Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 19 Aprile, 2022
Nome: 
Antonella Incerti

La ringrazio, signor Presidente, e grazie, signor Ministro, anche per la sua presenza. Come Partito Democratico, con questa mozione vogliamo tenere alta l'attenzione rispetto al nostro sistema agroalimentare, che, sicuramente, è un settore strategico, ma, ovviamente, è pieno di fragilità.

Come veniva ricordato, sono stati due anni caratterizzati da effetti economici e sociali molto gravi causati dalla pandemia. Ora, le conseguenze dirette ed indirette della guerra inferta dalla Russia all'Ucraina riportano al centro del dibattito - ma abbiamo avuto anche occasione recentemente di parlarne, in occasione della sua informativa del 29 marzo scorso - la capacità del nostro sistema agroalimentare di essere resiliente e di affrontare in modo efficace e tempestivo le dinamiche innestate dal repentino mutamento del contesto economico e geopolitico.

In questi ultimi due anni, come abbiamo ricordato in tante occasioni, i nostri produttori hanno costantemente assicurato cibo di qualità ad un prezzo equo. Ora, con la crisi che si è aperta con la guerra russo-ucraina il nostro sistema agroalimentare rischia di subire un contraccolpo, con fattori gravi di instabilità. È veramente difficile prevedere un graduale ritorno alla normalità, considerato l'aumento generalizzato del prezzo di tutte le materie prime e dell'energia, fattori che, oltre a mettere a rischio la sicurezza alimentare, stanno rapidamente erodendo la redditività economica per le nostre imprese per tutta la filiera ma, in particolare, per l'anello più debole, i nostri agricoltori.

Voglio citare anche, brevemente, alcuni dati che ha fornito la FAO sui prezzi mondiali dei prodotti alimentari, che hanno subito un'impennata molto forte, raggiungendo i livelli più alti da sempre, con il diffondersi, in particolare, della guerra nella regione del Mar Nero, che ha travolto i mercati, in particolare quello dei cereali di base e degli olii vegetali. L'indice FAO dei prezzi si è assestato su una media di 159 punti, con un aumento del 12,6 per cento rispetto a febbraio, mese in cui aveva già raggiunto il massimo livello dalla creazione dell'indice. In particolare, per ricordarne alcuni, cito l'aumento del prezzo dei cereali, che ha superato del 17 per cento il prezzo di febbraio, sotto la spinta dei prezzi del grano e dei cereali secondari a causa della guerra. Inoltre, nel mese di marzo i prezzi del grano duro sono aumentati di quasi il 20 per cento. Potrei aggiungere, sullo stesso livello, l'aumento dei prezzi del mais, dell'orzo e del sorgo così come di quello degli olii vegetali che, sempre secondo l'indice FAO, ha subìto un aumento del 23 per cento a causa proprio dell'innalzamento delle quotazioni dei semi di girasole di cui, come sappiamo, l'Ucraina è il principale esportatore mondiale. Lo stesso vale anche per i prezzi di altre materie prime, quali lo zucchero e la carne, ma anche di quelli del settore lattiero-caseario, che hanno registrato un aumento considerevole, il 23 per cento in più rispetto a marzo dello scorso anno.

Potremmo continuare col prezzo dei fertilizzanti, dei concimi, delle sementi. Ricordo anche l'aumento dei prezzi dei mangimi, con il rischio di non poter garantire in modo adeguato l'alimentazione degli animali e con conseguente riduzione dell'offerta e addirittura interruzione di alcuni cicli produttivi. A ciò potremmo aggiungere le limitazioni al commercio internazionale da parte dei Paesi dell'ex area sovietica e anche degli stessi paesi membri dell'Unione europea. Tutto ciò rischia di compromettere fortemente il mercato degli approvvigionamenti europei. Tra l'altro, non mancano fenomeni di speculazione sulle quotazioni internazionali di cereali e semi oleosi. Il CREA ha stimato che l'impatto sulle nostre aziende sarà tra i 15.000 ed i 16.000 euro di aumento medio e, come lei stesso ha ricordato nell'informativa, il complessivo aumento supera i 9 miliardi. L'Europa ha preso atto di questa situazione e dei rischi, con obiettivi a breve e anche a medio termine, ha attivato per la prima volta il fondo di riserva di crisi, prevedendo un pacchetto di 500 milioni di euro per sostenere più direttamente le filiere più colpite, con la possibilità di finanziamento e di cofinanziamento del nostro Paese, come lei stesso ha ricordato, fino alla possibilità di arrivare, dai 48 milioni previsti per il nostro Paese, a 144 milioni, al fine di aumentare il potenziale produttivo europeo.

