Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 29 Novembre, 2023
Nome: 
Andrea Orlando

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Signor Presidente, per suo tramite vorrei dire alla collega Nisini che se il tempo è un indizio dell'approfondimento dello studio, oggettivamente, loro hanno studiato parecchio. E' passato un anno da quando abbiamo cominciato a parlare di salari, hanno passato la palla al CNEL, poi se la son fatta rimandare in Commissione, ora la delegano al Governo. E mentre loro studiavano e approfondivano - probabilmente, facevano anche delle ricerche, che a noi non sono note - gli italiani perdevano una mensilità e mezzo, nonostante i cartelli del ministro Urso sulle pompe della benzina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è sciacquarsi la bocca.

Il massimo ribasso è la causa della miseria di milioni di lavoratori italiani e dell'asfissia di centinaia di milioni di imprese nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Sono imprese e lavoratori che operano nei servizi alla persona, nell'educazione, nei trasporti, nelle infrastrutture, nella manutenzione del territorio e nell'insieme delle attività che lo Stato non svolge più o ha progressivamente esternalizzato. Sono muratori, carpentieri, giardinieri, infermieri, operatrici sociosanitarie, maestri, lavoratrici delle pulizie, 500 mila in questo Paese, a proposito di pay gap gender e di patriarcato: forse la politica se ne dovrebbe occupare di più. Sono molte delle figure che abbiamo magnificato durante la pandemia. Nella sanità, nella sanificazione, sono le persone che uscivano di casa quando noi rimanevamo a casa e sono persone che prendono 6, 7 euro per quale motivo? Per le gare al massimo ribasso.

Ora io qui non voglio parlare di equità, un argomento totalmente scomparso dal dibattito politico imposto dalla maggioranza, e non voglio neanche parlare di riconoscenza.

Quella l'abbiamo vista nel momento in cui con la legge di bilancio la prima categoria a cui sono state ricalcolate le rendite per la pensione sono stati i lavoratori della sanità.

Voglio parlare di Nazione, questo bellissimo termine che non si sentiva così chiamato in causa dai tempi dell'Istituto Luce. La Nazione rischia di perdere la partita del futuro a causa dei salari, perché noi non stiamo dicendo: ma perché non l'avete fatto prima, ma perché non l'ha fatto Garibaldi, ma perché non l'ha fatto Cavour, Prodi eccetera. No! Noi stiamo discutendo adesso, in un momento nel quale si stanno determinando due fenomeni che sono la deglobalizzazione e l'impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro. Quali sono i Paesi che usciranno meglio da queste sfide? I Paesi che hanno manodopera più qualificata. Però, per avere la manodopera qualificata bisogna avere la manodopera. Noi siamo un Paese che incontra gli effetti dell'inverno demografico - su 8 persone che entrano nel mercato del lavoro 10 vanno in pensione - e poi siamo nel pieno di una emigrazione di massa dal nostro Paese. Ci sono colonie di infermieri a Berlino, ci sono colonie di camerieri a Madrid piuttosto che a Barcellona. Non sono solo i cervelli - e non che queste persone non abbiano il cervello -, non è solo la manodopera qualificata e di alto livello che se ne va; sono anche lavoratori che se ne vanno perché non hanno salari adeguati e perché spesso hanno condizioni di lavoro che non rispettano gli stessi contratti, che pure indicano livelli salariali molto bassi.

Allora, noi siamo ingenui. Avevamo capito che su questo tema in generale non c'era grande margine di discussione e siccome non volevamo affrontare in modo superficiale il tema abbiamo provato a spacchettarlo. In Italia ci sono tre ragioni per cui c'è il lavoro povero: la prima è che ci sono delle imprese che speculano e noi abbiamo capito che lì non c'era molto spazio di discussione, dato che voi le rendite non le volete, il nero vi piace, i controlli meno e l'Ispettorato nazionale del lavoro lo volete smantellare. Poi ci sono le imprese che non ce la fanno perché non sono cresciute e non si sono internazionalizzate e anche lì abbiamo capito che non c'è molto spazio di discussione, perché l'unico intervento di politica industriale, in questa legge di bilancio, è la cancellazione del fondo che premia le imprese che aumentano il proprio capitale.

