Discussione generale
Data: 
Martedì, 19 Novembre, 2024
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

Grazie, Presidente. In apertura del mio intervento, vorrei ringraziare molto i parlamentari di Azione, Matteo Richetti e Valentina Grippo, per questa mozione. Forse si tratta di un argomento che non raccoglie l'interesse della stragrande maggioranza del Parlamento italiano, ma credo che sia una mozione di indubbia importanza perché è nata, come ricordava la collega Grippo, durante la prigionia del dissidente russo Vladimir Kara-Murza.

Kara-Murza è un giornalista, un politico, un attivista anticorruzione, incarcerato nel 2022 per le sue critiche al Governo russo e all'invasione dell'Ucraina e anche - si crede - per fargliela pagare per aver promosso le legislazioni internazionali per sanzionare ad personam gli oligarchi e le persone che sono state complici della repressione di Putin.

Nel 2023, Vladimir Kara-Murza è stato condannato a 25 anni di carcere e trasferito in Siberia. Precedentemente alla condanna, aveva già subito due tentativi di avvelenamento, nel 2015 e nel 2017, ed era sopravvissuto. I mesi di prigionia sono stati particolarmente duri per Kara-Murza e per la sua famiglia. Nel corso della sua prigionia, la moglie Evgenia, che abbiamo anche ospitato qui, in questo Parlamento, per un'audizione in Commissione esteri, si è fatta portavoce della sua causa e della causa di tutti i prigionieri politici rinchiusi nelle carceri di Putin.

A luglio del 2024 si è temuto il peggio. Si è temuto che Vladimir Kara-Murza potesse morire: è stato ricoverato in ospedale per un aggravamento della polineuropatia dovuta agli avvelenamenti, la quale poteva condurre alla paralisi delle gambe. Poi, il 24 agosto, c'è stata la notizia della sua liberazione, insieme a tanti altri attivisti, in uno scambio di prigionieri in cui la Russia ha riavuto indietro spie, assassini e trafficanti di armi, lasciando liberi, per andare in Occidente, giornalisti, attivisti e oppositori della guerra in Ucraina. Ed è anche solo nello scambio che si vede la qualità dell'opposizione russa, rispetto, invece, alle persone che la propaganda e il regime hanno rivoluto indietro.

Come ha ricordato l'onorevole Grippo, la mozione lancia un segnale più ampio rispetto alla semplice concessione della cittadinanza: è un appello alla tutela di tutti coloro che lottano per la democrazia, per la libertà e contro la repressione delle dittature.

La democrazia, lo sappiamo, non è garantita: va difesa, sia qui in Italia, che nel resto del mondo, e vanno difesi soprattutto tutti coloro che credono nella democrazia e si battono per la democrazia, soprattutto in quei Paesi dove la democrazia liberale non c'è.

Voglio riprendere le parole che Carlo Rosselli usò per incoraggiare il sostegno al Governo repubblicano spagnolo contro le truppe fasciste di Francisco Franco durante la guerra civile: “Oggi in Spagna, domani in Italia”. Per attualizzarle, oggi potremmo dire: oggi in Russia e in Ucraina, domani - speriamo - non in Europa. Questo perché le minacce alla democrazia in un Paese possono, purtroppo, estendersi rapidamente agli altri. E quindi parlare di Vladimir Kara-Murza e fermare l'attenzione di questo Parlamento rispetto alla tutela dei dissidenti russi non è solo un gesto simbolico verso alcuni individui, coraggiosissimi e straordinari, ma è un impegno concreto nella difesa dei valori democratici che ci accomunano tutti, in questo Parlamento e in tutto l'Occidente.

Un anno dopo le parole di Carlo Rosselli, egli fu assassinato in Francia, presumibilmente su ordine del regime fascista italiano. Il suo fato, purtroppo, è simile a quello che il Governo russo infligge, con inquietante regolarità, persino sul territorio europeo, a vari dissidenti. Il caso più noto, più drammatico, più eclatante e anche più di esempio, è stato quello di Aleksei Navalny, ucciso mentre era nella custodia del regime di Putin, ma non messo sotto silenzio. Le centinaia e migliaia di persone che hanno partecipato al suo funerale sono il segno di quanto anche in Russia, sotto la brace, sotto un regime assolutamente repressivo, covi una voglia di libertà, una voglia di solidarietà, una voglia di coraggio, una voglia di democrazia, che neanche le brutalità di Putin riescono a spegnere.

Sono molti i dissidenti russi che meritano il nostro supporto ed è per questo che la mozione chiede non solo di lavorare per una o per alcune persone, ma di sviluppare un dialogo con tutta l'opposizione democratica russa e con la diaspora, istituendo un ufficio dedicato presso l'ambasciata italiana a Vilnius e promuovendo un programma del nostro Ministero degli Affari esteri di sostegno mirato alle organizzazioni attive con la diaspora russa in Europa.