La Commissione ha poi derogato su alcune norme di attuazione della PAC che prevedono di destinare almeno il 5 per cento delle superfici agricole e seminali ad aree ecologiche, con atto delegato che tuttavia deve essere ancora attivato. È chiaro che sono azioni di primo impatto che sicuramente hanno un buon effetto ma certamente non possono essere sufficienti per una crisi di questa portata. Inoltre, voglio ricordare alcuni interventi come quello del decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022, il “decreto Crisi Ucraina”, che ha fornito una prima risposta, certamente non esaustiva, sul tema della liquidità, come è già stato ricordato. Si prevede infatti la possibilità di rinegoziare e ristrutturare i mutui fino a 25 anni, che saranno assistiti gratuitamente da ISMEA allo scopo di garantire una cosa essenziale per le nostre imprese, cioè l'accesso al credito. Bene anche il beneficio pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto di carburante, solo nel primo trimestre 2022.

Misure, signor Ministro, certamente importanti e utili, almeno nell'immediato. Però pensiamo che il nostro Paese debba e possa fare di più, mettendo in campo altre azioni che possano accrescere la nostra autonomia alimentare, possano diversificare i mercati di importazione, possano supportare il nostro export nell'individuare ulteriori mercati, possano rafforzare i sistemi alimentari locali, compresi quelli di distretto. Quindi è necessaria la costruzione di un orizzonte strategico di medio periodo, anche condizionando i principali strumenti che sostengono l'agricoltura e la pesca verso una maggiore produzione nazionale e quindi di rafforzamento delle filiere, senza tuttavia smarrire alcuni obiettivi che sono propri del Green New Deal. Per questo sono importanti - noi lo ribadiamo nella mozione - alcuni impegni che chiediamo al Governo. Sempre con attenzione ai temi ambientali, va aggiornata la politica agricola comunitaria 2022, va incrementata la produzione agricola per sopperire meglio al fabbisogno interno, vanno incentivate le nuove messe a coltura, cosa che tra l'altro si sta prevedendo, così come la deroga di altri vincoli, va aumentato il plafond da destinare agli aiuti accoppiati e da destinare soprattutto alle colture proteiche, cerealicole e ai semi oleosi e vanno prolungate queste deroghe anche all'anno 2023. Inoltre, va garantita maggiore efficienza ai sistemi irrigui. Per questo va non solo incrementata la dotazione finanziaria ma deve essere favorita, oltre alle grandi opere, soprattutto la realizzazione di piccole strutture di accumulo che sono necessarie al sostegno della capacità produttiva delle aziende agricole che operano in condizioni climatiche molto difficili. Ancora, vanno prorogate le agevolazioni contributive che sono state attuate in modo da favorire il rilancio produttivo ed occupazionale del settore.

Vanno rafforzati i meccanismi di monitoraggio e di controllo dei prezzi, anche per consentire una salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, soprattutto relativamente ai consumi alimentari delle fasce più deboli. Sappiamo che alcuni Paesi già stanno provvedendo - faccio riferimento alla Francia – e per noi questo è un tema assolutamente fondamentale. Vanno ovviamente favoriti l'ammodernamento, attraverso la combinazione di incentivi a fondo perduto e agevolazioni di carattere fiscale, il rinnovo degli strumenti sia dell'agricoltura sia della pesca, in modo da garantire maggiore efficienza, e va anche accelerata la erogazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Infine, insieme ad altri punti, è necessario mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali le risorse per fronteggiare le emergenze alimentari nei Paesi in via di sviluppo.

Questo perché la guerra e le povertà in un mondo interdipendente stanno generando effetti devastanti, rendendo ancora più squilibrati i sistemi elementari, già non equi e sostenibili.

Come parlamentari, e con questa mozione, continuiamo sollecitare e sosteniamo - e sosterremo - un'azione del Governo, affinché i nostri agricoltori possano continuare a produrre e a vivere, come aziende e, naturalmente, a poter garantire cibo sano per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).