Discussione generale
Data: 
Martedì, 22 Settembre, 2020
Nome: 
Elena Carnevali

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Signor Presidente, care colleghe e colleghi, sottosegretaria Zampa, secondo l'ultimo rapporto che è stato pubblicato l'8 maggio da InfluNet, l'influenza, l'ultima, ha contagiato 7,6 milioni di cittadini italiani e si stima che in Italia ogni anno ci possono essere circa 8 mila casi di decessi a causa dell'influenza e, soprattutto, delle sue complicanze. Vaccinarsi è il modo migliore per prevenire e per combattere l'influenza, questo dovremmo ricordarlo, voglio ricordarlo qui agli agnostici, agli scettici, ai contrari, perché aumenta notevolmente la possibilità di non contrarre la malattia e perché consente anche uno sviluppo di sintomi influenzali meno gravi e generalmente evita ulteriori complicanze. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta una grande azione di sanità pubblica, importante per la protezione non solo di sé, quindi, ma della collettività, e riduce quindi le complicanze non solo a carico della collettività intera, oltre al carico nei confronti dell'assistenza sanitaria, pensiamo ai pronto soccorso, agli ambulatori medici, lo abbiamo sentito molto e provato molto con questa pandemia, e anche nei periodi di maggiore affluenza. Le vaccinazioni sono e devono essere considerate un diritto fondamentale del cittadino e della collettività, ed è una ferma responsabilità dei decisori, quella di arrivare a promuoverne l'utilizzo.

L'Organizzazione mondiale della sanità riconosce che i vaccini sono l'investimento essenziale non del Paese, ma per il mondo intero. Negli ultimi anni in Italia, purtroppo, così come nel mondo, è cresciuto lo scetticismo nei confronti delle vaccinazioni - legato a numerosi e diversi fattori, forse anche alla scomparsa di alcune malattie infettive - che però permettevano alla popolazione di essere protetta. In Italia, ogni anno, sono circa 10 milioni le persone che si vaccinano contro l'influenza e la vaccinazione, secondo la circolare del Ministero della sanità, che quest'anno peraltro ha scelto di raccomandarla, peraltro ampliando l'offerta dagli anziani a partire da sessant'anni, alle persone che appartengono alle categorie a rischio di complicanze, così come a tutti gli addetti ai servizi essenziali, nonché alle donne in gravidanza. Le coperture vaccinali variano di anno in anno. Abbiamo una capacità, un trend di una copertura del 50 per cento per quel che riguarda la popolazione ultrasessantacinquenne, e siamo a circa un terzo - questo è un dato molto importante - per quanto riguarda invece la copertura sugli operatori sanitari.

La mozione che presentiamo 75 per cento, come obiettivo minimo perseguibile, e al 95 per cento come obiettivo vaccinale. Siamo, quindi, purtroppo ancora molto lontani dal raggiungimento di queste percentuali. Le ultime campagne vaccinali sono andate un po' meglio rispetto al passato, però devo dire che nonostante questo, insomma, siamo ancora ben lontani dal cantare vittoria. Nelle stagioni 2015-2016 e 2016-2017, come vi ricordavo prima, soltanto la metà della popolazione a rischio, a partire dagli anziani, si è sottoposta a profilassi.

Voglio tornare un attimo ancora sulla condizione, invece, di vaccinazione per quel che riguarda, in particolare, gli operatori sanitari, perché è un primato non invidiabile e anche preoccupante che rimanda al dovere deontologico, alla protezione di sé, degli assistiti e che deve trovare strumenti anche di incentivazione. Si potrebbe valutare, per esempio, anche l'introduzione - e noi giudichiamo l'attività che viene svolta da parte delle direzioni generali delle aziende, delle ASL, delle aziende sanitarie - di porlo come un obiettivo ai direttori generali o ai direttori generali delle nostre aziende: l'obiettivo di copertura massima. Mi sembra superfluo ricordare qui che naturalmente gli operatori possono essere soprattutto coloro che sono vicini e più prossimi alle attività di assistenza e di vicinanza ai pazienti e possono essere vettori di trasmissione e aggravare il quadro clinico. Quindi, c'è una responsabilità e il richiamo alla deontologia non è stato casuale. Gli operatori sanitari, quindi, sono una categoria target che è già stata individuata. Allo stesso modo, voglio ricordare e porre l'accento - e non solo perché veniamo da un'esperienza molto drammatica - su ciò che riguarda, in particolare, le residenze sanitarie per anziani, i servizi semiresidenziali per le persone con disabilità e le persone con patologie croniche, che, purtroppo, hanno subito un impatto drammatico durante l'epidemia. Vedete, io penso che lì vi sia la necessità di garantire una copertura che sia la massima possibile, la totale possibile, e questo a salvaguardia di una popolazione che, peraltro, già oggi ancora paga, in alcune regioni, devo dire, purtroppo ancora di più, anche una distanza dalla possibilità di avere relazioni anche solo con i propri familiari. Ecco perché le vaccinazioni, comprese quelli influenzali, sono particolarmente importanti.