I nomi delle persone che in questi anni hanno pagato sono molti. Io voglio ricordare, oltre alle persone liberate nel famoso scambio del 2 agosto, come Ilya Yashin e Andrei Pivovarov, anche altre persone che in questo momento si trovano ancora in Russia in carcere: Alexei Gorinov, così come Nadezhda Buyanova, una pediatra di 68 anni che, una settimana fa, è stata condannata a 5 anni e mezzo di carcere perché accusata dalla madre di un suo paziente di aver affermato che il marito della donna, un soldato russo morto in Ucraina, era un obiettivo legittimo e che la Russia era colpevole della guerra in corso.

Questi sono solo alcuni dei casi più drammatici dei cittadini russi silenziati, incarcerati o uccisi per aver espresso il loro dissenso. Molti altri senza nome restano incarcerati o esposti al rischio di persecuzione. Penso a tutte le persone che si trovano ancora in Russia, coinvolte, ad esempio, nel lavoro straordinario di documentazione di Memorial Italia, l'organizzazione non governativa creata da Sacharov per documentare i crimini staliniani, che oggi è stata messa fuori legge dal regime di Putin perché una lettura oggettiva e documentata della storia risulta essere un pericolo che, sempre per il regime di Putin, appare paragonabile al pericolo terroristico.

Tra le tante persone esposte al rischio di persecuzione ci sono, poi, coloro che si sono sottratti agli obblighi militari, chi è legato a organizzazioni che sono state etichettate nel corso degli anni come agenti stranieri o estremiste, chi rischia procedimenti penali per presunta diffusione di informazioni false sulle Forze armate.

Non dimentichiamo che in Russia è proibito dire che la Russia è responsabile di una guerra contro l'Ucraina; si può semplicemente dire che la Russia è impegnata in un'operazione speciale.

Tra gli altri oppositori che voglio ricordare qui, ci sono le persone che sono in carcere per violazione della legge sulla cosiddetta propaganda gay o per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra, anche solo in silenzio, anche solo portando il libro Guerra e pace, anche solo tenendo un cartello su cui non c'era scritto niente, perché era proibito dire di essere contro la guerra.

Sono moltissimi i cittadini russi in queste condizioni, molti di più di quelli che sappiamo. Tantissimi di loro cercano di fuggire, tanti cercano di restare, ma alcuni cercano di fuggire e vorrebbero venire in Europa, ma questo percorso è estremamente complicato, anche per l'Italia. La nostra legislazione, in particolare, prevede che, per rinnovare un visto, nella maggior parte dei casi, sia necessario tornare nel proprio Paese di cittadinanza; quindi, per quelli tra loro che hanno fatto attività di opposizione legale e non violenta qui in Italia c'è il rischio che, se dovessero tornare in Russia, siano esposti alla persecuzione, tra l'altro, avendo cercato rifugio in un Paese straniero.

Per questo, con questa mozione, chiediamo al Governo un impegno per facilitare il rilascio di visti e di nulla osta al lavoro per i cittadini russi a rischio di persecuzione, prevedendo l'estensione automatica dei visti già in essere. Su questo, già qualche anno fa, abbiamo presentato una proposta di legge che delinea le caratteristiche di questo intervento, sottolineando chi è a rischio di persecuzione. Speriamo che il Governo, nell'accogliere la mozione del collega Richetti, accolga anche questo tipo di richieste. Si tratta di richieste che nascono dall'aver ascoltato le storie di tanti cittadini russi - come abbiamo fatto, spesse volte, anche con l'onorevole Della Vedova -, che, a seguito dell'invasione russa in Ucraina, vengono in Italia per fuggire il prima possibile dal rischio di persecuzioni e che tante volte rimangono impigliati nella nostra burocrazia.

Sottopongo al Governo un ultimo caso: Vania - che è un nome di fantasia -, un diciannovenne russo, arrestato in Russia per aver partecipato alle proteste contro la guerra nel 2022, quando era ancora minorenne, dopo l'arrivo in Italia, è stato segnalato sui social media per il suo attivismo con i russi contro la guerra, a Roma. A causa di informazioni errate, Vania è entrato in un vicolo cieco burocratico e, oggi, non riesce ad ottenere il permesso di soggiorno; è irregolare, rischia la deportazione e la sua è una delle tante storie di complicazioni burocratiche per questi cittadini, che sono contro Putin, scelgono l'esilio, dovrebbero avere un benvenuto nel nostro Paese per il loro coraggio e per la loro esposizione, invece, in quanto russi, si ritrovano ad affrontare una valanga di pregiudizi e di difficoltà burocratiche, che ne pregiudicano la stessa sicurezza.

Per questo, con questa mozione, chiediamo un'attenzione speciale da parte del Governo, del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'Interno e che a questi casi sia dedicato uno sforzo particolare, che vengano valutati e seguiti con la massima attenzione. Infatti, sappiamo che, in altri Paesi questi, questo tipo di cittadini, questo tipo di esuli, questo tipo di dissidenti sono stati oggetto di violenze e, in alcuni casi, di omicidi da parte degli sgherri di Putin.

Chiediamo davvero un impegno del Governo per non esporre nessuno di loro alla repressione politica del regime russo e per tutelarli, facilitando la loro presenza qui in Italia. Sostenere i dissidenti russi non è solo un atto di solidarietà verso chi lotta per la democrazia e i diritti umani, ma è anche un investimento per tutti noi, nella difesa dei valori che sono alla base della nostra Repubblica e dell'Unione europea.