Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 29 Novembre, 2021
Nome: 
Andrea Romano

Secondo recenti stime, più di 5 milioni (quasi un decimo della popolazione) di italiani sono affetti da malattie reumatologiche e sono la seconda causa di disabilità, dopo le patologie cardiache. Certo, la maggior parte dei pazienti ha più di 65 anni, ma quasi il 30% dei malati è più giovane di questa età e alcune patologie possono colpire adolescenti e addirittura bambini.

Si tratta di oltre 150 tipologie di patologie infiammatorie e croniche che colpiscono le articolazioni, le ossa, i muscoli e in alcuni casi anche gli organi e i tessuti, provocando dolore e progressiva difficoltà nei movimenti.

Subdole e silenziose, queste malattie spesso non danno segni di sé da subito ma, se non trattate adeguatamente, possono portare anche all'invalidità, nei casi più gravi.

Sono malattie invalidanti, croniche, caratterizzate dall'infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli, causando un dolore a volte costante. Sono malattie invalidanti, croniche, caratterizzate dall'infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli, causando un dolore a volte costante. La pandemia da Covid-19 ha reso ancora più problematiche le condizioni di questi pazienti: si tratta di persone spesso fragili che hanno riscontrato non poche difficoltà nel reperire i farmaci e nel comunicare con il proprio reumatologo durante i mesi più critici.

Grazie a diagnosi precoci, con l'utilizzo di metodologie sempre più avanzate, e a terapie mirate e tempestive oggi è possibile trattare queste malattie sin dal loro esordio, evitando così che evolvano verso forme più severe.

Per le persone affette da patologie reumatologiche servono maggiori tutele affinché “abbiano pari dignità rispetto alle altre e si accelerino i tempi di attuazione, in tutti i territori, del Piano nazionale delle cronicità (PNC), stanziando le adeguate risorse per l'attuazione del medesimo piano.

Senza dimenticare la cronica carenza, denunciata già più volte dalla stessa Apmarr (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare), di specialisti reumatologi, figure fondamentali e preziose per una corretta e puntuale diagnosi della patologia senza le quali si rischiano di avere “liste di attesa sempre più lunghe” e ritardi “nella diagnosi precoce, unica arma per poter accedere a cure altrettanto precoci, in modo da migliorare il decorso clinico della patologia”.

Ogni anno il 12 ottobre si celebra la giornata mondiale delle malattie reumatiche (WAD, World Arthritis Day). Un importante momento di awareness per queste che sono tra le patologie più ‘fraintese' del mondo, visto che spesso vengono tutte assimilate ai ‘reumatismi'.

Secondo i risultati della 1° indagine nazionale sull'Assistenza Territoriale Integrata in reumatologia dell'Osservatorio Apmarr in collaborazione con l'EngageMinds Hub dell'Università Cattolica una persona con patologie reumatologiche su due, nell'ultimo anno, non è mai riuscita a usufruire dei servizi di assistenza e cura sul territorio e sette persone su dieci non sono mai state contattate dall'Mmg e dallo specialista per poter fare una visita di controllo. Una persona su tre non ha avuto accesso ad un ambulatorio specialistico vicino a casa e 4 persone su 10 denunciano i lunghi tempi di attesa per poter essere visitate da uno specialista. Le visite a domicilio di Mmd e specialisti sono risultate impossibili per il 70% dei malati reumatici e nel 43% dei casi, per loro, non è stato possibile scegliere lo specialista dal quale farsi visitare. L'Assistenza Territoriale Integrata per gli oltre cinque milioni di italiani con patologie reumatologiche, di cui oltre 700mila colpite in forma severa e invalidante, di fatto, oggi non esiste o quasi.

Per questi motivi, Presidente, la mozione che viene proposta alla Camera dei Deputati dall'Onorevole Mugnai e da altri colleghi rappresenta un atto utile e necessario per affrontare un fenomeno di grande impatto sociale.