Discussione generale
Data: 
Lunedì, 13 Maggio, 2024
Nome: 
Andrea Casu

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Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, oggi noi portiamo all'attenzione dell'Aula della Camera dei deputati, del Parlamento, un tema fondamentale per la vita delle cittadine e dei cittadini italiani. Basta scorrere la rassegna stampa di oggi per leggere dei problemi che ci sono stati: dalla ferrovia Roma Nord - un lunedì da incubo per i pendolari -, ai problemi a Milano per la cancellazione del treno delle 6,53, fino alle questioni dell'Umbria, di cui all'interrogazione della Vicepresidente Ascani, e anche nella giornata di oggi, in tutte le regioni, le periferie e le aree interne: la crisi del trasporto pubblico locale la tocchiamo con mano tutti, ogni giorno. È una crisi che ha ragioni antiche, ma che ha anche questioni assolutamente moderne, che vanno fronteggiate e che non possono più continuare a essere ignorate. Da questo punto di vista, noi abbiamo fatto un grandissimo lavoro in Commissione trasporti. Voglio ringraziare il presidente Deidda e i rappresentanti delle opposizioni, perché è nato tutto da una risoluzione del Partito Democratico in Commissione ma poi ci sono state la risoluzione Raimondo della maggioranza e le risoluzioni Iaria e Ghirra del MoVimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra.

Noi ci siamo confrontati con tutto il mondo del trasporto pubblico locale: per alcuni mesi abbiamo fatto il punto e abbiamo cercato di capire qual era lo stato dell'arte e quali potevano essere le soluzioni. Questo confronto c'è stato in Commissione e noi lo portiamo in Aula. Lo facciamo attraverso una mozione che ha alcuni punti molto precisi: nelle premesse ricostruisce e inquadra la questione, ma, nel dispositivo, chiede impegni conseguenti. La prima questione, assolutamente fondamentale, è una questione complessiva, legata alle risorse del Fondo nazionale dei trasporti, perché c'è qualcosa che va detto con grande chiarezza: noi lo chiamiamo trasporto pubblico locale perché ha chiaramente una dimensione locale, ma le grandi scelte che determinano la qualità dei servizi che offriamo ai cittadini sono scelte nazionali, legate anche alla quantità e alla qualità di risorse che mettiamo a disposizione delle regioni e, attraverso le regioni, delle amministrazioni.

Da questo punto di vista, abbiamo avuto cambiamenti, anche molto importanti, intervenuti nella società con la pandemia; abbiamo avuto cambiamenti anche nel mondo del lavoro, nel tipo di trasporti e di mobilità che si verificano nelle nostre città; abbiamo avuto una ripartenza fondamentale del turismo, del boom turistico, che ha rimesso in moto anche il traffico verso le nostre città. Abbiamo cambiamenti climatici, che stanno portando a una crescita di costi: pensiamo a tutti problemi che abbiamo avuto la scorsa estate, anche per quanto riguarda come questi cambiamenti climatici hanno influito sulle reti e sui costi. Pensiamo all'aumento dei costi del carburante, pensiamo a tutti questi aumenti, è chiaro che questi aumenti devono impegnare più risorse. C'è una cifra: 1,7 miliardi di euro. È la cifra che le principali agenzie delle imprese hanno chiaramente fotografato, chiesto e ribadito, anche in un recente incontro che si è svolto a Milano in queste ore. Ed è la cifra che consente - lo dicono tutti i sindacati - il rinnovo dei contratti di quei lavoratori: stiamo parlando di 800 milioni necessari per l'adeguamento del Fondo per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, la possibilità dell'adeguamento ai costi inflattivi ed i maggiori costi a cui si va incontro. E poi 900 milioni di euro, che sono indispensabili per il rinnovo dei contratti dei lavoratori. Lavoratori a cui vorrei che, da quest'Aula, venisse mandato trasversalmente un forte messaggio, perché i lavoratori del trasporto pubblico locale e, soprattutto, i lavoratori del frontline sono ogni giorno in prima linea. Sono in prima linea per garantire servizi; sono le prime persone a cui si rivolgono i cittadini, anche di fronte ai disservizi e alle difficoltà e, inoltre, sono sempre più oggetto di aggressioni e di minacce: una violenza che si rivolge proprio a loro, che garantiscono un servizio. Ecco, non possono essere lasciati soli. Uno degli impegni che chiediamo al Governo è di garantire la piena operatività di quei protocolli che erano stati siglati e che erano stati avviati nella precedente esperienza di Governo, per fare sì che i lavoratori potessero essere messi nelle condizioni di agire in sicurezza e queste aggressioni potessero essere segnalate e fermate utilizzando le migliori buone pratiche a livello internazionale. Da questo punto di vista, è fondamentale che questi contratti vengano rinnovati. Servono queste risorse; serve questo miliardo e sette. Noi, in sede di bilancio, avevamo presentato, ad esempio, degli emendamenti che sono stati purtroppo bocciati, individuando come una possibile fonte i sussidi ambientalmente dannosi: gli oltre 22 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi presenti nel bilancio. Se non è questa la fonte che individua il Governo se ne trovi un'altra, ma è fondamentale che azioniamo la leva del finanziamento nazionale. E questo perché? Perché poi c'è una seconda questione, che è una questione di criteri di attribuzione di questo Fondo. Abbiamo discusso in Commissione, abbiamo idee anche diverse in tal senso, ma siamo tutti d'accordo che il criterio meramente storico non può essere sufficiente. Serve che si tenga conto dei servizi che devono essere garantiti in tutte le città, in tutte le aree urbane ed in tutte le comunità. Non si può avere una divisione fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, a seconda che i cittadini nascano nel centro o nelle periferie di una grande città, in un'area interna o in un grande nucleo urbano, perché quella possibilità di avere un'alternativa al mezzo privato per potersi muovere, per poter portare i figli a scuola, per poter andare a lavorare, è una possibilità fondamentale che dobbiamo garantire come pieno diritto di cittadinanza. Ora, da questo punto di vista, una riforma del trasporto pubblico locale e dell'attribuzione di queste risorse è chiaramente una riforma non più rinviabile.