L'assenza del vaccino, ovviamente, ci pone in una condizione di debolezza e credo, ovviamente, che noi continuiamo a ricordarcelo. Vogliamo mantenere questa sorta di vantaggio, come l'abbiamo definito, rispetto a quello che stiamo vedendo negli altri Paesi, ma perché questo vantaggio continui a mantenersi è importante anche lo strumento delle vaccinazioni antinfluenzali. Non sono due cose a sé, quindi, gli interventi di prevenzione del contagio e la vaccinazione antinfluenzale. Questo forse dovrebbe farci riflettere anche rispetto, purtroppo, a una resistenza che abbiamo visto, letto e ascoltato per troppo tempo e, quindi, sulle ripercussioni che possiamo avere. Noi abbiamo l'esigenza, naturalmente, di poter mettere i presidi sanitari, gli operatori e i medici nelle condizioni di essere facilitati in quella che noi definiamo la diagnosi differenziale, che ovviamente non si può fare - o altro ovviamente - con l'introduzione di altri strumenti come sono i tamponi, ma è chiaro che, in attesa che la ricerca scientifica ci fornisca un vaccino e una terapia per contrastare il COVID-19, con il calo delle temperature e l'arrivo, ovviamente, dei periodi freddi dobbiamo fare i conti con un'ondata influenzale che, sebbene in molti casi possa avere un esito innocuo per molte persone, l'impatto di questa epidemia sui sistemi mondiali sanitari è molto forte: tra i 3 e i 5 milioni e, nei casi gravi di influenza, dai 290 mila ai 650 mila decessi, come ci dice l'OMS. Quindi, siamo in una condizione molto diversa.

Allora, se noi vogliamo fare in modo che l'Italia mantenga, a mio giudizio, anche quel faticoso obiettivo che abbiamo raggiunto anche con la copertura delle vaccinazioni per le fasce più deboli - e mi riferisco, in particolare, alla popolazione infantile, obiettivi che ancora dobbiamo raggiungere per arrivare all'obiettivo che ci siamo prefissati - è chiaro che anche in questo caso - lo ricorda la circolare - dalla popolazione di sei mesi fino a una popolazione che raggiunge comunque gli anni dell'adolescenza sono comunque raccomandate le vaccinazioni.

Sono stati distribuiti circa 12,5 milioni di dosi, che possono coprire il 53 o il 54 per cento. Il Ministero ne mette a disposizione 17. Il Ministro Speranza ha ricordato in più occasioni come sta lavorando e si è adoperato anche per il recupero e l'approvvigionamento dei vaccini. Certo che, devo dire, non tutte le regioni sono state celeri nel fare i bandi di gara e di approvvigionamento, innestando nel sistema un meccanismo di fatica, ovviamente, nell'attività di programmazione e di produzione dei prodotti vaccinali.

Pochi giorni fa la Conferenza Stato-regioni ha stabilito una quota di distribuzione dei vaccini antinfluenzali che è disponibile per singola regione anche attraverso il sistema territoriale delle farmacie. Qui il dibattito è un dibattito aperto. Io continuo a pensare che forse, a differenza di altri colleghi, comunque la somministrazione della vaccinazione sia un atto medico e sotto la responsabilità del medico. Faccio fatica a pensare che possa essere sostituito da altre persone che possano magari anche avere corsi di formazione ICM. Diversa, ovviamente, è la possibilità di garantire che l'approvvigionamento avvenga nelle farmacie, perché, guardate, noi pensiamo, speriamo, auspichiamo e vogliamo che quest'anno la copertura vaccinale sia una copertura molto, molto più ampia di quella che abbiamo avuto negli anni scorsi, soprattutto per le categorie protette e per i target che sono stati individuati, ma su questo, venendo da un territorio bergamasco, da un territorio lombardo, sento una sensibilità molto profonda nei confronti della vaccinazione e, quindi, avremo un ampliamento di richieste delle offerte. Quindi, io credo che solo attraverso buone relazioni istituzionali con le categorie professionali e con le persone, insomma con tutte le figure che sono messe in campo, si possa riuscire a individuare anche soluzioni che possano avvantaggiare la copertura vaccinale. Faccio un'altra osservazione. Abbiamo medici, anche specialisti e convenzionati, che potrebbero anche essere, come dire, delle professionalità che potrebbero essere ingaggiate.

