Grazie, Presidente. L'indimenticato e indimenticabile Giancarlo Cerini, che era un uomo di scuola, un uomo che aveva lavorato al pensiero, alla pedagogia e alla progettazione della scuola italiana, proponeva una sessione del Parlamento dedicata ai problemi dell'educazione nel nostro Paese, uno o due giorni all'inizio di ogni anno scolastico, perché diceva che, così come i nostri massimi rappresentanti dovrebbero occuparsi dei nostri anziani, della nostra salute e del nostro lavoro, “spetta ai decisori politici apprestare le condizioni affinché la scuola sia messa in grado di realizzare un progetto alto, condiviso, non di maggioranza: una scuola della Repubblica”.
Queste parole, ovviamente, risuonano pesanti su quest'Aula, credo, come una grande responsabilità rispetto anche ai numeri e alle fatiche delle famiglie italiane che hanno varcato in questi giorni la porta delle scuole in tutta Italia. È una fatica che, tra l'altro, arriva dopo un'estate dove credo che uno dei temi fondamentali sia stato, rispetto alla sostenibilità dei centri estivi, organizzare quel pezzo di tempo dei bambini e delle bambine, anche e soprattutto nei contesti di povertà educativa e di marginalità. Quindi, la scuola diventa di nuovo e finalmente un luogo in cui ritornare. Si ritorna nel luogo e nella comunità educante e si torna nella scuola pubblica, e credo che quello che proviamo a mettere nella discussione, anche qui con una discussione spesso monodirezionale, ma qualcosa rimarrà in quello che diciamo e nella visione e nella prospettiva che proviamo a introdurre nel dibattito, si riassuma davvero in una frase. Davanti a noi abbiamo ciò che il Governo e il Ministro Valditara ci propongono come la scuola del merito.
Credo che, quando parliamo soprattutto di diritto allo studio, parliamo, invece, della scuola che tutti e tutte si meritano, che è una scuola che accoglie, che è una scuola che mette i servizi del diritto allo studio al centro.
Sono stata assessora per 10 anni nel mio comune, che è un comune capoluogo, e l'impegno, la frontiera e la prima fila sono spesso i comuni nell'erogazione di questi servizi relativi al diritto allo studio, che siano i temi che riguardano, in parte ovviamente, le erogazioni per la gratuità dei libri di testo, ma penso anche al tema del trasporto scolastico, della ristorazione scolastica, dei servizi, questo sì, che spesso dipendono dai comuni, dalle disponibilità, e penso anche solo ai servizi di pre-scuola e post-scuola, che sono tutte condizioni imprescindibili per mettere insieme la conciliazione delle famiglie e la qualità della didattica che le scuole offrono.
Nella nostra mozione credo che proponiamo questioni che devono essere rimesse al centro, rimesse nella priorità e nell'agenda di questo Ministero, perché di queste priorità non c'è traccia. Non vi è traccia nei bilanci, e lo stiamo dicendo, ormai in tutte le leggi di bilancio che abbiamo approvato e studiato non ci sono, in questo momento, strumenti per alleviare quella che è un'emergenza che attraversa tutto il Paese e tutte le famiglie. Questo è stato l'anno scolastico più caro di tutti gli altri e, quindi, tutto questo deve essere attenzionato e su questo bisogna avere proposte concrete.
Nella nostra mozione sono cinque gli aspetti che vogliamo affrontare e che vogliamo mettere sul tavolo. In primo luogo, il tema della gratuità dei libri di testo nelle diverse aree del Paese, aumentando le risorse nazionali destinate alla progressiva gratuità, a partire dalle famiglie con meno mezzi. Chiediamo di intervenire con misure dirette a garantire, in forma graduale e progressiva, la gratuità dei costi legati alla mobilità. Tante sono le sperimentazioni positive nel Paese, una gratuità che parte dai primi anni di scuola fino a tutta l'università, che è uno dei temi fondamentali per tantissimi ragazzi e ragazze, soprattutto per chi vive nelle aree decentrate, per chi vive lontano dalla città dove ha sede il liceo, la scuola superiore o la propria università.
Quindi, la mobilità è un tema che riguarda il diritto allo studio, sul quale abbiamo anche richiamato il Governo in un'altra mozione, quella sul trasporto pubblico locale. Perché questo è un tema che riguarda, ovviamente, tutta la popolazione, da chi si muove per lavoro, per salute, per studio; però, in questa, in particolare, l'attenzione è su questo tema e anche sul sostegno agli enti locali nell'organizzazione specifica dei trasporti scolastici. Pensate solo che in un comune, come il mio, noi avevamo 70 linee di trasporto scolastico per accompagnare, per andare spesso anche a recuperare bambini, bambine che vivevano in contesti di case isolate. Abbiamo un Paese complesso e articolato e, quindi, su questo dobbiamo porre massima attenzione, a partire dai nuclei più in difficoltà, dai bisogni speciali delle famiglie e degli studenti.
