Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, prima di intervenire oggi in quest'Aula, a nome del gruppo del Partito Democratico, voglio rivolgere un pensiero al senatore Bruno Astorre, segretario del Partito Democratico del Lazio, che ci ha tragicamente lasciato nella giornata di venerdì. La sua morte ha sconvolto le istituzioni e tutta la comunità democratica, lasciandoci senza parole e senza fiato. Dal primo istante in cui si è diffusa l'atroce notizia, Bruno è stato ricordato con affetto e partecipazione da rappresentanti di tutte le forze politiche, così come da tante, tantissime, semplici persone che ha aiutato e incontrato durante la sua lunga vita di impegno.
Nelle prossime ore avremo modo di salutarlo come merita, ma lasciatemi già oggi rinnovare anche da quest'Aula il fortissimo abbraccio alla famiglia e a tutte e a tutti i suoi cari, che viene dal cuore di chi ha avuto modo di condividere al suo fianco un tratto della propria strada umana e politica (Applausi). Nel merito della discussione di oggi, voglio prima di tutto ribadire le parole già usate qui, nella giornata del 13 dicembre, dall'onorevole Enrico Letta. Le notizie di quelle inchieste raccontano qualcosa di scandaloso e di inaccettabile. È un danno gravissimo che quelle vicende fanno all'Europa e al cuore della sua democrazia, è un danno a tutti noi, è un danno ai nostri ideali ed è un danno all'Europa che amiamo.
Le istituzioni reagiscano in modo inflessibile, la magistratura faccia fino in fondo il suo dovere. Quella lì non è la nostra Europa, è la più lontana possibile dai nostri ideali. Quella lì non è la nostra Europa perché la nostra Europa è quella della purezza degli ideali, del coraggio della pratica, giorno per giorno, di David Sassoli. A quegli ideali e a quel coraggio abbiamo sempre fatto riferimento e continueranno a essere la nostra bussola. Presidente, la nostra posizione è chiara, limpida, trasparente, non equivocabile e non strumentalizzabile. Abbiamo scelto di costituirci in giudizio anche come Partito Democratico in quanto parte lesa perché chi ha tradito i principi dell'appartenenza ai valori dell'Europa e della sinistra ha colpito e ferito l'anima di tutte le democratiche e dei democratici, ha ferito e colpito le ragioni più profonde del nostro essere una comunità ancorata a forti ideali, che non possono mai essere venduti o svenduti da nessuna e da nessuno.
Abbiamo scelto di supportare, supportiamo e supporteremo ogni iniziativa utile presso il Parlamento europeo finalizzata a fare luce e porre in essere le dovute contromisure per il futuro. Tutta la delegazione italiana presente nel gruppo PSE-Socialisti e Democratici ha dato pieno appoggio all'iniziativa della Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, con la presentazione di un piano in 14 punti per contrastare corruzioni e ingerenze esterne, riformare e ricostruire la fiducia e riaffermare il Parlamento europeo come istituzione moderna e aperta. Tra questi, il periodo di raffreddamento pari a 2 anni per gli eurodeputati a fine mandato, nei quali non potranno poi svolgere attività di lobbying presso le istituzioni europee.
Ed è proprio per questa ragione, per il pieno sostegno a tutte le iniziative utili, che siamo fortemente critici verso la scelta del primo partito di maggioranza di calendarizzare oggi questa mozione, perché, come stiamo già vedendo nella discussione di oggi, non è questo lo strumento e il metodo per affrontare una questione seria che dovrebbe vederci tutti e tutte uniti, senza strumentalizzazioni, senza provocazioni.
È vero, il Capo XXVI, all'articolo 110 e seguenti del nostro Regolamento, riconosce a tutti i Presidenti di gruppo o a dieci deputati il diritto di promuovere una deliberazione dell'Assemblea su un determinato argomento, ma oggi noi, su questo tema, e lo ha detto molto bene nell'illustrazione, leggendo le impegnative, non abbiamo alcuna competenza diretta e non possiamo chiedere o prendere alcun impegno se non genericamente quello di impegnare il Governo nelle sedi europee a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e ad agire al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere; ecco, ci mancherebbe altro.