Vedete, nella mozione noi abbiamo messo degli impegni molto puntuali e il primo tra tutti è quello di arrivare a fare in modo che regioni e province autonome abbiano, nelle rispettive competenze, una disciplina omogenea e l'approvvigionamento di vaccini antinfluenzali per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta (e anche le farmacie, così come previsto dall'accordo). Voglio, però, qui permettermi, soprattutto per la disponibilità che abbiamo sempre nel Ministero, di ricordare tre cose: la prima è l'organizzazione della campagna vaccinale. Sarà un'organizzazione difficile quest'anno e non dobbiamo nascondercelo. Prima di tutto perché dobbiamo rispettare, naturalmente, le norme per la riduzione del contagio. I medici di medicina generale e i pediatri sono chiamati a uno sforzo particolarmente difficile, non solo per la chiamata diretta ma anche dal tipo di organizzazione e di studi di logistica che è possibile mettere in campo, e non tutti hanno degli spazi adeguati. Quindi, c'è uno sforzo e le aziende sanitarie locali - e qui voglio ricordare anche l'impegno di molti sindaci, di tantissimi sindaci - si stanno adoperando per trovare anche degli spazi alternativi. A tutti loro va la nostra gratitudine perché hanno la piena consapevolezza di che cosa vuol dire garantire i migliori livelli di salute per le loro comunità. C'è poi un altro tema, che riguarda la carenza di medici di medicina generale. È una carenza molto forte in alcune regioni, come in quella lombarda. In molti territori - e nel mio penso di conoscere abbastanza, palmo a palmo - le scoperture degli ambiti territoriali incideranno su una buona distribuzione e su una buona somministrazione e non sfuggirà però, perché so benissimo che ne è a conoscenza e mi auguro che uno degli emendamenti che in qualche modo ha proposto il Senato vada e trovi anche un buon fine, che ormai in alcuni territori sono le USCA e le guardie mediche che sostituiscono i medici di medicina generale.

Qui chiedo una vigilanza forte da parte del Ministero, perché, in qualche modo, l'ausilio, la vigilanza, insomma, cercare di fare in modo che ci sia una copertura naturalmente su tutto il territorio nazionale; non riguarda tutte le regioni, ovviamente, ce ne sono alcune, in particolare, che sono particolarmente esposte, ma al motivo del perché ci arriveremo, spero, in un'altra occasione, adesso dobbiamo essere, invece, molto puntuali per quel che riguarda la somministrazione.

Il terzo tema riguardo a questa è la questione della tempistica; la circolare del Ministro dice che la somministrazione dei vaccini deve iniziare a partire dai primi di ottobre; siamo praticamente a otto giorni. Non è una data casuale questa che il Ministro ha scelto; l'ha scelta per buone ragioni, perché noi non possiamo arrivare prossimi, di fatto, alla diffusione del picco di influenza che si registra nei periodi di fine autunno, dell'autunno e dell'inverno e, contemporaneamente, avere ancora una quantità di popolazione da dover vaccinare.

Guardate, io, qui, credo che occorra non solo una vigilanza, ma un lavoro preventivo per riuscire ad avere una ricognizione sulla certezza di quando nelle regioni si inizia a partire a fare le campagne di vaccinazione; io credo che questo sia, come dire, un impegno tra quelli sottoscritti, ma mi permetto di sottolinearlo maggiormente. Gli altri impegni, ovviamente, riguardano il tema - e ho finito Presidente - della capacità di assumere, quindi, come vi dicevo prima, anche una particolare attenzione alle residenze e ai servizi semiresidenziali, all'opportunità di estendere la gratuità della profilassi vaccinale nei livelli essenziali di assistenza per l'anno del 2009 per le categorie che abbiamo individuato e all'obiettivo che ci sta particolarmente a cuore della copertura degli operatori sanitari. C'è un ulteriore tema che è quello, all'interno dell'autonomia regionale, del rafforzamento degli standard organizzativi e strutturali dei centri e dei servizi predisposti alle vaccinazioni. Noi nei decreti che abbiamo già approvato un po' di mesi fa, abbiamo detto che le regioni dovevano inviare al Ministero, entro una certa data, i fabbisogni di personale; abbiamo dato risorse, tante risorse anche per questo. Ebbene, io spero che da questo punto di vista ci sia, davvero, una buona organizzazione e standard organizzativi e strutturali all'altezza di quello che dobbiamo fare.

Un'ultima cosa: naturalmente dobbiamo sostenere la ricerca clinica, scientifica e farmacologica, questo è un tema in particolare che vedremo nella discussione sul Recovery Fund e mi limito a chiudere, in particolare, su due cose; guardate, la campagna vaccinale, soprattutto, informativa, secondo il mio giudizio - mi limito a fare questa osservazione - non è sufficiente farla attraverso spot, come dire, freddi, abbiamo bisogno di testimonial forti, che riescano a convincere e, soprattutto, a sensibilizzare la popolazione, abbiamo bisogno ancora di far crescere questa consapevolezza. Serve uno sforzo enorme comunicativo che dal piano istituzionale si sposti a quello, mi verrebbe da dire, persino, più emotivo, che in realtà non è altro che quello scientifico perché questi sono i fondamentali. Chiederemo e abbiamo chiesto in questa mozione anche di poter avere un resoconto a livello parlamentare di come la campagna vaccinale verrà realizzata.

Quindi, davvero, penso che ciò che stiamo discutendo oggi non sia un di cui e ringrazio molto delle disponibilità e aspetto, ovviamente, sono certa delle sensibilità del Ministro e della sottosegretaria e mi auguro, davvero, che questa stagione sia soprattutto una stagione di cambio culturale oltre che di salute pubblica.