Grazie Presidente. L'esigenza di questa mozione è nata a seguito dei recenti episodi di intolleranza, volti a distruggere statue che raffiguravano Cristoforo Colombo. A partire dal 2017, infatti, vi furono diversi fatti di intolleranza verso alcuni simboli della storia americana, ivi compreso Cristoforo Colombo - icona per gli italiani d'America, che celebrano ogni anno il “Columbus day”, voluto nel 1947 dal presidente Roosvelt - fino al punto che, a Los Angeles, nel 2017, veniva votata a stragrande maggioranza la cancellazione del “Columbus day”.
Tale fatto si inserisce in un'azione di rimozione storica e culturale della figura di Colombo dalla vita pubblica americana. Lo stesso Presidente Mattarella, durante la sua visita negli Stati Uniti, lo scorso novembre, nel corso delle dichiarazioni alla stampa, ha avuto modo di sottolineare come invece Cristoforo Colombo abbia aperto orizzonti di conoscenza, ponendo in collegamento continenti fino ad allora sconosciuti l'uno all'altro.
Per molti italo-americani il vandalismo nei confronti di Colombo è considerato un insulto razzista. Per questo sono state molteplici le iniziative degli italiani d'America, orgogliosi del patrimonio culturale. La comunità italiana degli Stati Uniti è una realtà culturale da sostenere e Colombo è un importante simbolo della relazione con l'Italia. Gli italiani in America si sono fatti tradizionalmente strada in tutti i settori della vita del Paese. La loro presenza costituisce un ponte al più alto livello fra Italia e Stati Uniti, attraverso l'apporto allo sviluppo e al rafforzamento delle relazioni bilaterali. All'immigrazione tradizionale dei nostri nonni, che partivano con le valigie di cartone, iniziata nella seconda metà dell'Ottocento e proseguita a fasi alterne per tutto il secolo scorso, si è negli ultimi anni affiancato un nuovo flusso di arrivi dall'Italia. È un dato testimoniato anche dal numero crescente di iscritti all'anagrafe consolare degli italiani all'estero. Si tratta di un flusso di arrivi prevalentemente costituito da professionisti e personale qualificato, il più delle volte in possesso di titoli di studio universitari e specializzazioni. Il numero dei ricercatori italiani, che in vari ambiti operano invece negli Stati Uniti, è oggi superiore ai 15 mila e sono più di 4 mila i ricercatori italiani che fanno parte del network ISSNAF e moltissimi i medici che hanno dato un eccezionale contributo al contrasto alla pandemia negli Stati Uniti. Secondo i dati dell'ultimo censimento del 2010, gli americani di origine italiana sono oltre 17 milioni e sono il quarto gruppo di origine europea, dopo i tedeschi, gli irlandesi e gli inglesi.
I rapporti tra Italia e Stati Uniti risalgono a ben prima della nascita del Regno d'Italia nel 1861, dai contatti dei patrioti del Risorgimento in terra americana. Ma quell'anno, il 1861, segnò l'avvio delle relazioni diplomatiche. I due Paesi proseguono il percorso di intesa, rafforzato all'indomani della seconda guerra mondiale con la nascita dell'Alleanza atlantica, fondata su principi e valori comuni. Proprio questo legame è stato rivendicato con forza in quest'Aula anche dal Presidente Draghi, ribadendo ancora una volta come l'ancoraggio alle relazioni transatlantiche sia, insieme all'europeismo, uno dei pilastri della politica estera di questo Governo. E intendiamo - diceva Draghi - perseguirlo sia sul piano bilaterale sia negli ambiti multilaterali, come la presidenza italiana del G20.
Lo stesso Presidente americano Biden, in occasione dei 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, ha affermato che gli Stati Uniti e l'Italia restano amici stretti e alleati vitali. Le nostre Nazioni condividono una profonda e duratura amicizia, rinforzata dai legami di famiglia e della cultura che unisce la nostra gente. È una relazione particolarmente significativa per milioni di orgogliosi americani, che hanno le loro radici in Italia. E - ricordava Biden –“compresa mia moglie Jill”.
Il contesto globale tortuoso e i mutamenti all'ordine del giorno rappresentano il fulcro dell'agenda quotidiana della NATO, a cui il nostro Paese partecipa con convinzione e impegno. Ve ne è piena espressione nelle sfide internazionali, da un lato, come, ad esempio, il sostegno italiano in questi anni in Afghanistan, Iraq, Balcani, Corno d'Africa e Sahel, nell'ambito della coalizione contro il terrorismo. Ma l'impegno, in questo momento, è ancora più incentrato sulla lotta globale alla pandemia e nel contrasto al cambiamento climatico, sfide che l'Italia sta affrontando in primo piano, dando un contributo effettivo, attraverso la presidenza del G20 e la copresidenza della Cop26. Italia e Stati Uniti restano forti alleati, contro sfide di un contesto globale in continua evoluzione, membri della stessa comunità di valori, che si riconosce nella NATO, alla quale l'Italia partecipa con convinzione e rinomato impegno, e coopera in sedi come il G7, il G20, OCSE e Nazioni Unite.
Per tutto quanto rappresentato, in conclusione, non possiamo che essere sostenitori, quindi, di questa iniziativa, chiedendo che il Governo continui a proseguire l'attività politica e diplomatica, per salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, anche attraverso la celebrazione del “Columbus day”, e continuando a sostenere la sua nutrita comunità di italiani e italo-americani, che negli Stati Uniti portano avanti i valori comuni in tutti i settori della vita del Paese, rafforzando con l'azione quotidiana la profondità dei legami che ci uniscono.
A tal proposito sono più che mai calzanti le parole del Presidente Mattarella: oggi sempre più persone, e tra loro numerosissimi giovani, considerano Stati Uniti e Italia come una casa nella quale vivere e muoversi in entrambe le direzioni, contribuendo con passione e determinazione a proiettare i nostri Paesi nel futuro.