Allora, abbiamo provato a prendere per buono quello che ci aveva detto - non avevamo ancora avuto l'esperienza educativa di ieri sera in Commissione lavoro - il presidente Rizzetto. Ha detto che sul salario minimo non c'è spazio e non c'è discussione, perché è assistenzialismo: dare 7, 8 o 9 euro a una persona che deve arrivare in fondo al mese è assistenzialismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); dare miliardi a imprese che non innovano e non investono non lo è. Invece, dare qualche euro in più a un lavoratore che non arriva in fondo al mese è assistenzialismo. Va bene, prendiamo per buono anche questo. Lavoriamo, piuttosto, sul massimo ribasso. Noi vi abbiamo proposto una mozione che dice esattamente questo: superiamo questo meccanismo, che è un meccanismo che strangola le imprese e affama i lavoratori, e lo abbiamo detto anche perché ci troviamo di fronte a un'ipocrisia che ormai sta diventando insopportabile. Noi qui tutte le volte facciamo delle commemorazioni di persone che sono cadute - di solito quelli che muoiono da soli se li ricordano in pochi e quelli che muoiono in gruppo vengono più ricordati - e non indaghiamo mai sulle ragioni strutturali per cui in alcuni ambiti del lavoro ci sono più morti, più feriti, più persone che si fanno male, più persone che hanno un'invalidità permanente. Bisognerebbe cominciare a guardarli questi numeri. Dove succede questo? Nelle micro imprese e nelle imprese che sono strangolate dal massimo ribasso. Guardate, in quasi tutti gli incidenti che si sono succeduti in questi mesi c'erano lavoratori delle imprese dell'appalto e del subappalto.

Allora, io chiedo una cosa: se non si vuole dare una risposta su questo tema, almeno si eviti la contrizione del coccodrillo il giorno dopo gli incidenti, perché il tema lo conosciamo.

Non è che vi dovete vergognare: ci dobbiamo vergognare se non lo affrontiamo, perché questa è la causa strutturale del perché in molti ambiti, dove si riducono i costi e dove si sopprimono gli investimenti sulla sicurezza, le persone mediamente si fanno più male o addirittura muoiano.

Noi vi proponiamo ancora una volta un terreno di confronto, perché ci saranno, nel corso di questi prossimi mesi e nonostante gli errori che state facendo, miliardi di investimenti e di trasferimenti alle imprese. Noi vi diciamo una cosa semplice: cancelliamo il massimo ribasso, anche gradualmente, anche dando il tempo alle pubbliche amministrazioni di adeguarsi, e mettiamo un po' di soldi in un fondo che vada in quella direzione, che consenta di adeguare progressivamente la situazione della pubblica amministrazione a un regime nuovo che naturalmente comporta più costi. Poi, vi diciamo un'altra cosa: confrontiamoci sulle condizionalità che si possono introdurre nel trasferimento di risorse alle imprese. Gli Stati Uniti in questo momento, nell'atto contro l'inflazione, hanno posto una serie di condizionalità di carattere sociale e ambientale; la Germania sta facendo la stessa cosa. Non facciamo lo stesso errore che è stato compiuto in passato, cioè dare soldi alle imprese senza chiedere un miglioramento della qualità del capitalismo del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché la sfida che noi abbiamo di fronte oggi non è quella di ieri o dell'altro ieri, ma è quella che decide se nei prossimi anni l'Italia giocherà in serie A, in serie B o in serie C, se concorrerà con la Germania, con la Francia o con la Spagna oppure con il Marocco e con la Slovacchia, con tutto il rispetto per questi Paesi. Lo stiamo decidendo adesso, forse in modo inconsapevole.

Allora, io lo dico con molta franchezza: noi siamo qui per chiedere di togliere il massimo ribasso dalle gare, ma siamo qui anche per aprire un confronto. Se la maggioranza, quando ha finito di fare la propaganda, di lanciare la palla al CNEL, vuole iniziare a discutere noi ci siamo. Credo che corrisponda all'interesse della maggioranza stessa, sicuramente della sempre richiamata Nazione.