Ci sono alcune ingiustizie: noi abbiamo fatto l'esempio delle città metropolitane e delle difficoltà che affrontano la capitale e Milano, ma anche tutte le altre città metropolitane i cui rappresentanti sono venuti in audizione e ci hanno portato la testimonianza delle loro difficoltà, a cui devono fare fronte. Pensiamo che veramente stiamo parlando di oltre 300 milioni di euro di proprie risorse che mette il comune di Milano, oltre 600 milioni che mette il comune di Roma, e non solo, anche le altre realtà, e poi le difficoltà legate alla copertura dei costi per gli investimenti: penso ai temi delle reti metropolitane, ma non solo.

Penso alla questione di quelle risorse e quegli investimenti garantiti dai nuovi mezzi che, grazie al PNRR, stanno arrivando nelle nostre città. Anche da questo punto di vista, avere un nuovo autobus elettrico significa avere più costi, perché ci sono i costi per il deposito, nuovi costi per le imprese di trasporto e questi costi devono essere coperti. E non si può pensare che l'unica soluzione sia aumentare il costo del biglietto per i cittadini, per due ragioni. La prima è che tutto il mondo va in un'altra direzione: l'idea del biglietto climatico in Germania, l'idea di poter avere il diritto a muoversi e così incentivare le sfide climatiche, incentivare la decarbonizzazione, incentivare, attraverso un trasporto pubblico efficace ed efficiente, un'idea di mobilità sostenibile e sicura per tutte e per tutti; e la seconda è che poi, a un certo punto, diventa insostenibile comunque. Quanto possiamo far pagare il biglietto? Noi dobbiamo avere una leva che tenga conto del valore che ha il trasporto.

Da questo punto di vista le città metropolitane devono avere alcuni strumenti. Perché chiediamo di mettere mano prima alle risorse e poi ai criteri? Perché, se manteniamo quei 5 miliardi o poco più senza intervenire sulle risorse, rischiamo di avere, con riferimento ai criteri, una guerra tra poveri, un'operazione per cui ci si sposta da una realtà ad un'altra, quando, se esaminiamo il sistema dei trasporti del nostro Paese, vediamo che è un'emergenza nazionale. Servono una riforma organizzativa, una certa attenzione al lavoro. E serve considerare la leva dei trasporti come la leva principale che abbiamo per azionare una direzione di futuro che vada verso una mobilità sostenibile, una mobilità che consenta veramente a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di potersi muovere.