Ma può essere questa la priorità del primo partito di maggioranza: impegnare Giorgia Meloni a sostenere le iniziative per il contrasto della corruzione in sede europea o a costituirsi, nelle opportune sedi, parte civile? Questo dovrebbe essere scontato e lo dico io dall'opposizione; lo abbiamo fatto noi come partito, non lo deve fare il Governo italiano? Lo abbiamo fatto noi come comunità di democratiche e democratici, non lo deve fare la comunità nazionale? È chiaro che la reazione deve essere di una condanna dura, netta e senza quartiere, ma noi, oggi, in Parlamento, abbiamo una responsabilità in più, dovremmo occuparci di ribadire con forza, come stiamo facendo, la condanna e la necessità di costruire degli strumenti concreti per evitare che queste storie possano ripetersi in futuro, qualunque sia stato, sia o sarà il colore politico di chi commette tali fatti, perché siamo di fronte a responsabilità individuali, che devono essere accertate, non siamo di fronte alla responsabilità di una parte politica. E quando si cerca di strumentalizzare tutto ciò per aprire un confronto e dividerci, invece che unirci, su questo tema, ecco, è qui che si svela il senso di quella che non è un'iniziativa politica finalizzata a un risultato, se non quello di portare avanti questa provocazione con una forzatura anche istituzionale, perché il fatto di aver presentato una mozione e averne calendarizzato con così grande urgenza la discussione chiaramente rappresenta un precedente anche pericoloso per il futuro e per il futuro dei lavori di quest'Aula.
Noi avremmo voluto, invece, che oggi si fossero potuti affrontare alcuni dei temi fondamentali su cui stiamo invece ancora aspettando di avere risposte; noi abbiamo presentato una mozione urgente sul tema drammatico della siccità. C'è un'emergenza che sta crescendo, che crescerà e che nei prossimi mesi sarà devastante e, senza azioni concrete per garantire il nostro sistema idrico, per fermare gli sprechi, per garantire di avere gli strumenti adeguati, noi rischiamo di fermare la nostra agricoltura, la nostra economia, la vita concreta delle persone con le ripercussioni che ci saranno. Sarà un'emergenza di cui parleranno i talk show, ma il compito delle istituzioni e del Parlamento non dovrebbe essere quello di attrezzarsi alcuni mesi dopo la discussione che c'era nei talk show di alcuni mesi prima, ma quello di anticipare con delle soluzioni concrete i problemi che genereranno una discussione pubblica nei prossimi mesi.
Allora, invece di inseguire i talk show di due mesi fa sul “Qatargate”, facciamo oggi una discussione sulla mozione siccità per prevenire i talk show che ci saranno fra due mesi e poter dire, quando l'emergenza verrà fuori, che abbiamo detto qualcosa, che abbiamo fatto qualcosa e che ci siamo.
Non solo, noi abbiamo presentato un'interpellanza senza risposta sul reddito di cittadinanza. Nella fretta e furia di cancellare un provvedimento che è stato necessario e indispensabile per sostenere milioni di persone in condizioni di gravissima difficoltà, si è cancellato l'articolo 7 che prevedeva anche le pene per quei furbetti, per quelle persone disoneste, che hanno dichiarato il falso sulla propria condizione, per ottenere il reddito di cittadinanza. E dato che il codice penale prevede l'abolitio criminis, qui stiamo parlando, non solo, del fatto di non poter più punire in futuro, ma anche di non poter più andare in esecuzione delle pene attribuite per i comportamenti che sono già stati accertati. È un colpo di spugna nei confronti di quei furbetti che tutti dovremmo condannare e perché è stato fatto? Perché c'era fretta di colpire quelle persone che veramente hanno bisogno del reddito di cittadinanza, per strapparlo via con un colpo di spugna in una manovra finanziaria? Ma è veramente qualcosa che va nella direzione opposta, non solo, a quello che noi diciamo dai banchi dell'opposizione, ma, anche, a quello che dice la maggioranza, a ciò che ha presentato la maggioranza al Governo.
