrativo cui rivolgersi per l'attuazione del Piano; poi una maxi rimodulazione con un visionario Piano REPowerEU che, purtroppo, oggi si rivela fermo; Transizione 5.0, che prevedeva 6,5 miliardi che sono stati praticamente, ad oggi, inutilizzati, solo 500 milioni di fondi sono stati richiesti, cioè l'8 per cento delle risorse a disposizione.
Dopo avete previsto correzioni. Correzioni vuol dire tagli, tagli: 500 case e ospedali di comunità tagliati; 100.000 posti in asili nido tagliati; 10 miliardi di euro di risorse ai comuni spostati su fondi ordinari da spendere, se dovesse accadere, entro il 2029 o chissà quando. E ancora oggi - sono notizie di questi giorni - si parla di un nuovo taglio in asili nido di 17.400 posti; si parla degli studentati universitari: l'associazione degli studenti universitari certifica oggi che, su 60.000 posti in residenze universitarie, rischiano di esserne realizzati solo 11.000, cioè quasi 50.000 posti in residenze universitarie non si riusciranno a realizzare. Sarebbe davvero un disastro per garantire il diritto su cui dovremmo essere tutti impegnati, cioè il diritto allo studio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.
Dulcis in fundo, obiettivi e investimenti tagliati, per esempio sull'alta velocità Salerno-Reggio Calabria, almeno i dati che ci forniscono soggetti terzi che stanno analizzando il Piano, visto che non abbiamo notizie dirette dal Governo e sarebbe il caso che le inviaste al Parlamento.
Insomma, in questa mozione noi chiediamo, per essere chiari: trasparenza, verità e impegno. Questo è un Piano che non appartiene a nessuna forza politica, non ha colore di bandiera, è un Piano che riguarda il presente e il futuro del nostro Paese, è un Piano dal quale dipende la capacità dell'Italia di potersi rilanciare e diventare protagonista a livello europeo ed internazionale, un Piano che dovrebbe ricucire le ferite e i ritardi, che ha delle condizionalità trasversali, degli impegni trasversali legati alla coesione sociale e al rilancio del Mezzogiorno, politiche in favore delle donne e dei giovani. Anche su questo, qual è lo stato di attuazione delle trasversali che questo Piano dovrebbe attuare e realizzare? Brancoliamo nel buio, Ministro, il suo Governo brancola nel buio da questo punto di vista e il Paese, purtroppo, rischia di affondare perché rischiamo di non avere la possibilità di avere un Piano del genere nei prossimi anni. Peraltro - e chiudo su questo - dal successo o dall'insuccesso del PNRR italiano dipende la possibilità di poter immaginare uno strumento simile da poter approvare, in via strutturale, nei prossimi anni a livello europeo. Era un primo Piano realizzato con l'emissione di titoli di debito comune. Se dovesse fallire quello italiano, fallirebbe un modello di Europa sociale, solidale, attento alle comunità da rilanciare, un modello di Europa che noi vogliamo costruire e che, spero, sia l'obiettivo comune anche del Governo e della maggioranza, considerata l'ambiguità politica che sta caratterizzando le posizioni del Governo in queste settimane, rispetto ad attacchi rivolti all'Unione europea.
Noi vogliamo un'Unione forte, un'Europa sovrana, un'Europa solidale e sicura, e questo Piano, l'attuazione di questo Piano, è un tassello decisivo di questa strategia. Attenzione a non farlo fallire, altrimenti davvero vi assumete una responsabilità storica, drammatica nei confronti del nostro Paese e dell'intera Unione europea.