Ora, da questo punto di vista, la valutazione politica per cui noi, in queste ore, come Partito Democratico, abbiamo chiesto fortemente di avere questa occasione di confronto sul trasporto pubblico locale è che - è vero - siamo nel pieno di una campagna elettorale, per cui ci possono essere motivazioni, argomentazioni e orientamenti differenti. Ma non possiamo perdere di vista quello che sta accadendo nel Paese. Abbiamo contezza della situazione devastante della sanità. Abbiamo tante paure e preoccupazioni sul tema del lavoro. Non possiamo ignorare anche quello che sta avvenendo sui trasporti. Purtroppo, non sempre si inquadra correttamente quanto siano fondamentali i trasporti; eppure, si tratta di un'attività, forse l'attività a cui dedichiamo più ore del nostro tempo ogni giorno. Ci servono per realizzare tutto il resto.

E quel ritardo nel diritto alla mobilità, nel diritto della cittadinanza a muoversi nelle nostre città lo scontiamo in tutto, perché spesso la nostra percezione dell'assenza di servizi è legata al tempo che ci vuole per arrivarci e non al fatto che ci siano o meno; quindi è legata al traffico, alle ore di traffico che ci separano dal luogo dove possiamo trovare la risposta alla nostra domanda o dalle ore che siamo costretti a trascorrere per poterli raggiungere. E io credo che, da questo punto di vista, abbiamo il dovere di mettere in campo un'azione concreta.

Un ultimo punto importante della mozione: mi auguro veramente che ci possa essere un confronto di merito punto per punto. Ho già letto i contenuti dei primi testi che sono stati presentati. Auspico che ci sia, da parte di tutte le forze politiche, la possibilità di utilizzare questa occasione per fare il punto e dire cosa si pensa del trasporto pubblico locale.

Fatemi aggiungere un ultimo punto. È in corso un'azione molto pericolosa (penso a quello che sta avvenendo con il codice della strada) che va nella direzione di non considerare tutta la mobilità sostenibile come indispensabile. Noi abbiamo bisogno di un'intermodalità che consenta alle persone di muoversi con strumenti diversi che fra loro dialoghino, che garantisca sempre la sicurezza di tutti i mezzi, e che poi vada a colpire proprio quelle amministrazioni e quei poteri che devono avere i sindaci per poter azionare quelle leve, anche territoriali, indispensabili, dalle zone a traffico limitato alla delimitazione delle velocità, fino al tema delle piste ciclabili.

Il codice della strada andava in una direzione sbagliata, noi l'abbiamo contrastato in Parlamento. Lo stiamo contrastando in Senato. Vogliamo leggere positivamente il fatto che il Senato stia prendendo un tempo ulteriore per approfondire, nella speranza che si possano correggere alcuni di questi aspetti e si possa restituire valore ai sindaci, alle amministrazioni e alle autonomie - che vengono considerate tanto importanti e strategiche da questo Governo in altri contesti - anche nel contesto della mobilità e dei trasporti. Però, da questo punto di vista, un accento deve essere molto, molto chiaro, perché, in realtà, è solo azionando pienamente il trasporto pubblico locale che possiamo garantire ai cittadini quel diritto alla mobilità che consentirebbe di vivere in maniera più positiva sia coloro i quali non vogliono prendere un'auto privata, sia gli stessi automobilisti, i quali si ritroverebbero, potendo avere un'alternativa, strade più sgombre e non occupate dal traffico, spesso soffocante, che fa schizzare, ogni anno di più, le nostre città nelle classifiche internazionali.

È un tema molto importante che si intreccia con altre questioni. Noi dobbiamo far crescere il nostro sistema dei trasporti per poter competere: vi è la grande questione del Sud Italia, del Mezzogiorno d'Italia, che non può restare indietro. E preoccupa anche come l'autonomia differenziata possa forzatamente portarci verso una direzione in cui si fotografa una situazione esistente e poi si peggiora ancora di più.

C'è poi anche la questione - abbiamo detto - del lavoro, della sicurezza sul lavoro, della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici di fronte alle minacce e alle aggressioni. E c'è anche un'occasione, c'è una questione salariale, legata al fatto che bisogna garantire il lavoro nel trasporto pubblico locale attraverso una forma di contratti - e proprio per questo servono le risorse per il rinnovo subito, ma non solo, servono tanti strumenti - che consenta ai nostri giovani di scegliere di impegnarsi nel trasporto pubblico locale. Se guardiamo l'età media delle persone che lavorano nel trasporto pubblico locale e se guardiamo la fuga, che sta avvenendo, dal trasporto pubblico locale verso altri settori, noi rischiamo veramente, in questo settore fondamentale, strategico, motore dello sviluppo delle nostre città, di andare in una direzione opposta a quella verso cui dovremmo andare.