Un altro tema, anche questo che riguarda il diritto allo studio e la scuola che i ragazzi e le ragazze meritano - e credo che questo sia il cambio di visione necessario in questo momento - è il Fondo di solidarietà per i viaggi di istruzione. Questo è uno dei temi di discriminazione, spesso dovuto al disagio sociale, alla povertà dei nuclei familiari, lo dicevamo prima nella discussione sulla mozione per la riforma della cittadinanza rispetto alla povertà assoluta che attraversa le famiglie in percentuali variabili. Quindi abbiamo ragazze e ragazzi che rimangono a casa, mentre i propri compagni, magari, partecipano a viaggi di istruzione, che sono parte integrante della proposta didattica di un percorso ed è nostro compito, è compito della Repubblica, rimuovere gli ostacoli che non permettono la piena formazione a tutti e a tutte.
E poi, c'è il tema del tempo pieno: noi qui lo articoliamo rispetto al reperimento di risorse adeguate a incrementare, nella prospettiva dell'introduzione di un livello essenziale delle prestazioni che riguardi il servizio di refezione scolastica. Questo è un altro grande tema di disuguaglianza e che riproduce disuguaglianze nel Paese. A seconda del comune o della regione nella quale si nasce, si avranno meno o più possibilità di accedere a un tempo pieno, di avere una refezione scolastica, e ancora oltre. Per noi, la refezione e la ristorazione scolastica sono momenti educativi, momenti di socialità, momenti anche di intercultura, perché nei moltissimi comuni, spesso, grazie anche a coordinamenti pedagogici e al lavoro con le scuole, il momento di refezione è un momento di conoscenza reciproca con chi ha altre usanze e anche di educazione alimentare. Insomma, nella refezione scolastica non c'è solo un semplice servizio, ma appunto, per chi conosce il mondo della scuola e degli enti locali, quella è un'altra occasione educativa e di crescita della comunità.
E poi, c'è il tema - anche questo importante - della garanzia rispetto a un maggior numero di insegnanti, di presidi territoriali, dell'istituzionalizzazione della comunità educante e dei patti educativi di comunità diretti alla costruzione di reti tra scuole, Terzo settore, parrocchie, enti locali, fondazioni, supporto di educatori e assistenti sociali. Anche qui, sempre nell'ottica del contrasto alla povertà educativa, sempre in risposta a quella che dovrebbe essere la scuola della Repubblica, che è una scuola che deve tenere dentro alla comunità chi rischia di essere disperso, chi rischia di perdere queste occasioni di emancipazione, di crescita educativa, di mobilità, spesso, anche sociale.
Noi abbiamo posto molte questioni che riguardano, prettamente e concretamente, il tema del diritto allo studio, ma, ovviamente, non manchiamo di riflessioni. Anche dopo aver visto il messaggio video, a social unificati, del Ministero rispetto ai grandissimi risultati in tema di precariato, diamo una notizia: ci sono ancora tantissimi problemi dentro alle nostre scuole in tema di precariato, di algoritmi problematici, di cattedre scoperte, di sostegno. Non si dimentichi la riforma che danneggia chi ha frequentato il TFA regolarmente. Anche su questo ci vorrebbe maggior raccordo e coordinamento, anche qui, con i territori, rispetto al sostegno, ma anche a quella che è una risorsa importante, sempre più insostenibile per i comuni italiani, che è l'aiuto alla comunicazione, quegli educatori e quelle educatrici che supportano il lavoro all'interno delle classi.
Sì, continueremo a mettere in discussione le scelte, facciamo proposte e continuiamo proprio per questo anche a rilevare quelle che, per noi, sono criticità importanti, anche rispetto al percorso di questo Ministero e alle scelte assunte. Lo abbiamo fatto poco fa rispetto al voto in condotta, lo abbiamo fatto rispetto all'avvio della sperimentazione del “4+2” - anche qui, sempre con argomentazioni ed emendamenti precisi e costruttivi -, lo abbiamo fatto rispetto al liceo del made in Italy, sul quale non infieriamo e la chiudiamo qui. Non è piacevole dover ripetere spesso che ve l'avevamo detto su tante cose. E sì, ve lo abbiamo detto e i fatti ci stanno tristemente dando ragione.
I dati, quelli che ha dato il collega prima, rispetto alla dispersione e rispetto al caro, ci impongono un'azione, una strategia ampia, una strategia di investimento nei luoghi delle mancate opportunità, in quei luoghi in cui le agenzie educative sono in crisi, in cui i tassi di abbandono e dispersione sono elevati.
Anche qui, provando a cambiare l'approccio, quell'approccio punitivo che colpevolizza le condizioni di partenza di molti ragazzi e di molte ragazze per i propri contesti di origine. Basta andare a guardare i dati della dispersione e della povertà educativa che tocca i bambini e le bambine del nostro Paese. Questi sono - lo abbiamo detto in tanti - tra i più alti di Europa. Ci chiediamo, quindi, quale sia il merito a cui si pensa in questo momento. È quel merito per cui l'appartenenza a famiglie con minori opportunità economiche rischia di compromettere la possibilità di crescita, di futuro e di formazione delle generazioni più giovani? Qual è il supporto concreto alle famiglie che vogliamo dare per supportarle nel momento più importante e più strategico anche per il futuro del Paese, che è il momento in cui formiamo i ragazzi e le ragazze?
Quindi, per essere il più sintetica possibile e lasciare impressi i passaggi più importanti che abbiamo suggerito con questa mozione, vi richiamiamo a un cambio di prospettiva: diamo agli studenti italiani e alle studentesse italiane non la scuola del merito, come l'abbiamo vista sinora, ma veramente la scuola che tutti e tutte loro si meritano.