Oltretutto, l'informativa del Ministro Valditara ancora non c'è stata. Noi la stiamo aspettando, questa informativa di Valditara, perché riteniamo inaccettabile e inconcepibile che, di fronte a un'aggressione, come quella che c'è stata, squadrista, di fronte a una scuola, il Ministro non abbia speso una parola di condanna nei confronti degli autori di questo gesto e abbia, invece, condannato la preside che ha scritto agli studenti per ricordare i valori della Costituzione. Ma vi rendete conto in che direzione stiamo andando?
Domani avremo qui il Ministro Piantedosi, mentre il Ministro Valditara ancora non sappiamo quando lo vedremo. Il Ministro Piantedosi lo avremo qui domani e al Ministro Piantedosi chiederemo di risponderci per quello che ha detto, perché è molto grave e profondamente disumano quello che lui ha voluto dire circa la tragedia che ha sconvolto tutti noi - e ringraziamo ancora una volta il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver rappresentato nel modo migliore possibile il sentimento di tutti gli italiani di fronte a quello che è successo - e non solo per le parole, ma anche per le mancate azioni di soccorso e per quello che non c'è stato. Vogliamo sapere come mai è intervenuta la Guardia di finanza e non sono intervenuti invece dei mezzi che potevano essere adeguati; vogliamo sapere quali scelte sono state fatte e vogliamo conoscere queste responsabilità. Abbiamo chiesto per questo le dimissioni del Ministro e ci aspettiamo, domani, di avere delle risposte concrete circa quello che effettivamente è stato detto, è stato fatto e non è stato fatto.
Due ultime questioni, quella del salario minimo e quella della sicurezza sul lavoro. Mi rivolgo alla maggioranza che ha citato il dramma della sicurezza sul lavoro a Doha; questo è un dramma vero, è un dramma che ci colpisce, perché il lavoro è sempre il lavoro in qualunque Paese venga fatto e da qualunque persona venga fatto, però, noi, a differenza di chi oggi occupa il ruolo di primo partito di maggioranza, non è che cambiamo, a seconda del Paese, della nazionalità, del dibattito, del tema, la nostra attenzione sui temi. Per noi l'attenzione sul lavoro è sempre centrale.
Abbiamo chiesto di affrontare come primo tema, in questa legislatura, quello del salario minimo, perché ci sono milioni di lavoratori e lavoratrici poveri in questo Paese, ma ciò non è stato ancora possibile, nonostante l'azione del Partito Democratico in questa direzione. C'è un dramma di sicurezza del lavoro, non ci sono solo morti a Doha, ci sono anche morti a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli, nei nostri porti, nei settori che mandano avanti il Paese. Da questo punto di vista, vi è il totale silenzio.
Ecco, di fronte a un Governo che si è presentato dicendo di essere pronto e si sta dimostrando pronto a tutto tranne che a governare il Paese, ricordo il nostro invito, il nostro appello nel ribadire la dura e ferma condanna e la necessità di un impegno nelle sedi nazionali e internazionali per salvaguardare veramente l'onore dei valori e degli ideali in cui tutte le persone che si riconoscono nei valori della Costituzione credono e che sono stati calpestati e violati in questa vicenda del “Qatargate”. Vogliamo veramente che sia fatta piena luce e giustizia, chiediamo, però, che il Parlamento si occupi di quello di cui si deve occupare, che il Governo ci dia risposte alle domande che abbiamo fatto, risposte che non sono ancora state fornite, e che con la stessa rapidità con la quale questa mozione è stata calendarizzata possano essere calendarizzate le altre fondamentali questioni che abbiamo chiesto come Partito Democratico.