Come Partito Democratico questo è il nostro impegno, è una delle nostre priorità, insieme alle battaglie che stiamo facendo sulla sanità, sulla scuola, sul lavoro. E questa è l'agenda che noi vorremmo fosse portata avanti in un confronto tra opposizione e maggioranza, in un confronto positivo anche con i soggetti a cui ci si rivolge. E al riguardo, veramente, quello che abbiamo scritto nella mozione, quello che c'è nelle risoluzioni, quello che c'è stato nelle audizioni e ciò che abbiamo fatto lo dicono tutte le imprese del trasporto, lo dicono tutte le amministrazioni, lo dice la Conferenza delle regioni (il presidente Fedriga ha scritto, lo scorso inverno, un documento molto chiaro, indicando molto chiaramente la necessità di queste maggiori risorse a livello nazionale); lo dicono tutti i sindaci delle città metropolitane di destra e di sinistra, lo dicono le realtà insulari e penso alle difficoltà che ci sono nella continuità territoriale. Lo dicono tutti, dobbiamo anche farlo. E credo che una funzione di consapevolezza parlamentare, attraverso queste mozioni, possa essere il primo passo per uscire dal braccio di ferro in cui si indicano le responsabilità di quello che dovrebbe fare qualcun altro e per assumere collettivamente la responsabilità di garantire un servizio di trasporto più adeguato alle nostre città.

Auspichiamo che questo tipo di messaggio possa essere colto e che questo tipo di lavoro possa essere fatto. Noi, sicuramente, continueremo a farlo, non smetteremo e continueremo a batterci per far sì che questa questione venga considerata per quella che è nel dibattito pubblico di tutte le grandi città europee e mondiali e non, purtroppo, come avviene troppo spesso in Italia, come un fanalino di coda.

E qui concludo veramente con una considerazione finale: nessuno pensi che si possa derubricare l'importanza del trasporto pubblico locale o, ancora peggio, scaricare questa responsabilità sulle sole amministrazioni e regioni. Sarebbe un errore da un punto di vista politico, perché tante di queste regioni e di queste amministrazioni ormai sono guidate anche dalla destra.

Quindi, se qualcuno ha immaginato che poter scaricare il fallimento del trasporto pubblico locale sulle spalle delle amministrazioni delle regioni fosse, in qualche modo, un vantaggio politico, evidentemente ha fatto male i propri conti. Infatti, quelle amministrazioni e quelle regioni sono fatte da donne e da uomini che ogni giorno si scontrano con difficoltà crescenti e che non possono più restare da soli. Solo un sistema dei trasporti nel suo complesso, che azioni tutte le leve, a partire da quella delle risorse, e che metta tutti nelle condizioni di garantire il servizio più efficiente ed efficace, può permettere a quelle persone un miglioramento, che non è merito della singola amministrazione, ma è un merito che viene riconosciuto collettivamente a tutti e, in particolare, a chi oggi ci sta governando. Quindi, portando avanti questa battaglia, nell'interesse dei cittadini, creiamo anche le condizioni per cui ci possa essere una percezione migliore, nel suo complesso, delle istituzioni, anche di chi oggi guida queste istituzioni.

Soprattutto, non dimentichiamo che la situazione sta effettivamente peggiorando. Basta provare a muoversi nelle nostre città. Ieri, tornavo a Roma - e qui veramente concludo -, in treno, con l'alta velocità, parlando con alcuni pendolari, mi rendevo conto - amara consapevolezza - che alcune persone impiegano tre ore per andare da Milano a Roma e poi impiegano lo stesso tempo per andare da Roma o Milano ad altre città o comuni della stessa regione. Noi, questa Italia a due velocità, la dobbiamo fermare. Dobbiamo garantire, anche nel trasporto pubblico locale, quella velocità per godere dei propri diritti che abbiamo garantito con l'alta velocità e con altri strumenti che funzionano. Da questo punto di vista, questa mozione è un primo fondamentale passo.